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Autore: Hiroshi84    08/09/2016    4 recensioni
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Versione romanzata del celebre videogioco:
"La mia navicella per quanto possa essere veloce e ben attrezzata per sostenere combattimenti spaziali, c’è da dire che loro sono tantissimi e io sono da solo. Come diamine faccio?"
Genere: Generale, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dannazione! Me la sono vista proprio brutta! C’è mancato davvero poco che quei fottutissimi alieni mi disintegrassero!
Fortunatamente sono stato io ad avere la meglio su di loro e adesso non mi resta che andare avanti, con la speranza di essere altrettanto fortunato nel caso dovessi ingaggiare altri scontri.
Purtroppo so di certo che non è ancora finita e presto ne verranno altri per farmi fuori.
Quei bastardi sono inoltre fortemente decisi e motivati ad invadere la Terra, la Base mi ha addossato una responsabilità enorme.
In sostanza hanno riposto praticamente su di me tutte le speranze.
La navicella per quanto possa essere veloce nonchè ben attrezzata per sostenere combattimenti spaziali, c’è da dire che loro sono tantissimi e io sono da solo. Come diamine faccio?
Prima di me hanno mandato altre due navicelle con altrettanti piloti. Risultato? Ci hanno lasciato le penne sin dal primo contatto. Poveri loro, erano i miei compagni, ed erano anche i miei amici. Io piuttosto, ancora non mi capacito di come sono riuscito a vincere sette battaglie...
Eh già, sette battaglie ma non la guerra, che mi sa, si prospetta davvero lunga.
Pazzesco. Hanno mandato in tutto tre navicelle per tentare un’impresa disperata, ovvero di eliminare ad uno ad uno quei musi verdi, riportare la pace nel nostro pianeta e ovviamente riportare il culo sano e salvo a casa.
Quindi sono rimasto io, in pratica e in teoria dovrei fare miracoli? Mi sa che alla Base si son bevuti letteralmente il cervello!
Ma poi perché ce l’hanno con noi? Cosa vogliono? Sembra improbabile che il re degli alieni una mattina si svegli e dica “Dobbiamo conquistare la Terra, andiamo e attacchiamoli senza pietà!”, la cosa non sta né in terra e né nello spazio.
Saperne il vero motivo credo non sia possibile, sappiamo solo che costituiscono una minaccia aggressiva e devono essere necessariamente fermati, pardon polverizzati.
 
Cribbio! Neanche il tempo di grattarsi il culo! Ne arrivano altri, sono in lontananza, li vedo.
Ma prima devo avvertire la Base, apro la rete e nervoso come sono, lascio trasparire il mio stato di agitazione.
«Base, qui il capitano Joseph Scilix, avvistamento alieni in direzione per la Terra, una nuova ondata in avvicinamento, solito schieramento in file da undici e schema d’attacco univoco con la solita tattica strutturata in ampi e ordinati zig-zag, tra poco ingaggerò uno scontro!»
Dalla Base la loro risposta è immediata.
«Capitano innanzitutto mantenga la calma, lei è stato addestrato anche per questo. Mantenga la calma e ne uscirà indenne!»
Pochi secondi di silenzio che sembrano interminabili per poi la Base fornirmi istruzioni.
«Azioni i bunker difensivi in modo tale da essere coperto dai proiettili laser dei nemici, ma non si dimentichi che possono reggere fino ad un certo punto, dal momento che una volta gravemente danneggiati le serviranno a ben poco.»
Eseguo l’ordine anche se conosco a memoria le procedure da attuare in riferimento ai precedenti scontri, e tramite un pulsante della navicella, vengono espulse quattro capsule che a tre quarti di distanza dagli alieni si aprono formando quattro grandi bunker difensivi immobili.
«Base, ordine eseguito, gli alieni si stanno avvicinando e già qualcuno di loro ha cominciato a spararmi!»
Altri interminabili infiniti secondi…
«Capitano Scilix adesso è tutto nelle sue mani, in bocca al lupo, stia concentrato e mantenga aperta la rete in caso di comunicazione.»
«Messaggio ricevuto, grazie e… crepi il lupo!»
Sempre se non crepo io per primo.
Ok iniziano le danze! Fatevi sotto luridi schifosi, di voi non rimarrà neanche una briciola. Tramite un altro pulsante aziono il cannone mobile, è pronto per sparare, ma devo stare attento a non colpire i bunker difensivi stessi, ciò comporterebbe a deteriorarli e di conseguenza ad aiutare involontariamente quei bastardi.
La mia navicella in dotazione ha un sistema di pilotaggio molto semplice ed efficace, con questa comoda cloche posso spostarmi agilmente dove e quando voglio, mentre con questo pratico pulsante rosso laterale, ho la possibilità di sparare illimitati proiettili laser. L’unica pecca e che posso sparare un colpo per volta.
 
Una cascata di proiettili laser tenta di colpirmi ma riesco a scansarli facilmente.
Non mi resta che attuare una strategia che già si è rilevata in precedenza vincente, ovvero quello di muovermi a destra e a manca repentinamente sparando a tutto ciò che si muove in maniera mirata. La fortuna è dalla mia parte, persino alcuni colpi casuali vanno a segno.
Yeah!!! Yeah!!! Yeah!!! Yeah!!!
Riesco a distruggere trenta piccole astronavi nemiche, sono gasato. Si, penso proprio che anche stavolta vi farò a tutti un culo così.
Cosa vedono i miei occhi? Una Nave del Mistero!
È una grande nave spaziale nemica piena di ufficiali nemici, devo cercare di colpirla, il cannone mobile essendo cosi potente basta un singolo colpo per disintegrarla, ma devo anche tenere conto delle astronavi aliene che proprio adesso stanno cominciando a muoversi più speditamente, ne sono rimaste ventiquattro da distruggere, oltre che spararmi addosso, vorrebbero tentare di oltrepassarmi per raggiungere la Terra, non prima che mi mandino al Creatore.
Non posso permetterlo, ma la Nave del Mistero…
Oh al diavolo, ci voglio provare, se dovessi riuscirci creerei scompensi tra le file nemiche, e poi è solo un semplice nave da trasporto priva di armamentari. Con il cannone mobile mi cimento a sparargli contro una serie di colpi ma seppur risulti poco rapida non riesco proprio a centrare il bersaglio prefissato.
Intanto alla Base, grazie alle telecamere esterne della navicella stessa e per ovvi motivi assistendo fin dall'inizio a ciò che avviene, decidono di mettersi in comunicazione con me.
«Sono il generale Nishikado, abbandoni l’idea di neutralizzare la Nave del Mistero, gli alieni si stanno avvicinando sempre di più, i bunker difensivi sono quasi del tutto danneggiati e quindi praticamente inutilizzabili, si concentri sulle astronavi nemiche, in futuro non le mancheranno altre occasioni, lasci perdere! RIPETO: LASCI PERDERE!»
Ormai è una questione di puntiglio, sento di poter mantenere tutto sotto controllo su quanto sta avvenendo, ragion per cui non voglio assolutamente mollare la preda.
«Generale faccio due ultimi tentativi, la prego si fidi di me, voglio prendere due piccioni con una fava!» rispondo molto sicuro di me al mio superiore.
La telecomunicazione si interrompe e tenendo fede alla parola data, sparo due colpi ed è proprio il secondo a colpire la Nave del Mistero.
Si, cazzo, siiiiiiii!!! Sono riuscito ad abbatterla!
 
Bene, adesso torniamo alle astronavi aliene, ma...
Cosa diavolo stanno facendo? Hanno cominciato a diventare improvvisamente velocissime, sparo in maniera ossessiva e riesco a distruggerne a malapena tre.
La situazione mi sta sfuggendo di mano, ormai prendere la mira è un eufemismo. Panico!!!
La Nave del Mistero non era altro che uno specchietto per allodole o forse no. Ormai non ha più importanza saperlo.
Gli alieni… riesco a colpirne ancora uno, me li sento col fiato sul collo.
Sento che è finita. Cristo… NOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!
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NOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!
Merda! Proprio adesso è saltata la luce! Evidentemente troppi elettrodomestici accesi hanno causato questo.
«Riattivate il contatore, MINCHIA!!!» urlo infastidito.
Sono cosi arrabbiato che lancio furiosamente il joystick sopra la tastiera e con una serie di pugni, colpisco stizzito la scrivania. Le imprecazioni continuano a oltranza, tanto che ai miei genitori tutto ciò non passa inosservato ed entrano nella mia stanza squadrandomi con aria severa.
Non sopportano quando mi comporto cosi, in particolar modo mia madre, difatti è praticamente lei ad ammonirmi.
«Non ci piacciono questi tuoi scatti di rabbia, invece di perdere tempo con questi stupidi giochi, perché non vai a studiare?» Per poi aggiungere «È tutto il pomeriggio che stai davanti alla televisione, tra non molto è orario di cena, e i compiti non si fanno da soli!».
Mamma è visibilmente seccata pure con papà, tanto da esporgli la solita tiritera fritta e rifritta.
«Ero contraria all’acquisto di questo… coso, e dire che lo sapevo!» e indicando con l’indice il computer «Tutto il santo giorno a giocare e a imprecare, altro che utilizzo didattico, ha pure cominciato a studiare di meno!»
«Parola mia, se quest’anno ti bocciano e ti faranno ripetere la prima media, prendo questo aggeggio infernale e te lo lancio dalla finestra con tutte le cassette!» rivolgendosi a me con un tono minaccioso.
Resto inerme, mi pento dell’incazzatura avvenuta poco prima, in qualche modo potevo benissimo evitare.
Fortuna che ho un papà mite e le fa un cenno con la mano per invitarla a calmarsi.
«Tesoro va bene dai… ci parlo io a sto testa di brioches, aziona per favore il contatore della luce e torna in cucina per preparare la cena, una soluzione si trova!»
Mamma esce brontolando dalla mia stanza, per poi placarsi e ritornare tranquillamente alle sue faccende.
«Guarda che ti ho acquistato il Commodore 64 anche per giocare e non SOLO per giocare!» mi dice mio padre.
Non so cosa dire e gioco la carta del silenzio. «La mamma ha ragione, per cui ti do un avvertimento: o studi oppure sarò costretto a smontare il computer e a rimetterlo nella scatola fino all’estate, ti ricordo che siamo agli inizi di Gennaio... » mi seguita a dire con un tono abbastanza duro.
Oh no! Papà per quanto possa essere buono come il pane, ha la tendenza di essere di parola, non mi resta che assecondarlo.
«Va bene, va bene, va bene… studio, studio e poi prima che saltasse la corrente, effettivamente era inutile arrabbiarmi, tanto ero praticamente spacciato!»
Papà in ambito videoludico pur essendo privo di concezione, riesce ad ogni modo ad afferrare quel “ero praticamente spacciato” e si limita a dirmi soltanto una cosa.
«TU sei spacciato se non studi! Forza, vai di corsa a studiare, ancora ce ne vuole per la cena e mi raccomando!»
Esce dalla mia stanza e rimango a riflettere.
I miei pensieri si orientano non tanto sulle parole dei miei genitori ma su quanto mi ero profondamente immedesimato in Space Invaders, che tra l’altro si tratta della versione “Limited Edition” la migliore edizione in commercio.
Mi ero sentito come un vero pilota spaziale, pronto a difendere la Terra fino alla stregua, e a saggiare in un certo senso sulla mia pelle, il brivido della tensione.
Un videogioco praticamente senza trama (o perlomeno super esilissima) e io con l'immaginazione ero riuscito addirittura a ricrearne una, si insomma una sorta di film mentale.
Mai nessun videogame a parte questo, era riuscito a trasportarmi cosi intensamente.
Ora però non mi resta che seguire il consiglio di papà, apro lo zaino senza la necessità di prendere il diario in quanto i compiti da fare so già quali sono, per la precisione alcuni esercizi di grammatica e una serie di espressioni matematiche.
Che culo! Oggi a scuola non ci hanno caricato di compiti, per cui mi limito ad estrarre dal mio Invicta due libri, due quaderni e una penna nera.
Eppure la voglia di ritornare a giocare è troppa! Mi è venuta un’idea dir poco grandiosa!
Dato che è ritornata la corrente, accendo il Commodore 64, apparendo cosi la schermata blu del sistema operativo e dopo una serie di passaggi che conosco ad occhi chiusi, carico il gioco.
Con molta pazienza devo sorbirmi il solito e immancabile tedioso caricamento, costituito da strisce colorate psichedeliche in rapido movimento e accompagnate da un effetto audio abbastanza stridulo, somigliante vagamente al rumore di una cascata. Paradossalmente è proprio il caricamento che si rileva la soluzione giusta su ciò che ho in mente. O perlomeno la soluzione giusta per oggi.
Di soprassalto vengo colto da mio padre.
«Non ti avevo detto forse di studiare?» È davanti alla porta della mia stanza visibilmente seccato «Mi sa che presto quel computer lo vedrai col binocolo!»
È ritornato a rompere, ma so io come fregarlo.
«Papà, se guardi bene, ho qui sul tavolo i compiti da fare e sono pure pochi, siccome bisogna aspettare circa tre quarti d’ora per terminare il caricamento del gioco…» gli espongo e schiacciandogli un occhiolino «Nell’attesa mi faccio i compiti!»
Ride sardonico e decide di lasciarmi stare.
Sono o non sono un fottuto genio?
   
 
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