Avevo
avvisato che avrebbero
potuto esserci intervalli di tempo enooormi tra un capitolo e l'altro,
ma sono
tornato lo stesso. Mi è tornata l'ispirazione, quindi credo
che continuerò a scrivere
questa storia per un po' (attenzione, ho detto CREDO).
E
visto che io sono tornato,
magari mi lasciate qualche commento? :3
Capitolo
6 • L'inizio
dell'addestramento
«Presentati,
straniero!» esclamò Golem, avvicinandosi
minaccioso al
nuovo arrivato. Tutt'intorno stavano gli altri organizzatori, tutti in
posizione di difesa nel caso l'Houndoom si fosse rivelato un nemico.
«...
Naturalmente, sergente»
rispose il dobermann con falso rispetto, per nulla infastidito
dall'atteggiamento per certi versi aggressivo del colosso di roccia.
«Il mio
nome è Houndoom. Sono un inviato speciale della
città di Rovodoro...» a quelle
parole, Golem e altri Pokémon si scambiarono un'occhiata
stupita – Rovodoro era
un paese estremamente ricco ed influente, conosciuto a causa degli
abilissimi
agenti che di tanto in tanto mandava ad esplorare la situazione quando
c'era
un'attività che richiedesse la presenza di molti
Pokémon... «e come forse
saprete, i nostri obiettivi sono semplicemente quelli di dare
un'occhiata in
giro. Non vi darò noie, ne vi starò tra i
piedi... Mi limiterò ad osservare il
comportamento dei volontari che si sono presentati.»
Ma
il suo discorso non reggeva... e Bulbasaur ebbe l'impressione, per
qualche motivo, che stesse mentendo spudoratamente... Tuttavia, Golem
annuì, e
lo lasciò andare.
Purtroppo
non c'era modo di verificare che quanto dicesse fosse vero.
Per motivi di sicurezza, Rovodoro non dava mai la conferma di aver
mandato un
agente in missione, per cui anche mettendosi in contatto con la
città non
avrebbero potuto chiarire il dubbio. C'era solo da fidarsi
ciecamente... e ad ogni
modo, Bulbasaur se lo sentiva, i consiglieri reali lo avrebbero tenuto
sotto
controllo...
La
folla fu dispersa e mandata a dormire nei rispettivi alloggi. Houndoom
aveva con sé una tenda portatile che gli permise di
sistemarsi in solitudine,
ai margini del campo di addestramento... e gli altri Pokémon
non poterono che
apprezzare, considerando il caratteraccio che aveva dimostrato.
Bulbasaur,
Charmander e Squirtle diedero la buonanotte alla nuova amica e
tornarono al
loro capanno per prepararsi alla notte, fermandosi solo qualche momento
ad
ammirare il cielo stellato.
∼
«Sul
serio, voi cosa ne pensate?» chiese Starmie mentre lei e gli
altri organizzatori si davano da fare per mettere a posto le luci e i
tavoli
della mensa, con la gemma scintillante che si accendeva a tratti.
«Se devo
essere sincera, non mi convince del tutto... Ma c'è da dire
che il suo aspetto
ostile rende impossibile non giudicarne le apparenze...»
Golem,
che aveva appena finito di impilare una serie di scodelle,
rispose bruscamente mentre passava al prossimo tavolo.
«Certo, quello e anche
la sua sfrontatezza... Ma bisogna considerare che a Rovodoro vivono
molti
Pokémon dall'aspetto un po' cattivo, e che eppure non sono
propriamente
'crudeli'.»
Umbreon,
la creatura felina che Bulbasaur e i suoi amici avevano
sentito parlare la sera prima con gli altri consiglieri, si aggiunse
alla
conversazione. «Non è solo questo. C'era qualcosa
nel suo modo di fare. Non
trovate che sia stato piuttosto sintetico con le
presentazioni?»
«Potrebbe
essere semplicemente una questione caratteriale, Umbreon»
rispose Starmie, sollevando telepaticamente qualche piatto e
trascinandoli in
una credenza.
«Non
è da escludere, ma in ogni caso credo sia meglio tenerlo
d'occhio. Siamo più numerosi: se dovesse decidere di fare
qualche follia, noi
ci saremo.»
Gli
altri Pokémon acconsentirono all'unisono, per poi tornare al
lavoro e infine recarsi nella loro tenda.
∼
Il
mattino seguente, nei pressi di un torrente piuttosto ampio e di un
prato fiorito, Bulbasaur e Chikorita stavano parlando del
più e del meno, in
attesa di cominciare il loro primissimo addestramento. Avevano ricevuto
la
notizia quella mattina, poco dopo essersi alzati... e Charmander e
Squirtle
avevano preferito raggiungere il luogo dove si sarebbe tenuto
l'allenamento,
per cercare di scoprire qualcosa su cos'avrebbero dovuto affrontare.
«Cosa
credi che ci faranno fare?» domandò Chikorita,
sdraiata al sole,
mentre lanciava un sassolino nell'acqua e ne contava i rimbalzi per
gioco.
«Non
ne ho assolutamente idea» rispose Bulbasaur con aria
distratta.
«Sai, non riesco a smettere di pensare a quell'Houndoom...
Non me la dà
giusta...»
Chikorita
annuì. «Insomma. Non si può dire che
abbia fatto una bella
impressione...» commentò.
«Negli
ultimi due giorni, la mia vita ne ha viste di tutti i colori...
e pensare che non abbiamo neppure cominciato! A volte sembra di
trovarsi nelle
situazioni assurde de Il viaggio di
Cubone...»
Chikorita
interruppe il suo gioco e fissò Bulbasaur sbalordita. Per
qualche secondo rimase interdetta, poi parlò. «Hai
letto Il viaggio di Cubone?»
Bulbasaur
si voltò interrogativo verso di lei.
«È... il mio libro
preferito...»
«Anche
il mio!» esclamò Chikorita con un gran sorriso
dipinto in
volto. «L'avrò preso in prestito un migliaio di
volte dalla...»
«Biblioteca
della mia città...» finirono la frase all'unisono,
rendendosi conto di quando piccolo può essere il mondo.
«Chi
l'avrebbe mai detto...» sorrise Bulbasaur, tornando ad
osservare
il ruscello e a lanciarci qualche sasso. «Almeno
avrò qualcuno con cui parlare
di libri durante il soggiorno qui... Charmander e Squirtle non sanno
nemmeno
cosa siano...»
Chikorita
rise e riprese anche lei a raccogliere pietre. «Accidenti!
Laggiù ce n'è una della misura perfetta!
Scommetto che riesco a farla
rimbalzare almeno dieci volte!»
«Non
esagerare!» la derise Bulbasaur.
«Ah
sì? Non mi credi? Adesso ti faccio vedere...»
Scese
verso la riva del fiume e allungò le liane che partivano dal
suo
collo, cercando di afferrare la pietra che aveva individuato... ma
prese uno
scivolone, e rischiò di cadere in acqua – se non
fosse stato per le liane di
Bulbasaur, che riuscirono a raggiungerla prima del disastro... e quel
momento
fu magicamente strano: mentre Bulbasaur richiamava a sé le
liane per
depositarla a terra, i loro volti si trovarono improvvisamente vicini,
e una
breve scossa attraversò entrambi... Si sentirono subito
imbarazzati, e
Bulbasaur si affrettò a farla scendere.
«Beh,
dovrebbe mancare poco... Credo sia meglio sbrigarci...» disse
Chikorita per rompere il silenzio, chinando il capo e allontanandosi a
passo
deciso.
Non
era sicura di ciò che aveva provato in quel momento, ma era
ancora
meno sicura di ciò che aveva provato lui – sempre se aveva provato qualcosa – e
in ogni caso era meglio non farsi troppi
pensieri per qualcosa che era durato così poco.
Bulbasaur
rimase lì, in silenzio, ad ascoltare lo scorrere tranquillo
delle acque. Abbandonandosi ad esso riuscì a togliersi dalla
testa
quell'attimo, convinto che fosse stata solo un'impressione.
Attese
qualche minuto, e quando fu certo che l'addestramento stesse
per iniziare si avviò verso l'arena dove avrebbero
cominciato ad imparare come
contrastare l'esercito oscuro.
Stava
per iniziare la vera avventura,
disse a se stesso, e sperò che tutto andasse bene.
∼
Nella
solita sala di controllo, l'attuale capo dell'ordine degli
Oscuri stava assistendo soddisfatto alle immagini che si facevano
velocemente
spazio sullo schermo gigante. Tutto come calcolato: la spia aveva fatto
il suo
ingresso. Non riusciva a capire, però, se ci fossero dei
sospetti o meno
riguardo la sua provenienza... anche se, almeno per il momento, non
sembrava ci
fossero dubbi molto evidenti.
«Noto
dalla vostra espressione che il piano procede alla
perfezione.»
Un
gigantesco mostro spinato, ricoperto da una ruvida corazza squamata
e smeraldina, con spuntoni di ogni tipo che gli crescevano sul corpo,
un paio
di strisce nere sotto il collo e sulle gambe robuste e, all'altezza
dello
stomaco, un rivestimento azzurro, segno indelebile del Pupitar ch'era
un
tempo... un Tyranitar, uno dei Pokémon più
pericolosi in assoluto, si resse
nella sua grandezza mostruosa, proprio alle spalle del capo, che
comunque non
sembrò farci caso più di tanto.
«Direi
di sì, Tyranitar. Per una volta Zoroark ha contribuito,
anziché
star qui solo fisicamente come altre persone.»
Tyranitar
digrignò fra i denti. Era palese che si stesse riferendo a
lui. «Ovviamente, mio signore, ma se posso intromettermi...
Credo di essere lievemente più
efficiente di Zoroark per
quanto riguarda il combattimento... Mi risulta di essere stato messo
alla prova
prima di entrare nel vostro team, e di non aver affatto deluso le
vostre
aspettative, mi sbaglio?»
Il
capo ridacchiò divertito. «Sì,
Tyranitar, d'accordo... In ogni
caso, so perché sei qui... Vuoi entrare in azione, ma non
è ancora il tuo
momento. Arriverà. Te l'ho già detto.»
Tyranitar
sbuffò con rabbia. «Capo! Voglio rendermi utile...
Affidatemi un compito! Anche poco importante...»
Il
capo ebbe un'illuminazione. Ora che ci faceva caso... Aveva appena
sbloccato un ulteriore livello dell'Istigatore. Era proprio il caso di
provarlo...
«Va
bene. Corrompi un prigioniero a tuo piacimento... Assicurati che
l'Istigatore
sia impostato sul terzo livello. Abbiamo già provato con
quelli di livello uno,
e li hanno sconfitti troppo facilmente... Mentre quello di livello due
è stato
messo fuori gioco da tre microbi...»
«Devo
indirizzarlo verso il campo di addestramento?»
domandò
Tyranitar, pronto a svolgere la richiesta.
«Non
ancora. Ho intenzione di farci due chiacchiere.»
E
detto questo tornò alla sua postazione, curioso di vedere
come
sarebbe andata a finire...
∼
«Dunque
dunque, giovani apprendisti!»
Il
compito di addestrare i più piccoli era stato affidato ad un
Pokémon vagamente buffo; di statura piuttosto bassa,
ricordava la versione
stilizzata di un breakdancer, il cui corpo andava dal marrone al blu
oceano,
con un paio di occhi tondeggianti e mani sferiche, le gambe sempre in
movimento
come se non potesse smettere di ballare. Di tanto in tanto faceva
qualche
piroetta e roteava sulla testa con estrema destrezza. «Il mio
nome è Hitmontop
e, come avrete saputo, sarò il vostro insegnante per quanto
riguarda le
tecniche difensive. Iniziamo dicendo che da quel poco che ne sappiamo,
l'esercito oscuro è composto da una gran varietà
di Pokémon... motivo per cui
non possiamo soffermarci su un tipo specifico di strategia, ma dovremo
cercare
di ampliare il più possibile le nostre conoscenze.»
I
vari Pokémon presenti all'allenamento, tutti all'incirca
dell'età di
Bulbasaur e dei suoi amici, ascoltavano con attenzione il discorso di
Hitmontop, senza perdersene una parola.
«Per
prima cosa, è necessario testare le vostre prestazioni
fisiche.
Perciò... CORRETE!»
In
una frazione di secondo Hitmontop aveva eseguito un balzo
straordinario, posandosi su un albero non molto distante, e indicando
loro il
lungo tracciato che stava ai loro piedi. Tutti i Pokémon si
guardarono con aria
interrogativa, incerti sul svolgere o meno l'ordine ricevuto.
«Cosa
state aspettando? Su! Correte!» ripeté Hitmontop
agitando le
braccia. Scrollando le spalle, Charmander prese una bella rincorsa e
cominciò a
sfrecciare lungo la pista, ben presto seguito da altri volontari.
Bulbasaur,
insieme a Squirtle, fu uno degli ultimi a partire, ma non per questo
uno degli
ultimi a concludere il giro; Charmander arrivò per primo,
seguito da alcuni
Pokémon che abitavano nell'alloggio vicino al loro, e subito
dopo fu la volta
di Bulbasaur, di Chikorita e di Squirtle. Quando anche gli ultimi
partecipanti
ebbero terminato la corsa, Hitmontop applaudì con
festosità e scese dall'albero
su cui si era appollaiato, continuando ad esibirsi in strani passi di
danza.
«Molto
bene, molto bene! Per chi è arrivato alla fine, non si
scoraggi; ci saranno altre occasioni di provare il vostro
valore!»
«Uff...
Spero che questa sia stata la prima e l'ultima corsa che
faremo qui» ansimò Squirtle a chi gli stava vicino.
«Adesso,
miei cari...»
Hitmontop
gli fece segno di mettersi in fila davanti a lui, e cominciò
a percorrere la linea immaginaria davanti a loro con aria misteriosa,
mani
dietro la schiena, scrutandoli attentamente. «Mi servirebbero
dei volontari...
Ma chi potrei scegliere? Siete tutti così
promettenti...»
Quando
Hitmontop smise di camminare, Charmander deglutì.
«Tu. Sembri
in gamba. Vieni qui. Vediamo come te la cavi.»
Charmander
si fece timidamente avanti, fino ad affiancarlo. Hitmontop
fece qualche passo indietro.
«Come
ti chiami?»
«Charmander,
signore» rispose.
«Dimmi,
Charmander» iniziò Hitmontop, «sai qual
è la tua mossa più
potente?»
Charmander
esitò un attimo e rifletté, ma la risposta
arrivò lampante.
«Me la cavo bene con il mio Lanciafiamme, signore! Ma so che
esistono mosse ben
più potenti» aggiunse, compiacendo il maestro.
«Molto
bene, molto bene!» disse Hitmontop. «Sì,
è vero. Marchiatura,
per esempio, è una mossa che ben pochi sanno
gestire.»
Charmander
s'illuminò.
«Ma
quei pochi che ci riescono, sono quasi imbattibili» concluse
Hitmontop.
«Mio
padre!» esclamò Charmander. «Mio
padre... sa usare Marchiatura. È... una delle
mosse di cui va più fiero...»
A
Bulbasaur e a Squirtle sembrò che Charmander s'incupisse
molto
mentre parlava. Ma, per fortuna, se ne accorse anche Hitmontop, e lo
riportò al
buonumore.
«Allora
ci daremo da fare per rendere orgoglioso tuo padre. Ti
prometto che prima l'inizio della guerra, tu brandirai alla perfezione
il
potere di Marchiatura.»
Charmander
tornò ad essere solare come al solito. «Grazie
infinite,
signore! Ed io prometto che darò il massimo»
giurò, più a se stesso che ad
Hitmontop.
«Inizieremo
subito. Fammi vedere di cosa sei capace.»
Hitmontop
portò le mani davanti al volto e aspettò che
Charmander
agisse. Del canto suo, Charmander non capì subito: il
maestro voleva che lo attaccasse?
«Non
indugiare! Colpiscimi! Dà sfogo al tuo
Lanciafiamme!» lo incitò
Hitmontop.
«Ehm...
D'accordo... Ci proverò!»
Charmander
prese un bel fiato e soffiò una fiammata contro il
Pokémon.
Hitmontop innalzò una guardia magica davanti a
sé, e arretrò leggermente, ma dissolto
lo scudo sembrava non aver subito alcun danno.
«Ha
usato Bodyguard?» si chiese Squirtle, sottovoce, e accanto a
lui
Bulbasaur annuì.
«Ha
assorbito tutte le fiamme. Pazzesco» affermò.
«Bel
colpo, ma scommetto che puoi fare di meglio» urlò
Hitmontop di
rimando.
Charmander
realizzò di doverci mettere più forza.
Sospirò
profondamente, poi si concentrò al massimo...
E
poco dopo, dalla sua bocca uscì il Lanciafiamme
più grande che tutti
i presenti avessero mai visto.
Hitmontop
creò di nuovo la barriera del Bodyguard, ma stavolta
l'attacco lo fece indietreggiare visibilmente, spostandolo di quasi un
metro.
Anche se non aveva riportato lesioni, l'eccentrico insegnante aveva
un'espressione molto più soddisfatta.
«SEMPLICEMENTE
GRANDIOSO!»
Il
suo entusiasmo era quasi inappropriato. Sembrava letteralmente in
preda alla felicità quando commentò l'attacco di
Charmander. «Questa, ragazzo,
è la giusta energia! Farai grandi cose, giovane Charmander,
te l'assicuro!»
Charmander
si sentì in subbuglio. Non aveva mai ricevuto dei
complimenti così sinceri e appaganti! Sentiva che si sarebbe
trovato molto bene
con il maestro Hitmontop, e che forse sarebbe davvero riuscito ad
imparare
Marchiatura.
«Puoi
tornare al tuo posto» disse Hitmontop cordialmente, e
Charmander
obbedì. «Allora. Chi vuol essere il
prossimo?»