Junjou Romance
Capitolo 4
Finalmente la giornata terminò. Misaki fu ben attento a non
incontrare di nuovo Miyagi-sensei. Di sicuro lo avrebbe ripreso, infondo stava
spiando due persone e di sorbirsi una critica non ne aveva nessuna voglia. Si
diresse di corsa verso il cancello e attese l’arrivo di Usagi-san. Lentamente si
sentì avvicinare e spostando lo sguardo alla sua sinistra, incontrò il viso di
Kamijo-sensei che lo salutò cordialmente.
- Eri distratto anche oggi Takahashi-kun! C’è qualcosa che ti
preoccupa per caso?-
- Ah… no… ero solo un po’ sovrappensiero per oggi…
-
- Non dirmi che Akihiko ti sta sfruttando per questo lavoro… sa
essere abbastanza schiavista quando gli serve
qualcosa.-
- Ah bhe ecco…- si chiese se dirgli o meno che in realtà lui
abitava a casa di Usami e che avevano una relazione, infondo lo avrebbe comunque
scoperto. – Io vivo a casa di Usagi-san da più di un anno, sono abituato ai suoi
modi di fare ormai.- La notò subito, la faccia stupita di Kamijo era evidente e
il professore non si diede di certo peso per nasconderla.
- Ammetto che questa non me l’aspettavo proprio… è davvero
difficile trovare qualcuno che riesca a vivere con Akihiko, ma visto che sei il
fratello di Takahiro suppongo tu abbia molte qualità a tuo
favore.-
- Lei conosce bene Usagi-san vero sensei?- Abbassando lo sguardo e
arrossendo timidamente, Misaki attese la risposta del professore. Voleva sapere
cosa pensasse realmente Kamijo di Usami, curioso di vedere se avrebbe avuto il
coraggio di ripetere le stesse parole che aveva detto insieme a
Nowaki.
- Io e Akihiko ci conosciamo da quando eravamo bambini… posso dire
che tra noi c’è un rapporto molto particolare… più che altro, mi piacerebbe
sapere da te cosa pensi di Akihiko… sei il fratello minore di Takahiro, quindi
anche tu lo conosci da un po’.- Era stato piuttosto evasivo con la risposta,
però era anche normale che gli chiedesse una cosa simile. Rispondere non fu
affatto così semplice, se avesse detto semplicemente che lo adorava, forse il
rapporto che c’era tra lui e Usami sarebbe stato palesato
facilmente.
- Io… in realtà lo conosco da poco tempo, anche se lui e mio
fratello si conoscono da tanto, non sono mai riuscito ad incontrarlo prima di
iscrivermi all’università, mi ha aiutato a superare gli esami di ammissione e
quando mio fratello si è sposato e trasferito ad Osaka, mi ha permesso di
rimanere da lui per seguire le lezioni facilmente, in cambio sbrigo le solite
faccende di casa e faccio da mangiare… certo non è abbastanza come pagare
l’affitto ad esempio, ma Usagi-san non me lo ha mai
permesso.-
- Certo, non farebbe mai una cosa simile al prezioso fratellino di
Takahiro.- Kamijo sorrise, non era un espressione ironica, ma quasi malinconica,
come se le attenzioni che Usami riservava a Misaki, lo avessero
ferito.
- Bhè si forse all’inizio era così… ma ora è
diverso.-
- Che intendi?- La conversazione però dovette interrompersi, quando
il rombo del motore dell’auto di Usami li sorprese.
- Misaki… Hiroki… scusate il ritardo!-
- Figurati… ci stavamo intrattenendo in una bella ed interessante
conversazione.- Kamijo sapeva essere pungente, con una semplice frase aveva
fatto capire a Misaki, che probabilmente aveva capito tutto. In quel momento il
giovane studente, non potè fare a meno di chiedersi, se Usagi-san avrebbe avuto
il coraggio di dire a Kamijo del loro rapporto.
Misaki fece accomodare Kamijo sul sedile anteriore e lui si sistemò
dietro, anche se con un po’ di rammarico, infondo quello era il suo posto
speciale. Durante il breve tragitto non ci fu una grande conversazione, Usami e
Kamijo si scambiarono semplicemente qualche battuta in cui Misaki non avrebbe
avuto modo di intromettersi. Il giovane rimase semplicemente ad osservare che,
nonostante quello che gli aveva detto Usami riguardo il loro rapporto, erano
molto affiatati. Erano amici, ma erano stati anche amanti, se la loro relazione
fosse andata per il verso giusto, forse ora Misaki sarebbe stato un normale
studente nel pieno della sua giovinezza, avrebbe conosciuto molte persone tra
cui ragazze e forse si sarebbe innamorato, di un amore normale con una normale
ragazza, però stupendosi di se stesso, tirò un respiro di sollievo e fu felice
che le cose fossero andate nel verso giusto. Ora lui apparteneva completamente
ad Usagi ed era apertamente ricambiato. Molte persone sapevano della loro
relazione e nessuno li aveva mai giudicati, non si sentiva in imbarazzo, al
contrario era felice di poter avere vicino una persona meravigliosa come Usami.
Se questa storia sarebbe durata per sempre o meno questo non lo sapeva, però lui
era tremendamente felice di potergli stare accanto.
Una volta a casa Usami e Kamijo si chiusero nello studio e
iniziarono a lavorare, Misaki si preoccupò semplicemente di preparare del the e
qualche stuzzichino, per rendere il loro lavoro più dolce. Gli sarebbe piaciuto
assistere, si sarebbe accontentato anche di rimanere schiacciato in un angolo
assieme a Suzuki-san senza parlare, ma resistette accontentandosi di qualche
semplice sbirciata mentre portava il the. D’altro canto nello studio non si
faceva che lavorare, Kamijo istruiva Usami come se fosse un suo studente, gli
dava idee e spiegazioni su quell’ostico periodo storico di cui Akihiko ricordava
solo il nome.
- In quel periodo era una cosa normale, quindi non c’è nulla di
strano se inserisci un episodio simile.-
- Mmm… si direi che è un’ottima idea… dovrei darti la metà dei
diritti sulla vendita… che ne dici se lo sottoscrivo come una
collaborazione?-
- Akihiko queste cose non mi interessano… ti sto solo aiutando, non
è niente di che… mi hai detto che anche quel ragazzo una volta ti ha aiutato a
finire un lavoro, non mi sembra che tu lo abbia sottoscritto o cose simili.-
Rise tra se, in effetti il suo aiuto era molto più accurato di una semplice idea
buttata li per caso, ma non voleva niente da lui. Stava passando una giornata
piacevole e per nulla faticosa, si concedevano pause e battute rilassanti, il
resto non era importante.
- Anche questo è vero, ma ho ripagato Misaki in un altro
modo.-
- Akihiko posso farti una domanda personale?- Usami sorrise
scribacchiando qualcosa di incomprensibile su un fogliettino stracciato, mentre
Kamijo aveva assunto la sua solita espressione accigliata incrociando le
braccia. – Tu e quel ragazzo, state insieme vero?-
- Si capisce tanto?-
- Akihiko! Parlo seriamente, ti rendi conto di quanti anni ha e
soprattutto chi è?-
- Credi che non ci abbia mai pensato su o che non mi sia mai
chiesto se la mia infatuazione per lui fosse data solo dal fatto che è il
fratello di Takahiro?- Hiroki rimase in attesa, conosceva bene Akihiko, sapeva
che su queste cose non avrebbe mai giocato, che se aveva realmente iniziato
qualcosa con quel ragazzo era perché provava sinceramente qualcosa per lui, ma
infondo come poteva non essere preoccupato per il suo amico? – Misaki ha capito
che ero innamorato di suo fratello subito, ma nonostante le sue proteste non mi
ha mai giudicato, al contrario è stato capace persino di incoraggiarmi… Quando
Takahiro ha deciso di sposarsi fu come se tutta la mia vita crollasse, ma Misaki
non mi ha abbandonato, mi ha sorretto come poteva e mi è rimasto
vicino.-
- E’ un ragazzo molto gentile e anche molto educato non mi rimane
difficile crederlo, soprattutto visto che il tuo dolore era causa di suo
fratello.-
- Io ammetto di aver accelerato molto le tappe con lui, ma quando
ho capito di essere innamorato non ho più voluto aspettare, non avrei perso
anche questa occasione e mi sono buttato con tutto me
stesso…-
Hiroki gli si sedette accanto e gli mise una mano tra i capelli,
come era solito fare Akihiko con lui. Fu un gesto molto gentile e Usami ci si
abbandonò tranquillamente. Kamijo non era molto espansivo e soprattutto
estremamente orgoglioso, ma sapeva conquistare con piccole cose, invece di
giudicarlo lo stava supportando e questo per Usami era molto
importante.
- Capisco cosa intendi, però io mi preoccupo per te Akihiko… non
posso fare a meno di chiedermi se Takahashi-kun si renda conto del fatto di
avere una relazione con un uomo e cosa comporti soprattutto essere il compagno
di Usami Akihiko.-
- Misaki non ha mai avuto una relazione con qualcuno, è molto
inesperto in questo campo e sotto certi aspetti, ma sono certo dei suoi
sentimenti… io non sono uno sprovveduto e in lui vedo tutto quello che desidero
e anche per lui è così…-
- Ad esempio?- Hiroki non voleva essere cattivo nei suoi confronti,
voleva semplicemente essere obiettivo e cercare di capire a chi stava affidando
Akihiko, l’uomo che per anni era riuscito a far battere il suo cuore e a cui era
ancora legato, sebbene solo come amico. Akihiko rimase per qualche secondo in
silenzio, sapeva che con Hiroki non bastavano parole dolci e smielate per farlo
cedere, doveva soppesare bene ogni sillaba e trasmettergli tutta la sua
determinazione.
- Inizialmente Misaki cercava sempre di allontanarmi, allora ho
provato ad allontanarmi io da lui, non volevo forzalo a fare nulla che non
volesse, ma come risposta diventava geloso di chiunque e cercava di
riavvicinarsi… ha tenuto testa a mio padre e tu sai quando lui tenga ai suoi
principi. Io sono convinto che lui sia realmente innamorato di me… non so dirti
se è una storia che durerà per sempre come la tua Hiroki, ma per ora è tutto ciò
che voglio.- Per un attimo le guance dell’accigliato professore assunsero un bel
colorito rosato e si ritirò come un riccio in posizione di difesa, ma la frase
di Akihiko non voleva essere un attacco o un modo di girare il
discorso.
- E Takahiro questo lo sa?- Akihiko se lo aspettava, ma sentire
quella domanda lo sorprese comunque, tanto che la penna gli cadde di mano
rotolando sul tavolo e finendo sulla moquette senza produrre alcun suono. –
Immagino di no da questa tua reazione… hai intenzione di tenerlo segreto per
sempre?-
- Sei più freddo del solito Hiroki… non nego che mi stai facendo
abbastanza male con queste parole…- Le mani di Akihiko tremavano, cercò di
sorridere come poteva, ma non sarebbe riuscito ad ingannare nessuno. – Hiroki…
con te posso essere sincero?-
- Certo… non voglio giudicarti ne farti alcun tipo di predica
Akihiko… sono tuo amico e quello che voglio è che tu non soffra…so quanto tieni
a Takahiro nonostante tutto e so anche che se non accetterà la tua relazione con
Takahashi-kun ne rimarresti molto ferito.-
Scese un silenzio quasi spettrale, in cui Akihiko iniziò a vivere
come se stesse succedendo in quel momento, il giorno in cui avrebbero dovuto
dire tutto a Takahiro. Solo l’idea gli provocò un groppo alla gola che gli
impedì di respirare correttamente.
- Il solo pensiero che me lo porti via mi distrugge…- Akihiko
nascose gli occhi sotto i capelli abbassando lo sguardo a terra, li sentiva
gonfi di lacrime, ma non potè farlo davanti ad Hiroki. Raccolse tutta la sua
forza di volontà per obbligare quelle fastidiose lacrime a tornare
indietro.
- Sappi che hai tutto il mio sostegno Akihiko, qualsiasi cosa debba
accadere ti sarò vicino… voglio appoggiarti e quindi voglio credere fermamente
che se Takahashi-kun ricambia i tuoi sentimenti, allora sarà in grado di andare
contro suo fratello nel caso si opponesse, proprio come ha fatto con tuo
padre.-
Akihiko sapeva per certo che avrebbe fatto di tutto per far capire
a Takahiro che lui amava Misaki e che lo avrebbe reso felice, qualsiasi cosa
purchè li accettasse, ma non poteva costringere Misaki ad andare contro la
volontà di suo fratello, della persona che lo aveva cresciuto sacrificando tutta
la sua vita. Questo lo aveva intuito anche Hiroki, pur non conoscendo
perfettamente tutta la situazione si rendeva conto che non era affatto semplice
per quel ragazzo contestare una futura decisione di suo
fratello.
- Io ho sempre fatto come volevo…- Akihiko rimase incuriosito da
quella frase, Hiroki non era il tipo di amico che racconta ogni sua minima
esperienza e lo dimostrava il fatto che non gli avesse mai parlato del suo
compagno, per questo rimase in silenzio. La voce di Kamijo riuscì a calmare il
suo stato d’animo, come succedeva quando erano piccoli e si nascondevano nel
loro posto segreto per tutto il pomeriggio. – Sono sempre stato orgoglioso e
perfezionista, almeno fino a che non è spuntato fuori Nowaki… ha sconvolto la
mia vita come se fosse la cosa più naturale al mondo. Non ero sicuro di cosa
provassi per lui, ma mi comportavo da idiota... andavo a spiarlo mentre era al
lavoro e mi rodevo di gelosia se qualche ragazzina lo avvicinava, mi arrabbiavo
se non veniva da me e cose del genere…-
- Proprio come Misaki…- Akihiko lo disse ridacchiando, il solo
pensiero che Hiroki si fosse comportato in quel modo lo rallegrò. Aspettò che il
viso dell’amico riprendesse il normale colore e gli chiese di continuare. Ora
riusciva a guardarlo in viso, aveva appoggiato il mento sul palmo della mano
destra con il gomito sulla scrivania e lo osservava con un’espressione calma,
che diede coraggio ad Hiroki. Per lui confidarsi così non era affatto una cosa
semplice. – Persi sue notizie dopo cinque anni che stavamo insieme e per un anno
intero. Ero arrabbiato con lui e avevo deciso che non lo avrei più rivisto, ma
nonostante tutto non fui capace di trasferirmi… dentro di me c’era sempre la
speranza di poterlo rivedere… abbiamo affrontato una lunga separazione e tanti
problemi derivati dal mio carattere odioso e dal fatto che Nowaki si è sempre
sentito inferiore a me visto che lui non aveva ancora finito gli studi, mentre
io gia insegnavo. Sapevo che era una cosa sciocca da parte sua, ma ammetto che
ho sempre avuto paura che potesse in qualche modo raggiungermi... temevo che se
lo avesse fatto, se ne sarebbe andato.-
- Hiroki… cosa stai cercando di
dirmi?-
- Scusa, sto tergiversando… quello che voglio farti capire è che se
siete destinati a stare insieme, supererete ogni ostacolo, basta non darsi per
vinti. Affrontare Takahiro, per quel ragazzo, potrebbe essere una cosa molto
positiva.-
Il resto della giornata scivolò come via come la pioggia sui vetri,
nessuno dei due si rese conto dell’orario fino a che Misaki non bussò alla
porta. Il ragazzo entrò timidamente, cercando di non disturbarli oltre il
dovuto.
- Sto preparando la cena… volevo sapere se Kamijo-sensei ha voglia
di rimanere con noi.- Hiroki ci rifletté su un po’, calcolò che infondo Nowaki
non sarebbe rincasato prima delle ventitré e quindi poteva anche fermarsi un
altro po’. In realtà a spingerlo ad accettare l’offerta, fu la curiosità di
sbirciare ancora un po’ nella vita di Akihiko e del giovane Misaki.
La cena fu ben gradita. Misaki si era impegnato molto per fare
bella figura con l’insegnante, Hiroki aveva apprezzato ogni pietanza facendogli
dei gran complimenti. Lui e Usagi-san avevano continuato a discutere del
progetto a cui si stavano dedicando, ma non era mancata qualche domanda da parte
di Hiroki sull’università e soprattutto del perché Misaki continuasse a
distrarsi tanto alle sue lezioni. Il ragazzo si scusò una trentina di volte con
molto rispetto, senza rendersi conto che in realtà Hiroki lo stava semplicemente
prendendo in giro. Non si permise di fare domande personali, sapeva gia molto su
di loro, ma non riusciva ad inquadrare bene il giovane Misaki. Era molto
premuroso nei confronti di Akihiko, ma se solo lui provava a dire qualcosa di
più, lo zittiva prontamente. Ammetteva però che fosse un giochino abbastanza
divertente. Hiroki si congedò poco dopo, Akihiko si offrì di accompagnarlo a
casa, ma lui declinò l’offerta.
- Ma ci metterai un sacco di tempo prima di arrivare a
casa!-
- Sono abbastanza
grande da non perdermi Akihiko, sta tranquillo e poi ora abito molto più vicino
all’università rispetto a prima, mi sembrava di averti accennato che mi ero
trasferito… Se hai ancora bisogno di me, chiedi pure…
buonanotte.-
Hiroki si congedò velocemente, salutando anche il giovane Misaki
che da dietro ad Akihiko gli faceva un semplice cenno con la mano. Guardò
l’orologio più volte, non era molto tardi e poteva tornare a casa con tutta
calma. Rincasò che erano appena scoccate le dieci di sera, si tolse le scarpe
sull’uscio e fece per levarsi di dosso anche il cappotto leggermente umido,
quando Nowaki gli corse incontro abbracciandolo.
- Ben tornato a casa Hiro-san!-
- Nowaki non riesco a respirare… veramente…- Nowaki lo lasciò
scusandosi e provocando al povero insegnate due colpi di tosse e un sorriso
nascosto. Non pensava di trovarlo a casa, ma la sorpresa non gli dispiaceva
affatto. – Come mai a casa così presto, di solito non rincasi prima delle
undici?-
- Ehmm ho finito prima…- mentiva spudoratamente e lo dimostrava il
fatto che non fosse riuscito a guardarlo negli occhi. Nonostante ne avessero
discusso quello stesso giorno a pranzo, Nowaki no poteva fingere di non essere
affatto geloso di Usami. Il suo adorato Hiro-san era stato un pomeriggio intero
e aveva anche cenato insieme al suo acerrimo nemico, appellativo che comunque
sapeva solo Nowaki.
- Se lo avessi saputo sarei tornato prima.- Hiroki fece finta di
nulla, indagare troppo avrebbe anche potuto avere conseguenze non positive e
quindi lasciò cadere il discorso a metà. Andò a cambiarsi e si infilò il primo
pigiama che trovò nel cassetto, nonostante non ne avesse risentito subito, ora
che finalmente si era concesso un po’ di relax, il peso del lavoro svolto a casa
di Akihiko gli era piombato addosso come un macigno. Per questo non si accorse
che il pigiama che si era infilato non era il suo. Spesso Nowaki dormiva
indossando soltanto i pantaloni, ragion per cui la maggior parte delle volte i
suoi pigiami rimaneva spaiati nei cassetti o andavano a finire in quelli
sbagliati. Si ritrovò ad aver messo su una maglia le cui maniche erano
decisamente troppo lunghe per lui. Nowaki entrò proprio nel momento in cui
Hiroki si rese conto dell’errore e sorrise rimanendo fermo sulla soglia della
porta. Il suo adorato Hiro-san sembrava davvero un bambino chiuso in quel
pigiama enorme, che gli arrivava per lunghezza quasi alle ginocchia, tanto da
non fargli notare che non aveva ancora indossato i
pantaloni.
- Scusa… non me ne sono accorto.- Hiroki fece per toglierlo, era
decisamente imbarazzato dalla situazione e dall’errore stupido, ma se Nowaki non
fosse entrato nella sua stanza, probabilmente lo avrebbe tenuto su lo
stesso.
- Perché… puoi anche tenerlo… così la prossima volta che lo
indosserò io, avrà il tuo profumo.- Hiroki non riuscì a rispondere, infondo era
la stessa sensazione che stava provando in quel momento. Quel pigiama aveva il
profumo di Nowaki, quello stesso odore che lui amava. Il giovane moro gli si
avvicinò silenzioso cingendolo da dietro e prendendogli le mani tra le sue.
- Fammi almeno mettere i pantaloni… sto iniziando a sentire
freddo.- Nowaki avvicinò il viso a quello del suo amato, parlò sussurrandogli le
parole all’orecchio a facendolo arrossire.
- Non servono, anche perché dovresti poi toglierli di
nuovo.-
Nowaki lo spinse sul letto, portandosi sopra di lui e baciandolo
avidamente, giocando con la lingua del suo amato, mordendogli delicatamente le
labbra eccitandolo. Hiroki aveva il viso caldo e della stessa temperatura tutto
il suo corpo, che Nowaki assaggiava senza lasciarne fuori neanche un millimetro.
Tra le braccia del suo tifone, Hiroki poteva abbandonarsi tranquillamente, lo
assecondava nel tentativo di donargli tutto se stesso e il piacere che Nowaki
stava riservando a lui. Gemette sotto quelle mani possenti e quando Nowaki lo
fece suo. Raggiunsero insieme il culmine del loro reciproco piacere,
abbandonandosi sul loro giaciglio d’amore e addormentandosi vicini fino al
mattino successivo.
Ok ci siamo! Ecco il capitolo nuovo, spero vi sia piaciuto...
Ringrazio come sempre per i bellissimi commenti che mi lasciate e che mi rendono tanto tanto contenta ^_^
Io sono una fan sfegatata della Junjou Egoist, infatti si è notato che Hiro-san sta sempre in mezzo tipo parmigiano, ma
non posso farci nulla io adoro con tutta me stessa quell'uomo! ^_^
Bene bene, non è ancora arrivato il momento del crossover, il prossimo capitolo sarà molto terrorista, ma presto arriverà anche la sorpresa, io spero che tutti conosciate la coppia del crossover, ma inserirò comunque molte informazioni a fine pagina, per rendere la lettura più semplice in ogni caso.
Al prossimo capitolo che arriverà molto presto, visto che purtroppo per una settimana non credo che potrò aggiornare dato che scendo a casa ç_ç mi dispiace.
Mata ne
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