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Autore: _Crisalide_    02/09/2016    0 recensioni
Ispirata, anche solo nell'idea di base, al film "L'amore non va in vacanza", Emma e Regina sono due ragazze totalmente diverse tra loro.
La bionde, giornalista di Storybrooke crede nel vero amore, nonostante le batoste e la sfiducia negli uomini. La mora, famosa wedding planner di New York, è cinica, preferendo il lavoro agli uomini, se non occasionalmente.
E se le due, per motivi di lavoro si troveranno a stare momentaneamente l'una nella città dell'altra?
E se nella loro vita piomberanno nuove persone che stravolgeranno la loro vita?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Storybrooke, Emma

Il giorno dopo la telefonata con Neal, Emma si svegliò all’alba. Il suo ex non le aveva spiegato nulla di suo padre, liquidandola con un “te ne parlerò domani in auto durante il viaggio.” Troppo comodo così, lasciarla in preda ad un nervosismo palpabile, tanto che se n’era accorto anche Henry, quando la sera precedente, la mamma andò a dargli la buonanotte.
-Cosa è successo?- Aveva chiesto, guardandola davvero preoccupato: Emma non avrebbe mai smesso di stupirsi di quel bambino, di quell’intelligenza così spiccata. 
-Papà mi ha comunicato che domani dovrò partire con lui. Un matrimonio a New York.
-A New York? Grande!
Aveva alzato gli occhi al cielo vedendo Henry mettersi seduto sul letto, visibilmente entusiasta: sapeva già cosa le avrebbe chiesto.
-Posso venire vero mamma?
Ecco.
-Bel tentativo per saltare la scuola. E comunque ti annoieresti, sai in mezzo ai grandi. Non credo ci saranno molti bambini!
Henry ci pensò un attimo e annuii: in effetti la mamma non aveva tutti i torti. 
-E poi domani hai anche l’allenamento per la gara, te ne sei dimenticato?
Aveva poi chiesto Emma, riferendosi all’allenamento con la squadra di pallanuoto di cui Henry ne faceva parte ormai da quattro anni.
-Già. Beh resterò qui, con Jefferson e Grace, anzi posso restare a pranzo con loro?
-Certo, io tornerò tra due giorni, avvertirò David o al massimo Elsa così ti farà compagnia la sera, okay?
Emma gli aveva scompigliato i capelli e poi rimboccate le coperte fino al mento, posandogli un bacio sulla fronte e, prima che potesse spegnere il piccolo abay-jour di Peter Pan sul comodino accanto al letto, Henry le aveva chiesto di chi fosse il matrimonio. Lei lo aveva guardato, indecisa nel rivelarle di avere un nonno di cui non sapeva la sua esistenza fino a poche ore fa. 
-Questo te lo dirà tuo padre, è meglio. Buonanotte tesoro.
Emma aveva sorriso, guadagnandosi uno sbuffo di Henry ed era quindi uscita dalla stanza.

Quindi eccola qui, di mattino presto a preparare una valigia in fretta e furia. Per fortuna aveva nell’armadio un vestito rosso corto, con la scollatura merlettata, così come le maniche a tre quarti. Glielo aveva regalato Elsa per il suo compleanno, dicendo che non aveva molti abiti eleganti.
Lo ripiegò con cura e lo mise nel trolley. Prese anche le scarpe nere col tacco e una piccola borsa anch’essa nera.
Mise poi altre cose che avrebbero potuto servirle, come un pigiama e qualche tuta, insieme a delle scarpe comode e quindi chiuse il bagaglio. Infine preparò il beauty-case e dopo aver finito tutto, decise di preparare la colazione: Neal sarebbe passato a prendere Emma alle otto in punto. Avrebbero però prima accompagnato Henry a scuola e nel frattempo avrebbe avvertito Jefferson, David ed eventualmente anche Elsa. 

-Allora Henry, mi raccomando. Cerca di fare il bravo, okay?
Chiese la bionda a suo figlio, una volta giunti fuori la scuola. 
-Sì mamma, me l’hai ripetuto tante volte prima a colazione. Vado a scuola, sto attentissimo alle lezioni, poi aspetto Jefferson all’uscita, vado a casa sua. Faccio i compiti con Grace, poi vado all’allenamento e ritorno da Jefferson, dove finisco i compiti in caso non riuscissi. Ah e devo stare lontano dagli sconosciuti, sì mamma.
Emma fece un sorriso e abbracciò forte Henry: era la prima volta che stava lontano da lui, seppure per un solo giorno.
-Adesso vado sennò faccio tardi e anche voi.
-Okay tesoro, ah e per stasera lo zio David insieme zia Mary dormiranno a casa con te, okay?
-Mamma! So anche questo!
-Va bene, va bene, andiamo. Ti chiamo più tardi, ciao tesoro!
Henry sorrise e lanciò uno sguardo divertito a suo padre che era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Sapeva che Emma era ancora arrabbiata con lui e voleva lasciare il tempo ad Emma per stare con il loro figlio. I due salutarono Henry che corse come un fulmine a scuola e dunque Neal ripartì

-Allora? Me lo vuoi spiegare?!
Emma lo guardò. Erano in partenza ormai già da un’ora e in quell’ora non aveva ottenuto nemmeno una parola anzi, erano stati entrambi in silenzio. 
-Neal?!-
-Okay, okay. Ti spiego tutto.- Neal sospirò e la guardò con la coda dell’occhio, continuando a guidare attentamente; intanto Emma aveva incrociato le braccia sotto al seno, in attesa di una sua risposta. –Come ti ho già detto, Robert Gold è mio padre.
-E il tuo cognome, Cassidy?
-Era di mia madre. Penso che lei abbia voluto darmi il suo, piuttosto che quello di mio padre, che non mi ha mai riconosciuto. 
Emma aveva sempre saputo che Neal non aveva mai conosciuto suo padre. La madre, morta quando lui aveva undici anni, gli aveva detto la verità, un anno prima della sua morte: che suo padre era un codardo e che era scappato di fronte alle sue responsabilità. Insomma lo aveva dipinto come un mostro e Neal col passare degli anni aveva imparato ad odiarlo. 
Il che poi era buffo, dato che aveva fatto lui aveva fatto lo stesso quando rimase incinta di Henry. 
-Lo so, stai pensando che anche io mi sono comportato così con te ed Henry. Io però sono tornato, no?
Emma l’osservò e annuì, facendo un sorrisino.
-A quanto pare è tornato anche lui, no?
Neal fece un sorriso amaro, stringendo con forza il volante: c’era abbastanza traffico e non vedeva l’ora di arrivare, solo per togliersi questo matrimonio davanti e tornare a casa. –Con la sola differenza che io sono tornato quando Henry era ancora un bambino, abbiamo avuto il tempo per recuperare. Lui no, lui è tornato ora che sono un adulto, che ho la mia vita, che ho imparato a cavarmela senza di lui.
-Quando è successo?
-Ieri sera, poco prima che ti chiamassi. Avevo ricevuto una mail da lui: mi aveva spiegato che aveva preso delle informazioni su di me, che mi aveva un certo senso seguito e lo aveva fatto proprio da vicino, indovina grazie a chi?
La bionda corrucciò la fronte, pensando chi potesse essere il “complice” di suo padre e poi spalancò gli occhi.
-Tamara?
-Esatto. Non so chi è davvero e sinceramente non mi importa! Ieri l’ho cacciata di casa e poi ti ho chiamata. 
-Mi dispiace Neal..- Sussurrò sincera la ragazza, posando una mano sulla sua spalla. Tutta la rabbia che provava era scemata, lasciando posto all’incredulità e al dispiacere per questa storia. -Perché mi hai chiesto di venire con te? E perché, nonostante tutto, hai accettato di esserci al matrimonio?-
-Perché ho bisogno di una persona fidata vicino. Sarò infantile forse, ma non ho la forza di affrontarlo da solo. Di affrontare la sua lussuosa vita, la sua nuova moglie. Ho bisogno di te accanto, tutto qua. E per l’altra domanda, l’ho fatto perché voglio conoscerlo ma non per instaurare un rapporto con lui, siamo fuori tempo massimo, no? Voglio conoscerlo per poterlo guardare in faccia ed esprimergli il mio odio. Oh, tranquilla, lo farò con lo sguardo…anche per questo che ti ho fatto venire qui, mi aiuti a controllarmi.
Emma fece un sorriso e annuì, sospirando poi. Sperava invece che, si sarebbe messo da parte ogni cosa: in fondo erano padre e figlio. Una possibilità si può concedere a tutti, lei stessa lo aveva fatto con lui.
-E se invece…provassi a capire le sue ragioni che lo hanno spinto ad abbandonarti? In fondo lui non ha mai smesso di volerti bene, no? Non ha mai smesso di cercarti e…
-Emma, no. Non capisci? Ha avuto una vita intera per palesarsi. Perché proprio ora, al suo matrimonio poi?
-Beh, proprio perché è il suo matrimonio: magari vuole avere con sé le persone che vuole bene e tu sei una di quelle, no?
-Non lo so.
Disse semplicemente il ragazzo, con lo sguardo che dichiarava chiusa per il momento la conversazione. In parte capiva ciò che provava il suo ex: il sentirsi abbandonato, il sapere che tutte le sue certezze, tutto ciò che credeva erano spazzate via, da una verità che non era altro che una bugia. Una bugia con cui avrebbe fatto i conti tra poche ore.

Ciaooo!
Lo so sono imperdonabile ma vi giuro non avevo ispirazione. Però voglio continuarla, anche perchè in cantiere ho anche un'altra storia e voglio almeno finre prima questa!
Comunque ecco qui la verità tra Neal e Mr. Gold. Rumple aveva abbandonato Neal appena nato, ma perchè? Glielo dirà al matrimonio? 
Vedremo!
Intanto manca poi all'incontro dei CS!! *-*
E ovviamente il prossimo sarà Regina centric!
Infine volevo ringraziarvi per seguire la mia storia, per le recensioni e per tutto! 
Byeee alla prossima :D
  
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