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Autore: Fin Fish    01/05/2009    3 recensioni
"Kagome, giovane ladra in grado di rubare qualsiasi cosa con riflessi e agilità pari ai demoni. Custode non riconosciuta di un piccolo tempio circondato di leggende. La più spaventosa narra della sfera degli Shikon, un artefatto pericoloso in grado di portare sventura. Si credeva estinto...". Un grandissimo kiss a tutti dalla piccola Fin
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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AkaTsuki

Fan fiction by Fin Fish

 

 

Ciao a tutti!

Buon primo maggio =).
Visto? Anche se è festa sono venuta qui per aggiornare appositamente per voi =), questo è senz’altro il capitolo più lungo che io abbia mai scritto per questa storia.
Spero che sia di vostro gradimento =).
Un grandissimo kiss a tutti dalla piccola Fin.

 

20° Capitolo:  Frammenti di vita.

 

Dopo aver sentito le parole risolute di Inuyasha, Kikyo aveva annuito con il capo per poi uscire a raccogliere delle erbe mediche.
Sango continuava a scrutarla incerta, mentre sistemava della legna all’interno del piccolo braciere nel centro della capanna.

Miroku tornò pochi minuti più tardi, assieme ad una coppia di conigli legati per le zampe.

Kagome non si era ancora svegliata, probabilmente il sigillo si stava sciogliendo più rapidamente di quanto non si pensava.
Questo tormentava Inuyasha, mentre osservava il volto cereo di Kagome.

-Secondo te possiamo fidarci di Kikyo?-, domandò Sango, rivolta a Inuyasha.
L’hanyou annuì con il capo, senza staccare lo sguardo da Kagome.
Sango sospirò, sollevando leggermente le spalle.

Kikyo rientrò pochi minuti più tardi, tra le mani reggeva alcuni piccoli fiori dai colori chiari.
Senza dire una parola, si posizionò in un angolo della stanza e cominciò a preparare un infuso.
Nessuno osava disturbarla, dopotutto nessuno sapeva cosa avesse in mente.

Ogni tanto Kagome si lamentava nel sonno, mentre il segno sul collo diventava sempre più visibile a occhio nudo.

Inuyasha la fissava, mentre si malediceva per la sua impotenza davanti alle sue sofferenze.
Credeva di fare una scelta saggia allontanandosi, proteggendola dal mostro che si era rivelato essere, invece aveva solo peggiorato le cose.

Talmente perso nei suoi pensieri non si accorse della presenza di Kikyo accanto a lui.
Teneva in mano una tazza il cui contenuto aveva un dolce profumo, benché il colore fosse molto scuro.

-Grazie a questo potrai entrare all’interno della sua anima-, disse Kikyo, porgendo la tazza all’hanyou.
-Rammenta sempre: ogni cosa che vedrai, che sentirai sarà solo il frutto di un ricordo di Kagome e non potrai fare nulla per cambiarlo-.
Gli occhi della miko erano seri, ma anche sinceri.
Decise di fidarsi, dopotutto non c’era altro modo di salvare Kagome.

Senza più pensare a nulla, bevve il liquido contenuto nella tazza.
Non appena la tazza si fu svuotata la sua mente si appesantì, cominciando a girare intorno.
Le palpebre si fecero più pesanti e, dopo pochi secondi, cadde a terra in un sonno profondo.
Miroku fu il primo a soccorrere l’hanyou, preoccupato che la miko avesse sbagliato qualcosa.
-Non preoccuparti monaco-, esordì Kikyo, mentre sistemava gli oggetti che aveva utilizzato.
-Cosa succederà se Inuyasha non riesce a spezzare la maledizione?-, domandò Sango, visibilmente preoccupata per le sorti di entrambi.
Aveva un grande debito con loro, ma non era solo questo. C’era molto altro.
-Inuyasha tornerà, ma Kagome morirà consumata dalla maledizione-, spiegò Kikyo, la sua voce neutrale e fredda stava irritando la sterminatrice.
Tuttavia, era inutile arrabbiarsi in quel momento.
Osservando il volto di Kagome e quello di Inuyasha, ora piacevolmente addormentato, cominciò a pregare con tutto il suo cuore.
Pregò, come fece Miroku, affinché tornassero entrambi.

 

**

 

Inuyasha aprì lentamente gli occhi, mentre sentiva la testa pulsare come non mai.

Il luogo attorno a se era completamente avvolto dall’oscurità, ma non c’era segno che ci fosse qualcosa accanto a lui.
Era dunque all’interno dell’anima di Kagome?.
Si guardò attorno, cercando con lo sguardo la miko, ma di lei non c’era la minima traccia.

Improvvisamente una forte luce illuminò la zona.
Era accecante, tanto che dovette ripararsi gli occhi con una mano in modo da poter vedere ancora.

Lentamente, la luce si dissolse. Al suo posto comparve un piccolo villaggio, molto familiare agli occhi dell’hanyou.
Era il villaggio di Musashi, il luogo da cui era cominciata ogni cosa.

<< Nee-chan, aspettami! >>, urlò una bambina.
Indossava uno yukata di un color ocra, legato da un obi giallo.
I lunghi capelli scuri erano legati da un nastro, formando una piccola coda che lasciava sfuggire solo due ciocche di capelli.

 

Inuyasha si volse nella direzione nella quale aveva sentito il vociare dei bambini e la vide; era Kikyo da bambina.
Il suo sguardo cadde più avanti, concentrandosi su quello di Kagome.
I lineamenti del viso erano delicati, tipici della fanciullezza e i capelli, a dispetto della sorella, erano lasciati liberi sulle spalle.

La bambina si volse verso la sorella, osservandola dall’altro in basso.
Era sua sorella maggiore, eppure non riusciva mai a considerarla come tale; soprattutto quando giocavano.

<< Sei troppo lenta Kikyo nee-sama >>, sbottò, portandosi le mani ai fianchi.
Indossava anche lei uno yukata, ma dalla tinta azzurra con un obi giallo scuro a sorreggerlo.

Kikyo e Kagome si osservarono a lungo, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Era un momento di pace e tranquillità.

 

Inuyasha si perse nell’ammirare il volto della Kagome bambina, così rilassata e serena come mai l’aveva vista.

Un sorriso si formò sulle sue labbra, mentre osservava le due bambine allontanarsi e tornare a casa.
Improvvisamente, delle voci indistinte catturarono la sua attenzione.

 

<< E’ disgustoso >>

<< E pensare che quella bambina in realtà è…>>

<< Non possiamo parlare in questo mondo della figlia della miko, benché sia maledetta possiede un dono straordinario >>

 

Maledetta?
Le orecchie si mossero leggermente, cercando di catturare il senso di quelle parole trasportate dal vento.

 

<< Sì, ma se fosse un dono malefico? >>

<< E’ pericolosa, meglio che si allontani al più presto altrimenti sarà la rovina per tutti >>

 

Nel sentire quella parole non poté trattenersi dal ringhiare, si volse alle spalle ma non c’era nessuno e il villaggio sembrava deserto.

La luce di prima lo avvolse ancora, trasportandolo in un altro momento del tempo.
Stavolta il villaggio era scomparso, lasciando posto ad una piccola radura.
I suoi occhi ambrati si sgranarono per lo stupore; suo padre era lì, davanti a lui.

 

Uno youkai dai lunghi capelli argentei si stava riposando, poggiato contro il tronco di un albero.
Il volto segnato da due piccole strisce violacee, mentre l’armatura era segnata da graffi e ammaccature.
Il tessuto al di sotto era altrettanto rovinato, sgualcito tanto da rovinarne la bellezza.
Un piccolo fuoco scoppiettava dinnanzi a lui, ne avvertiva il calore.

 

Dopo lo stupore iniziale, Inuyasha si ricompose.
Sapeva che Kagome aveva viaggiato assieme a suo padre

In quel momento, dal folto della foresta, emerse lei.
Era ancora una bambina, ma era cresciuta rispetto a quel ricordo che aveva visto poco prima.
Gli occhi nocciola erano carichi di una profonda malinconia, molto diversi da quelli che aveva pochi istanti prima.

Reggeva tra le mani delle erbe curative, mentre nell’altro teneva dei contenitori di bambù.

 

<< Non serviva >>, mormorò lo youkai, aprendo lentamente gli occhi.
Gli occhi di Kagome rimasero incatenati a quelli di lui ambrati, ma non ebbe paura e continuò ad avvicinarsi.
Con movimenti rapidi, creò un sottile impasto sulle mani e lo passò sulla ferita al fianco dello youkai.
Sanguinava ancora un poco, ma non era grave come aveva creduto.
<< Se vedo una persona che soffre, mi pare corretto aiutarla. Sono stata addestrata a questo >> rispose Kagome, mentre si puliva le mani passando dell’acqua su di esse grazie alle borracce.

Lo youkai sorrise ironico, percependo la sofferenza di Kagome trapelare dalla sua voce.

<< Tuttavia, non è quello che desideri >>.
Kagome, punta nel vivo, non rispose e sistemò il contenitore all’interno di una fascia.
Lo youkai si sollevò, mentre lentamente compiva movimenti circolari con le braccia.

Kagome si volse rapida, inginocchiandosi davanti a lui e lasciandolo sorpreso.
<< Vi prego, portatemi con voi e addestratemi! >>.
Kagome teneva gli occhi chiusi ermeticamente, il corpo tremava leggermente.
Aveva paura che quello youkai le dicesse di no, ma dopotutto non aveva senso nemmeno sperare.
Una risata leggera invase l’aria, costringendo Kagome, più per curiosità che per altro, a sollevare il capo per osservare lo youkai.
<< Per quale motivo lo dovrei fare? >>, domandò lo youkai, mentre incrociava le braccia al petto.
Kagome si sentì invadere dall’imbarazzo, tanto da scostare lo sguardo da quello intenso e penetrante dello youkai.

Trasse un profondo respiro e disse: << ho delle cose da fare, molte per la verità. Ma non ho la forza per andare avanti da sola. La prego, le garantisco che non sarò di alcun fastidio >>.
Lo youkai parve incerto, mentre osservava il volto serio e determinato di Kagome.
Conosceva quello sguardo, tanto che alla fine si arrese e accontentò la bambina.

 

Inuyasha osservò gli anni eseguire la loro terribile danza, senza che lui potesse fare nulla per fermarli.
Osservava Kagome crescere sotto lo sguardo attento di suo padre, la osservava quando si allenava duramente assieme a lui, mentre cuciva il suo abito ninja che, lentamente, sostituì il suo yukata azzurro.

I tratti della fanciullezza presto si allontanarono dal suo viso, lasciando posto ad uno sguardo di chi, dalla vita, ormai, aveva preso tutto quello che poteva.

<< Nobile Inu no Taisho, posso farvi una domanda? >>.
Kagome si portò a fianco dello youkai, senza arrestare la sua corsa o accelerarla.
<< Dimmi >> rispose lo youkai, lo sguardo fisso davanti a se.
<< Per quale motivo non è insieme a suo figlio? >>.
Quella domanda, tanto innocente quanto curiosa, bloccò lo youkai che si volse sconsolato a guardare la ragazza accanto a lui.

Sospirò, mentre lanciava uno sguardo malinconico al sole che tramontava.
<< Non posso >>, mormorò debolmente.  << Sua madre, Izayoi, è umana come te. Purtroppo, come avrai notato, molti sono gli youkai che cercano di attaccarmi. Restare vicino a me è pericoloso >>.
Kagome osservava il volto dello youkai che, per quasi quattro anni, aveva occupato la sua vita ed era diventato come un padre per lei.
I suoi occhi ambra, dal taglio felino, erano lucidi.
Soffriva, lo percepiva benissimo anche Kagome.
Si avvicinò, posando una mano sul braccio dello youkai e guardandolo intensamente.
Un calore indescrivibile invase la sua anima, rasserenandola un poco.
<< Mi piacerebbe solo che sapesse quanto ci tenevo a lui, ma soprattutto quanto mi dispiace averlo lasciato da solo >>.
Kagome ritrasse la mano, sorridendo, la posò sulla guancia dello youkai costringe dolo a voltarsi verso di lei.

<< Lo sa >>, disse risoluta, ritraendo la mano. << Voi avete scelto il suo nome, vero? Ebbene, dare il nome a qualcuno è un gesto d’amore e affetto. Io sono sicura di questo, quindi non abbia timore >>.
Inu no Taisho sorrise alle parole di quella ragazzina, posandole una mano sul capo e scompigliandole i capelli.

 

Il tempo riprese a scorrere rapido sotto lo sguardo di Inuyasha, ancora scosso da quello che aveva scoperto.
Per anni si era chiesto che tipo fosse suo padre, a volte lo detestava per aver abbandonato sua madre.
Era convinto che fosse per la sua natura, perché non lo accettava così com’era e, invece, era per tutt’altra ragione.
“Che sciocco, non avevo capito nulla”, pensò tra se, mentre si mordeva il labbro inferiore.
Vide il primo incontro tra Koga e Kagome, quest’ultima si era persa nel bosco e lui l’aveva salvata da uno youkai. Successivamente, nei ricordi affollati di Kagome, emerse la figura di Sesshomaru che sfidava suo padre.
Uno scontro brevissimo, concluso con la sconfitta di suo fratello.
Faceva uno strano effetto vederlo in ginocchio, prostrato davanti alla forza superiore del padre.
Kagome aveva osservato la battaglia da lontano, tenendo stretto al petto l’arco ricevuto in dono da suo padre.
Lo stesso arco che Kikyo aveva con se.

I ricordi si affollarono fino ad arrivare a quello che, più di ogni altro, interessava all’hanyou.

 

Un piccolo villaggio si stendeva ai piedi di una montagna.
Era semplice, ma all’interno Kagome avrebbe trovato rifugio e riparo almeno per quella notte.
Inu no Taisho aveva una cosa da fare, ma non poteva portarsi dietro anche lei.
Nell’esatto momento in cui entrò nel villaggio, qualcosa si mosse nell’animo della ragazza.
Sentiva qualcosa graffiarle il petto, tentando di prevalere la sua anima e uscire fuori.
Si portò le mani al petto, tremante, mentre la fronte si imperlava di sudore.

Era un gelo che proveniva dal profondo dell’anima, mentre sentiva che poteva trattenere oltre quella forza.

Dalla manica della veste, estrasse un piccolo pugnale che le aveva affidato Inu no Taisho per le emergenze.
<< Ragazzina, tutto bene >>, domandò un uomo anziano, avvicinandosi a Kagome.
Mossa sbagliata.
Kagome sollevò di scatto lo sguardo e, con un movimento fluido, squarciò la gola del malcapitato.

Il sangue schizzò in tutte le direzioni, alcune gocce si posizionarono sul suo volto e sul suo abito.
Rideva, una smorfia crudele le illuminava il volto, mentre lentamente procedeva verso le case degli abitanti del villaggio.

Si sentiva realizzata, provava una grande soddisfazione mentre la sua lama affondava nel petto delle persone che, disgraziatamente, non erano stati in grado di sottrarsi.

 

Inuyasha guardava allibito quella scena, mentre Kagome si ergeva in mezzo a quei cadaveri.
Donne, bambini, uomini anziani e malati; non aveva risparmiato nessuno.

Tremava davanti a quella scena, mentre l’orrore aveva preso il sopravvento su qualsiasi altra emozione.
Era impossibile concepire quell’idea, impossibile credere a quella realtà.
Eppure, per quanto si convincesse che non era possibile, era reale e vero.
Pochi istanti dopo arrivò suo padre, ma anche lui venne ferito da Kagome ma riuscì a neutralizzarla.
Lo osservò mentre, con delicatezza e cura, posizionava il sigillo sul collo di Kagome.

 

Kagome aprì lentamente gli occhi, trovando ad osservarla Inu no Taisho.
L’espressione del suo viso era il riflesso di quello che temeva.
Scostò lo sguardo verso le mani poggiate al petto; mani ancora sporche di sangue.
Il suo prese a tremare, mentre sentiva una forte nausea invaderla da capo a piedi.
<< Kagome, cosa hai fatto? >>, domandò Inu no Taisho, nella voce una nota di rimprovero.
Kagome non rispose, limitandosi a singhiozzare, mentre le lacrime cominciarono a solcare il suo volto.

<< Mi dispiace… >>, mormorò, continuando a piangere e nascondendo il volto dietro quelle mani sporche di sangue.

 

Stavolta, la luce accecante che avrebbe dovuto avvolgerlo era completamente oscura.
Era forse un segno?
Significava che l’anima di Kagome si stava abbandonando alle tenebre?

Era ancora nella foresta, ma stavolta un panorama desolante si stendeva davanti a lui.
Suo padre era ferito pesantemente, mentre Kagome piangeva vicino a lui.

 

<< Mi dispiace, nobile Inu no Taisho. Mi dispiace, ho permesso alle tenebre di controllarmi >> biascicò, mentre cercava di trattenere le lacrime.
Inu no Taisho scosse il capo, posando a fatica una mano sul suo capo.
Le carezzò dolcemente i capelli, per poi passare sul volto asciugando le sue lacrime.

<< Non piangere… Piccola Kagome >>, mormorò con voce spezzata.
Kagome riprese a piangere, sentendo il nomignolo con cui la chiamava da bambina.
Sembrava passata un eternità invece che pochi anni.

<< Non è colpa tua, semplicemente l’avevo sottovalutato. Uno sbaglio che non dovrai mai fare >>.
Kagome tirò su con il naso, trattenendo le lacrime ma non i singulti che ancora le scuotevano le spalle.

<< Kagome, ascolta… >>, esordì, ritraendo la mano e poggiandola sul petto.
Lo sguardo si posò sulle stelle, particolarmente luminose quella notte.

<< Ti affido la mia spada, Tessaiga >>.
Lentamente, sfilò la lama dalla cintura che la sorreggeva in vita.
Kagome sgranò gli occhi, scuotendo lentamente il capo. Era un arma straordinaria, dalla potenza incredibile.

Però lei era un essere umano, una creatura per altro indegna di toccare quella lama straordinaria.

<< Non posso, io… >>.

<< Mio figlio un giorno verrà a riprendersela >>, incalzò, interrompendo le parole di Kagome.
Benché fosse scettica, decise di accettare la richiesta del suo maestro e prese tra le mani la spada.
<< Ne avrò la massima cura, fino a quando suo figlio non verrà a reclamarla >>, disse, tenendo alte le mani e chinando il capo in segno di rispetto.

Un sorriso stanco si formò sul volto dello youkai, mentre portava lo sguardo al cielo ancora una volta.
<< Kagome…>>, mormorò ancora una volta, la voce sempre più debole.
La ragazza aveva ripreso a piangere silenziosamente, mentre stringeva la spada al petto.

<< C’è qualcosa… che devi dirmi? >>.
Kagome rimase stupita da quella richiesta, mentre annuiva debolmente con il capo.
Era il momento di confessargli cosa provava nel cuore, di parlargli secondo quel piccolo cuore che lui le aveva insegnato ad apprezzare.

<< In tutti questi pochi anni, nobile Inu no Taisho, io vi ho sempre considerato come un padre. Rappresentate la persona che più di ogni altro vorrei raggiungere, qualcuno che vorrei eguagliare sotto ogni aspetto >>.
Nonostante le lacrime avessero tolto la luce al suo volto, trovò comunque la forza per sorridergli dolcemente. << Siete sempre stato un padre per me >>.
Inu no Taisho sorrise stanco, posandole una mano sulla guancia e tracciandone lentamente i contorni.
Kagome chiuse gli occhi, assaporando quel delicato contatto.

<< Mi sarebbe piaciuto… avere una figlia… come te >>, mormorò debolmente, prima che l’oscurità lo avvolgesse del tutto.

 

In quel momento capì le parole di Kikyo, sul fatto che non potesse cambiare nulla.

Cos’era accaduto in quel momento? Com’era stato ferito?
Un dubbio lo tormentava, ma  l’oscurità aveva avvolto ancora lo scenario e trasportandolo altrove.
Gli anni passarono veloci e inesorabile, mentre osservava Kagome chiudersi ogni giorno di più.
Era diventata risoluta, indipendente ma soprattutto era da sola.
Il rapporto con Kikyo non era accennato, ma sicuramente non c’era molto da raccontare su di loro.
In quel momento l’oscurità avvolse ogni cosa, lasciandolo in quello stato di sospensione temporanea; come in principio.
Dinnanzi a se c’era una bambina.
-Kagome?-, la voce faticava a uscire, mentre osservava la bambina voltarsi nella sua direzione.

I grandi occhi nocciola lo scrutavano, per nulla sorpresi di vederlo.

-Ti aspettavo…-, disse la bambina, mentre il suo posto veniva occupato dalla Kagome adulta che conosceva. –Ero sicura che saresti arrivato fin qui. Scusami se ti ho lasciato nell’oscurità, ma ci sono cose che non sono pronta a condividere-.
-Capisco, non temere-, rispose tranquillo, mentre osservava di nuovo la Kagome bambina davanti a lui.

Si sentiva malissimo.
Dopotutto aveva sbirciato, senza il minimo permesso, nell’animo di Kagome e osservato tutti i suoi ricordi più intimi.

La bambina continuava a scrutarlo, mentre attendeva che parlasse e le spiegasse il motivo della sua presenza in quel luogo.

-Kagome, perché non ti opponi alla maledizione. Sai, che potresti spezzarla tu stessa?-, domandò preoccupato.
La bambina annuì con il capo, lasciando muovere lentamente la chioma corvina.

-Lo so, però non ho la forza-, spiegò, mentre riassumeva l’aspetto adulto.
-Come puoi dirlo?!-, replicò furibondo l’hanyou, davanti a Kagome che continuava a scambiarsi il posto con la se stessa bambina.

-Non sei da sola! Puoi parlare con noi di cosa ti affligge, di cosa ti tormenta e…-
-Bugiardo!-, sbottò di colpo, mentre il suo posto veniva ripreso dalla Kagome bambina.
-Ho visto il tuo sguardo in quel momento. Eri disgustato, così come lo saranno gli altri-.

Inuyasha sgranò gli occhi, mentre ricordava il volto di Kagome trasfigurasi in una maschera di cinismo e odio che non aveva mai visto.
La Kagome bambina scomparve, lasciando posto a quella adulta.

-Kagome…-, esordì, ma l’espressione rattristata di Kagome lo bloccò dal proseguire.
-Inuyasha, io posso capirti. E’ normale, non puoi accettare tutto di me-, mormorò, mentre dai suoi bellissimi occhi nocciola cominciavano a sgorgare lacrime.
Inuyasha si maledì mentalmente, lasciando a Kagome il tempo di concludere il suo discorso.
-Se vorrai andartene ancora sappi che non ti fermerò-.

In quel momento qualcosa scattò nella sua anima.
Non seppe nemmeno lui di cosa si trattava, sta di fatto che si avvicinò pericolosamente a Kagome.
Afferrandola per un braccio, la strattonò leggermente per spingerla contro di lui.
La strinse saldamente, quasi per paura che potesse scappare, affondando il volto nella massa corvina dei suoi capelli.
-Io non vado da nessuna parte!-, replicò furibondo, stringendo più forte a se il corpo esile e fragile della miko.

-Non ti lascerò più da sola-. Le braccia di Kagome si avvolsero intorno alla schiena, stringendolo a se con la sua stessa intensità.
-Quando ho visto quello che facevi, ho provato paura-, ammise, allentando la presa e sorprendo Kagome. –Non sembravi nemmeno tu, il tuo volto era diverso-.
-Quella ero io-, mormorò in risposta Kagome, poggiando il capo contro il suo petto e affondando nella stoffa rossa del suo kariginu. –Quella sarò sempre io-.
-Lo so-, rispose Inuyasha, scostandola dal suo abbraccio e prendendo tra le sue mani il volto di lei.
-Quello che è stato non lo si può cambiare-, continuò, mentre con una cautela impressionante, pulì il suo volto dalle lacrime, attento a non ferirla con i suoi artigli.

-Una volta hai detto che se non ti avessi protetto io, nessuno l’avrebbe potuto fare. Hai creduto in me, quindi anche io farò lo stesso-.
Kagome tornò ad assumere le sue fattezze di bambina, mentre dai suoi grandi occhi innocenti ripresero a sgorgare delle lacrime.
-Davvero? Mi resterai comunque accanto?-, chiese titubante.
Inuyasha sorrise dolcemente, passandole una mano sul capo; come faceva suo padre con lei.
Kagome sgranò gli occhi, mentre sentiva un dolce tepore invadere la sua anima.
-Era una promessa-, disse Inuyasha, mentre osservava Kagome sorridergli ancora una volta.
-Ci rivediamo al risveglio-, mormorò al suo orecchio, prima che le sue palpebre si chiudessero ancora una volta.
Le tenebre erano tornate, ma stavolta sapeva che si trattava di un sogno vero e proprio.

 

**

 

Kagome aprì di scatto gli occhi, sollevandosi dal suo giaciglio e guardandosi attorno spaventata e confusa.
La piccola capanna smessa era avvolta dall’oscurità.
La notte era già calata dunque.
Il suo sguardo vagò ovunque, soffermandosi sui suoi compagni di viaggio accanto a lei.
Sango e Miroku si erano addormentati vicino, in un quadro davvero molto dolce.
La sterminatrice poggiava il capo sulla sua spalla, mentre lui le cingeva le spalle con un braccio portandola più vicino a se.
Kagome sorrise.
Era chiaro fin da subito che c’era qualcosa tra di loro, soprattutto lo intuiva dai gesti di Miroku; era troppo “affezionato” a lei.

Il suo sguardo volò al suo fianco, sentendo il respiro lento e regolare dell’hanyou.
Kagome posò una mano sulla sua guancia, scostandogli delicatamente alcune ciocche di capelli dalla fronte.
-Grazie, ora sono sicura che ce la posso fare-, commentò Kagome nell’oscurità.
Un rumore la fece scattare sull’attenti.
-Era da un po’ che non ci vedevamo, Kagome-, disse la voce fredda e neutra di Kikyo, mentre la osservava rilassarsi.
-Kikyo nee-sama-.

 

 

Bene, anche questo è finito =).

Allora, per prima cosa voglio precisare questo: alcune cose non sono state spiegate bene, è una cosa voluta.
Da adesso, fino ad un certo punto, ci saranno altri flash sparsi per tutta la storia che copriranno i buchi di questo =).
Ora passiamo all’angolo dei grazie:

indelebile: Oddeo, credo che mi metterò a piangere… Poco ma sicuro ç_ç.

Bè, è una cosa un po’ complessa quello che è accaduto. Inuyasha, nel bene o nel male, era sempre lui. Kagome invece, come dire, non era propriamente lei ma una parte della sua anima che non aveva a che fare con il suo essere. Per Sesshomaru e Kagura…dovrai attendere =), ma avranno anche loro un piccolo spazio =).

Achaori:Grazie anche a te =). Bè, spero che questo piccolo intermezzo con il passato di Kagome sia stato gradevole =).
Bene, ci si vede al prossimo capitolo =).
Un grandissimo kiss a tutti dalla piccola Fin.

  
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