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Autore: reggina    03/09/2016    4 recensioni
Jun e Yayoi sono cresciuti, convivono e guardano ad un roseo futuro insieme. Tre piccoli uragani destabilizzano la loro quotidianità ben definita, portandoli a rivalutare le loro scelte in prospettiva.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Naoko Hyuga/Nathalie Lenders, Yayoi Aoba/Amy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando era arrivato in ospedale, Kojiro si era sentito perduto: i tanti ingressi, le scale, i lunghi corridoi, quel via vai di camici bianchi dove non sapeva distinguere i medici dalle infermiere o dagli studenti di medicina.

Tutto era sembrato confuso, disordinato e rumoroso finché non c'era stata una diagnosi per sua madre. Nei giorni successivi c'era stato il silenzio e un correre leggero, da una stanza all'altra, di giovani ragazze in camice con i lunghi capelli raccolti e un largo sorriso.

Per kojiro era diventato familiare il bianco e azzurro delle pareti, delle coperte, del reparto. Ma, soprattutto, quel parlare sottovoce e il sorriso discreto e rassicurante di sua madre, che lo avvolgeva in un'atmosfera di pace.


Non sapeva più quale fosse il mondo lì fuori, fino a quella domenica pomeriggio in cui il tempo andava al rallentatore. Aveva annaspato in un'oscurità che profumava di bagnoschiuma e disinfettante, tra cori e colori che riecheggiavano di momenti gloriosi, in quel corridoio incolore.

Jun, nella sua bellezza apollinea e nell'inconfondibile effluvio di olio di mandorle e neroli, cozzava con la puzza di stanchezza, sentina e sudore stantio appiccicato addosso a lui.

Tuttavia niente era stonato nel mezzo sorriso di Jun, reduce dalla prima partita di campionato. Reduce dal post-partita dominato da sudore, dal vapore acqueo delle docce misto alla polvere d'estate.

"Complimenti Misugi. Un buon pareggio: avete iniziato la stagione con la giusta determinazione e voglia di fare..."

L'altro si era stretto nelle spalle, deviando il discorso. Sapeva bene quanto a Hyuga mancasse lo spogliatoio.

"Come sta tua madre?"

"Nel suo caso sembra che diabete e tiroide vadano a braccetto. Non sapevo nemmeno fosse malata!"

Aveva serrato forte i pugni in quell'autoaccusa, nell'aver peccato di superficialità, ma i due colpetti che Jun gli aveva battuto sulla spalla lo avevano fatto sentire protetto, compreso. Bisognoso di sfogarsi.

"Io li odio gli ospedali!"

"Lo so. Nosocomefobia!"

Non lo aveva infastidito nemmeno il parlare erudito di Misugi.

"Cos'è?"

"La paura degli ospedali!"

Contro sé stesso, a Kojiro era scappato da sorridere.

"Non sapevo esistesse una parola per descriverla."

Jun gli si era seduto, stancamente accanto. Si era massaggiato una gamba, non tanto per lo sforzo fisico della partita, quanto per quel cassetto di umanità, inquietudini e occasioni perdute che si accingeva a scoperchiare.


" Esiste una parola per tutto. A me, invece, non hanno mai fatto paura o tristezza gli ospedali. Forse perché, come dice mio padre, ci sono abituato. Mi ricordo i giorni in cui mi visitavano fino a mezzogiorno, i periodo in cui ero da tener d'occhio. Prelievi, ecografie, sale d'attesa erano routine. Quando andavo alle superiori si sono aggiunge macchinette del caffè, barelle, day hospital, settimane d'assenza a scuola. Mi ci sono quasi giocato un anno di promozione..."

Kojiro, adesso, lo ammirava più di quanto avesse mai fatto. Stava scoprendo una potenza infinita, senza confini e senza paure. Toccava a lui lasciargli un pensiero positivo, un senso di fiducia.

"Hai carattere da vendere Jun. Nonostante tutto, vuoi fare il medico e passare la tua vita qui dove il dolore è di casa!"

   
 
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