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Autore: Robigna88    07/09/2016    2 recensioni
Allison Morgan credeva di essersi lasciata alle spalle gli Originali con i loro drammi, i loro segreti e quel sempre e per sempre in nome del quale avrebbero fatto qualunque cosa. Sono suoi amici e vuole loro bene ma ha già abbastanza problemi e nemici di cui occuparsi e non vuole avere a che fare anche con quelli dei Mikaelson. Questo fino a quando Rebekah non la chiama in cerca di un aiuto per trovare un posto sicuro per lei e la piccola Hope e orde di cacciatori sono pronti a raggiungere New Orleans in seguito a strani avvenimenti che hanno attirato la loro attenzione. Allison si sente in dovere di avvertire Klaus ed Elijah; solo avvertirli e niente di più. Una volta arrivata nella città del Quartiere Francese però, tutto cambia e lei viene risucchiata dai loro problemi, come già le era successo in passato. Decide quindi di rimanere per un po'. Nel frattempo, in Kansas, Dean e Sam Winchester, avvertito il tumulto tra i cacciatori decidono di partire per New Orleans ed indagare senza sapere però che quel caso-non caso li condurrà dritti dalla loro amica cacciatrice e dai suoi strani amici.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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15.

IL SALVATAGGIO

 

 

 

 

 

Allison tastò con la mano una parete di pietra e terra che sembrava dannatamente solida. Con quella luce magica, per cui avrebbe comprato a Costantine una cassa della sua birra preferita, diede un’altra occhiata intorno e infine poggiò le mani sulle ginocchia piegandosi poco su se stessa. L’aria stava diminuendo lentamente ma costantemente, sudava e il cuore le martellava dentro il petto ad un ritmo spaventoso. Amber la fissava, il viso lentigginoso sporco di fanghiglia e pallido di paura; la cacciatrice avrebbe voluto dirle che avrebbe mantenuto la promessa che le aveva fatto ma iniziava a pensare che forse non sarebbe successo. Avrebbe dato qualunque cosa per un sorso d’acqua ma quel posto era una dannata trappola, camminavano da almeno due ore e tutto sembrava sempre uguale. Un lunghissimo corridoio di terra e puzzo di sangue e morte.

“Moriremo vero?” la voce di Amber suonò incredibilmente forte in quel silenzio, nonostante avesse quasi sussurrato. “Moriremo qui dentro. Non rivedrò mai i miei genitori, né mio fratello né il mio ragazzo.”

L’altra si tolse la camicia rimanendo in canotta e si asciugò la fronte e il viso provando un grande, ma sapeva temporaneo, sollievo. “Non moriremo” le disse anche se non ne era del tutto convinta. “Lasciami solo riflettere un attimo.”

“E nel frattempo?”

Amber era nel panico più totale, Allison lo capiva ma sapeva che farsi prendere dall’ansia non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Era lei che doveva risolvere le cose lì e in quel preciso istante la cosa da fare, prima ancora di trovare un’uscita, era far calmare la povera ragazza che sperava di salvare. “Amber” iniziò cercando di parlare piano. “Se lasci che il panico prenda il sopravvento è la fine. So che hai paura, ne ho anche io, ma dobbiamo rimanere calme” respirò a fondo e si mise a sedere per terra sulla sua camicia oramai sporca e sgualcita. “Parlami della tua famiglia o, meglio ancora, del tuo ragazzo. Come si chiama? Da quanto state insieme, un po’ tutto.”

“Jason” replicò Amber. “Stiamo insieme da un annetto circa. Era uno dei miei migliori amici prima di essere il mio ragazzo. Ho fatto io il primo passo.”

“Sul serio?” sorrise Allison.

La ragazza ricambiò il sorriso. “Sì. Un giorno stavamo guardando un film a casa mia, uno di quei titoli splatter che ai ragazzi piacciono tanto. Ad essere sinceri lui stava guardando il film, io stavo guardando lui. Ad un certo punto si è voltato verso di me e l’ho baciato.”

“Scommetto che l’hai sorpreso.”

“Così tanto che si è alzato e se ne è andato via. Non l’ho rivisto né sentito fino al giorno dopo quando mi ha detto che era scappato via perché doveva riflettere. Ha detto che lo avevo colto di sorpresa, lo avevo confuso. Gli ci è voluto un po’ per capire che anche lui voleva stare con me, ma sai come funziona con i ragazzi, arrivano sempre in ritardo rispetto a noi.”

“Sì” Allison ridacchiò. “È vero.”

“Tu ce l’hai un ragazzo?”

La cacciatrice rimase in silenzio per un po’; non aveva una risposta a quella domanda. Poteva dirle che era innamorata di qualcuno ma non era certa che ricambiasse ma non era quello che le aveva chiesto. “No, non ce l’ho” disse infine. “A dire il vero è un po’ più complicato di così.”

“Che vuoi dire?”

“C’è quest’uomo, si chiama Elijah. Sono innamorata di lui ma non sono sicura che il sentimento sia reciproco.”

“Glielo hai detto? Che lo ami intendo…”

“L’ho fatto,” confermò Allison. “Poco prima di partire per il viaggio che mi ha portata qui.”

Amber le fece un mezzo sorriso. “E cosa ha risposto?”

“Ha detto che è complicato. Gli ho detto che lo è solo se lui vuole che lo sia, poi me ne sono andata.”

“Dagli tempo” le consigliò la ragazza. “I maschi arrivano sempre in ritardo, ricordi?”

Risero entrambe poi Allison si rimise in piedi e le porse la mano. “Coraggio Amber, usciamo da questo posto.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Elijah e Marcel erano arrivati prima di tutti gli altri sul posto che Sam Winchester aveva indicato loro. Lì avevano trovato ad aspettarli l’amico di Marcel, un vampiro di origine russa di quasi mille anni di nome Dimitri. Li attendeva in piedi nel bel mezzo di migliaia di ettari di terra piena di alberi e di erbacce ai lati della statale; pensare che Allison fosse lì da qualche parte mise ad Elijah una grande agitazione. Non aveva captato alcun rumore al suo arrivo, eccetto il verso di alcuni uccelli e quello di alcuni grilli e questo non era un buon segno.

“Dimitri” Marcel salutò il vampiro con un abbraccio veloce. “Quanto tempo.”

“Troppo” rispose lui con un accento russo parecchio marcato. “Sono venuto qui appena mi hai telefonato” arrivò subito al dunque e l’Originale gliene fu grato. “Ho chiesto un po’ in giro prima, ai miei uomini. La tua bella cacciatrice era in città da qualche giorno in compagnia di un altro cacciatore. Indagavano su alcune strane scomparse e a quanto pare il loro caso li stava portando a Yonkers.”

“Non hai trovato nulla?” chiese Elijah. Mentre lo faceva rifletté sul fatto che non si era ancora presentato, ma non aveva tempo dunque confidava nel fatto di non aver bisogno di presentazioni.

Dimitri lo guardò con sospetto per qualche secondo, infine sospirò. “Solo le loro auto e alcune tracce di sangue ma non so di chi sia.” Si fermò quasi stesse pensando. “Ho provato a cercarli ma si tratta di ettari di terreno e Allison Morgan non gode proprio di una buona reputazione tra i miei uomini quindi non vogliono saperne nulla.”

“Oh andiamo Dim, vuoi dirmi che non hai alcuna autorità sui tuoi uomini?” lo derise Marcel.

“Ce l’ho” replicò l’altro. “Ma molti dei loro cari, dei loro amici, sono morti uccisi da Allison Morgan e dai Winchester, quindi ho lasciato che scegliessero se aiutare o meno. Io stesso ho perso il mio migliore amico a causa loro, ma sono qui perché ti devo un favore.”

Elijah scosse poco il capo, ancora alla ricerca di un qualsiasi rumore, un urlo, una richiesta di aiuto. Avrebbe dato qualunque per sentire il tono rauco di Allison chiamare il suo nome, qualunque cosa per poter tornare indietro a quando gli aveva detto di amarlo. Se avesse potuto l’avrebbe stretta tra le braccia, baciata, l’avrebbe fatta sua ancora e ancora e forse non sarebbe partita, sarebbe rimasta e avrebbero passato il loro tempo stretti l’uno all’altra. Sarebbe stata nel caldo di un letto o nella sicurezza delle sue braccia e non sperduta da qualche parte in quel campo abbandonato. Decise di avvicinarsi alla macchina per cercare degli indizi, ogni cosa poteva tornare utile, ma mentre si voltava la sentì; quella voce che amava. Non stava chiedendo aiuto né chiamando il suo nome; stava rassicurando qualcuno.

“Riesco a sentirla” disse a Marcel e Dimitri un attimo prima di correre in direzione del suono.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Bingo!” esclamò Allison felice mentre guardava la grigia di ferro ricoperta da alcune erbacce sopra la sua testa. Allungò la mano per toccarla, sperando che con una sola spinta si sarebbe spostata liberando il passaggio ma si accorse che non ci arrivava. “Amber,” disse girandosi a guardare la ragazza. “Tu sei più alta di me, riesci a toccarla?”

“Posso provarci” Amber singhiozzava di gioia, il viso aveva ripreso colore ad un passo dalla libertà. “Ma che succede se non ci arrivo o se è bloccata?”

La cacciatrice le prese il viso tra le mani. “Hey” le disse. “Siamo qui e quella è un’uscita. Troveremo un modo per aprirla e ce ne andremo. Mi hai capita?” L’altra annuì, si asciugò le lacrime e allungò il braccio alzando lo sguardo. Fu allora che il viso di Elijah comparve attraverso i fori della griglia.

“Allison!” esclamò l’Originale.

“Elijah?” domandò sorpresa lei. “Che ci fai qui?”

“È una lunga storia” tagliò corto lui tirando via la griglia prima di afferrare Amber e farla uscire da lì. “Dammi la mano” disse ad Allison quando fu il suo turno. Ma lei scosse il capo.

“Prima devo fare una cosa.”

“Cosa?”

“Qualunque cosa abbia portato qui me ed Amber prima ancora, tornerà presto o tardi e se non lo fermo farà altre vittime.”

“Allison è una follia” cercò di farla ragionare lui. “Vuoi rimanere lì sotto fin quando qualunque cosa sia non sarà ritornato?”

“Ovvio che no!” esclamò Allison alzando un sopracciglio. “Sono impulsiva ma non pazza. Voglio solo piazzare dell’esplosivo così quando tornerà farà un bel boom e smetterà di fare male alla gente.”

“E dove dovremmo prendere dell’esplosivo?” domandò Marcel affacciandosi con la testa e sorridendo alla sua amica.

“Marcel” sorrise lei. “Fai sempre domande stupide lo sai vero? Nel bagagliaio della mia auto troverai tutto quanto.”

“Ovvio” annuì il vampiro. “Vado a prenderti quello che hai chiesto. Ma esci da lì, piazzerò io l’esplosivo.” Allison allungò le braccia e permise ad Elijah di tirarla fuori. Una volta rimessa in piedi, l’Originale la strinse tra le braccia e lei si sentì al sicuro e a suo agio. Rimasero fermi alcuni istanti, occhi negli occhi, fino a quando anche Sam e Dean fecero la sua comparsa correndo verso di loro con le armi puntate. La cacciatrice si accorse di essere fortunata; aveva degli amici che tenevano a lei, che erano accorsi per salvarla nella più strampalata delle alleanze tra prede e predatori. Guardò Amber che respirava a fondo sdraiata sull’erba e fu felice, soddisfatta per un’altra vita salvata.

Stava per dire ad Elijah che era meglio che andasse a controllare come si sentiva e che le procurasse dell’acqua ma le braccia del vampiro proprio non ne volevano sapere di lasciare la presa. Era piacevole quel tocco, fresco e familiare, il bacio che lui le diede pochi secondi dopo invece sapeva di nuovo e di speranza.

 

 

 

   
 
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