Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Novembre    01/05/2009    2 recensioni
Ok, ora basta. Stop. Finito. Concluso.
È ora di chiudere qui, di smettere e fare quello che è giusto: basta perderci la testa.
Il tempo. La dignità. La felicità…il cuore.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ok, ora basta. Stop. Finito. Concluso.
È ora di chiudere qui, di smettere e fare quello che è giusto: basta perderci la testa.
Il tempo. La dignità. La felicità…il cuore.
È dura e fa male. Da morire.
Non è umanamente accettabile il rinunciare consapevolmente ad una parte di se stessi.
Ma non posso mantenere l’equilibrio.

Ti ho aspettato. Ti ho guardato, ascoltato, sognato. Ho visto trascorrere minuti, passare ore, cambiare giorni nei quali non c’eri altro che te.
Anni.
Una vita…
Sguardo dopo sguardo, parola dopo parola mi sei entrato dentro, ti sei fatto spazio nel caos dell’adolescenza e fra i sospiri della giovinezza, e ti sei fermato proprio qui, dove non dovevi. E io, stupida, non me ne sono accorta.
Non volevo prendere atto di una verità così semplice e così scontata, che ora che mi guardo indietro, pare assurda la mia cecità.
Sei parte di me. E io non posso farci niente.
Sei il sottofondo di tutti i miei pensieri, sei la costante di tutte le mie scelte, sei il la calamita per ogni mio passo. Nelle mie parole, nei miei sospiri, nelle mie lacrime ci sei tu. Fra i miei sorrisi e la mia allegria, fra i miei baci e la mia simpatia. Sei ovunque, sempre e comunque che io me ne renda conto o no.

E credimi se ti dico che non c’è niente di romantico in questo, niente di poetico…non voglio nemmeno pensare quella parola così grande: renderebbe tutto troppo distante, troppo irreale.
Qui non c’è poesia, non ci sono dolci parole, frasi sussurrate, baci rubati. È la realtà. Con tutta la sua incertezza, la sua fragilità e le infinite possibilità. Non è una favola questa, nella quale il lieto fine è dovuto. Non posso sbirciare fra le pagine, in cerca di un ’indizio.
Non c’è copione. Non ci sono suggeritori.
Ci sono solo io, con carta e penna, che cerco di fare chiarezza tra la confusione. Che cerco di fare la scelta giusta e di mettere a tacere cervello e cuore.
Perché te l’ ho detto: non posso continuare a stare in equilibrio.
Sto camminando sulla lama del coltello, e so per certo che al primo passo falso, da qualsiasi parte cadrò, qualcuno si farà male.
O tu, o lui.
Io in ogni caso.
E io lo so bene cosa è giusto fare. Solo che il prezzo da pagare è alto.
Perché vorrebbe dire lasciarti andare, mandare al diavolo tutti questi anni, continuare a nascondermi dietro le mezze verità. Sarebbe tradire e uccidere quello che ho tenuto dentro per così tanto tempo.

E non riesco nemmeno ad odiarti per quello che mi hai detto; perché in fondo se ora è così, è solo colpa tua.
Ovviamente il valore delle cose lo si scopre solo quando le si ha ormai perse. Te ne sei reso conto, vero?
Sarebbe bastato che tu ti fossi guardato dentro un po’ di più, che fossi stato meno orgoglioso.
Io ero là.
Lo sono sempre stata.
Ed ora forse hai capito che mi stai perdendo. La possibilità c’è ed è reale. Eppure continuiamo a nasconderci dietro un’amicizia che non si sa cosa sia. La verità è ingombrante, è pericolosa, è meglio per tutti che non si sappia e che resti nascosta, perché se uscisse allo scoperto sarebbe impossibile ignorarla.
Vedi, è anche per questo che dico basta.
Sono stanca di cercare di interpretare i tuoi sguardi, le tue parole, i tuoi gesti per cercarvi dentro qualcosa che tu dai e togli senza sapere o senza badare a quanto male mi fai.

So già che sarà doloroso. So già che qualcuno lo giudicherà un errore. So che quella parte di me che conserva la tua forma non se ne andrà mai del tutto.
Ma ora basta.
Anche se va contro tutto quello in cui credo, anche se vuol dire rinunciare e tarpare le ali al sentimento più vero che io abbia provato finora, anche se il rimorso mi perseguiterà per altri dieci o cento anni.
Se non lo facessi, tu resteresti per sempre qui, non ci sarebbe spazio per nessun’altro.
E lui non lo merita.
Lui, così fiducioso, merita tutta me stessa e non quello che avanza, ciò che è in più perché tu l’ hai scartato.

Quindi la prossima volta che ci vedrai, abbracciati e sorridenti, ti prego, ti scongiuro non guardarmi in quel modo.
Non scrivermi più.
Non parlarmi più.
Non toccarmi più.
Non fermarmi per i corridoi.
Non cercarmi tra i volti, perché io non lo farò.
Esci dalla mia testa prima che impazzisca. Perché non posso dividermi e non posso avervi entrambi.

Ho scelto. Ho deciso. Chiuso.














































A te.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Novembre