Fumetti/Cartoni europei > Huntik
Segui la storia  |       
Autore: marie52    06/09/2016    1 recensioni
Durante una missione solitaria, Zhalia viene rapita da delle misteriose figure.
Toccherà alla squadra Huntik, indagare sulla sua sparizione mentre ombre oscure sul passato di uno dei membri della squadra torneranno finalmente a galla.
Lo so vi ho scocciato con questa nuova versione della mia orribile fanfiction ma volevo cambiare molte cose che avevo approssimato nella mia storia.
I hope you enjoyed
marie52
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dante Vale, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 27: La storia (parte 1).
Il vecchio sospirò e quando i suoi si aprirono, Sophie fu sorpresa che quell’espressione, che fino a quel momento lo aveva avvolto, si era dissolta.
I suoi occhi si erano addolciti e se qualcuno non l’avesse conosciuto bene, avrebbe pensato fosse semplicemente un vecchietto che parlava con la sua figlia o nipotina adorata
- Ti ricordavo un po’ più adatta agli scherzi, Zhalia.- disse mentre si sedeva sul suo materasso invitando con lo sguardo la cercatrice ad entrare che però rimase sulla soglia a guardarlo.
- è successo qualcosa?- chiese e la cercatrice si stupì nel sentire in quella voce una vena di preoccupazione.
Forse pensò Sophie il fatto che non l’abbia vista più dopo quel giorno lo ha cambiato.
Eppure nemmeno lei credeva a quel pensiero.
- ho bisogno di risposte che solo tu sai darmi- disse la cercatrice mentre lo guardava con un’espressione talmente dura che Dante per poco non rabbrividì.
L’uomo grugnì in risposta.
- Ti ha mandato quel Dante Vale a parlare con me?- chiese la cui voce si era riempita di disgusto nei confronti del cercatore che ne rimase non poco sorpreso.
Certo non aveva buoni rapporti con l’uomo e lo poteva capire.
Zhalia non aveva portato a termine la missione.
Non lo aveva ucciso.
E inoltre aveva mollato l’organizzazione trasformando il suo corpo in una statua.
Ma non era stata colpa sua se lei aveva deciso di diventare una persona onesta.
Quindi perché continuava ad odiarlo?
- Lui non centra niente- disse la donna i cui occhi per un istante si erano intristiti per poi tornare ad essere freddi come il ghiaccio- Non sa neanche che sono qui.-
Ci fu altro grugnito da parte dell’uomo, in risposta.
- Ogni cosa che hai fatto centrava sempre quel Vale. Ti ha messo in testa strane idee e poi ti ha mollato per seguire le sue ambizioni. Falso, codardo e bugiardo lui era e sempre lo sarà.
Gli occhi di Klause erano furiosi.
Così furiosi che Sophie si stupì che non avesse ancora attaccato qualcuno.
Sembrava potesse uccidere da un momento all’altro.
D’altro canto Dante era rimasto di sasso a quelle parole.
In qualche modo Klause aveva saputo della sua promozione a New York e lo aveva incolpato di averla abbandonata.
Ma lei non era da sola, giusto?
- Come ti ho già detto, Klause, non centra, almeno questa volta. Non lo sento da mesi e nessuno sa che sono qui. è una questione personale.- disse la cercatrice mentre stringeva a pugno la mano destra come per liberarsi dalla pressione che l’aveva avvolta.
Come per sfogarsi senza perdere il controllo.
L’uomo annuì guardandola nei suoi occhi constatando che stava dicendo la verità.
- Che mi devi chiedere?- chiese l’uomo pronto ad ascoltare
La donna sorrise in risposta mentre si avvicinava verso il vecchio entrando nella cella.
- Il 12 Gennaio 1972 a Rotterdam comparve dal nulla una famiglia, i Namil composta da due donne Myranna Namil e Eloïse Picard assieme al marito di quest’ultima Jorge Mulder e la loro figlia Amestia. Un mese più tardi nacque la figlia di Myranna, Thalia. Qualche anno più tardi però la casa si incendiò e almeno da quanto dicono le informazioni nessuno. Tuttavia…-
Zhalia riprese fiato mentre con la mano tremante mostrò al suo mentore quella foto.
Quella dell’uomo in quel ospedale.
- Il giorno dopo quest’uomo finì in ospedale e dopo circa quattro giorni gli fu concesso di uscire da esso. Sulla cartella medica c’era scritto un nome, un nome che mi ha sorpreso.-
- Il mio- disse l’uomo i cui occhi erano diventati lucidi prendendo alla sprovvista la cercatrice che si limitò ad annuire.
- Che vuoi sapere di questa storia?-chiese Klause senza guardarla – è molto lunga e in cinque minuti non posso dirti molto.
- Voglio solo sapere la notte dell’incendio. Il resto già lo so.- disse Zhalia lasciando di stucco il cercatore che poi sorrise, divertito.
- Ti ho insegnato bene Zhalia- commentò prima di incominciare a narrare.
Quella tragica notte.
- Io ero allora molto diverso Zhalia. Sai bene che il mio nome non era nemmeno Jorge Mulder e che nemmeno quello che porto è il mio reale. Ovviamente, come avrai già scoperto era uno pseudonimo per evitare che le persone a cui ero legato si facessero male. Prima dell’organizzazione, ero stato un cercatore della fondazione e saprai anche che ero lì solo per compiere una missione che nemmeno io come te riuscì a portare a termine. Comunque io e Suzanne Collins, il vero nome di Eloise, eravamo sposati e avevamo una figlia di cui saprai già il vero nome e non lo pseudonimo di Amestia. Ci eravamo allontanati dalla fondazione per poter vivere una vita tranquilla. E per un po’ la ottenemmo.-
L’uomo sospirò per poter calmare il suo cuore.
Non poteva credere che quel dolore fosse ancora così forte.
Così opprimente.
Titubante prese una foto, la stessa che i cercatori avevano già visto e furono sorpresi quando la donò alla cercatrice.
- Sono Suzanne e Amestia?- chiese ottenendo un cenno positivo dall’uomo che intanto stava riprendendo fiato.
- Poi, un giorno, Suzanne ricevette una chiamata. Mi disse che era da parte di una sua vecchia amica, una certa Emily, che aveva bisogno di un posto dove nascondersi.  Non aveva nessuno a cui rivolgersi, dato che le uniche persone di cui si fidava oltre a Suzanne la credevano morta.-
- Beh credo sia inutile dirti le cose che già sai. Lei venne a stare da noi e sfornò, se possiamo dire in questo modo, la sua creaturina. I giorni passarono tranquilli fino a quando non arrivò quel maledettissimo giorno.-
L’uomo riprese fiato, prima di continuare
- Due bambini molto piccoli quella mattina si presentarono alla nostra porta. Io sapevo chi erano dato che li avevo visti quando erano ancora in fasce. Mi dissero che la loro casa era stata distrutta e che il loro padre, un uomo eccezionale a parer mio, era stato ucciso da una setta affiliata alla spirale ovvero i corvi d’argento.-
- Un’ attimo frena, affiliata? Cioè stai dicendo che quei mostri erano un sottogruppo della spirale che già esisteva all’epoca?-
L’uomo alzò un sopracciglio perplesso.
- Si diciamo che possiamo definirlo così dato che molti omicidi erano commissionati dalla spirale ma non era così popolare come allora. Comunque, tutti noi li accogliemmo in casa ma a causa di ciò che avevano detto concordai con Suzanne e Emily che fosse più giusto se li affidassi ad un mio amico di vecchia data che li avrebbe protetti. Loro furono d’accordo con me così andai, una volta che si addormentarono, in centro città per darli a quel mio amico. Ma quando tornai, trovai la casa in fiamme.-
Le mani dell’uomo iniziarono a tremare a quel ricordo.
- Mi gettai fra le fiamme e quando entrai la prima cosa che mi accolse fu il cadavere di Suzanne vicino all’ingresso. Io non ricordo cosa feci ,forse piansi, ma mi ricordo con chiarezza di essere salito al piano superiore e di aver liberato Emily dalle catene nella quale l’avevano bloccata. Le chiesi dove fossero le bambine ma lei non lo sapeva. Come me, iniziò a gridare il loro nome tra le fiamme.-
- Ci fu una risposta?- chiese Zhalia mentre lo guardava
- Per fortuna si. Thalia, la figlia di Emily, era rimasta sveglia e aveva gridato con tutta la forza che aveva. Riuscimmo ad entrare nella stanza ma la scena che ci presentò davanti fu incredibile.
Zhalia alzò un sopracciglio
- In che senso?
- Le ragazze si trovavano all’interno di un cerchio che era delimitato dalle fiamme. Le fiamme non le toccavano era come se le volessero proteggere. Thalia piangeva sul corpo di Amestia, che per fortuna era solo svenuta. Con molta fatica riuscì ad avvicinarmi e a prenderle in braccio. Le fiamme ci seguivano ma comunque non ci toccavano. Alla fine diedi le due ragazze ad Emily e le dissi di fuggire. Poi non ricordo più nulla. L’unica cosa che sono certo è che mi risvegliai in un letto d’ospedale.-
Il rumore della cella che si apriva distrusse l’attimo che si era creato.
- Tempo scaduto- commentò la guardia facendo segno a Zhalia di uscire.
- Zhalia- disse l’uomo prima che lei scomparisse- Perché vuoi sapere di questa vecchia storia?-
La donna non rispose a quella domanda.
E mentre tutto si oscurava riportandoli a casa Dante fu l’unico a notare quella lacrima che scendeva lungo la guancia della bella cercatrice.
Che era certo era piena di dolore ma anche di malinconia.
Ma da dove venisse tutto quel rimpianto e quel dolore, sarebbe sempre rimasto un mistero.
 
 
Angolo autrice:
Ecco la prima parte della vera storia della famiglia Namil raccontata da Klause che, si scopre che era Jorge Mulder ,che Emily è in realtà Myranna Namil,Eloise si chiamava in realtà Suzanne Collins.
Si scopre anche che Amestia non è il vero nome della bambina ( ma noi già sappiamo la sua vera identità)  e che i corvi d’argento sono un sottogruppo della spirale ( visto come riesco a riciclare anche la seconda stagione!).
Insomma i nodi si sciogliendo ma non tutti.
Molti misteri rimangono: qual era la missione di Klause? Qual è il suo vero nome? Perché il fuoco non si avvicinava alle due bambine? Perché Zhalia piangeva? Perché Metz dice di voler salvare qualcuno?
Ma, ehi se ve lo dicessi non leggereste più la mia fanfiction.
Spero vi piaccia questo nuovo capitolo.
Kiss
marie52
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Huntik / Vai alla pagina dell'autore: marie52