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Autore: Kisshou    02/05/2009    2 recensioni
Era un ragazzino.
Innocente, dallo sguardo di seta. Era un semplice bambino. Ne ho uccisi a migliaia di bambini così.
I loro corpi giacevano immobili sotto di me, come tante bambole inanimate.
I loro occhi non esprimevano più gioia, dolore e rabbia, gli unici sentimenti che i bimbi di quell’età sono in grado di esprimere.
Sesta classificata al contest "Orochimaru's parings" indetto da Ainsel e Compagniescu
Genere: Mistero, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Haku, Orochimaru
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Tu devi essere il lupo...





Era un ragazzino.
Innocente, dallo sguardo di seta. Era un semplice bambino. Ne ho uccisi a migliaia di bambini così.
I loro corpi giacevano immobili sotto di me, come tante bambole inanimate.
I loro occhi non esprimevano più gioia, dolore e rabbia, gli unici sentimenti che i bimbi di quell’età sono in grado di esprimere.
Erano occhi spalancati verso il cielo plumbeo, verso il sole affaticato che stava via via svanendo in un corteo di nubi.
Era un ragazzino come loro. Avrei potuto passare le mie mani attorno al suo collo sottile, e stringere forte. Quanto ci avrei messo? Un minuto, forse molto meno. Sarebbe stato un cadavere, solo un piccolo corpo chino nella polvere.
-Buongiorno, signore.- Mi salutò cortesemente
“Brutto moccioso, potrei cacciarti un coltello in gola, potrei ridurti a pezzi, potrei…”
- Buongiorno, ragazzo.- Risposi al saluto.
Era chino in un cespuglio dai fitti rovi, stava raccogliendo more. Di tanto in tanto, con la coda nell’occhio, se ne portava una alle labbra, e socchiudeva gli occhi mentre godeva del suo sapore dolce.
Alzò lo sguardo su di me, sorpreso che mi trovassi ancora lì. Poi, immediatamente, prese il cestino tra le fragili membra e me lo porse.
- Gradisce una mora, signore?- Il suo tono infantile… il suo sguardo illuminato da quella gioia tipica dei bambini.
“Stupido ragazzino, sai cosa potrei farti? Potrei cavarti gli occhi, romperti il naso, potrei strangolarti, potrei…”
Allungai una mano artigliata, e presi una manciata di quei frutti piccoli, alcuni scuri e alcuni rossi.
Ne misi una in bocca, mentre qualche centro del piacere si accendeva e gioiva nel mio cervello. Erano divine.
- Grazie, ragazzo. Ce l’hai un nome?-
Il piccolo mi guardò fisso. Poi chiuse gli occhi, mentre le labbra gli si distendevano in un sorriso.
- Haku. Mi chiamo Haku.- Mi rispose, continuando a sorridere docilmente. La sua voce era cristallina, come il dolce suono di campanelle d’argento.
“Haku, potersi morire tra un secondo. Potresti trovarti in una bara bianca domani. Haku, potrei ammazzarti ora, in quest’attimo.”
-Sembri forte, ragazzino. Da dove vieni?- Chiesi ancora. Ero morboso, volevo sapere tutto di lui. Ogni dettaglio era importante.
- Dal paese della Nebbia.- Mi rispose. Si sollevò in piedi, e mi stupì di quanto piccolo e fragile fosse il suo corpo.
Il suo viso era incorniciato da una massa di capelli scuri e aggrovigliati. Ma quelle braccia così esili, erano straordinariamente agili.
L’avevo notato osservando i suoi movimenti. Questo ragazzino era un apprendista ninja. Quindi, doveva avere per forza un maestro.
Ma non m’importava. Lo desideravo. Avrei potuto portarlo con me… o avrei potuto ucciderlo. Magari l’avrei fatto anche se mi avesse seguito.
Basterebbe poco… basterebbe davvero poco.





Quel signore mi stava fissando oramai da diversi minuti. I suoi occhi animaleschi seguivano ogni mia mossa.
Le sue mani si muovevano convulsamente, quasi resistendo alla tentazione di colpirmi.
Anche se Zabuza era assente, avrei saputo difendermi. Avrei dovuto farlo per forza.
Ma non sembrava che quel signore avesse cattive intenzione. Sogghignava ogni volta che mangiavo una mora, assaporando il suo gusto sublime.
Continuava a farmi domande, come se fossimo stati due vecchi amici che non si rivedevano da secoli, e che avevano una vita da raccontarsi.
Improvvisamente, fece una domanda che mi lasciò a boccheggiare per qualche secondo.
- Ti piacerebbe venire con me?-
“No, mi scusi! Non mi piacerebbe affatto. Vede, il signor Zabuza ha bisogno di me, e io di lui. Perciò la ringrazio per l’offerta, ma…”
-No, grazie.- Mi limitai a dire, cercando di suonare freddo.
Raccolsi tutto il mio coraggio e lo guardai in faccia. Sembrava in preda ad una furia cieca e a stento trattenuta.
Evidentemente non era abituato a sentirsi dire di no.
“Adesso mi ammazza, adesso…”
Mi preparai a fuggire, ben sapendo di avere poche chance contro le lunghe gambe di quell’uomo.
Invece, mi si inginocchiò accanto.
Lo guardai.
Mi guardò.
Occhi su occhi.
Avrebbe potuto mordermi. Avrebbe potuto strangolarmi, asfissiarmi, annegarmi, squartarmi, picchiarmi, pugnalarmi, impiccarmi. Avrebbe potuto mettermi in una bara bianca.
Non lo fece.
Si limitò a fissarmi, prima di ergersi di nuovo in tutta la sua altezza.
- Buona fortuna, ragazzo… Haku.-
Mi lasciò lì, in mezzo a quel bosco di cui nessuno conosce il nome e nessuno è mai stato interessato di conoscerlo.
Mi lasciò lì accanto a quel cespuglio di rovi ingioiellati da frutti maturi.
Poi svanì, velocemente come era apparito, come un’ombra del bosco.
E non lo rividi mai più.




Quella volta accadde diversamente…





C’era una volta un agnello.
Sua madre gli aveva raccomandato di non aprire a nessuno, durante la sua assenza.
Poteva essere il lupo.
L’agnello aveva annuito.
Poco dopo la partenza della mamma,
il piccolo sentì bussare.
Ingenuo come un bambino, come l’agnello che era Sperò nel ritorno della madre.
Quando aprì la porta si trovò di fronte a un essere che non aveva mai visto.
Era enorme, coperto da un folto e impenetrabile pelo scuro. I suoi occhi, misteriosi, erano invasi da una fame morbosa. Aveva guardato l’agnello, e si era leccato le labbra.
Il piccolo, inerme, stette un poco a fissarlo.
- Tu devi essere il lupo..-
Mormorò flebile.
L’agnello udì il suo cuore pigolare.
Poi l’oscurità stese un velo di lacrime su di lui.


… ma ci mancò poco. Davvero poco.






Fine



Allora, ecco qui l’obbrobrio. Si è classificata sesta. Ovviamente me l’aspettavo, anche se sono rimasta comunque con l’amaro in bocca. Non me la sono presa assolutamente con la giudice, che anzi ringrazio per l’ottimo lavoro.
La colpa è tutta mia che non riesco mai a scrivere un qualcosa di decente.
Vabbè, autocommiserazione a parte, faccio i complimenti a tutte le partecipanti!

Sasori Originalità: 8
IC dei Personaggi: 8.5
Attinenza al Tema: 7.5
Correttezza grammaticale: 8
Totale: 32/40
Questa storia è davvero, davvero graziosa. Sarà come hai trattato Haku, rapportato poi ad un personaggio come Orochimaru, sarà per via dell'atmosfera, per l'ambientazione... ma sì, sembra proprio una favola d'altri tempi, proprio come quella del lupo e dell'agnello. E' una storia molto semplice, un missing moment, giacchè potrebbe tranquillamente interporsi tra gli avvenimenti che Kishimoto ha abilmente narrato nel manga originale. Proprio per questo, però, l'originalità non è eccellente, per quanto sia comunque apprezzabile e sopra la norma. Insomma, non ci sono particolari svolte o colpi di scena, anche perchè sappiamo benissimo che Orochimaru non può uccidere Haku, altrimenti si verrebbe a creare un paradosso temporale. In un'AU invece, sarebbe risultato senz'altro meno scontato... Lo stile è semplice, scorrevole e abbastanza musicale. E' piacevole da leggere insomma. Però, e c'è il però, la punteggiatura è da rivedere. Esempio:
"Ma quelle braccia così esili, erano straordinariamente agili."
Mai mettere la virgola tra soggetto e verbo. Poi c'è anche un periodo simpatico a assai birichino...
"Di tanto in tanto, con la coda nell’occhio, se ne portava una alle labbra, e socchiudeva gli occhi mentre godeva del suo sapore dolce."
Portava le more alle labbra con la coda dell'occhio? Oppure non perdendolo mai di vista? In certi casi è meglio non utilizzare certe espressioni, certi modi di dire, se vogliamo, creano solo confusione. La prima volta che l'ho letta non avevo neanche capito cosa tu intendessi, e pensavo appunto che Haku mangiasse le more con la coda dell'occhio! Solo poi ho notato che il "del" che pensavo di aver letto(per più di tre volte), era invece un "nel"...
L'IC dei personaggi è buono. Mi è piaciuto il netto contrasto che hai delineato in Orochimaru; la furia omicida che gli dilaga in corpo, e la melliflua calma che invece ostenta, con ogni cellula del proprio essere. Un essere nient'altro che infido e pericoloso, quindi. Haku è semplicemente Haku, dolce, gentile, ma determinato e coraggioso. In quanti avrebbero saputo rifiutare la proposta di Orochimaru? Pochi, sicuramente. Molti invece avrebbero ceduto, chi per vigliaccheria, chi per devozione... ma Haku è già fedele a qualcun altro.
L'attinenza al tema è la voce cui ho dato voto più basso. Il motivo è semplice. Per quanto l'atmosfera e il contrasto tra i due sia azzeccato e calzante, non si può parlare di vero e proprio rapporto. Voglio dire, quello che tu hai descritto è soltanto un momento, che probabilmente passerà senza lasciare traccia. I due, effettivamente, non si conoscono nemmeno... pertanto non me la sono sentita di assegnarti di più.
  
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