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Autore: Nidhogr    07/09/2016    1 recensioni
Il mondo dei Demoni Nobili non è di certo qualcosa in cui è facile sopravvivere: faide familiari, intrighi, alleanze segrete... E tradimenti. I sacrifici, necessari per porre termine al conflitto che divise le genti degli inferi e che avevano anche lo scopo di eleggere i nuovi Sovrani, furono ingenti.
Purtroppo però nessuno lo venne mai a sapere, nemmeno la maggior parte dei diretti interessati. Questo perché il sangue che venne fatto scorrere e che, nel silenzio generale, continua a scorrere ancora oggi non venne mai alla luce...
Tutto questo però era destinato a cambiare dal momento in cui un giovane ragazzo, sbucato dal nulla, entrò nella vita dell'erede del casato Gremory, iniziando a ficcare il naso nelle faccende di quell'antichissimo casato senza alcun apparente motivo logico.
Nemmeno la giovane Rias Gremory, futuro capo della famiglia, sospettava che l'identità di quel ragazzo avrebbe turbato profondamente la vita di una certa famiglia di Demoni Nobili...
Tratto dalla Storia:
"Allora? Cosa si prova a scoprire di essere la preda e non il cacciatore? Piuttosto frustante non è vero?"
...
"Considerando come alla fin fine le tue azioni mi sono tornate utili ti concederò perlomeno una morte rapida e indolore: addio..."
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Dichiaro di non avere alcun diritto sul mondo di High School DxD e sui personaggi da esso tratto, a parte personaggi da me inventati e inseriti in tale ambientazione in questa Fan Fiction, inoltre dichiaro che nel caso qualcuno riconosca in ambientazioni o personaggi accenni o ispirazioni a qualcosa su cui hanno diritto e non dovessero approvare allora non esitino a contattarmi: tali evenienze non sono atte a rubare idee o altro e provvederò immediatamente a rimuovere qualsiasi cosa consideriate come un furto di idee o di diritti, dal momento che scrivo questa Fan Fiction solo come svago senza alcun fine collegato al lucro o ad altro di simile.
 
Life 1
 
… Perché le cose erano andate in quel modo? La sera prima tutto sembrava starsi mettendo in maniera a me decisamente congeniale: avevo battuto una donna angelo caduto al suo stesso gioco, potendo così svagarmi un po’ dopo un mese di noiosa scuola umana e per di più avevo confermato che in quella città vi era in corso qualcosa che avrebbe potuto fungere come un buon diversivo, per cui persino un demone avido per natura come me avrebbe potuto chiedere ben poco in più…
[ Xylon-sama, glielo chiederò un’ultima volta: si è divertito all’appuntamento di ieri? ]
Dal tono della voce che si sentiva arrivare dal cerchio magico vicino al mio orecchio destro normalmente si sarebbe potuto pensare che la persona dall’altro lato stesse per l’appunto solamente chiedendo come fossero andate le cose il giorno prima, ma io che la conoscevo da anni sapevo come stavano davvero le cose: ormai ero morto!
Sia che rispondessi o che continuassi a tacere come stavo facendo da un quarto d’ora, per poi manco parlare del mentire, sarei sempre andato incontro a una sentenza di morte certa, per cui tutto quello che potevo fare era cercare di prolungare un po’ il tempo che mi restava.
<< Per caso ieri i tuoi famigli erano al parco? >>
[ Le ricordo che non è educato rispondere a una domanda con un’altra… Ma si, è proprio in tal modo che sono venuta a conoscenza del vostro piccolo svago. ]
Dannazione, quindi erano proprio così che erano andate le cose!
Purtroppo quella persona e i suoi famigli erano tra le poche persone di mia conoscenza che non ero in grado di percepire senza restare pienamente all’erta e questa volta ciò sembrava che avrebbe potuto segnare la mia fine: e pensare che vi era ancora molto che volevo fare nella vita…
<< Beh, come dire, è stato abbastanza gradevole prendersi gioco di quell’angelo caduto… >>
[ Xylon-sama, sapete bene che non è quello che intendo, vero? ]
In quel genere di momenti mi sentivo impotente come in nessun altro frangente della mia vita: per quale diamine di motivo doveva divenire così ostinata su questioni simili?!
A quanto pareva avrebbe neutralizzato qualsiasi strategia avessi potuto provare a mettere in atto, per cui non mi restava che farmi avanti e cadere con onore, per quanto di certo non fosse qualcosa che mi andasse a genio, per niente.
<< Ehm… Ammetto che di per se l’appuntamento è stato divertente, anche se era fittizio. >>
[ … ]
<< Asami? Sei ancora li? Per favore di qualcosa! >>
Sinceramente quando se ne stava in silenzio come in quel momento era quando vi era da preoccuparsi di più: il mio stomaco non si era ancora ripreso dall’ultima volta in cui era accaduto e non ero confidente di poter sopravvivere a un altro dei suoi piatti speciali.
Detto questo, sembrava che per il momento avesse sentito abbastanza per quanto concerneva quel lato della faccenda, per mia sfortuna, per cui finalmente passò a parlare di ciò per cui l’avevo inizialmente chiamata, per quanto ad essere sincero me ne fossi pentito immediatamente quando scoprì che era al corrente di buona parte dei fatti della sera precedente.
[ Quindi ha confermato personalmente che gli angeli caduti sembra stiano architettando qualcosa a Kouh Town?]
<< Si, altrimenti non si spiegherebbe perché in una città territorio dei demoni e con due famiglie di nobili a gestirla gli angeli caduti siano così attivi. >>
[ In effetti è sospetto anche come siano usciti così facilmente allo scoperto, per quanto da quello che mi avete riferito sembrerebbe solo che siano troppo presuntuosi. ]
Anche se vi potevano essere altre spiegazioni, sinceramente dopo l’incontro con Reynalle sinceramente ero abbastanza certo che fossero semplicemente stupidi e presuntuosi, visto che tipo era la donna che li comandava, ma comunque non potevo ancora darlo per certo.
<< Per il momento direi di lasciarli stare, ma gradirei che tu li tenessi un po’ d’occhio: meglio prendere delle precauzioni per evitare che le cose ci sfuggano di mano. >>
[ Ricevuto, procederò immediatamente… E lei cosa farà invece? ]
<< Penso che sia giunta l’ora che mi metta in azione: di sto passo è questione di poco prima che inizino ad avere dei sospetti… Ah, ricordati di ringraziare Rob da parte mia: come al solito il suo portafortuna ha svolto alla meraviglia il suo compito. >>
[ Sarà fatto: sono certa che sarà felice di sentire come gli siate grato… E ricordatevi di attendere con trepidazione il prossimo pasto. ]
<< … Eh? Che cos’hai detto? Asami? Asami?! Asamiiiii!! >>
Purtroppo non ottenni più risposta: aveva chiuso la comunicazione…
A questo punto spostai lo sguardo su ciò che vi era sul tavolo proprio davanti a me: diversi tipi di pane, di marmellate, di formaggio e abbondanza di prosciutto con delle uova, ovvero una classica colazione della zia per quanto fortunatamente quell’oggi ci fosse andata un po’ più leggera con le quantità.
Sinceramente osservandolo non potei trattenere una lacrima che mi scese dall’occhio sinistro al pensiero che quello sarebbe stato il mio ultimo pasto affidabile prima che mi ritrovassi a pagare per aver osato un po’ troppo il giorno prima.
<< Sarà meglio che mi sbrighi a mangiare per poi andare a scuola… >>
 
*
 
Finalmente si era fatta sentire la campanella della pausa pranzo, la quale era divenuta una delle mie melodie preferite in quel mese di scuola, per quanto quell’oggi mi mettesse un po’ meno di buon umore: a quanto pareva in preparazione al cibo si quella sera Asami aveva convinto anche la zia a non prepararmi nulla per pranzo e dal momento che ciò il giorno prima non me lo aspettavo minimamente non mi ero potuto preparare nulla da solo…
Quindi non mi restava che una cosa da fare, dal momento che la caffetteria della scuola a quell’ora era decisamente troppo caotica per i miei gusti.
<< Oh? Quello sembra buono: fammi assaggiare. >>
Alzatomi dal mio banco e avvicinatomi a un altro non attesi la risposta di colui che vi era seduto e presi un pezzo di pollo fritto dal *bentō che aveva davanti a se per poi mangiarlo senza indugi: non c’era che dire, dovevo ammettere che la mia cucina era ancora inferiore.
<< Ohi! Di nuovo?! Oggi per quale motivo non hai il pranzo, Xylon? >>
<< Diciamo che ho avuto delle complicazioni a casa… Ma piuttosto, Yosuke, vi è una cosa che volevo chiederti da un po’… >>
Il ragazzo a cui mi stavo rivolgendo e al quale stavo continuando a rubare pezzettini del suo pranzo era Tono Yosuke, un ragazzo con i capelli castani pettinati in diagonale all’indietro con il gel in maniera simile al figlio del protagonista di un certo manga e con un’altezza sul metro e ottanta, membro del club di karate della scuola e a cui piaceva mettere in mostra i muscoli delle braccia, motivo per il quale teneva le maniche della divisa scolastica risvoltate fino alle spalle.
Da quello che avevo sentito aveva iniziato a cucinare verso metà delle scuole medie perché aveva sentito che i ragazzi bravi in ciò avevano più successo con le ragazze, ma proprio per via di ciò vi era qualcosa che mi incuriosiva.
<< Visto che sei così bravo a cucinare, perché non hai ancora una ragazza? Non penso che sia per una tua mancanza d’interesse. >>
Nel sentirmi dire quelle parole Yosuke si dimenticò di continuare a proteggere il suo cibo dai miei assalti, i quali a dirla tutta non ne stavano comunque risentendo, per passare invece a mettersi le mani tra i capelli pieni di gel e mostrarmi proprio l’espressione esasperata che speravo di vedere e che mi fece formare un sorrisetto sadico in volto.
<< Gyaaah! Ti ci metti anche tu Xylon?! >>
<< Oh? Che succede? Chi si sta divertendo a torturare Yosuke senza di me? >>
<< Sparisci Take! Uno solo che mi prende per i fondelli è già più che sufficiente! >>
Il ragazzo che si era appena unito alla conversazione si chiamava Hiraki Takeichi, un membro del club d’atletica della scuola che a quanto pareva conosceva Yosuke sin da quando erano bambini e che sin da allora si divertiva a stuzzicarlo sull’argomento che per lui era il più doloroso: ovvero il suo scarso successo con le ragazze.
<< Alla fine anche Zimmer ha notato i tuoi problemi con le ragazze? >>
<< Ti ho detto di startene alla larga per la miseria! Perché queste cose devono sempre capitare a me?! >>
Al contrario del suo amico Takeichi non era il tipo da cercare di dare nell’occhio, infatti indossava la divisa perfettamente come da regolamento e sinceramente il modo in cui lasciava che i discretamente lunghi capelli neri gli coprissero gli occhi contribuiva a renderlo ancora meno notabile a mio parere.
Inoltre al contrario di Yosuke lui attualmente riusciva ad avere un discreto successo con le ragazze, ulteriore motivo per cui l’amico si irritava particolarmente quando egli gli tirava delle frecciatine.
<< Devi sapere Zimmer che il suo problema è uno solo: quando si ritrova davanti a una ragazza alla quale è interessato inizia a sudare come se fosse in una sauna turca e a strabuzzare gli occhi. >>
<< Beh, questo spiega tutto… Pft! >>
Sinceramente riuscì a stento a trattenere una risata, proprio come Takeichi e al vedere ciò la fonte del nostro divertimento iniziò a dimenarsi ancora di più e ad emettere grida di sofferenza, il che alla fin fine non fece che farci divertire ancora di più: sinceramente quei due erano uno dei pochi lati positivi di ritrovarmi in quella scuola e soprattutto in quella classe.
<< Si, è vero! Non ho successo con le ragazze! Ma non voglio sentirmelo dire da uno che invece ce l’ha nonostante sia uno dei tipi più monotoni della scuola… O da uno straniero di bell’aspetto! Prima o poi la mia invidia riuscirà a trasformasi in una maledizione diretta a voi due! >>
Sinceramente uno dei suoi ultimi commenti mi fece smitteredi ridere: si, a dirla tutta mi ritenevo anche io discretamente di bell’aspetto e a quanto pareva la mia frangia color smeraldo sembrava aiutare, ma a dirla tutta l’essere popolare con le ragazze in quel momento non era proprio il mio interesse principale, soprattutto ripensando a ciò che avrei dovuto affrontare quella sera.
“O diamine, sta iniziando a farmi male lo stomaco…”
Mentre io iniziavo a soffrire in silenzio e Yosuke continuava a soffrire rumorosamente, una ragazza che fino a qualche attimo fa stava chiacchierando con delle sue amiche, le quali a quanto pareva avevano deciso di spostare la conversazione da qualche altra parte, si avvicinò a noi e iniziò a dare delle pacche sulla larga schiena di Yosuke, il quale sorpreso smise si lamentarsi e si voltò per vedere chi fosse, ritrovandosi con lo sguardo che si illuminò quando ebbe la risposta.
<< Fuyuko-chan! >>
<< Su, su! Nella vita c’è di peggio… E comunque puoi consolarti pensando di essere meglio del duo di pervertiti del secondo anno. >>
A sentire quelle parole il ragazzo divenne ancor più raggiante, al punto tale da diventare persino un po’ fastidioso da guardare, ma perlomeno ciò non dipendeva solo dal come volesse a tutti i costi essere popolare con le ragazze: in fin dei conti Masuo Fuyuko non era di certo una ragazza qualsiasi li a Kouh Town. Non solo come aspetto competeva con le due ragazze più famose della scuola, per quanto perdesse leggermente come davanzale, ma attualmente era famosa in tutta la città dal momento che era la ragazza immagine della pasticceria del padre che per l’appunto aveva una certa fama, per cui la si poteva senz’altro definire una celebrità locale.
<< Davvero? Non sono senza speranze?... Allora usciresti con me? >>
Al sentire queste parole il suo amico non poté evitare che portarsi una mano alla faccia in segno di rassegnazione e sinceramente non potevo dargli torto: quel ragazzo non sapeva proprio quando era il caso di starsene buono e di accontentarsi. Comunque in tutta risposta alla sua domanda la ragazza giocherellò un attimo con i lunghi capelli castano scuro che gli scendevano fino a un po’ sotto le spalle per poi congiungere le mani e piegarsi un po’ in avanti facendo un lieve inchino.
<< Scusa ma non sei proprio il mio tipo! >>
<<… Ohi, Yosuke, sei ancora vivo? >>
Non appena udita la risposta di Masuo il ragazzo sembrava aver perso tutte le forze che aveva in corpo per poi collassare sul suo banco mentre un torrente di lacrime iniziava a sgorgare dai suoi occhi: che dire, si raccoglie ciò che si ha seminato, no? Sinceramente chiunque con un briciolo di cervello avrebbe compreso che quella sarebbe stata la risposta della ragazza.
<< Ehm, sono stata troppo diretta con lui? >>
<< Tranquilla, è stata colpa sua per essersi illuso… Non è forse vero Kyoshi? >>
Questa volta il ragazzo al cui mi ero rivolto era un tipo con gli occhiali e i capelli marrone sabbia che stava seduto qualche banco più in la ed era intendo a leggere un libro che teneva con una mano, mentre con l’altra sorreggeva un tramezzino che aveva quasi finito di mangiare…
E a quanto pareva il fatto che lo avessi chiamato non gli andava molto a genio, come mi ero aspettato.
<< Possibile che non possa mai passare manco una sola pausa pranzo senza che voi facciate casino? Statevene un po’ zitti, idioti! >>
<< Eh?! A chi stai dando dell’idiota, eh?! >>
Sentendosi insultare in quel modo da Kyoshi l’ormai apparentemente defunto Yosuke sembrò resuscitare e iniziò subito a guardare storto l’altro ragazzo. Kyoshi Egami era un membro del club di basket della scuola e come altezza rivaleggiava con il povero ragazzo sfortunato con le ragazze, ma al suo contrario era un tipo piuttosto serio che non sopportava molto l’essere infastidito per delle piccolezze, per quanto alla fin fine avesse sempre l’educazione di rispondere quando qualcuno gli rivolgeva la parola.
<< Cosa c’è? Sei sordo oltre che idiota? Idiota? >>
<< Ora lo hai detto! Vieni qua che sistemiamo la faccenda! >>
<< Su, su ragazzi! Alle ragazze non piacciono i tipi violenti. >>
<< Quindi se non mi comporto da violento uscirai con me?! >>
All’udire ciò tutti noi altri ragazzi, persino Kyoshi che aveva finito il tramezzino, ci portammo una mano alla faccia increduli dinanzi alla stupidità e disperazione di Yosuke: come diamine poteva ripetere due volte di fila quella scena senza conoscerne già il risultato? Sinceramente stavo iniziando a provare pena per lui, per quanto non riuscì a trattenere le risate quando Masuo ripeté gli stessi movimenti e le stesse parole di prima, facendo nuovamente cadere Yosuke in uno stato di morte apparente.
<< Scusa ma non sei proprio il mio tipo! >>
Non c’era che dire, tutto sommato non ero finito in una classe noiosa, per quanto vi fosse qualcuno in essa sufficiente a far pendere la bilancia dal lato opposto, come mi sarei ritrovato costretto a ricordare nel giro di poche ore…
<< Cosa?! Il mio bentō è vuoto! >>
<< Grazie mille per il cibo: era delizioso. >>
<< Non sono manco riuscito ad assaggiarlo! >>
Ma per il momento mi godevo la pausa pranzo, la quale sinceramente era divenuta una dei miei momenti preferiti della giornata…
 
*
 
Stavo percorrendo i corridoio di uno degli edifici scolastici dopo circa un’ora dal finire delle lezioni, cosa dovuta al fatto che quell’oggi avessi finalmente ceduto alla richiesta di Yosuke di fare un salto al suo club di karate, dal momento che stava cercando di convincermi ad entrare.
Detto questo, sincerante per quanto trovassi divertente la compagnia di quel ragazzo e che fare un po’ di attività fisica di certo non mi dispiaceva, purtroppo non riuscivo a provare interesse con il competere con degli umani che avrei facilmente potuto uccidere a mani nude, per quanto durante l’incontro a cui mi fece prendere parte durante la visita feci finta di non avere alcun esperienza nel combattimento lasciandomi sconfiggere.
“Fin qui nessun problema dal momento che comunque è stato più interessante di quanto mi aspettassi… Ma perché dovevo incontrare proprio lei?!”
La causa del mio malumore era che proprio davanti a me in quel momento vi era Sona Shitori la quale era appena uscita da un’aula e che tra l’altro era in compagnia della vice-presidente del consiglio studentesco, Tsubaki Shinra e ad altre due ragazze molto famose nella scuola con le quali non avevo ancora interagito in quel mese che avevo passato li: Rias Gremory e Akeno Himejima, rispettivamente la più popolare ragazza della scuola e la seconda nella stessa classifica.
<< Zimmer-kun? Che cosa ci fai ancora a scuola a quest’ora? Le lezioni sono finite già da un’ora. >>
<< Vedo che sei amichevole come sempre Shitori… Comunque sono ancora qua solo perché mi sono fermato al club di karate su richiesta di un mio compagno di classe. >>
Come al solito non sembrò piacergli particolarmente che mi fossi rivolto a lei senza usare alcun onorifico, per quanto l’avessi chiamata per cognome e sembrava che non fosse andato a genio neanche a Shinra, la quale iniziò a guardarmi torvo, mentre invece le altre due ragazze sembravano incuriosite dalla situazione.
Ma sincerante ciò mi importava ben poco al momento visto che con una certa mia preoccupazione la *Seito-Kaichou sembrava stesse riflettendo su qualcosa e purtroppo nel tempo trascorso in classe con lei avevo imparato che non fosse un buon segno…
E a quanto pareva non mi sbagliavo.
<< Per caso questo compagno di classe è Tono Yosuke? Lo stesso a cui oggi hai rubato il pranzo? >>
Sinceramente quella era l’ultima cosa che mi sarei aspettato di sentirle dire: come diamine faceva a saperlo? Sicuramente Yosuke o altri di quelli presenti in classe in quel momento non erano andati a fare la spia per una cosa simile, dal momento che per l’appunto la vittima stessa aveva chiuso la questione dopo che gli avevo promesso che la prossima volta gli avrei dato un po’ del mio cibo, per cui sinceramente non avevo idea di come potesse saperlo e ciò mi preoccupava.
“Possibile che mi stia sorvegliando senza che me ne sia accorto?! Questo non va bene…”
Vista la piega che sembrava stesse prendendo la situazione io mi preparai per rilasciare il mio potere demoniaco nel qual caso le cose fossero degenerate, dal momento che di certo non intendevo farmi catturare o altro, ma a quanto pareva i miei timori erano infondati.
<< Oggi avevo mandato Saji a prendere del materiale che ci serviva e mentre tornava  è passato davanti alla nostra classe… Sentendo di come tu avessi rubato il pranzo al tuo compagno. >>
In quel momento avrei seriamente voluto andare a cercare quel ragazzo e riempirlo di pugni, visto che quello che stava succedendo era colpa sua, ma anche tralasciando che fare ciò mi avrebbe causato non pochi problemi,  ora come ora dovevo cercare di risolvere la questione con Shitori.
<< Tanto per essere chiari, non l’ho fatto con la forza e lui stesso mi ha perdonato quando gli ho promesso di dargliene un po’ del mio domani, per cui dov’è il problema? >>
<< Il problema è che rubare il cibo altrui è un qualcosa che non va fatto, indifferentemente dal se dopo si viene perdonati. >>
<< Capirei se si fosse trattato di un furto in piena regola, ma è solo stato uno scherzo amichevole tra compagni di classe. >>
Cercare di ragionare con quella ragazza era una delle cose più stancanti e snervanti che avessi mai fatto in vita mia, per quanto dovessi ammettere che difficilmente si sarebbe potuto trovare una persona più adatta di lei a ricoprire la carica di Seito-Kaichou, anche se era proprio quello il problema per me al momento.
<< Scherzo amichevole o no resta che hai fatto qualcosa di sbagliato e per di più non mi sembri nemmeno pentito di ciò. >>
<< Scusa, potrei farti una domanda? >>
<< Cosa succede? Se pensi di potertene uscire con qualche scusa allora lascia pure star- >>
<< Non ti preoccupi che ti possa riempire la faccia di rughe sin da giovane a preoccuparti in sto modo anche per delle sciocchezze? >>
Nell’udire queste mie parole la ragazza si zittì improvvisamente per poi restare con una faccia a metà tra lo stupito e lo sconcertato, proprio come anche le altre tre fanciulle li presenti…
Ma ciò durò solo pochi attimi visto che subito dopo il volto di Shitori iniziò a tingersi leggermente di rosso mentre mi rivolgeva uno sguardo più truce di qualsiasi altro mi avesse rivolto fino ad ora, scena che sinceramente mi fece iniziare a ridere non poco visto che quella era la prima volta da quando l’avevo incontrata che faceva una faccia così buffa.
<< Ahaha! Allora anche tu puoi fare simili espressioni! Ahaha! >>
<< Che maleducato! Come ti permetti di ridere della Seito-Kaichou!? >>
L’intervento si Shira non fece che divertirmi ancora di più visto come anche lei aveva un espressione abbastanza buffa, ma le mie risate non continuarono a lungo: a quanto pareva anche le altre due ragazze non avevano gradito il mio comportamento.
<< Sona, quindi questo sarebbe lo studente straniero? A quanto pare è persino più maleducato di quanto tu mi abbia detto. >>
<< Dire qualcosa di simile a una ragazza per poi ridere di lei, decisamente un comportamento vergognoso. >>
A quanto pareva avevo esagerato un po’, lo dovevo ammettere, ma visto quanto era stata insistente quella ragazza sinceramente non ero riuscito a trattenermi dal prenderla un po’ in giro, anche perché quello era il metodo più efficace per farla smettere sinceramente.
Ma a questo punto era chiaro che fosse meglio che me ne andassi subito, visto che non solo le ragazze li presenti adesso sembrassero trovare abbastanza sgradevole la mia presenza, ma anche perché non volevo dare il tempo a Shitori di riprendere con la sua ramanzina.
<< Chiedo scusa per essermi lasciato prendere un po’ troppo la mano: domani in classe cercherò di farmi perdonare… Ma adesso sarebbe ora che me ne torni a casa. >>
<< Te l’ho già detto: dopo che si ha fatto qualcosa di sbagliato è già troppo tardi. Comunque per sta volta lascerò stare il tuo commento… Sulle rughe… >>
A questo punto ripresi a camminare per il corridoio lasciandomi alle spalle il quartetto di ragazze, i cui sguardi torvi riuscivo quasi a sentirli sulla mia schiena e mi incamminai per uscire da scuola e tornare a casa…
 
*
 
Ormai gli edifici scolastici erano scomparsi dalla mia vista già da qualche minuto e non sentivo la presenza di nessuno li nei dintorni… Per cui finalmente lasciai andare la risata che trattenevo già da un po’ ma che non potevo rischiare di far udire a quelle ragazze, dal momento che sarebbe stato meglio non compromettere troppo i miei rapporti con loro.
<< Un demone che fa una predica sul non fare cose sbagliate? Scusate ma questo è troppo! Ahaha! >>
In realtà non ero uno di quei demoni convinti che la nostra specie dovesse rappresentare il male del mondo, dal momento che per quanto alcuni ne fossero convinti le cose non stavano così, ma comunque sentire un demone parlare in quel modo restava comunque abbastanza ridicolo soprattutto se in merito a cose simili, per cui non potevo non ridere.
[ Sembra che si stia divertendo, Xylon-sama. ]
“Asami? In questo momento sono fuori casa… Hai preso le dovute precauzioni, vero?”
[ Mi scusi, ma scordarsi cose simili è più da lei che da me. ]
“ Touché, questa te la devo concedere.”
Trovandomi fuori dal mio alloggio che avevo protetto con degli incantesimi per insonorizzarlo in modo che dall’esterno nessuno potesse sentire quello che succedeva all’interno, per contattarmi Asami questa volta aveva utilizzato una via di comunicazione mentale in modo che potessi per l’appunto conversare telepaticamente senza dover parlare e per non dare nell’occhio continuai a camminare verso casa come se nulla fosse.
[ Per caso è successo qualcosa di particolarmente gradevole? ]
“Oggi sono entrato in contatto per la prima volta con Rias Gremory e-“
[  Oh? Ma davvero? Deve essere proprio stato gradevole visto come rideva… ]
“Asami, aspetta! Quello non centra! Stavo ridendo perché l’erede dei Sitri aveva detto qualcosa di ridicolo!”
[ Stia tranquillo, capisco, non c’è bisogno che mi spieghi… ]
“Invece di che c’è ne bisogno: tu non hai capito nulla!”
Prima avevo pensato che avere a che fare con la Seito-Kaichou fosse stancante, ma dovevo ricredermi: ciò era nulla rispetto ad avere a che fare con questa donna e di certo non metteva a rischio la mia vita nello stesso modo! Comunque dopo un paio di minuti in cui provai disperatamente a spiegarle quello che era successo sembrò comprendere…
O almeno così speravo che fosse.
“A volte parlare con te mi fa perdere qualche anno di vita… Comunque per quale motivo mi hai contattato senza attendere che tornassi nel mio alloggio?”
[ Per prima cosa adesso non stiamo parlando: stiamo comunicando telepaticamente e questo è diverso… ]
“…”
[ Comunque l’ho chiamata perché pensavo che volesse sapere ciò che sto per dirle al più presto: siamo riusciti a catturare i soggetti che voleva. ]
“… Perfetto, adesso non resta che aspettare il momento giusto e farli entrare in città senza che se ne accorgano.”
[ A tal proposito, vi è un fatto che penso possa tornarci utile… ]
A questo punto me ne restai ad ascoltare ciò che Asami aveva da dirmi senza tentare di interromperla e più andava avanti con la sua spiegazione, più si allargava il sorriso sulla mia faccia: sembrava proprio che ultimamente stessi diventando una calamita per i colpi di fortuna, visto che ciò che avevo appena sentito era proprio l’ideale per ciò che avevo in programma.
“Perfetto, non posso chiedere di meglio: rendi William con te e procedete... Asami?”
[ Xylon-sama, penso di potermene occupare da sola… ]
“Ancora non lo sopporti? Scusa ma è meglio coinvolgere anche lui per assicurarci che tutto vada bene.”
[ … Come desidera. Allora procederò al più presto… E Yuki vi saluta. ]
“Salutala anche da parte mia e dille che presto se tutto va bene potrà di nuovo vedermi.”
[ Sarà fatto. Allora la saluto… Spero che gradirà la cena. ]
“Eh? Asami? Stai scherzando, vero? Asami? Asamiiiii!”
Nuovamente aveva interrotto la comunicazione senza darmi il tempo di dirle qualcosa, ma da quello che aveva appena detto di una cosa ero certo: quella sera avrei dovuto lottare per poter arrivare vivo alla mattina successiva.
“Trattandosi di un suo piatto non ho scampo, dannazione…”
 
Note:
*Seito-Kaichou: Presidente del Consiglio Studentesco
* bentō: è un vassoio contenitore con coperchio, di varie forme e materiali, adibito a servire un pasto, in singola porzione, preparato in casa o all’aperto. Si tratta di un oggetto comune nella cucina giapponese.
 
Eccomi qua con un nuovo capitolo, il quale devo ammettere non è particolarmente movimentato.
Come penso abbiate notato ho voluto parlare un po’ più nel dettaglio della classe di Xylon e introdurre alcuni suoi compagni di classe che in futuro torneranno certamente a farsi vedere, questo perché per l’appunto volevo dare un po’ più di peso all’ambientazione di sfondo dei giorni quotidiani del protagonista.
A tal proposito dico ancora che spero di essere riuscito a rendere almeno un po’ interessanti questi personaggi…
Ma facciamo adesso un passo indietro e parliamo di Asami: come ormai avrete capito è la stessa bambina che viene menzionata nella Prefazione e tutt’ora si prende cura si Xylon come cameriera, anche se come si è potuto vedere a volte è difficile capire chi comandi tra i due XD
Qui aggiungo un ringraziamento a Shenron 87 perché mi ha dato un’idea carina nella recensione che ha fatto e che per l’appunto ho deciso di mettere in questo capitolo, visto che sinceramente mi sembrava l’ideale per dare una ridimensionata a Xylon XD
Adesso andiamo invece alla parte della storia dove ci sono più scintille: ovvero la discussione con Sona.
Come si è già potuto vedere nel capitolo prima lei e il protagonista non vanno per nulla d’accordo, dal momento che lei è troppo inflessibile e seria anche sulle piccolezze per i gusti di Xylon, motivo per il quale quest’ultimo pur di chiudere la questione esagera un po’ finendo per di più con l’attirarsi l’antipatia anche di Rias e Akeno, che per l’appunto incontra veramente, nel senso che ci parla, per la prima volta solo adesso…
Coincidenza? XD
Alla fine decide di scusarsi per evitare di inimicarsi troppo le ragazze più popolari della scuola e se ne torna a casa… E durante il tragitto possiamo nuovamente assistere a una scena dove si stenta a credere che sia lui il padrone e non Asami XD
Ma scherzi a parte, pian piano sembra che questo suo piano stia procedendo, infatti vi posso assicurare che nel prossimo capitolo le cose si faranno più movimentate e inoltre sono stai accennati anche due nuovi personaggi che appariranno più avanti: uno che si chiama William e con cui Asami non sembra per nulla andare d’accordo e una fantomatica Yuki verso la quale Xylon sembra mostrare una certa tenerezza…
Ma per il momento non vi dico altro XD
Spero di sentirvi nelle recensioni, alla prossima.
   
 
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