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Autore: Angel TR    06/09/2016    1 recensioni
She saw my silver spurs and said let's pass some time
And I will give to you summer wine

Lana del Rey - Summer Wine.
{Avvertimenti e note all'interno | Raccolta disomogenea | LilixAsuka}
{Storie partecipanti alla "Le situazioni di lei&lei" indetta da starhunter Challenge indetta su EFP}
{Partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Bondage, Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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46. "Oh mio dio! Quello è *nome personaggio famoso* (Paul Pogba)!"
Nickname: Angel Texas Ranger
Titolo: Fascino d'oltralpe
Rating: Verde
Genere: Commedia

N/D:. ALL'inizio avevo pensato a Cristiano Ronaldo ma
a)Gioca nel Real
b)Lili dev'essere patriottica
quindi ho optato per la stella -<3- della selezione francese. Siccome il Principato non ha una propria nazionale, ho immaginato che i monegaschi tifassero la Francia durante Europei e Mondiali. Potrei sbagliarmi ma internet non mi ha molto aiutata -_-
In ogni caso, quale migliore occasione per far ingelosire Asuka di un evento dove sono presenti tutti bei bimbi pieni di soldi? XD


« Davvero non capisco come sia possibile che tu sia tanto interessata ai sorteggi di... Ch... Ch... »

Montecarlo riluceva davanti ai suoi occhi. La città dei casinò era in festa.

« Champions League! Insomma, Asuka! Come fai ad ignorare la più grande competizione calcistica d' Europa? » la corresse Lili, correndo a rotta di collo per le strade di Montecarlo.
Suo padre avrebbe potuto accompagnarle ma lei aveva insistito per andare da sole: avrebbero dato meno nell'occhio.

Qualcosa, quella giornata, non quadrava nella testa della bionda.

Più di qualcosa, pensò Asuka, lanciando un'occhiata alla maglietta blu, bianca e rossa che svolazzava attorno al corpo magro di Lili. Sulla schiena, campava un grosso '6' sotto ad un cognome. 'Pogba'.
La lunga e folta coda di cavallo saltellava attorno alla scritta, al ritmo dei passi lunghi della ragazza.

Da quando in qua Lili era appassionata di calcio? Da quando in qua sfidava i semafori per non fare tardi ad un evento? Ma se era proprio lei a proclamare che una vera signora si fa attendere?
E poi, chi diavolo era questo Pogba? Non sembrava un cognome francese ma tant'è. Asuka scrollò le spalle: per lei, lo sport era sempre stato il karate, insegnatole dal padre sin da bambina.
Non vedeva nulla di affascinante in undici tizi che correvano dietro ad un pallone. Fino a quel momento, era convinta che anche Lili fosse dello stesso avviso.
Ora, scrutando il viso arrossato sia dalla corsa che dall'emozione della biondina, non ne era più sicura. Ma cos'aveva fatto cambiare idea a Lili? Patriottismo da quattro soldi?
Diede un'altra occhiata alla maglietta. Un momento. Quello non era lo stemma del Principato di Monaco, bensì della Francia.

« Non dovresti indossare la maglia di un giocatore della tua nazionale? » chiese Asuka, inarcando un sopracciglio.

Lili si voltò per scoccarle un'occhiata in tralice. « Si dà il caso che il Principato di Monaco non ha una nazionale. Allora, ovviamente, 'prendiamo in prestito' la nazionale francese. » spiegò.

« Sei noiosamente patriottica. » la prese in giro Asuka.

« Parla quella che ha la mutanda con la bandiera giapponese 'Nippon Girl'! » ribatté Lili, zittendo Asuka.

« Si può almeno sapere chi è questo Pogba? » domandò ancora Asuka, sarcastica. « Qualche bel fusto biondo, occhi azzurri, oco e snob riccone? »

Lili soffocò una risatina. « Biondo, occhi azzurri proprio no. » rispose.

Asuka si accigliò. Questo sì che è strano. « Non eri la nuova paladina del gene B di Biondo? Chi sei tu? Cosa ne hai fatto di Lili? » sbottò.

Gli occhi della ragazza si fecero improvvisamente sognanti. « Forse ho cambiato partito. Anche il dark ha il suo fascino. » rispose, sbattendo le ciglia.

Asuka decise che era meglio chiudere la bocca. La situazione era davvero complicata.
Inarcò un sopracciglio. Da quando in qua Lili sbatteva le ciglia parlando di un ragazzo?
Solitamente liquidava i suoi corteggiatori — cagnolini scodinzolanti che sbavavano davanti ai soldi e alla gonnella di Lili — con un gesto della mano.
Solitamente quelle pazzie le faceva solo per lei, per Asuka.
Le si strinse lo stomaco e un certo nervosismo le attanagliò l'animo.
Voltabandiera. Bastano dei pantaloncini ed un pallone ed eccola tutta ai loro piedi.

Non riuscì a trattenersi e sbottò « Non sapevo ti piacessero i calciatori. Sei ancora più oca di quanto pensassi. »

Nemmeno quello arrestò il trotto di Lili. « Sei gelosa, Asuka, ma belle? » chiese.

Da lontano, Asuka scorgeva una grande folla pressata contro delle recinzioni che delimitavano un lungo e larghissimo tappeto rosso. Degli stand blu con la scritta 'Uefa Champions League' campeggiavano ai lati del tappeto.
Giornalisti da tutto il mondo e paparazzi affamati assediavano l'area come sciacalli, in attesa dell'arrivo dei calciatori.
Riflettori sparati davano luce ai volti eccitati dei fan, blocchetti e magliette alla mano pronti per essere autografati.

« Ma stiamo andando a dei sorteggi per un torneo di calcio o alla premiazione per l'Oscar? » mormorò Asuka, stralunata.

« Entusiasmo, Asuka! La mia città ospita questo evento da secoli! » esclamò Lili, percorrendo ormai di corsa gli ultimi metri che la separavano dal grande evento.

« Dobbiamo davvero infilarci tra quella marmaglia di folli? » fece Asuka, puntando i piedi.

Lili le afferrò la mano. « Sì. »

La trascinò tra la folla, spintonando fin quando non riuscì ad aggrapparsi alla recinzione, in prima fila.

« Ce l'abbiamo fatta! » strillò, estasiata. Si guardò la maglietta, confusa. Mormorò qualcosa, prese i due lembi della t-shirt e li annodò sopra il ventre piatto.

La sua gioia, la sua bellezza, la sua gioventù e il suo -fintissimo- amore per il calcio provocarono ammirazione e sorrisi tra la folla.
Nonostante vi fosse abituata, Asuka sentì di nuovo quella morsa allo stomaco. Strinse più forte la recinzione, pressandosi contro per distanziarsi dalla marmaglia, finendo per schiacciarsi il petto.

« Asuka! Vuoi attirare l'attenzione di Pogba in questo modo? » le sussurrò Lili all'orecchio, lanciando uno sguardo eloquente alla scollatura di Asuka.

Lei agitò una mano. « Per la tua gioia. » rispose, arrabbiata senza un motivo.

Negli occhi struccati di Lili balenò una luce strana e le sue labbra si piegarono in un sorriso.

Poi una macchina lussuosa di fermò davanti al tappeto rosso e un brivido di attesa serpeggiò tra la massa. La porta si aprì, una lunga gamba maschile avvolta da eleganti pantaloni spuntò e iniziarono le urla.

« Paul! Paul! Pogba! » chiamava la folla, reclamando le attenzioni del calciatore.

« Eccolo! » gridò Lili, stonandole un orecchio. « Mon Dieu! »

Asuka si sporse, curiosa. Voglio proprio vederlo. Al suo fianco, Lili saltellava senza ritegno.

Quando il ragazzo uscì, Asuka sbarrò gli occhi. Che sorpresa.
Era altissimo — non avrebbe sfigurato vicino a Marduk, con un fisico slanciato e muscoloso. Il completo giacca-pantaloni chiaro, un po'estroso, faceva risaltare la sua favolosa pelle scura e, quando sorrise, abbagliò Asuka con i denti bianchissimi.

Quante volte lo vede, il dentista? Almeno quante volte vede il parrucchiere, pensò Asuka, dando un'occhiata alla buffa acconciatura del calciatore. Non può superare la ventina di molto.

Lui si diresse verso la folla per lasciare autografi e non rifiutava qualche foto. Lili si agitò.

« Paul! » lo chiamò, sventolando una mano.

Asuka le diede una gomitata. « Anche gli altri meritano l'autografo! Stanno da prima di te. » la rimproverò. Sempre la solita egocentrica.

Sbuffò e appoggiò il mento sui palmi delle mani. La recinzione traballava a causa delle spinte della gente, così Asuka finì per darsi qualche palmata in faccia senza volere.
Avrebbe voluto urlare.
Cosa mi prende?

Finalmente, il famoso Paul Pogba arrivò davanti a loro. Lili gli regalò un sorriso radioso; nessuno avrebbe potuto resisterle.
E, difatti, il ragazzo ricambiò. « Allô! » salutò. Nei suoi occhioni scuri passò un velo di confusione quando notò che non vi era nulla da autografare.

Lili sorrise di nuovo, malefica, prima di offrirgli la schiena, dove campeggiava il suo nome. Lui esitò poi firmò.

Stava per passare oltre quando Lili gli posò una mano sul viso, si sporse e gli stampò un bacio sulla guancia. « Notre héro. » disse.

Asuka spalancò la bocca.

Il calciatore, imbarazzatissimo, bofonchiò qualcosa e oltrepassò Lili.

Asuka puntò un dito contro la bionda. « Sei impazzita per caso? » urlò.

Lei scrollò le spalle. « I tempi cambiano. Non esistono più i soldati eroi, ma i calciatori eroi. E poi lui ha fascino! » fece, giungendo le mani, sognante, alzando gli occhi al cielo. Poi li riportò su Asuka e scoppiò a ridere. « Gelosona. » la canzonò.

Asuka scosse la testa. Nemmeno le rispose, le diede le spalle e se ne andò.
La risata di Lili le giunse, fragorosa e soddisfatta, anche quando non furono più visibili gli stand della Champions.
Dannata Montecarlo. Dannata Champions League.

  
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