Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: Lhone    01/05/2009    1 recensioni
una storia sulla nostra coppia preferita, ambientata in un paradiso tropicale, continuo di eclipse senza tener conto di BD. “ come fai?” chiese Edward, il respiro tornato regolare. “ a fare cosa?” “ a farmi amare la mia non-vita in pochi attimi, quando ho passato un secolo ad odiarla…” imbarazzata, Bella sorrise, e il suo sorriso si perse nell’oro liquido degli occhi di lui
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
prima delle tante storie da me scritte su twilight. Ho deciso di metterla seppur sia vecchia, proprio perchè è la prima...spero vi interessi, commenti e critiche sempre ben accette, mi aiuteranno a migliorare..

COME WHAT MAY

Il coraggio non è la mancanza di paura, piuttosto il sapere che vi è qualcosa più importante della paura stessa.

Era una sera umida, e il fruscio del vento accompagnava sussurrando il melodioso canto delle gocce di pioggia. Una ragazza pallida, con lunghi e e boccolosi capelli scuri, di un castano noce con timidi riflessi rossi, osservava incantata otre la finestra, il cielo tempestoso, le labbra rosse e carnose leggermente dischiuse, un ricciolo ribelle a contornare la tiepida guancia. A molti sarebbe parso che la giovane fissasse estasiata la pioggia. Nulla di più errato. La ragazza stava sognando ad occhi aperti, vagabondando tra i suoi ricordi, soffermandosi sui più recenti, uno in particolare. Un gelido soffio sul collo, e il tocco di due braccia dure e fredde come il marmo, mosse a cingerle la vita, la ridestarono dai suoi pensieri. Sospirò felice, le labbra schiuse in un sorriso, si sussurrò:
"Edward.."
"si?" rispose la personificazione terrena di un qualche dio pagano alla bellezza.
La ragazza non rispose ma si soffermò sul corpo del giovane, intenta ad imprimersi bene nella mente quei particolari che già conosceva a memoria. Pantaloni neri dal taglio classico, una camicia bianca i cui primi bottoni, slacciati, lasciavano trasparire un petto pallido, scolpito nel più puro dei marmi; un collo aggraziato, due labbra piene schiuse in un sorriso malizioso, un naso adunco ma dritto, due gote marcate, capelli bronzei, scuriti da piccole goccioline incastonate come cristalli, spietatamente brillanti come piccole lune in un oscuro cielo. E infine, contornati dagli archi di due sopracciglia impeccabili e racchiusi da lunghe e dolci ciglia, quegli occhi. I SUOI occhi. Due oceani d'oro in cui annegare, morendo di piacere e d'estasi, due dune brucianti di passione, velate da una sottile patina di dolcezza, che infuocavano gli animi degli erranti che vi si perdevano; pozzi di lava incandescente, brucianti come sole del deserto, su cui il tempo scivolava, rendendoli scuri come il granito, come le notti di luna nuova, e intensi, come intenso, e sincero, era il sentimento che lo legava alla sua fragile umana. Come intenso era l'amore che la ragazza, che in riverenziale silenzio osservava il bell'immortale, provava. Isabella Swan sospirò, e presto fu colta da vertigine. Aveva inspirato troppo forte, e il profumo di lui l'aveva sopraffatta. Ovviamente, non cadde. I SUOI riflessi erano…felini…si abbandono sul petto del fidanzato, ignorando i brividi che le serpenteggiavano la schiena, dovuti alla freddezza della pelle di lui. Edward immerse il volto nei sui folti crini, stringendola ancora di più a sé. Il veleno inondò la sua gola, il labbro superiore si tese, tutto di lui bramava il suo sangue. Ma come sempre, si auto impose di resistere. Bella gli sfiorò le labbra e lui, spostando una mano sulla nuca di lei, le dischiuse le labbra per permettere alla sua lingua di insinuarsi in quell'invitante antro caldo. Quello che avvenne dopo sarebbe difficile da descrivere per entrambi. Lui si senti invaso dal tepore,
e il calore di quel corpo cosi femminile, ed provocante, lo cullò alla pace dei sensi, all'incoscienza. Le si sentì pervadere da mille sensazioni diverse, tutte magnifiche,che inondarono il corpo facendola fremere. Un caleidoscopio di colori, un solo profumo che danzava con la sua anima. Come poteva un solo bacio portarli all'estasi, spalancare loro le porte del paradiso? Bella spalancò gli occhi e riprese fiato. L'angelo dannato che le stava dinnanzi aveva scostato le labbra, ma non le mani, che, lisce come seta, iniziarono a scorrere febbrili sul suo corpo. A separarle dall'oggetto dei suoi desideri una leggere vestaglia color perla. Le sue labbra marmoree seguirono il profilo del collo di lei, soffermandosi a un succhiotto recente. Nella mente di bella riaffiorò il ricordo di quel gesto passionale, avvenuto solo due giorni prima, quando erano ancora in luna di miele.
FLASHBACK
"bella, vieni qui!"
"ma edward, mi sono appena asciugata!"
"amore, ti prego…ho voglia di fare l'amore con te, di nuovo…"
parole dolci pronunciate da una soave voce angelica ebbero l'effetto di farla arrossire. Era sdraiata sotto il sole, sulla spiaggia, e si godeva lo spettacolo di suo marito, e vampiro, placidamente immerso, sfavillante come un diamante, nelle limpide acque maldiviane di quell'atollo sperduto. La ragazza raggiunse il rosso in acqua, accoccolandosi tra le sue braccia diafane.
"nell'acqua?" rise maliziosa lei, per nulla a disagio.
Lo era stata, e parecchio, la loro prima volta, in quella radura dove tutto aveva avuto inizio, e in cui avevano passato la loro prima notte di nozze, prima di partire per le Maldive.
" Non vedo perché no" rispose baciandole la fronte.
" L'acqua è tiepida, e tu bollente. Basterete per riscaldare me".
"Anche se" aggiunse con uno sguardo provocatore e sensuale "per riscaldarmi basterebbero le tue labbra sul mio corpo"
"edward!" esclamò bella, che ebbe la decenza di arrossire. Fingendosi offesa cercò di allontanarsi, ma lui non glielo permise. Impaziente, veloce, reso fulmineo dall'eccitazione, Edward slacciò il reggiseno del costume di bella, le sfilò gli slip e con la bocca iniziò a vagare sul corpo di lei, cercando di rallentare, di eccitarla senza eccitare più di quanto già non fosse sé stesso. La sua lingua le sfiorava i lobi, le spalle, i seni, il ventre, le cosce. Risalendo con le mani, l'accarezzò con le sue dita sapienti e i suoi denti si strinsero intorno al suo capezzolo. Bella emise un gemito strozzato, e quando lui iniziò a succhiare fu scossa da brividi e spasmi. S'inarcò sotto di lui, graffiandogli la schiena con le unghie, consapevole che non lo avrebbe mai scalfito. La sua lingua si soffermò sulla sua femminilità, lambendola, torturandola al limite del piacere, dentro e fuori, finché bella non riuscii più a trattenersi dal supplicarlo. Edward aiutò le mani della ragazza a sfilargli i boxer, e lei, resa coraggiosa dal sentirlo gemere, ribaltò le posizioni iniziando a esplorare il suo corpo con la lingua. Edward era totalmente sconvolto dai violenti fremiti di piacere che quelle calde e soffici labbra gli procuravano. Ormai la sete era un lontano ricordo, soffocato da qualcosa più prepotente, più forte. Lentamente le sue labbra arrivarono al suo membro in pieno erezione; quando lo avvolsero, lui non seppe più controllarsi e la fece sua. Cercando di rallentare il più possibile le cinse i fianchi, mostrandole come muoversi, mentre penetrava in lei, sempre più a fondo. Come onde rosse iniettate di sangue che si infrangevano senza sosta sugli scogli, cosi il piacere li invadeva a morsi, uccidendoli di una pienezza pungente di sale. Circondati da acqua e sabbia, una mortale e un vampiro si amavano, gemevano, urlavano, e infine si accasciavano, ansimanti per quel senso di pace che si diffondeva nei loro corpi come molecole senza peso, residuo di una fremente passione, che li avvolgeva, bruciava, fino a consumarli…s
enso di pace che risorgeva dalle ceneri della loro passione al termine di ogni amplesso, intorpidendo i loro corpi abbracciati. Anime in pace, gambe intrecciate, sulle rispettive labbra il sapore dell'altro. Come nei giorni precedenti, anche questa volta l'amplesso era stato distruttivo, passionale, lussurioso. Forte di una passione che incendiava i loro sensi, li liberava da pesi passati e dubbi futuri. Per Bella, fare l'amore con Edward equivaleva disgregarsi in atomi, volare in alto, fino alla vetta del piacere più estremo, e poi ricadere appagata tra le braccia del suo dio.
" come fai?" chiese Edward, il respiro tornato regolare.
" a fare cosa?"
" a farmi amare la mia non-vita in pochi attimi, quando ho passato un secolo ad odiarla…" imbarazzata, Bella sorrise, e il suo sorriso si perse nell'oro liquido degli occhi di lui.
FINE FLASHBACK
A distrarre Bella dai suoi pensieri furono le labbra di lui, che dal succhiotto erano passate a zone ben più intime. Bella si accorse di stare tremando, e gli strinse forte la mano. I suoi tremiti non erano dovuti solo all'irresistibile desiderio che la vicinanza di Edward aveva scatenato, ne il fatto che fosse nuda (solo allora realizzò che le aveva tolto la vestaglia) e abbracciata a un corpo gelato. A causare quella spiacevole tremito era l'ansia. Erano tornati da poco a Forks, all'insaputa di Charlie, e ora si trovavano a casa Cullen. Dove stavano per compiere il grande passo. Verso l'immortalità. La paura del matrimonio, l'agitazione per la prima notte di nozze, tutto ciò appariva insignificante a Bella, visto ciò che si apprestavano a fare. Edward l'abbracciò e le sussurrò dolcemente nell'orecchio:
"Sei pronta?" se bella non lo avesse conosciuto meglio di sé stessa non avrebbe colto la sottile vena di rimpianto, malinconia e dolore nelle sue parole. Mista a una nota d'apprensione. Ma lei lo amava con tutta la sua anima e potava percepire l'ansia nel suo respiro. Cercò di riordinare i suoi pensieri per rispondergli. Definitivamente. Lo amava, ne era sicura. Lo voleva, per sempre. Desiderava un contatto fisico e spirituale il più profondo possibile. Non voleva essere più un peso, col proprio odore, con la propria fragilità. Prese un respiro profondo. Non aveva dubbi.
"Si" la sua voce non tremò e Bella si sentì orgogliosa per questo. Lui la cinse da dietro, le mani sui suoi fianchi.
"Io ti amerò sempre. Ogni singolo giorno. Che il tuo odore cambi, che tu non sia più morbida e calda. E nel momento in cui il tuo cuore cesserà di battere per sempre, io ti amerò ancora di più, se possibile, perché capirò che me lo avrai donato."
Due lacrime di commozione solcarono le sue guancie. Catturate velocemente dalle dita di lui. Edward si stupì di quella reazione. Non lo aveva detto per infonderle coraggio, ma perché era la semplice ed innegabile verità. Portò le labbra a sfiorarle le ciglia umide, per assaporare per l'ultima volta quel balsamo profumato che aveva lenito tante sue ferite, quei diamanti purissimi che rendevano i suoi occhi lucenti.
"Ti amo" quante volte lo aveva sussurrato? In quei casi pareva un tesoro. Ora solo una maledizione.
I suoi occhi, pensò Edward. Dopo stanotte non saranno più pozze scure in cui perdersi. Mai più avrebbe visto quelle pagliuzze dorate danzare al ritmo della sua musicale voce...ma quello che avrebbe avuto in cambio sarebbe stato di più. Sua per sempre. Un sacrificio accettabile. Sacrificio, pensò ironico; è lei che si sta sacrificando per TE, perdendo la sua vita, rinunciando a tutto. Egoista! Si maledisse mentalmente, disgustato dai suoi pensieri. Ora non poteva più negarle ciò a cui lei ambiva da tempo. Riprese a baciarle le labbra, sempre dietro lei, arrivando all'arteria principale, che pulsava viva fin dove il collo si univa sinuoso alla spalla; li la sua pelle ambrata nascondeva il suono ritmico di una vita appena iniziata. Sentì Bella irrigidirsi, ma non tirarsi indietro. Lei era forte e coraggiosa, e aveva scelto di amarlo per l'eternità. Le loro mani si strinsero ancora di più e Edward lentamente dischiuse le labbra, appoggiò lievemente i canini freddi sulla pelle. E poi morse, affondò, dilaniò. Un dolore cieco, assordante, invase bella lasciandola senza fiato. Il fuoco e il ghiaccio fusi nelle sue vene. Percepì l'esatto momento in cui la sua vita, ancora all'alba, aveva iniziato a scivolarle via, come sabbia tra le mani. Un ultimo "ti amo" pronunciato con la sua voce mortale, poi solo urla e dolore.
"La mia alba spezzata" si ritrovò a pensare, prima che l'agonia la soprafacesse del tutto.
" My breaking dawn" poi, più nulla.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Lhone