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Autore: Sarah M Gloomy    09/09/2016    0 recensioni
Secondo libro della serie The Exorcist.
Amabel è stata costretta ad accettare di non essere una normale sedicenne, bensì la reincarnazione dell’esorcista della menzogna, morta sul rogo nel 1400. Ha accettato anche il suo compito, quello di esorcizzare gli spiriti con l’aiuto di Lie. Solo che neppure così la sua vita è normale. Quello che ha fatto nell'ultimo periodo continua a ripresentarsi e Ridley, il ragazzo da lei salvato, sembra convinto di conoscere la sua seconda natura. Ma qualcos'altro sta succedendo, come se Bel non fosse stata l’unica persona riportata dal passato.
Genere: Commedia, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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           Ore, non giorni. Con quell’aspettativa, il mio piano sembra solo un gioco per ritardare di poco l’inevitabile. Che assurdità, usare otto esorcismi per esorcizzare uno spirito di ottavo, solo perché non siamo ancora in grado di usare appieno la nostra forza. E trovare quel luogo in cui il primo essere umano ha visto il primo fantasma, in cui il mondo dei vivi si è incontrato con quello dei morti è esattamente quello: trovare un ago in un pagliaio grande quanto uno stadio. Come può esserci scappato così? Siamo stati disattenti. Il countdown è iniziato. Se fossimo in un film, ecco, in questo momento avrebbero messo la musica a palla e i protagonisti, pronti a morire, si sarebbero guardati per lunghi istanti. Solo che non siamo in un film, in cui uno degli attori se ne esce con una battuta di spirito. No, per niente. Noi però abbiamo Jamar. «Che cazzo … Chase, ci stai pigliando per il culo?»
La speranza è l’ultima a morire. Lo vedo nello sguardo di Warren che, non ancora rassegnato, fissa lo spirito e l’elettricità che ci pungola. Però qualcosa sta scavando dentro. Eliza mi fissa in cerca di qualcosa, una menzogna che fingerà essere vera; Julia non ha più la forza neppure di arrabbiarsi.
Sento Philippe dire «Ehi», poi il lamento di Robert «No».
Arretra di un passo, fissando Chase. È combattuto: il suo mentore traditore che gli ha nascosto la verità, nel tentativo di proteggerlo. Non tutte le favole finiscono con un lieto fine. Qualche volta il cacciatore non arriva in tempo e la piccola Cappuccetto Rosso viene mangiata; Biancaneve viene davvero uccisa dalla Regina Malvagia e il principe Filippo si stanca di affrontare le spine per arrivare al palazzo e salvare la sua Bella Addormentata. Non tutte le storie hanno il loro lieto fine.
Muovo un passo verso Robert, che alza un braccio per sfuggire alla mia presa. «No.»
   «Smettila di fare il bambino.» Il tono è duro anche per la mia voce. Fisso il ragazzino, ha solo un anno in meno di me, e mi chiedo quante volte nel passato si è ripresentata quella scena. Io, nonostante la paura, affronto la realtà e cerco di farla accettare anche agli altri. Robert continua a scuotere la testa, ma riesco ad appoggiare la mano rassicurante sul suo braccio. Trema.
   «Robert, ascoltami. Abbiamo vissuto di peggio, lo sai.» La mia è una sorta di nenia, a metà tra verità e menzogna. Il confine tra le due è così labile che fingo di crederci anch’io. «Abbiamo già affrontato situazioni del genere. Dobbiamo avere solo il sangue freddo di analizzare la situazione dalla giusta posizione.»
   «Io non …»
   «Lo so. So cosa significa combattere contro la tua natura. Per Dio, Robert, non farti influenzare. Sei l’esorcista dell’accidia, non l’accidia stessa. Adesso troveremo una soluzione. Devi darci un minuto.»
Lascio la presa, indicando con il mento il ragazzo. Philippe gli appoggia una mano sulla spalla, e questa volta non viene allontanato. Arretro di un passo, Chase alza una mano e fa cenno agli altri di aspettare lì. Lo seguo, fino all’albero in cui ci siamo incontrati per un incontro di più bella natura. Appoggia la schiena al fusto, fissandomi. Se non dagli occhi, la sua postura è tranquilla. Non c’è rassegnazione, ma solo desiderio di dare di più.
Allontano un ciuffo dalla fronte e Chase inizia senza tanti preamboli. «Se non troviamo quel luogo, la situazione non migliorerà. La città collasserà e esorcizzare un ottavo livello non avrà l’effetto dovuto.»
   «Lo so.»
   «Capisco tu voglia proteggere Robert, ma deve imparare ad accettare la verità.»
   «Quale verità, Chase? Abbiamo ripreso contatto della nostra vita passata giusto in tempo per morire in quella presente. È questa la verità di cui parli? Non è un modo dignitoso di morire. Quanto abbiamo perso del nostro passato, quanto abbiamo sacrificato per essere uccisi come animali? Non posso accettare questo destino!»
   «Stai parlando come Dalila.»
   «E tu come Titus.» Rimbrotto senza pensarci. Lui alza la testa, un vecchio gesto per ricordarmi che è lui quello che comanda. Non l’ho mai dimenticato. È quello il punto. Mi massaggio la testa con una mano. Ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Qualcosa di importante. «Hai la minima idea di dove possa essere questo luogo?»
   «No. Se ce l’avessi sarei stato lì e avrei esorcizzato lo spirito che lo proteggeva.»
   «Può essere che il luogo, in realtà, sia dove si trova quello di ottavo?»
   «Certo. Però gli ottavi livelli non pianificano un attacco.»
Mi mordicchio un labbro. «Io però ho affrontato un settimo livello. Credi che avrebbe potuto controllare uno di ottavo?»
   «Come prima. Tutto è possibile. Ma te la senti di attaccare senza averne la certezza del risultato?»
No, ovviamente. Se avessimo esorcizzato l’ottavo livello, insieme, saremmo stati otto esorcisti stanchi. La città sarebbe stata in balia di qualunque spirito e noi, inermi, non avremmo potuto far nulla. Però io ho affrontato un settimo livello. Se avesse pianificato tutto, se non avesse valutato di essere esorcizzato da noi, allora forse potrebbe aver difeso quel luogo con un ottavo livello. Forse. Basterebbe solo un umano, il primo che ha visto gli spiriti, che ci indicasse il punto in cui si trova l’ottavo livello. Chase continua. «Quale piano avevi pensato per l’ottavo livello?»
Alzo le spalle. «Penso sia la cultura dei cartoni animati che mi ritrovo. Dove non arriva un attacco forte, possono arrivare tanti deboli. Se noi unissimo le nostre forze, con gli esorcismi più potenti in nostro possesso, in questo momento, potremmo arrivare dove solo un ottavo esorcismo avrebbe successo. Io e te possiamo arrivare tranquillamente a un settimo esorcismo. Philippe solo al quinto. Robert, immagino, a malapena al quarto. Julia, se si impegna, non dovrebbe aver difficoltà con un sesto …. Ma tutti noi insieme, concentrati, potremmo farcelo. … O avremmo potuto.»
   «Lo faremo.»
Sbuffo. «È per questo che ho pensato all’attacco. Quando siamo nervosi, i nostri vizi hanno effetto eco sugli altri esorcisti. Solo che io sono l’esorcista della menzogna … mentire mi è abbastanza facile.»
   «Io ci credo.»
   «In cosa? In noi? A malapena ci sopportiamo. Puoi dare l’ordine di fidarsi, ma abbiamo perso quello che eravamo secoli fa. Siamo solo otto persone che condividono qualcosa di più di un passato in comune.»
   «Credo nelle capacità di ognuno di voi. Abbiamo camminato per questa città, abbiamo esorcizzato e parlato con la gente. Sono convinto che uno di noi abbia visto qualcosa che non doveva essere così. Ne sono certo.» Qualcosa che non doveva essere così. Suona come una minaccia. «Tu parli di fiducia persa. Io vedo solo una seconda possibilità.» Seconda possibilità. Oddio.
Appoggio una mano sul braccio di Chase, per fermarlo. Con l’altra mano prendo il telefono e, tremando, scorro le ultime chiamate, conversazioni che avevo cercato di dimenticare quando ancora Dalila era indagata. Sento i suoi occhi su di me. Mi porto l’auricolare all’orecchio, bisbiglio piano qualche domanda, deglutisco per le risposte. Attacco.
Guardo Chase, la mano sul suo avambraccio caldo. «Devo dirti una cosa.» Come sempre, confessare i miei peccati è dura. Soprattutto con lui. È come camminare in bilico su un filo sospeso nel vuoto, continuamente attaccata da un furioso vento. «Io … io non sono stata consapevole di chi ero, di questo te l’ho detto, fino a quando non ho rivissuto il mio passato. Credo che Julia non abbia detto che ho … incontrato lo spirito di un ragazzo, in coma. Il fratello di una mia amica. Era vivo, eppure vedevo il suo spirito.»
Stringo la mano, Chase abbassa lo sguardo per fissare le mie dita, poi di nuovo si concentra sul mio volto. «Mi ha chiesto di salvarlo, di esorcizzarlo. E così ho fatto. Ma prima di lui un altro spirito, né vivo né morto, mi ha chiesto aiuto. Un uomo, un detective, mi ha chiesto di aiutarlo, solo che lui voleva vivere. Sono riuscita a risvegliarlo dal coma.»
Rimane in silenzio, in attesa. Né il fatto che abbia esorcizzato un vivo, né che abbia risvegliato una persona che doveva morire lo agita. Eppure di certo io ho modificato qualcosa che di certo non doveva andare così. «Il detective si è risvegliato e, seppur non ricordava nulla del periodo come spirito, ad un certo punto ha iniziato a vedere. Vedeva gli spiriti, comprendeva cosa fossero gli esorcismi e gli esorcisti.» Ricordo il volto della ragazza di Ridley, come lei fosse preoccupata delle sue parole. Lui doveva aver già iniziato a vedere qualcosa che non c’era. Lie non era stato il suo primo spirito.
   «Il luogo in cui i vivi e i morti si sono incontrati.»
   «Non ricorda esattamente, ma non più di una settimana fa ha iniziato a vedere gli spiriti. Una settimana, Chase. Può essere lui.»
Chase apre la bocca, io lascio il suo braccio e annuisco, più a me stessa che a altri. «Il primo spirito lo ha visto nella nostra scuola.»
Sì, è chiaro adesso. È colpa di Ridley se è nata la Città degli Spiriti. Ed è colpa mia, che l’ho permesso.
   
 
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