Autore: SpeedNewMoon
Frase scelta:“
Pronuncio il tuo nome,in questa notte oscura..e risuona più
lontano che mai.” ( Lorca)
Titolo: The
Last Sweet Hope.
Personaggi:
Irina, Laurent, Tanya e Kate. Piccoli riferimenti anche al branco
dei Quileute e al corpo di guardia dei Volturi;
Pairing(s):
Irina/Laurent;
Genere:
Drammatico,Triste, Sentimentale;
Avvertimenti: One-shot; PoV Irina;
Missing Moment;
Rating:
Verde;
Breve introduzione alla
storia: Missing Moment da Breaking Dawn: gli ultimi
istanti di vita di Irina e la sua continua ricerca, anche dopo la
morte, del
suo amato compagno Laurent.
Note dell’autore:
In Twilight, Bella accenna al fatto che Laurent abbia un
leggero accento francese. Per cui,mi sono presa la libertà
di riportare alcune
frasi in francese (la traduzione in italiano si trova a fine storia)
per
esprimere i suoi pensieri e stati d’animo.
Inoltre,all’interno della
fanfiction, c’è un leggero riferimento al fiore
della copertina del secondo
libro, New Moon. Mi sono sempre chiesta il significato di
quell’immagine: qui
Irina darà la sua personale interpretazione (da notare,poi,
che Laurent perde
la vita proprio nel secondo libro della saga.)
The Last Sweet
Hope
Il
rumore del primo strappo era arrivato secco e inevitabile
come un colpo di fucile. Non avevo avuto nemmeno
il tempo di provare dolore, mentre le
mani delle guardie mi ripiegavano su me stessa, facendomi a pezzi. Solo uno sguardo
attraverso le braccia che mi
trattenevano, il tempo necessario per un’occhiata veloce alle mie sorelle. Spalla
contro spalla
paralizzate sul posto, gli occhi dorati, grandi, incupiti dal terrore,
Tanya e
Kate assistevano inermi alla mia finale
dipartita.
Avrei voluto
spendere parole di conforto, rassicurarle che ogni cosa si sarebbe
aggiustata
col tempo, impedirgli di
compiere gesti
avventati che
avrebbero compromesso
l’esito di quel probabile scontro. Eppure nella mia infinita
debolezza non
ero riuscita neanche in questo, dalle mie labbra erano giunti solo bassi gemiti e vane
preghiere. Le ultime
parole di una creatura che non avrebbe mai aspirato al perdono della
propria
anima.
Poi il fuoco
aveva consumato tutto. Ogni lembo di pelle, ogni centimetro di corpo
macchiato
dalle dolorose lingue rossastre era stato una ferita
inferta
sulla carne nuda e vulnerabile. Le grida che si erano
liberate dal mio
petto mi avevano reso sorda per qualche istante, nero e rosso gli unici
colori
dominanti nelle mie iridi ormai stanche.
Non
avevo memoria della mia iniziazione, troppo
tempo era trascorso da allora. Per quanto ne sapevo avevo vissuto la
mia
intera esistenza nei
panni di una
vampira. Non avevo metri di paragone, non potevo affermare con certezza
se il
veleno in circolo nel sangue fosse una morte migliore di quegli ultimi,
lenti, attimi
d’agonia. Speravo che finisse
in
fretta,però, che la cenere consumasse le fiamme
inghiottendomi nell’oblio
della mia esistenza apparente.
Il
sonno eterno con Laurent al mio fianco mi
attendeva a braccia aperte.
Finì
nello stesso istante in cui nell’aria si
spargeva l’odore acre di polvere e resti martoriati. Andai
incontro al mio buio
con il sorriso sulle labbra. Poco importava la sofferenza,
l’insolito gelo che
indolenziva le
ossa, il nulla opprimente
che mi faceva incespicare nella mia avanzata: il mio Laurent sarebbe
corso a
salvarmi, la nostra volontà di rimanere insieme nonostante
tutto sarebbe
stata rispettata. Con
questa credenza,
l’unica fervida speranza che alimentava ancora il mio essere,
continuavo a
correre, cercandolo nei volti delle poche anime che mi circondavano.
Procedevo
sempre più spedita, sicura che prima o poi il suo viso dai
lineamenti gentili e
delicati avrebbe incontrato il mio sguardo.
Non
dubitavo della sua promessa, ricordavo ancora le
parole sussurrate fra i miei capelli prima di andarsene:
“
Mon coeur
te trouver, là où tu es, amore
mio.”(*)
Era
passato un anno da allora e Laurent
non era più tornato indietro. Il viaggio che
aveva intrapreso era stato troppo anche per
lui. La sete di vendetta, la brama di potere che lo
animavano, lo
avevano spinto a partire, doveva saldare qualche conto in sospeso sotto
richiesta della sua amica dai capelli rossi. Lo avevo pregato,
supplicato di
rimanere con me, ma neppure il dolore straziante che provavo al
pensiero di una
nostra possibile separazione era riuscito a smuoverlo.
Si era limitato a concedermi uno di quei suoi
sorrisi enigmatici, misteriosi, seguito da una piccola carezza, lieve a
tal
punto da farmi credere di essermela soltanto
immaginata. Il tempo di un battito di ciglia ed era
già scomparso, la
fresca scia del suo passaggio che si perdeva a intermittenza nella
bassa
vegetazione della foresta.
Forse,
da parte sua, non c’era mai stato un amore
sincero. O almeno, non
un attaccamento
così forte da paragonarsi al sentimento che io provavo per
lui.
Non
aveva importanza,
comunque. È già
una felicità poter amare, anche se ad
amare si è da soli.
Laurent era
la mia ancora di salvezza, il solo calore che accarezzava con riguardo
il mio
freddo e povero cuore immortale.
Per
questo mi affannavo nella sua disperata
ricerca, un passo affrettato dopo l’altro. Per questo ignoravo
lo sguardo cupo di
quelle vite che mi circondavano, sprofondate nel vuoto
e nella miseria della morte:
Avevo
bisogno di Laurent per
impedirmi di cadere anch’io.
Le
tenebre si susseguivano minacciose, la nera notte
calava come un manto senza stelle sulla mia testa.
Dovevo
trovarlo prima che fosse troppo tardi anche
per continuare a respirare.
Poi
accadde all'improvviso, come negli incubi
peggiori.
Il
labirinto infinito di ombre mi avvolse in un
silenzio così profondo e insopportabile da schiacciarmi i
timpani. C’era il
niente a circondarmi, il nulla a contenermi. Non sapendo come
muovermi, come
uscir fuori da quella macchia d’inchiostro, arretrai inconsapevolmente, sempre
più veloce, come
quando da bambina-in uno di quei pochi ricordi umani che stranamente
avevo
conservato- mi divertivo a sfuggire alle onde del
mare. Neanche stavolta mi sarei fatta
prendere. Arrancando all’indietro, gli occhi che si
guardavano frenetici
intorno alla ricerca di una possibile via di fuga, non mi accorsi di
essere
andata a sbattere contro qualcosa di duro e liscio. Una superficie
fredda,
rigida, perfettamente regolare, che non aveva senso in quel contesto.
Mi voltai lentamente,
l’ombra del dubbio negli occhi, pronta a
balzare via al minimo segno di pericolo.
La
mia immagine riflessa su di uno specchio fu tutto
ciò che il mio sguardo ottenne come risposta.
Non
c’erano altri particolari nel quadro di
vetro, solo il mio corpo perfettamente integro ancora caratterizzato
dalla mia
ritrovata bellezza immortale. Ero di nuovo me stessa, dalla lunga
chioma
dorata, agli occhi di un intenso color caramello. Sorpresa, allungai le
dita
della mano a sfiorare la cornice dello specchio, ad accarezzare le
complicate
rifiniture ai lati. Ma fui l'unica a compiere questo movimento.
L’immagine
riflessa sulla superficie vitrea rimase
immobile a guardarmi, come incantata.
Ritrassi
la mano in un gesto fulmineo, pronta a
fuggire e dimenticare ciò che avevo appena visto, quando uno
strano vento
prese ad alzarsi.
Le lunghe ciocche
dorate dei miei capelli iniziarono a ballarmi sulle spalle, davanti al
viso, sulle labbra. Mi resi conto a stento del gelo sulla pelle, del
fatto che
dopo secoli riuscivo di nuovo a percepire il freddo.
Non prestai attenzione neanche alle strane
gocce salate che erano
tornate a
inumidire le ciglia dopo tanto tempo. La mia mente, la mia intera
esistenza,tutto il mio cuore, parevano calamitati dalla potenza di quel
ricordo
che lo specchio conservava dentro di sé.
Il
mio riflesso si era fatto da parte, ai margini del
vetro, concedendomi di scorgere una distesa di foglie e grandi alberi
che si
estendeva al di là della mia vista. Era scesa la notte in
quel paesaggio, lo si
capiva dalla pallida luce della luna che disegnava strane forme
irregolari sul
profilo cupo del terreno. C’era silenzio anche
lì, solo in una piccola zona più
a nord si distinguevano i passi pesanti di un branco di animali che si
allontanava di
corsa.
Forse
in fuga da un cacciatore, forse verso l’ultimo
pasto della giornata, poco importava.
La
mia attenzione fu catturata da un altro oggetto, un
particolare ben
più inquietante di una
semplice foresta al chiaro di luna e dei suoi enormi abitanti.
Un
piccolo fiore riposava all’ombra di un grande
salice. Un fiore dal gambo lungo e sottile, un tempo bianco come il
più candido
dei germogli. Stava perdendo uno dei suoi petali in quel momento.
Un petalo rosso.
Rosso
come il sangue che, lento, cadeva a goccia a goccia sulla sua corolla
delicata.
Poco
più lontana, impigliata fra gli alberi e con
ancora il suo profumo ad
impregnarla, la
sciarpa di Laurent si agitava furiosa nel vento della sera, come una
macabra
bandiera in segno di lutto.
Capii
all’istante quale immagine lo specchio avesse
riportato alla luce: il momento in cui, nella foresta vicina
all’abitazione dei
Cullen, avevo ritrovato i resti del mio amato compagno.
Con
un singulto mi ritrovai a terra, i piedi a
combaciare con la preziosa cornice davanti a me. Lo specchio
ritornò
improvvisamente vuoto e il mio riflesso tornò a guardarmi
dall’alto.
Rimase
per qualche istante a fissarmi prima di
inginocchiarsi per portarsi alla mia altezza.
Non
parlò, non emise un suono, si limitò a rispondere
al mio sguardo con i suoi occhi tristi e consapevoli.
Aveva
capito che presto sarei giunta alla sua stessa
conclusione.
Lentamente, quasi
senza accorgermene, le mie labbra
si arricciarono come a formulare una richiesta, ma non ottennero
l’effetto
sperato perché non riuscii a
dar alito a
nessun quesito, nessuna domanda.
Tuttavia,
sembrava che la mia gemella al di là del
vetro avesse intuito che cosa volessi domandarle.
Con
una lacrima a solcare una guancia scosse la
testa in segno di diniego, guardandomi afflitta.
Fu
allora, in quel momento, mentre lo specchio
spariva alla mia vista e le tenebre tornavano a circondarmi, che
finalmente
riuscì a capire.
La
morte divide ogni cosa e i sentimenti delle
persone mutano in continuazione con facilità.
Non
ci sono strade che s’incontrano se un’anima
decide di proseguire da sola verso il proprio cammino, incurante di
un’altra
che tenta così disperatamente di starle dietro.
L’oscurità
è infinita e la volontà di provare a
camminare insieme fianco a fianco,
talvolta, non è sufficiente.
Con
questi pensieri mi lasciai cadere a terra,
mentre le ombre scure della
morte
incombevano su di me.
Facevo
fatica a respirare, la vista annebbiata, la
consapevolezza che niente sarebbe stato più come prima.
Morii per la
seconda volta in poche ore, ma stavolta non fu la potenza del fuoco a
corrodere
le membra e a irrigidire gli arti: il calore dirompente del fuoco me lo
portavo
dentro.
A
commemorare quella piccola parte di lui che era
rimasta nonostante tutto.
____________________________________________
A
distanza di mesi, anni, secoli, in un universo
parallelo che non ha età, la mia speranza permane. Non ci
sono probabilità,
eppure non ho mai smesso di credere. Ho continuato a chiamarti in tutto questo tempo.
Anche
adesso pronuncio il tuo nome, in questa notte
oscura… e risuona più lontano che mai, amore mio.
Ma
non importa, c’è ancora spazio
per far volare il cuore.
Perché
il nostro fiore non ha ancora perso tutti i
suoi petali: rimane lì, fermo nel suo specchio, continuando
a guardarmi. Ad
aspettare il giorno in cui tornerai per onorare la tua promessa e io ti
accoglierò a braccia aperte, una carezza lieve a
scompigliare i tuoi ricci.
L’eco di quelle parole che si perderà nel vento:
“ Mon amour,
ma beauté, mon coeur va disparaitre et
te trouver, là où tu
es.”(**)
Traduzione delle frasi in francese:
(*)
“ Il mio cuore ti troverà,là dove tu
sei,amore
mio”.
(**)
“ Mio amore,mia beltà, il mio cuore
sparirà e
ti ritroverà,là dove tu sei.”
Autrice Speednewmoon
Giudizi by storyteller lover:
Correttezza grammaticale e sintattica: 7.5/7.5+7.5/7.5=15-0.15=14.85/15
Stile, forma e lettura scorrevole: 7.5/7.5+7/7.5=14.5
Originalità: 8.9/10
Caratterizzazione dei personaggi: 8.7/10
Attinenza alla frase scelta: 9/10
Giudizio personale: 8.8/10
Per un totale di 64.75 punti
Giudizio finale: Un secondo posto per me, devo dire, meritatissimo. In generale, posso dire con certezza che la storia è molto originale e ben studiata in tutti i particolari, soprattutto per quanto riguarda lo stile. Nella forma dobbiamo migliorare qualche cosa ma comunque siamo pur sempre a un ottimo livello. I personaggi che hai scelto di trattare erano diciamo, fuori dalla scelta comune. Ma questo è un punto a tuo favore. Devo dire di avere apprezzato maggiormente Laurent, per come l’hai descritto e trattato, anche se è più marginale, piuttosto che Irina. Infatti, non ho assegnato un punteggio più alto perché in certi casi l’ho trovata molto contraddittoria. Per quanto riguarda la farse scelta, anche questo parametro è stato trattato con una buona dose di originalità. Infatti sembrava di entrare in un’atmosfera per così dire onirica, soprattutto nel finale che ho trovato davvero splendido. L’ambiguità, l’indefinibilità che permea tutta la storia mi è piaciuta davvero molto. Di sicuro ci troviamo davanti a un primo posto mancato.
Giudizi by the forgotten dreamer:
Correttezza grammaticale, sintattica e ortografia: 14,75/15
Stile, forma e lettura scorrevole: 15/15
Originalità: 9/10
IC personaggi: 8,5/10
Attinenza alla frase scelta: 8/10
Giudizio personale: 9/10
Totale 64,25/70
Devo dirti che questa storia mi ha molto stupito. Praticamente perfetta la grammatica, a parte piccoli errori con l’uso di alcune virgole. Lo stile mi è piaciuto molto: elaborato ma senza essere pomposo. Chiaramente i punti forti della storia, lettura scorrevole a parte, sono l’originalità e l’attinenza alla frase: bellissima la scelta di introdurre il fiore di New Moon come simbolo dell’amore perduto. Hai scelto due personaggi difficili, di cui praticamente non si sa nulla e li hai descritti in modo verosimile: ho amato Irina, molto profonda la descrizione del suo dolore. Laurent era forse un po’ troppo “romantico”, ma non stonava con il conteso della fic. Bellissima l’idea dello specchio e di quella sorta di “aldilà” che poi non è un paradiso, ma neanche un inferno… solo un’infinita attesa. Ti dirò che il finale mi ha messo molto amaro in bocca: lei è disposta ad aspettare in eterno il suo amato, ma lui arriverà mai? Molto malinconica, sia per quanto riguarda le riflessioni di Irina, che per il finale, ma proprio per questo molto profonda. Brava!
Media complessiva: 64.5/70 punti.