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Autore: NN chan 07    01/09/2016    4 recensioni
Temari agli occhi di tutti è una ragazza forte e sicura di se. Solo una persona, però, riesce veramente a vedere il suo animo: Shikamaru. Riuscirà il ragazzo a risanare, almeno in parte, le cicatrici che sfregiano il cuore della ragazza?
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Quando tornerai a Suna?" le chiese Shikamaru. "Tra tre giorni" rispose la ragazza sollevando la testa dal cuscino morbido. "Che palle..."sbuffò il ragazzo.
Era appena scesa la sera. Dalle fessure delle persiane filtrava la luce soffusa dei lampioni e delle insegne al neon e questo faceva sì che la stanza fosse avvolta da una lieve penombra. Era estate, una calda e afosa estate di Konoha. Quella notte non c'era nemmeno un alito di vento a dare sollievo agli abitanti del villaggio. Perciò i due ragazzi avevano deciso di dormire nel piccolo hotel dove lei soggiornava e, chiuse le finestre, avevano acceso il ventilatore. Grazie ad esso la temperatura della stanza si era abbassata molto. Tuttavia Shikamaru decise di non spegnerlo. "E quando tornerai?" le chiese con la voce impastata dal sonno. "Non so...tra un mese circa. Ora stai zitto e dormi, che non ti reggi in piedi." rispose la bionda. "No, ma che dici..." cercò di protestare con un tono di voce che risultò falso persino alle sue stesse orecchie. Temari, che gli dava le spalle, si girò verso di lui. Gli rivolse un flebile sorriso malinconico e, sfiorandogli la guancia con le dita, gli sussurrò"Dormi...". Shikamaru la guardò con fare interrogativo.
Da quando era arrivata a Konoha la settimana scorsa, aveva notato subito che nei suoi seducenti occhi smeraldo vi era una traccia impercettibile di tristezza.
Impercettibile per chi non la conoscesse bene ma non per lui che era il suo ragazzo.
Temari si accorse del suo sguardo e chiese: "Be...che c'è?" "Nulla,nulla...Mi chiedevo solo se tu stessi bene." La verità era che, nonostante i suoi atteggiamenti menefreghisti, non poteva sopportare l'idea che Temari stesse soffrendo e che lui non potesse fare niente per aiutarla. 
Da quando si erano messi insieme, Shikamaru si era ripromesso che l'avrebbe resa felice. Temari aveva passato tutta la vita a soffrire, poiché le era stato privato l'affetto della famiglia. Sua madre era morta mettendo alla luce Gaara, nel quale era stata sigillata la reliquia della monocoda e lei e suo fratello minore Kankuro avevano dovuto vivere contando solo sulle proprie forze. Per il padre, quarto Kazekage, era come se i figli non esistessero, tranne Gaara che rappresentava un pericolo per il villaggio. Dopo la morte della madre Karura, Temari e Kankuro avevano ricevuto un lieve aiuto dallo zio Yashamaru che però si prendeva cura essenzialmente di Gaara. Quando anche lui morì, tutti e tre avevano dovuto vivere da soli, senza nessun aiuto. Temari si era presa cura di Kankuro e, nel limite del possibile, di Gaara, dal quale riceveva spesso minacce di morte e di cui, ovviamente, aveva paura. Gli altri abitanti di Suna li evitavano volutamente: Gaara perché era la forza portante e gli altri due in quanto suoi fratelli. Nessuno, tranne un ragazzo di nome Daimaru, poi deceduto, le si era mai avvicinato. Infine, anche il padre era morto. In realtà, Temari aveva poi rivelato a Shikamaru che non le era dispiaciuto molto dato che le aveva distrutto la vita ma era pur sempre suo padre. 
Tutto era cambiato appena era giunta a Konoha: lei e i suoi fratelli erano stati accettati come delle persone normali e Naruto, come al solito, era diventato loro amico e aveva cambiato la vita di Gaara. Temari, invece, dopo aver combattuto contro di lui durante l'esame di selezione dei Chuunin, si era molto a Shikamaru e tra i due si era creato un forte legame di amicizia basato sulla stima reciproca  che poi si era trasformato in amore. Lui la conosceva come una ragazza orgogliosa, decisa, sicura e solida, un'ottima kunoichi e un'ottima persona. Tuttavia era perfettamente consapevole che la sua vita era stata drammatica e, anche se lei non non lo avrebbe mai ammesso, si portava ancora dietro molte cicatrici. Proprio perché era conscio di questo, dal momento in cui le aveva rivolto un imbarazzato "ti amo" e le aveva dato un ancor più imbarazzato bacio, aveva deciso che non l'avrebbe mai lasciata, regalando le almeno un pizzico di felicità. 
"Allora? Tutto bene Tem?"chiese. "S-Sì certo, ovvio, perché me lo chiedi?" -Oh Kami, fate che non si sia accorto di nulla, fate che non se ne sia accorto, vi prego...-pensò la kunoichi. "Perché...Ti vedevo un po' giù di corda e volevo assicurarmi che fosse tutto a posto. C'è qualcosa che ti preoccupa?" domandò lui. -No... Se n'è accorto...- pensò lei. "No no, assolutamente! Va tutto bene. E poi è una tua impressione: io non sono triste. Cosa mi potrebbe succedere di triste? Ah sì, ecco: passare tutta una giornata di lavoro con un pelandrone come te!" rispose ironica per dimostrargli che non era affatto triste. "Sempre simpatica, eh Mendokuse? Prima ti lamenti che sono un menefreghista e ora che mi preoccupo per te, inizi a prendermi in giro?" si lamentò. "Oh, Shika... Sei proprio un Crybaby..." così dicendo gli diede un bacio sulla fronte. "Ora dormi, amore..." Gli sussurrò con dolcezza.
Shikamaru la guardò con la faccia di uno che ha appena visto un fantasma. "Chiunque tu sia, esci da questo corpo..." disse disponendo gli indici a forma di croce "La smetti di fare il cretino? Perché mi guardi così?" chiese irritata "Perché vederti così affettuosa nei miei confronti è qualcosa che si verifica con la stessa frequenza di una grandinata nel deserto. Perciò le cose stanno così: o ti fai di qualcosa oppure sei preoccupata per un qualche motivo. E poi, ti prego, non essere così dolce con me: potresti farmi venire una carie!". Sulla fronte della ragazza comparve una vena pulsante, segno che, come minimo, rischiava di essere mutilato sul posto dal gigantesco ventaglio tanto amato dalla ragazza. La guardò un attimo in silenzio, poi aggiunse "No dai, scherzi a parte. So che tanto non me lo dirai nemmeno sotto tortura, ma se c'è qualcosa che ti preoccupa, ti prego di dirmelo. Magari posso aiutarti. Non farmi stare in pensiero." "Te l'ho già detto e te lo ripeto: non c'è nulla che non vada bene. Quindi piantala e mettiti a dormire. Dopotutto non deve essere così difficile per te: è la tua specialità!" ribadì acida e seccata. "Tem, non scherzo: è da quando sei venuta quiz Konoha l'ultima volta che mi sono accorto che c'era qualcosa che non andava. Ti vedo triste e non negarlo. Puoi ingannare gli altri ma non me. Ti conosco troppo bene." disse, sperando che la ragazza si decidesse a confessare. Dal canto suo, però, ella rispose:"Ma davvero pensi di conoscermi bene? E allora dai, dimmi Signor 200 Q.I., cosa mi preoccupa?" disse lei seccata. Lui, serafico, rispose:"Guarda che 200 Q.I. non ti permettono di leggere nella mente altrui. Perciò, so che sei preoccupata o triste per qualcosa, ma non so per cosa." "L'ha capito..." pensò lei. "Ma finiscila! Renditi utile dormendo, anziché sparare scemenze!" sbottò stizzita. "Perché tu, invece, per una volta non metti da parte l'orgoglio e non ti fidi di me? Non voglio farmi i fatti tuoi, voglio solo aiutarti! Non pensi di aver già sofferto abbastanza in passato? Ora che hai qualcuno che ci tiene a te, perché non ne approfitti?" Temari lo fissò sprezzante, eppure lui era certo di essere riuscito a far breccia nell'animo oltremodo orgoglioso della kunoichi. "Allora, me lo dirai?" le chiese con dolcezza. Temari gli si avvicinò. Abbassò lo sguardo e disse:" Sì, te lo dirò, ma sappi che non è nulla di che. Ti prego solo di non commentare né giudicare." rispose sconfitta. "Promesso" giurò lui.
"Ecco... È successo tutto la scorsa settimana, prima di venire qui. Con i miei fratelli abbiamo trovato dei documenti riguardanti la nostra nascita..." "E hai scoperto una novità che ti ha sconvolta?" "Ma no, tutte cose che sapevo già. Quei documenti servivano a confermare che, nel caso in cui il nostro fisico fosse stato adatto, il demone sarebbe stato sigillato dentro di noi. Quello che più ha colpita è stato che ad aver firmato era stato mio padre, quando ci avrebbe rimesso la vita mia madre! Lei era la diretta interessata, solo lei ne avrebbe sofferto ma non le è stato concesso di firmare, di confermare che accettava di morire!" concluse la ragazza alterata. "Io... Mi dispiace tanto... Davvero..." farfugliò lui. "Ah, mannaggia! Da quando mi sono messa con te mi lascio troppo andare al sentimentalismo! Prima non mi sarei mai intristita per così poco. Rassegnati, hai una cattiva influenza su di me!" scherzò lei per sdrammatizzare. "Cosa!? E così sarei io ad esercitare una cattiva influenza su di te!? Prova a metterti nei miei panni: da quando ti ho conosciuta sono stressato almeno il doppio di prima, dormo molto meno di prima e sappi che lo starti troppo vicino mi provoca molti altri effetti collaterali tra cui crisi d'ansia e attacchi di panico." "Quanto sei scemo... E poi scusa, perché da quando mi hai conosciuta dormi di meno? Quando passiamo la notte assieme, il che succede molto raramente, mica ti disturbo nel sonno!" " Diciamo che... Più che nei miei sogni... Sei sempre nei miei incubi!" concluse lui sorridendo beffardo. "Crepa..." gli disse "Prima le signore. È tutto qui quello che volevi dirmi?" chiese "Be'... In realtà no." rispose lei abbassando lo sguardo affranto. "C'era anche un documento riguardante la mia nascita. C'era sempre la firma di mio padre, ma non è questo il punto. Su di esso c'era scritto che io non ero adatta allo scopo, ovvero di contenere la reliquia. Aveva anche scritto una lettera a mio zio,  dove riportava esattamente le stesse cose. Nemmeno una minima traccia di gioia, nel fatto che, anche se io non ero "adatta", comunque ero sua figlia, anzi, proprio perché non ero una forza portante avrei dovuto essere considerata e cresciuta come una bambina normale. Sai, onestamente non penso che mio padre mi abbia mai voluto davvero bene. Avevo circa tre anni quando mia madre morì e nonostante questo, lui non si è fatto vedere nemmeno una volta per confortare o aiutare me e Kankuro. A volte c'era mio zio, per fortuna. Di quando ero piccola, ho pochissime foto. Il più sono ufficiali, da allegare a documenti, la mia vita è sempre stata stracolma di documenti e scartoffie di ogni genere. Sai, una delle cose che ho notato appena sono venuta a casa tua è che ci sono molte foto che ti ritraggono da bambino assieme alla tua famiglia, al mare, in casa, ma sempre tutti assieme, sorridenti. Io non sono mai andata in vacanza assieme alla mia famiglia. Non ci siamo mai abbracciati e l'unica cosa che svolgevamo assieme erano le missioni. Mio padre non mi ha mai rivolto un solo sorriso. Forse, gli unici rari sorrisi li  ho ricevuti da Kankuro.  Sono stata molto più di una sorella per lui: una specie di madre, anche se, chiaramente, non potevo svolgere lo stesso ruolo di Karura. Con la solitudine, il dolore e lo scorrere degli anni ho avuto modo di riflettere: per i miei genitori ho come l'impressione di non essere mai stata niente di più di un solo prodotto difettoso, un oggetto da non prendere in considerazione. A causa di questo "difetto di fabbrica" né io né Kankuro siamo mai stati presi in considerazione, esclusi dal villaggio, eravamo come fantasmi. Avrei dato qualsiasi cosa pur di ricevere un briciolo di amore da qualcuno." Shikamaru la guardava concentrato e in silenzio, dagli occhi trapelava una silenziosa sofferenza, pensando a tutto il dolore che aveva dovuto sopportare quella persona a lui tanto cara. Non avrebbe saputo cosa dirle. Si limitava a fissarla impotente. "Non è normale far sapere per me ad una persona ciò che mi passa per la testa, nemmeno i miei fratelli lo sanno. Ma oggi, con te, ho deciso di fare un'eccezione. Del resto, sei il mio fidanzato." Detto così, gli sfiorò la mano. Avrebbe davvero voluto fare qualcosa per lei ma non sapeva cosa, temeva di ferirla in qualche modo e l'ultima cosa che voleva era farla soffrire. Temari abbassò lo sguardo ancora di più. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, come se potessero riflettere la sua debolezza in quel momento.Tutto d'un tratto Shikamaru, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, trovò le parole giuste. La abbracciò delicatamente per poi stringerla con più forza a se. La ragazza rimase molto stupita da quel gesto così dolce ma allo stesso tempo così vigoroso, raro per Shikamaru. La ragazza posò la testa sul suo petto: poteva sentire il battito del suo cuore, mentre lui le accarezzava dolcemente i capelli color del grano. "Tem..." iniziò "Apprezzo molto che tu abbia deciso di confidarti con me. Deve essere dura per un maschiaccio orgoglioso come te. Comunque, ti voglio dire una piccola cosa. Premetto che non sono molto bravo con i discorsi toccanti, perciò mi limiterò a fare solo una minima correzione alle tue parole. Mi hai detto che tu hai sempre percepito te stessa come un prodotto che possiede una sorta di "difetto di fabbrica", a causa del quale nessuno ti ha mai voluto bene, a parte i tuoi fratelli, che sono esattamente come te. Be', ecco, osservando Naruto ho capito che...Non sempre quelli che tu chiami "difetti di fabbrica"devono essere necessariamente delle cose negative. Anzi, per me sono assolutamente positive. Se al mondo mancassero i difetti sarebbe così calmo e monotono... Forse è proprio perché si sforza di essere perfetto che io spesso lo trovo noioso e basta. Ora ti faccio un esempio banale. Pensa agli oggetti che vengono prodotti in serie nelle fabbriche: essi sono tutti uguali gli uni agli altri, identici. Ma a volte, molto raramente, le macchine sbagliano qualcosa e producono un oggetto che, essendo diverso da tutti gli altri, viene definito "difettoso". Viene subito separato dagli altri ed eliminato, a meno che non trovi qualcuno disposto ad utilizzarlo. Ora, non pensi che siano proprio i loro difetti a rendere unici questi oggetti, che altrimenti sarebbero uguali a milioni di altri? Ma vedi, il problema è che gli esseri umani non sono oggetti. Gli oggetti puoi amarli fino ad un certo punto. Le persone se decidi di amarle, devi farlo fino in fondo. Quello che voglio dire è..." così dicendo Shikamaru la strinse a se con tutta la forza di cui era capace "Tem, ficcatelo bene in testa e non dubitarne mai: gli altri possono fare quello che vogliono ma io ti amo e ti amerò sempre e sono così innamorato di te proprio perché tu sei tu e sei diversa da chiunque altro, nel bene e nel male." Temari sgranò gli occhi non appena sentì queste parole. Così stretta a lui le mancava il respiro, tuttavia ne era felice. In quel momento, sentì di amarlo come non aveva mai amato nessuno e avrebbe voluto sparire dentro di lui. Nessuno le aveva mai rivolto parole così, nemmeno una volta. Le veniva persino difficile ragionare. Sapeva solo che qualcuno la amava sinceramente e che lei lo amava anche. "S-Shika..." riuscì a farfugliare quando finalmente riuscì a tornare alla realtà. "Sì?" "Grazie."
Dopo questa semplice, breve parola Temari appoggiò le sue labbra a quelle del ragazzo e si scambiarono un lungo bacio, dolce e intenso. Solo quando entrambi rimasero senza respiro si staccarono. Il moro la strinse delicatamente. "Fiuuuu... Missione compiuta." "Eh già Crybaby. Non sapevo che fossi così..." "Così?" "...Sentimentale."
"Io non sono sentimentale, dico solo la verità è poi... Mica devi dirmelo per forza!" "Ti vergogni Shika?"
"Figurati!"
"Secondo me sì. E dai, eri così carino! Avrei dovuto registrarti, davvero adorabile!" disse lei in tono canzonatorio. "Smettila di fare la scema!" "No!" Temari continuò a stuzzicarlo ancora per un po' "Carino..." gli sussurrò sorridendo beffarda. "Ma davvero?" disse lui con uno sguardo diabolico "Ora vedrai!" Si alzò e prese qualcosa alla tasca della sua divisa. "Che fai? Chiese lei curiosa. "Senti Seccatura... Prima mi avevi detto che avevi pochissime foto di te stessa che ti ritraevano in ambiti non ufficiali. Tu ne sei proprio sicura?" domandò lui con faccia da sadico. "Che cosa hai in mente?" gli chiese inquieta. "Ti ricordi che la settimana scorsa abbiamo speso il nostro prezioso giorno libero al mare?" "Sì... Dove vuoi andare a parare?" "Guarda qua!" e le lanciò dei fogli di carta legati assieme. Li afferrò al volo. "Cosa sono?" gli chiese brusca. "Guarda." rispose lui sogghignando. Temari accese la luce, sciolse lo spago e osservò i fogli. Erano delle foto che ritraevano i due ragazzi, soprattutto lei, al mare. C'erano andato la settimana precedente. Cambiò colore almeno tre volte: da rosa naturale divenne bianca e poi rossa di rabbia. "Ma che cazz... Shikamaru! Brutto idiota, "sentimentale" un corno! Da dove le tiri fuori queste, eh! Con quale coraggio me le hai scattate? Io ti... Ti..." Più che arrabbiata era terribilmente imbarazzata. Quando vide la sua espressione scoppiò a ridere. "Oh, Seccatura..." disse mentre si asciugava le lacrime che gli erano spuntate dalle risate "Sei un vero spasso!" La bionda lo fissò furiosa "Ma brutto... Io ti ammazzo! Se non la smetti di ridere io ti mando all'altro mondo subito!" Visto che lui non accennava a smettere, Temari prese in mano il suo enorme ventaglio e si avventò sul moro, il quale, percepito il pericolo, utilizzò immediatamente la tecnica del controllo dell'ombra. "Lasciami!" tuonò la ragazza. "Ehi, strega, modera la tua furia omicida. Sii un po' più riconoscente. Penso che nessuno ti abbia mai rivolto un discorso come quello di prima!" Temari aveva ancora uno sguardo furioso, tuttavia il ragazzo aveva capito che ormai era innocua. Le si avvicinò e l'abbracciò. Posò delicatamente un bacio sulla sua testa  mentre lei sogghignava ripensando alla bravata del suo fidanzato. "Dimmi la verità. Quando le hai scattate?" gli chiese "In spiaggia. Non te ne sei accorta?" "No. Ho visto solo che armeggiavi con una macchina fotografica. Sapevi che ti avrei ammazzato. Perché l'hai fatto? Ero in costume!" "Eh dai, eri così sexy in costume da bagno. Non era male, secondo me. Nero, forse un po' più ridotto sarebbe stato meglio, non credi?". Sapeva bene che rischiava di essere ucciso in qualche modo atroce, tuttavia adorava stuzzicarla. "Ma allora tu sei proprio masochista! Potevi dirmelo prima che volevo farti ammazzare di botte!" esclamò lei fingendo di caricare un pugno. "Be'..." sorrise lui "Se non altro, sono riuscito a strapparti un sorriso!"







                                         .............NOTA DELL'AUTRICE..............

Ciao a tutti! 

Ciao ragazzi! È la prima fanfiction che scrivo in tutta la mia vita perciò perdonatemi se fa un po' pena. È sdolcinata da star male e scritta anche con i piedi ma spero di migliorare con il tempo. In teoria volevo scriverla in occasione del compleanno di Temari ma non sono riuscita a finirla in tempo. Dunque, puntualissima, l'ho pubblicata con giorni di ritardo! Scusatemi tanto, perdonatemi. Spero di scrivere ancora e ancora, nonostante sia molto impegnata con la scuola. 
Vi volevo chiedere, siccome sono una new entry, di commentare, così potrò farmi un'idea e migliorarmi! Grazie tante!

Tanti affettuosi saluti!!!
NN chan 07
   
 
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