Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Fiore del deserto    08/09/2016    5 recensioni
“La vita ogni tanto è una favola che merita un lieto fine.” Alice vive a Londra, confinata da tempo in un’esistenza grigia che non sembra essere nemmeno vita. Tutto questo fino a che non incontra un giovane uomo di origini scozzesi di nome Tarrant Hightopp, una persona dalle caratteristiche particolari che stuzzica la curiosità di Alice. Da quel momento tutto cambia: la presenza di Tarrant fa riaffiorare nella mente di Alice molti ricordi che parevano ormai perduti. L’esistenza di un mondo fatto di meraviglie, la spensieratezza e l’innocenza non più permessa agli adulti, la sete di fantasia e la convinzione di poter credere a sei cose impossibili prima di fare colazione. Grazie a Tarrant, Alice ritrova la voglia di vivere che il Sopramondo le aveva fatto quasi dimenticare. Ma dovrà difendersi dai soprusi di chi non sopporta, chi per indifferenza o chi per malevolenza, la sua felicità.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« ALLORA MI LASCI PARLARE O NO? HAI CAPITO? E NON NE POSSO PIÙ DI ASCOLTARTI, STAI PARLANDO SOLO TU! E MI HAI ROTTO I CO***ONI, MI HAI ROTTO I CO***ONI, HAI CAPITO? PERCHÉ NON SONO UN AUTOMA, SONO UNA PERSONA, E A UN CERTO PUNTO TE LO DEVO PROPRIO DIRE: VAFF****LO! VA-FFA-N****LO! VI, A, EFFE, EFFE, NC***LO! TU, IL TUO NEGOZIO, LA TUA VILLA DI ME*DA, MI FAI SCHIFO, STRO***ZOO! »
O, questo è, più o meno, quello che il Cappellaio avrebbe dovuto dire...
Cosa ne pensate? XD
Beh, ho pensato di farvi ridere un po’, visto che in questo capitolo ci ho messo una grande matassa di tristezza XD spero di non avere esagerato ( mi riferisco a tutto! ).
Un BACIONE e BUONA LETTURA!
P.s.  Buon rientro scolastico a tutti quanti e buon nuovo inizio verso una nuova vita piena di progetti!
 

 
Finalmente tutto aveva avuto un senso. Finalmente, Alice era riuscita a ricordare ogni cosa.
Sentimenti contrastanti l’avevano investita come un treno in corsa. Da una parte, si sentiva serena ora che la sua mente, dapprima gremita di confusione, avesse rimesso ogni ricordo al proprio posto. Ma dall’altra parte, il senso di colpa la attanagliava.
Aveva dimenticato tutto. Aveva dimenticato cosa significasse essere felici nel Paese delle Meraviglie, aveva dimenticato che l’impossibile fosse da considerare una parolaccia.
Ma nonostante tutto, il Cappellaio non aveva smesso di credere in lei.
Come aveva sempre fatto, del resto.
Alice, tuffandosi in quegli occhi verdi pieni di gioia, non poté fare a meno di ricordare quanto il Cappellaio avesse sempre fatto per lei. Era stato lui il primo fra tutti, nel Sottomondo, ad avere la certezza che lei fosse l’Alice che avevano tanto aspettato.
Ed ora era lì, nel Sopramondo.
Per lei.
E proprio allora Alice il perché di tutto ciò, come fosse possibile che il Cappellaio fosse riuscito ad entrare nel Sopramondo insieme a Mally e al Leprotto.
Il Cappellaio, prima di iniziare a spiegare, le fece un bel sorriso.
- Credevi davvero che, dopo il tuo ultimo addio, io mi sarei arreso alla tua lontananza? No, Alice. Non dopo la promessa che ti avevo fatto. – le prese le mani e le strofinò dolcemente con i polpastrelli – La notte ti aspettavo. Aspettavo che tu ti addormentassi. Lì, nel palazzo dei sogni, ti attendevo per ridere e giocare insieme a te. – la sua voce divenne improvvisamente molto triste – Ma non arrivavi. Tu non c’eri. –
Il senso di colpa di Alice aumentava.
Il Cappellaio tornò indietro con la memoria e, con un velo di malinconia, prese a raccontare ad Alice cosa fosse accaduto.
 
 
SOTTOMONDO
Qualche tempo prima
 
- Su, su. Coraggio. Un po’ di vita: è l’ora del tè. – diceva allegramente il Cappellaio, mentre se ne stava seduto al capotavola.
Il Leprotto e Mally, sempre al suo fianco, sembravano un po’ spazientiti. Mally in particolar modo.
- Peccato che per te lo sia sempre! – replicava.
A giudicare dai suoi occhi, sembrava molto stanco. E, in effetti, lo era. Così come lo era per il Leprotto.
- Voglio andare a dormire! – si lagnava il povero Thackery.
Ma il Cappellaio non sembrava affatto avere sonno.
- Un po’ di pazienza. – tirò fuori dalla tasca il suo orologio da taschino e prese a guardare la lancetta dei secondi, seguendone il movimento – Aspetto. – diceva con un evidente follia nella voce.
Mally, per la troppa stanchezza, aveva perso la pazienza.
- Vuoi capirlo o no? Alice non verrà! – il ghiro si pentì immediatamente delle proprie parole e, infatti, si coprì la bocca con le zampe.
Il Leprotto iniziò a tremare.
E avevano fatto bene a preoccuparsi: il volto del Cappellaio mutò negativamente e assunse il tipico aspetto di quando era di pessimo umore.
Il Cappellaio batté rumorosamente un pugno sul tavolo, facendo saltare tazze, teiere e posate.
- LEI VERRA’! – tuonò il Cappellaio – Ha promesso! –
Per fortuna, ricordandosi di stare parlando ai suoi amici più cari, ritrovò subito la calma.
Si scusò e si ricompose.
- Alice tornerà. Abbiamo promesso che ci saremmo rivisti. Devo solo aspettare che si addormenti. –
Poi vide gli occhi spossati dei suoi amici e non ebbe il cuore di trattenerli ancora.
- Potete andare, se volete. Io aspetto qui. –
E il Cappellaio, rimasto solo, seduto al capotavola, attendeva con un bel sorriso l’arrivo della sua ospite speciale.
Ma quello non era stata l’unica volta che il Cappellaio attendesse – invano – il ritorno della sua cara amica Alice.
Ogni giorno, si recava al vecchio mulino e attendeva fino a tarda notte l’arrivo di Alice.
Ma Alice non si presentava.
Nonostante tutto, il Cappellaio continuava ad aspettarla.
Continuò a farlo anche nei giorni successivi, sempre con il suo sorriso.
Senza mai perdere la speranza.
Con il passare dei giorni, Mally e il Leprotto si preoccuparono per il loro amico.
Sparsero la voce e  tutti i loro amici vennero a conoscenza del fatto che il Cappellaio attendesse il tanto desiderato ritorno di Alice.
Alcuni di loro, come Stregatto, Pinco Panco e Panco Pinco, Mally e il Leprotto, iniziavano ad andare da lui per potergli dare un po’ di compagnia durante la sua attesa.
McTwisp, Bayard e persino la Regina Bianca e i genitori del Cappellaio si recavano al vecchio mulino per tentare di farlo ragionare.
Non era necessario che attendesse ogni giorno e ogni notte l’arrivo di Alice.
Ma il Cappellaio li ignorava. Sapeva che prima o poi Alice sarebbe tornata.
Più il tempo passava, più il Cappellaio si incupiva così come la tavola imbandita.
Tutto attorno a lui venne trascurato, il cibo marciva, la sporcizia infettava le tazze e le teiere, fittissima polvere comprometteva ogni cosa.
Come un pipistrello rannicchiato nell’oscurità per sfuggire alla luce, il Cappellaio se ne stava seduto sulla sua poltrona, come coperto da un invisibile involucro protettivo di una farfalla alla quale erano state strappate le ali.
La sua mente e il suo corpo soffrivano, ma il suo cuore pazientava.
Tutto fino a che non venne quel giorno.
C’era Mirana.
C’erano i suoi amici.
Ma Alice non c’era. Erano tutti quanti preoccupati.
Erano giunti fin lì per dargli una notizia spiacevole. Nessuno aveva il coraggio di parlare, tutti si guardavano negli occhi per darsi coraggio l’un l’altro.
Era stata Mirana a rompere il silenzio.
Aveva gli occhi molto, molto tristi.
- Temiamo che Alice non verrà mai più. –
Il Cappellaio alzò lo sguardo verso la Regina Bianca. Si augurava di avere sentito male.
Mally e abbassò lo sguardo verso terra e, a seguire, anche gli altri fecero ugualmente.
Ma Mirana lo guardava dritto negli occhi.
- Ha dimenticato. – disse lei tristemente – Ha deciso di dimenticare ogni cosa. –
Il Cappellaio scuoteva la testa, non accettando quell’orribile verità.
- No, non può essere... – si mise una mano al petto, i suoi occhi assunsero una tremenda espressione di puro dolore – No, non la mia Alice... –
Mirana fermò le proprie lacrime.
- Purtroppo, nel mondo di Alice, è più facile dimenticare di essere felici. –
Il Cappellaio era il ritratto della sofferenza.
Non poteva sopravvivere a quel dolore. La sua vita era triste prima del ritorno di Alice.
- Lei è il raggio di luce che mi ha scaldato il cuore... – rivelò senza vergogna, davanti a tutti, snudando i suoi sentimenti – Io l’ho aspettata per tutto questo tempo... non può avermi dimenticato. Me lo disse tanto tempo fa... lei non potrebbe mai dimenticarmi... –
- Forse è stata colta da un orrendo attacco di Dimentichella. – osservò il Leprotto.
Tutti guardarono il Leprotto come se avesse dato loro la risposta che cercassero.
A quel punto, Mirana chiese a tutti di seguirla. Dovevano capire come mai Alice avesse dimenticato ogni cosa.
Si fermarono vicino ad una fontana e la Regina Bianca vi immerse una mano nell’acqua.
In quel momento apparve l’immagine di Alice che navigava per i vasti oceani, nel Sopramondo. Sembrava felice.
Il Cappellaio sorrise lievemente come la vide, ma il sorriso gli morì sulle labbra quando le increspature dell’acqua passarono ad un’altra immagine.
Alice stava litigando con sua madre e anche pesantemente.
- Con il lavoro che fai non puoi permetterti il lusso di fantasticare e di sognare. –
Alice voleva replicare, ma la madre era molto decisa.
- E’ già difficile per una signorina ricoprire il ruolo di Capitano di vascello. Se i tuoi uomini scoprissero che nella tua testa vivono ancora pensieri infantili, non credi che la loro fiducia nei tuoi confronti possa sparire in un soffio? Se dovessero sapere che a comandarli è un capitano incline alla fantasia, il loro rispetto nei tuoi confronti sparirebbe. –
Purtroppo, Alice non aveva risposto alla madre difendendo i propri principi, come si augurava il Cappellaio.
Con un tuffo al cuore, Tarrant la vide addormentarsi. Alice dormiva, ma allora perché non era mai arrivata da lui?
Il Cappellaio avvicinò il viso verso l’acqua, come per farsi sentire da lei.
- Perché non giochi con me? – domandò il Cappellaio - Non ti ricordi più niente? Avevamo promesso che ci saremmo incontrati nel palazzo dei sogni... e laggiù avremmo  continuato a ridere e giocare per tutta la vita. –
Ma Alice non poteva sentirlo.
Le immagini si sbiadirono, l’acqua ritornò al suo stato naturale.
Il Cappellaio tremava di tristezza.
La Dimentichella non c’entrava niente. Alice aveva scelto di dimenticare.
Come aveva detto Mirana, nel mondo di Alice era più facile dimenticare di essere felici.
Per il mondo di Alice, l’apparenza era più importante dei sogni.
- Perché non vai da lei? – domandò il Leprotto con semplicità.
- E’ l’unica cosa che vorrei fare. – disse il Cappellaio stringendosi il petto con una mano, come per fermare il dolore al cuore – Ma non posso. –
D’improvviso, come colta da un accecante lampo, Mirana ebbe un’idea.
- Certo che puoi, invece. –
Tutti la guardarono speranzosi, il Cappellaio si mise sull’attenti.
Esisteva davvero un modo per poter andare nel Sopramondo? Per andare da Alice?
- C’è un modo. – disse Mirana al Cappellaio – Ma non sarà facile per te. Il Sopramondo è totalmente diverso dal Sottomondo. –
- Assolutamente. – confermò McTwisp, poiché, fra tutti, era stato l’unico ad avere avuto il modo di potere entrare nel Sopramondo e iniziò ad elencare tutte le cose negative che ricordasse – E’ un mondo che va al contrario: la gente sorride per mascherare le proprie angosce, cammina a braccetto con chi non sopporta per puro interesse egoistico, le persone si sposano senza amore. – dopo una vasta landa di critiche, il Cappellaio alzò gli occhi al cielo.
- Andrò nel Sopramondo e farò in modo che Alice possa ricordarsi di me e del Sottomondo. – aveva a malapena accennato un sorriso, non voleva tirarsi indietro – Andrò lì, dove il mondo è matto! –
Mirana sorrise e ammirò il suo coraggio.
Assetato di avventura, Mally si avvicinò al Cappellaio.
- Voglio venire con te! – disse lui arditamente.
Era deciso più che mai, non voleva lasciare il suo amico più leale da solo in un mondo diverso dal loro.
Thackery si tirò le orecchie.
- Voglio venire anch’io! Non lasciatemi qui da solo! Chi preparerà il tè? –
Il Cappellaio sorrideva all’idea che i suoi amici non volessero abbandonarlo.
Ma McTwisp rivelò un altro problema: nessuno nel Sopramondo – all’infuori di Alice – era abituato alla presenza di animali parlanti e con abiti addosso.
Per fortuna, la regina aveva in mente una soluzione.
 
Deciso più che mai, il Cappellaio guardò la tana di coniglio davanti ai suoi occhi.
McTwisp gliela indicò: era quello il passaggio che li avrebbe condotti nel Sopramondo.
Mirana fece bere a Mally e al Leprotto una pozione dal colore verdognolo. Il sapore era orribile.
- Sa di... – il Leprotto non fece in tempo a completare la frase che, immediatamente, il suo corpo si era mutato.
Il suo corpo si restrinse e assunse l’aspetto di una lepre grigio bruna. La cosa peggiore era che gli mancasse la parola.
La stessa sorte toccò a Mally.
Lo stupore si era impossessato di tutti quanti, Cappellaio compreso. Ma non dovevano perdere tempo.
Tarrant prese i suoi amici tra le braccia e, senza guardarsi indietro, avanzò verso la tana di coniglio. Verso un mondo tutto nuovo. Verso la sua Alice.
Ebbe il tempo di sentire Stregatto augurargli “Buonviaggiavederci”.
 
 
 
SOPRAMONDO
 
Alice aveva ascoltato ogni parola con una grande tristezza nel cuore.
Il Cappellaio l’aveva aspettata senza mai perdere la speranza.
E lei? Lei aveva avuto il coraggio di dimenticarlo.
Capì anche il perché le avesse mostrato quella tavola in pessime condizioni: era il simbolo della sofferta attesa del Cappellaio.
E anche Mally e il Leprotto erano giunti da lei. Avevano fatto questo enorme sacrificio solo per lei.
Gli occhi le si inumidirono.
Tarrant riuscì a leggere la colpa che si annidava negli occhi di lei.
- Vieni qui. – l’accolse tra le sue braccia un’altra volta e la strinse al petto.
Alice stava per parlare, ma il frenetico bussare alla porta li aveva interrotti.
Magicamente, la tavola fatiscente era sparita e la stanza ritornò ad essere quella di prima.
Era tutto tornato alla normalità, come se quel tremendo bussare avesse spezzato l’incantesimo.
Ma l’aspetto del Cappellaio non era cambiato.
Chi poteva mai essere a quell’ora.
Tarrant fece cenno ad Alice di rimanere ferma.
- Aspetta qui. – si allontanò da lei e non ebbe timore di presentarsi alla porta con quell’aspetto bizzarro agli occhi dei Sopramondiani.
Il cuore di Alice ebbe un sussulto quando il Cappellaio aprì la porta.
- Desiderate? – disse lui in tono misurato.
- Signor... Ma come diavolo vi siete conciato? –
Alice avrebbe riconosciuto l’insopportabile voce di faccia-molle-Hamish anche in mezzo ad una folla di gente impazzita che gridasse a squarciagola.
Gli occhi di Hamish si puntarono verso Alice.
- Signorina Kingsleigh? Che cosa ci fate voi qui? –
Cosa diavolo ci fai tu qui? Avrebbe voluto e dovuto dire lei.
Il Cappellaio continuava a mantenere la calma, nonostante Hamish avesse fatto irruzione in casa.
Il suo sguardo altezzoso e con la perenne puzza sotto il naso non prometteva niente di confortante.
Alice aveva una gran voglia di saltargli addosso e di ridurgli la faccia in modo da renderlo irriconoscibile. Continuava a domandarsi come facesse il Cappellaio a controllarsi.
  
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