Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: _MartyK_    01/09/2016    2 recensioni
Min Yoongi è stanco della sua vita monotona e frenetica e una notte, assieme a tutti i Bangtan Boys, fugge dal dormitorio scorrazzando per le vie di Seoul, imbrattando muri con la vernice e procurando danni ad alcune auto parcheggiate. Per scampare al carcere, è costretto a fare un mese di 'volontariato'.
Isabel lavora come cuoca in un ristorante molto vicino al fallimento. Come si incroceranno le loro vite?
Dal capitolo 1:
- Sei in arresto per atti di vandalismo- lo prese per il polso e lo sbattè contro l'auto della polizia, allacciandogli le manette.
- Che?!- Jungkook era così sbalordito che non si trattenne dall'esclamare qualcosa di insensato, come era solito fare.
- Ma noi siamo Idol! Non possiamo permetterci di fare carcere!- a lui si unì Hoseok, il labbro inferiore che tremolava.
[...]
- Min Yoongi, ho un messaggino per te!-
Il ragazzo era tranquillo, con le braccia conserte e un sorriso strafottente a dipingere la sua sfacciataggine. Sicuramente si sarebbe complimentato con lui per aver infondato fiducia nei cuori dei poliziotti... in qualche modo.
- Lavorerai come garzone in un ristorante per un mese intero-
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Lavorerai come garzone in un ristorante per un mese intero!- esclamò il suo manager.
Yoongi non fece nulla, non si mosse. Semplicemente sgranò gli occhi e storse la bocca in una smorfia. Gli altri fissavano l'uomo accigliati.

- Ma non avevi detto che era volontariato?- fu la prima cosa che fuoriuscì dalla bocca della testa azzurra. L'altro si mise a ridere.

- Da quando in qua gli Idol puliscono le toilette pubbliche, scusa?- rispose a tono, con un'altra domanda.
In effetti non aveva tutti i torti, e poi pulire e mettere a posto il cesso del loro dormitorio già bastava e avanzava.
Non era diventato un Idol per poi fare l'idraulico nella vita di tutti i giorni.

- Comincerai domani mattina presto, alle otto in punto. Preparati, questa sarà la tua ultima notte coi BTS- annunciò poi serio, salutando tutti con un'alzata di mano regale e abbandonandoli a loro stessi.
Yoongi sprofondò nel divano, lasciando cadere la testa all'indietro. Namjoon gli si sedette accanto.

- Te la caverai- disse e gli mise una mano sulla spalla. Il compagno gli lanciò un'occhiata pietosa.

- Dici che non sono fottuto, vero?-

- In che senso?- Jungkook e gli altri si misero attorno a lui, chi facendogli compagnia sul divano e chi sedendosi per terra.

- Voglio dire, la mia carriera è finita per aver imbrattato uno stupido garage e aver ammaccato qualche auto?-
Hoseok si lasciò sfuggire un sorriso e tirò una pacca affettuosa alla schiena dell'amico.

- Tranquillo, ha detto che sono trenta giorni- scrollò le spalle.

- Ce la farai a muovere il culo per così poco tempo- si unì Taehyung, ridacchiando.

- Il problema non è muovere il culo, è alzarlo da qui!- precisò Yoongi.
Jin gli lanciò un'occhiata esasperata e si schiacciò una mano in fronte. Davvero, proprio a lui doveva venir la voglia di scorazzare in piena notte? Che spreco.
Jimin si diresse verso lo stereo e lo accese, facendo partire la musica.

- Ragazzi, continuiamo- li incitò. I compagni si misero in posizione, fecero per iniziare a ballare, ma si accorsero che Yoongi mancava all'appello.

- Tu non provi?- domandò il leader. Il ragazzo scosse con enfasi la testa.

- Vado a prepararmi, mi servirà un casino di tempo per metabolizzare tutto questo- annunciò.
Abbandonò la sala prove e si arrampicò sul suo letto, Jimin voleva dormire sempre sotto. Prese la sua valigia e cominciò a riempirla di magliette, jeans e scarpe di ogni genere. Lasciò i bracciali e le collane, per quanto adorasse quegli aggeggi voleva farne a meno.
Non ci mise molto a prepararsi, considerando che fece la valigia in modo svogliato e non si curò nemmeno di piegare i vestiti.
Era ancora incredulo che quel demone dannato che si ritrovava come manager fosse così sadico da arrivare al punto di accontentare un poliziotto e rovinargli l'intera esistenza.
Almeno si sarebbe sbarazzato dei paparazzi per un bel po' di tempo, si ritrovò a pensare.
Si buttò a peso morto sul letto e mise le mani dietro la testa, rivolgendo lo sguardo al soffitto. Era un tantino agitato, sembrava che il manager non avesse l'intenzione di dirgli tutti i particolari di quel nuovo lavoro. Sospirò e si coricò su di un fianco, lo sguardo perso nel vuoto più totale.
Non aveva sonno e non dormì neppure quando fu raggiunto dagli altri.

Dormiveglia, ecco il suo stato.







* * *







 Isabel era una ragazza piuttosto anonima, normale. Con un lavoro normale e una casa normale.
Beh, forse la casa non era poi così normale, dato che era un buco.
La porta d'ingresso, subito dopo il salotto con divano e Tv, dietro un minuscolo e stretto corridoio dove vi erano camera da letto e bagno. Stop.
La cucina era così piccola che non era manco in grado di chiamarla come tale.
D'altronde non è che guadagnasse tanto lavorando come cuoca in una tavola calda che sta per fallire.
Di clienti non ne avevano mai avuti tanti, credeva che l'idea di cucinare piatti coreani e inserire qualcosa di italiano fosse carina, ma la gente non la pensava allo stesso modo.
Aveva origini italiane, certo, da parte di qualche bis o trisnonno, ma era pur sempre mezza italiana.
Forse la cucina non faceva per lei, forse la pasta al sugo faceva davvero schifo, però resta il fatto che non sapesse cosa fare in alternativa.
Avrebbe campato di stenti, ne era certa.



Quella mattina si svegliò verso le sei.
I flebili raggi solari che penetravano le persiane della finestra andarono a scontrarsi con il suo volto pallido, quasi cadaverico, finendo per farla svegliare.
Sbadigliò in un modo non proprio femminile e si stiracchiò, per poi alzarsi e dirigersi in bagno. Non aveva nulla di femminile, a volte le capitava persino di russare.
E poi era piuttosto ridicola con quel pigiamino estivo rosa con gli orsacchiotti.
Si guardò allo specchio e fece una smorfia, lavò i denti e si cambiò. In frigo non era rimasto nulla di decente, giusto un litro di latte e una mela.
Decise di fare colazione con quelli, mentre accendeva la Tv e faceva zapping col telecomando.
La sua vita era noiosa, in tutti gli ambiti. Soprattutto in quello sentimentale.
Non aveva una relazione da secoli e le stava bene così. Non le piaceva impegnarsi, beccarsi occhiate gelose e cose del genere, era stata da sempre una ragazza con l'esigenza di difendere i propri spazi.
Verso le sette e mezza prese le chiavi e uscì di casa. Il tragitto casa-lavoro era abbastanza lungo e in più non poteva permettersi una macchina.

L'aria a Gennaio era gelida come le acque dell'Atlantico e, nonostante l'orario, c'era un bel via vai di macchine e mezzi pubblici.
Le mancavano i tempi del liceo, a volte ci pensava e non poteva far altro che rimpiangerli.
Studiava tanto, dava sempre il meglio di sè, e invece era finita a stare incollata quindici ore al giorno per sei giorni su sette in un locale.
Avrebbe dovuto divertirsi, fregarsene del giudizio altrui e uscire più spesso. Peccato.

Aprì il ristorante e girò il cartello da 'chiuso' ad 'aperto'.

- Ma buongiorno!- esclamò con finto entusiasmo. Non c'era anima viva.
Mise le posate sui tavoli e raddrizzò le sedie, per poi dirigersi in cucina. Le stoviglie erano a posto e tutto era splendente, si chiese che cavolo poteva fare per ammazzare il tempo. Prima o poi qualcuno sarebbe arrivato, giusto?
Dopo svariati minuti in cui si impegnava a far oscillare a destra e sinistra i mestoli, sentì uno strano vocio e il suono del campanello.
In cucina venne raggiunta da Myung Jae e Yoo Jin. Okay, Yoo Jin era un tipo carino e a posto, quasi il suo migliore amico, ma Myung Jae...
Solo al sentir pronunciare il suo nome le salivano in gola tutti i succhi gastrici presenti nel suo stomaco.
L'essere più narcisista, spregevole, opportunista e antipatico sulla faccia della terra. Una ragazza (o meglio, un insolito esemplare femminile di homo erectus, perchè per evolversi in homo sapiens sapiens ancora ce ne voleva) che si ritrovava a fare la cameriera e che esaltava il proprio fascino dichiarando di essere meglio di un qualsiasi membro di una qualsiasi girlband presente in Corea.
Orrenda con le ragazze, spietatamente dolce e gentile con i bei ragazzi. La classica gnocca senza cervello.

- Isabella, sei arrivata in anticipo!- esordì con quella voce stridula che si ritrovava in corpo.
Erano passati due anni da quando lavorava in quel locale e quella pazza ancora doveva imparare a pronunciare il suo nome.

- Isabel- la corresse con uno sbuffo.

- Sei così disperata da non voler far altro che lavorare? Wooow- Myung Jae ridacchiò e si scostò i capelli che le andavano davanti agli occhi, portandoseli dietro la schiena.

- Già, sono così disperata da arrivare in anticipo e finire in anticipo, in modo da non sorbirmi quella tua faccia da culo- disse sarcastica l'altra, sbuffando un ghigno.
Yoo Jin le si avvicinò per darle il cinque e lei accettò.

- Sfigati- bofonchiò con un'occhiata truce.
Il sogno di Isabel era vederla calva, senza neanche un capello. Se li tingeva così spesso che nemmeno un Idol raggiungeva i suoi livelli.
Il mese scorso si era fatta bionda, ora aveva i capelli ramati. Sembrava appena uscita dal salone di bellezza.
Ad interrompere il quotidiano battibecco fu il loro capo, nonchè il responsabile della reception, che dette loro un avviso.

- Ragazzi, calmi e tranquilli, sta per venire il nuovo garzone- disse con nonchalance.
Yoo Jin scrollò le spalle con indifferenza, mentre Myung Jae si era preparata i suoi filmini mentali.
'Chissà se è carino', 'ditemi che lo è' e 'fa che sia un modello', i suoi pensieri frequenti.
In cucina si presentò uno strano tizio con una valigia. Isabel lo squadrò da capo a piedi con un'espressione scettica in volto.

Alto, più alto di lei, i capelli azzurri, una felpa grigia e dei jeans ad effetto invecchiato. A completare l'elegantissimo outfit c'erano delle sneakers prive di lacci.
Quale idiota viene in una normalissima cucina con una valigia?!
Era come se qualcuno lo avesse scaricato lì e gli avesse detto: 'da oggi in poi lavorerai e dormirai qui'.
Eppure le sembrava di conoscerlo, lo aveva già visto da qualche parte. Forse era il sosia di un famoso attore, oppure aveva fatto da controfigura, cose del genere.
Lo credette fino a quando Myung Jae non si tappò la bocca con la mano e gli puntò l'indice accusatorio.
Gli occhi erano spalancati così tanto che sembrava il personaggio di un anime.

- Oh mio Dio!- si lasciò sfuggire, la voce era ovattata.

- Tappati le orecchie- l'avvisò Yoo Jin. Isabel lo imitò.

- Oh. Mio. Dio!- si mise ad urlare a squarciagola e saltò in braccio a quel ragazzo, che fu costretto a ricambiare la stretta per non cadere all'indietro.

- Ma tu sei Suga dei Bangtan Boys!- esclamò senza smettere di urlare ogni parola che pronunciava.
Suga chi? Quel tizio che rappava in quel gruppo di sette ragazzi? Quello che facevano vedere costantemente su MTV? Ecco perchè le era sembrato familiare.
Sta di fatto che, in ogni caso, in quel locale non era nessuno. E ci tenne a precisarlo.

- Myung, famoso o non famoso, in questa cucina lui non è nessuno. E' solo il nuovo garzone- disse, ferma nel suo ragionamento.
La ragazza alzò un sopracciglio e roteò gli occhi al cielo.

- Parla per te- sibilò tra i denti. Yoo Jin le lanciò un'occhiata assente, di ghiaccio.

- Pronto, stiamo parlando di Suga!- disse esasperata, allargando le braccia. Il diretto interessato ridacchiò alla conversazione, mostrando così la sua prima emozione.

- Cos'è, ti fa ridere avere una fan della tua stessa età che ti gironzola intorno? Bene, prendi questo e pulisci- Isabel si avvicinò al ragazzo con le mani sui fianchi.
Non erano passati neanche dieci minuti e già lo detestava. Prese una scopa e il secchio e glieli rifilò nelle mani.

- Qui è un porcile e tu vieni pagato per renderlo la suite di un albergo. Fa' il tuo dovere- disse severa.

- Di solito accogli così i principianti?-
Wow, la sua prima domanda (sarcastica tra l'altro) ad una sconosciuta antipatica, la cosa si faceva allettante.
Myung Jae ammiccò nella sua direzione e sfarfallò le ciglia. Era fiera di lui forse?

- Di solito accolgo così chi mi sta sulle scatole. Sta' zitto e pulisci!- disse di rimando la mora, impegnata a tirare alcuni ingredienti dal freezer per farli scongelare.

- Guarda che tu non sei mica il capo!- s'intromise Myung Jae. Solita a salire sul carro dei vincitori, ovviamente.

- E' l'unica che sa cucinare qualcosa di decente, quindi è il capo- Yoo Jin tirò uno scappellotto in testa alla ragazza.
Yoongi dal canto suo sbuffò e andò a riempire il secchio d'acqua. Si ritrovò a distanza ravvicinata con Isabel.
La ragazza si voltò e quasi si spaventò a vederlo davanti al lavandino, tutto indaffarato.

- La prossima volta avvisa, non comparire all'improvviso- borbottò mettendo il broncio. Il ragazzo le regalò uno dei suoi splendidi sorrisetti costruiti da star.

- Sei debole di cuore?- le chiese alterando la voce.

- Rischio un infarto- lo scimmiottò l'altra.

- Credevo fossi innamorata di me- sospirò fintamente la testa azzurra.

- Oh certo, come Jack e Rose di Titanic- Yoongi storse il naso.

- Ma poi lui è morto-

- Appunto- Isabel sorrise soddisfatta e gonfiò il petto, orgogliosa di sè. Lanciò un'occhiata al secchio del ragazzo.

- Sta traboccando. Chiudi l'acqua, Grande Puffo- gli tirò una spallata e guardò i suoi capelli con ribrezzo.
Yoongi assottigliò gli occhi e rispose solo dopo che la ragazza si allontanò da lui.

- Yah! Come... come osi!- alzò un pugno all'aria e digrignò i denti, della serie 'ti faccio vedere io!'.
Poggiò il secchio per terra e ci immerse dentro la scopa, per poi passarla sul pavimento. Non sarebbe stato facile, non con una come Isabel.
Quasi quasi gli sarebbe piaciuto se fosse stata come Myung Jae.
Si sentì prendere per il braccio e notò che era proprio lei.

- Io e te andremo molto d'accordo- esordì con voce incredibilmente sensuale. Per non parlare del continuo aegyo che gli faceva.
Beh, forse non gli sarebbe piaciuto averne un'altra nella sua stessa condizione.
La congedò con un 'scusa ma sono impegnato' e un bel sorriso cordiale, sperando che capisse che in realtà non gli interessava in quel senso.


I primi clienti si fecero vivi verso mezzogiorno e capì di essere spacciato.

- Suga, muoviti e passami il basilico!- urlò la mora. Il ragazzo manco sapeva com'era fatto, il basilico. Prese una spezia a cavolo e gliela passò.

- Quello è prezzemolo, ho detto basilico, idiota!- la ragazza gli tirò piano una ciocca di capelli.

- Scusa se ho passato l'infanzia e l'adolescenza a mangiare pizze surgelate!-
Aveva un'ottima dose di sarcasmo, ed esibirla con lei la trovava una bella sfida.

- Scusa se non mi interessa! Vai in frigo e prendimi le bottiglie di pomodoro, hanno ordinato spaghetti e polpette- continuò l'altra con gli ordini.
Il ragazzo fece smorfie alle sue spalle e fece come gli era stato detto, questa volta senza commettere errori.

- C'è mancanza di personale, ecco perchè va male- constatò avvicinandosi ad Isabel.

- Suga, non è il momento di criticare-

- Yoongi- la corresse lui. La ragazza lo guardò in cerca di spiegazioni.

- Mi chiamo Yoongi- abbozzò un sorriso e le porse la mano.
Isabel la guardò con un'espressione mista tra il disgustato e il perplesso, fino a quando non si rese conto che, effettivamente, non si erano ancora presentati.

- E io Isabel. Benvenuto all'inferno- sorrise enigmaticamente e gliela strinse.
Lo sguardo accattivante e le labbra incurvate in un sorriso diagonale non promettevano nulla di buono, e di questo Yoongi se n'era accorto benissimo.



***
Ciao di nuovo! Ecco il secondo capitolo di questa 'cosa' che ha partorito la mia mente. Spero vi piaccia :) baci a tutti _MartyK_ <3
   
 
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