Cap.3 Perdita di memoria degenerativa
Steve
osservò Tony nel letto e sospirò, guardandolo
dimenarsi nel sonno. Si massaggiò il collo e scosse la
testa. Si sedette sul letto accanto a lui e gli mise la mano sulla
spalla.
Tony
scattò seduto e si allontanò da lui con il fiato
corto e gli occhi spalancati, sbatté le spalle contro il
muro e si guardò intorno freneticamente.
Steve
appoggiò le mani sulle ginocchia e gli sorrise, aveva delle
leggere rughe agli angoli degli occhi.
"Ti
ho preparato da mangiare. E' quasi mezzogiorno" gli disse gentilmente.
Tony
lo guardò fisso, aggrottò la fronte
concentrandosi sugli occhi azzurri dell'altro e si scostò
dalla parete deglutendo.
"Capitano?"
domandò, poco convinto.
Steve
annuì e si rialzò dal letto.
"Sì,
Tony?" domandò.
Tony
mosse la bocca sentendola impastata, aveva la gola secca che bruciava.
"Il
Capitano Rogers?" chiese di nuovo.
Si
guardò ancora intorno, si mise seduto sentendo una serie di
fitte e strinse i denti.
"Mi
avevano detto di raggiungerla a Stoccarda".
"Eh?"
domandò Steve corrugando la fronte.
Allargò
le braccia, avvertendo il battito cardiaco accelerato.
"Tony,
ci siamo incontrati a Stoccarda. E' stato parecchio tempo fa"
ribatté.
Tony
batté ripetutamente le palpebre, deglutì un paio
di volte e si massaggiò la gola.
"Ti
devo prendere in parola, immagino".
Steve
si portò le mani ai capelli e sospirò.
"Tony,
devo avvertire la squadra. Sono amici, va bene?" gli chiese.
Tony
negò con il capo, si guardò i polsi e si
tastò l'orecchio.
"Jarvis.
Dov'è Jarvis?" chiese.
Si
alzò in piedi di scatto e ricadde in avanti.
Steve
lo aiutò a sdraiarsi nuovamente sul letto e si morse il
labbro.
"Tony,
J non c'è più" bisbigliò.
Tony
alzò lo sguardo su di lui con gli occhi sgranati, scosse il
capo e le iridi divennero lucide.
"Cos'è
successo?".
Steve
si passò la mano sul viso, mentre con l'altra tirava fuori
il cellulare dalla tasca.
"Un
programma infetto lo ha distrutto. Voleva distruggere
l'umanità e J ha cercato di fermarlo" spiegò.
Tony
guardò il cellulare in mano a Steve fisso, strinse le labbra
e indietreggiò sul letto fino alla parete.
"E
Loki?".
Steve
si sedette ai piedi del letto.
"Lo
abbiamo sconfitto" lo rassicurò.
Piegò
di lato il capo.
"Vuoi
che chiamo nell'altra stanza o preferisci sentire cosa dico?" chiese.
Tony
chiuse gli occhi prendendo qualche respiro profondo, scosse il capo e
si passò la mano tra i capelli.
"Voglio
sentire" decise.
Steve
telefonò al secondo numero in rubrica e sentì una
serie di squilli ripetersi. Sentì un click.
"Nat?
Sono Steve" si presentò.
"Steve,
che succede?" chiese Natasha.
"Agente
Romanoff?" fece Tony, avvicinandosi al telefono con il capo.
"Stark?"
domandò Natasha.
"Tony
è qui con me, Natasha. C'è un problema... grave"
disse Steve. Aumentò la stretta sul cellulare.
"Non
ricorda nulla da prima dell'attacco dei Chitauri" disse.
"Degenerativo
o costante?" domandò la Romanoff.
"Che
sono i chitauri?" chiese Stark, in contemporanea.
"Degenerativo"
rispose Steve, passandosi la mano tra i capelli biondi.
Si
voltò verso Tony e lo guardò in viso.
"Loki
aveva un esercito di alieni, ma li abbiamo sconfitti" gli rispose.
"Ok.
Fallo parlare, cerca di non fargli dimenticare quello che sa. Noi
arriviamo al più presto" rispose Natasha.
Tony
strinse le labbra guardandosi intorno con espressione vacua.
"D'accordo,
vi aspetto" sussurrò Steve. Chiuse il telefono e lo porse a
Tony.
"Non
ti ricorda niente?" chiese.
"Un
cellulare?" domandò Stark, sarcastico.
Allungò
la mano verso l'oggetto, lo prese rigirandoselo tra le dita.
Steve
si sedette sul letto accanto a Tony.
"Sbagliato
Stark, un cellulare giurassico" scherzò.
Tony
gli lanciò un'occhiata divertita, sospirò e si
massaggiò la fronte.
"Quindi.
Perdita di memoria. Progressiva. Potrei dimenticare cose che ora so"
riassunse.
Batté
le palpebre sentendo la testa pesante, deglutì appena.
"Quando
mi hai visto l'ultima volta ero impegnato con qualcosa che potrebbe
avermi causato questo?".
Steve
gli porse la mano, aperta, avvicinandola alla sua.
"Avevi
creato degli occhiali che modificavano i ricordi" gli rispose.
Tony
negò con il capo, si poggiò con la testa alla
parete e roteò gli occhi grugnendo.
"Se
mi conoscessi, sapresti che non sbaglio mai".
Steve
ritirò la mano e con l'altra si massaggiò la
fronte.
"Avevi
delle forti emicranie dovute agli occhiali. Però
è da un po' che non ci vediamo, non so cosa avevi fatto".
Tony
gli tirò un pizzicotto al braccio, mugugnò
sporgendo le labbra.
"No.
Non commetto errori così grossolani. Inoltre dovrei avere
ricordi modificati, non ricordi mancanti. Devi esserti perso qualcosa".
Steve
lo strinse a sé e gli prese la mano nella sua. Tony la prese
a sua volta, stringendo piano le dita dell'altro e accennò
un sorriso.
"Lo
prenderò per un 'ti credo, Stark', ok?".
Steve
gli baciò la testa tra i capelli.
"Ti
va di raccontarmi qualcosa, per non perderla?" gli chiese.
"Non
saprei cosa. Non mi viene in mente nulla".
Tony
si scostò appena da lui, alzò lo sguardo con un
sorriso divertito.
"Ma
se quel pranzo è ancora disponibile, magari posso pensarci".
Steve
si allontanò da lui e si alzò in piedi.
"Vado
a prendertelo".