Dati personaggio:
Creatore: bookorlife
Nome: Mathilde
Cognome: Jackson
Età: 15
Occhi: Verde scuro
Capelli: Neri, con dei ciuffi blu elettrico.
Altezza: 1,63 m
Segni particolari: Cicatrice sottile che corre
lungo la tempia e arriva fino alla mascella; una collanina del Campo
Mezzosangue (Percy Jackson).
Accenti particolari: Un lieve accento toscano,
essendo cresciuta lì con i genitori della madre, morta.
Abiti: Shorts di jeans blu scuro, stivali in
pelle beige alti fino a metà polpaccio, t-shirt che passa dal bianco al blu.
Pregi: È molto leale.
Difetti: Non riesce a mentire a volte, ha troppi
peli sulla lingua, si affeziona alle persone sbagliate e ha paura di ferire
qualcuno.
Ama: I cavalli, i pancakes e l'acqua.
Odia: I ragni, l'ipocrisia.
Punto debole: La sua libreria, il suo telefono,
quando qualcuno che credeva amico la insulta, quando insultano i suoi libri
fantasy.
Abilità: Scrivere, disegnare, nuotare, andare a
cavallo, giocare a tennis.
Nome da Supervillan: LadyEau
Potere da Supervillan: Può evocare acqua ovunque
si trovi e può comandarla.
Luogo dell'Akuma: La collanina del Campo
Mezzosangue.
LadyEau
Chirone batté lo zoccolo
sul marmo.
- Eroi! – gridò – Conoscete le regole. Il ruscello è la linea di confine.
L’intera foresta è campo libero. Tutti gli oggetti magici sono concessi. Lo
stendardo deve essere collocato in bella vista e non può avere più di due
guardie. I prigionieri si possono disarmare, ma non si possono né legare ne
imbavagliare. Vietato uccidere o ferire gli avversari. Io fungerò da arbitro e
da medico di campo. Alle armi!
“Alle
armi” urlò nella mente Mathilde.
Di colpo i tavoli si coprirono di
equipaggiamento: elmi, spade di bronzo, lance, scudi di cuoio rivestiti di
metallo.
- Cavolo – esclamai. – Vogliono davvero che usiamo questa roba?
Luke mi guardò come se fossi pazzo. — A meno
che tu non voglia farti infilzare dai tuoi amici della capanna cinque. Tieni,
prendi questi. Chirone ha pensato che ti possano andare. Sarai di pattuglia al confine.
Lo scudo era grande come un tabellone da basket, con un grosso caduceo nel
mezzo. Pesava una tonnellata. Come snowboard magari poteva andare bene, ma speravo che nessuno si aspettasse sul serio che riuscissi
a correre con quell’affare indosso. L’elmo, come tutti gli elmi della squadra
di Atena, aveva un pennacchio di crine azzurro in cima. Quello di Ares e dei loro alleati era invece rosso.
Annabeth gridò: - Squadra azzurra, avanti!
Esultammo e agitammo le spade, quindi la seguimmo lungo il sentiero che portava
a sud del bosco. La squadra rossa ci coprì di insulti prima di allontanarsi
verso il nord.
Riuscii a raggiungere Annabeth senza inciampare nel mio equipaggiamento. – Ehi!
Lei continuò a marciare.
- Allora, qual è il piano? – chiesi. – Non hai un oggetto da prestarmi?
Si portò la mano alla tasca, come se temessi che le avessi rubato qualcosa.
- Attento alla lancia di Clarisse – mi avvisò. – Meglio non farsi toccare da
quell’aggeggio. Per il resto, non preoccuparti. Prenderemo la bandiera di Ares.
Luke ti ha assegnato il tuo incarico?
- Sono di pattuglia al confine, qualunque cosa significhi.
- È facile. Rimani al ruscello e tieni i rossi alla larga. Per il resto, lascia
fare a me. Atena ha sempre un piano.
Andò avanti, piantandomi in asso.
- Okay – borbottai. – Grazie di avermi voluto nella tua squadra.
Era una notte calda e afosa. Il bosco era buio, tranne per il bagliore
intermittente delle lucciole. Annabeth mi lasciò vicino al ruscello che
gorgogliava fra le rocce e si inoltrò con gli altri fra gli alberi, in ordine
sparso.
A starmene là da solo, con quel grosso elmo impennacchiato e quello scudo
enorme, mi sentivo un perfetto idiota.
“Ma tu lo sei piccino mio!” Sorrise la ragazza dagli occhi color smeraldo
scuro.
La spada di bronzo, come tutte quelle che
avevo provato fino ad allora, non sembrava ben bilanciata. L’elsa di cuoio
pesava come una palla da bowling.
Nessuno mi avrebbe mai attaccato sul serio, no? Era impossibile. Cioè,anche
l’Olimpo aveva delle leggi civili, sicuro.
[Rick
Riordan – Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, il ladro di fulmini (capitolo
8)]
- Povero cucciolo, tanto tra poco ti diranno che sei
figlio di Poseidone e ti deprimerai come se non ci fosse un domani, ma il
peggio deve ancora arrivare ⤠-
una risatina comparve sul viso di Mathilde
Jackson, quindicenne dai capelli neri con alcuni ciuffi blu elettrici, in gita
scolastica al Louvre.
La professoressa Bustier aveva dato agli alunni qualche decina di minuti di
libertà per pranzare e riposarsi prima di riprendere la visita guidata e la
giovane dagli shorts blu, quanto i capelli, e le gradazioni della maglietta
–che poi scemavano al bianco- non perse l’occasione per rileggere uno dei suoi
libri preferiti, talmente tanto preferito da indossare anche la collana del
Campo Mezzosangue.
Una risata le sfuggì dalle labbra nel leggere “A morte il pivello!”, non
accorgendosi che al suo fianco stava passando Chloé.
Quest’ultima si voltò con sguardo furioso verso Mathilde – Stavi per caso
ridendo di me?
La corvina alzò lo sguardo smeraldo solo allora, osservando la bionda
curiosamente – Uhm? Come?
- Stai ridendo di me? – la voce più minacciosa di quella di Ade.
- No, ridevo per Percy.
Chloé ci mise qualche secondo per capire che la compagna di classe stesse
parlando del libro che teneva fra le mani – Ah, il protagonista di questo
stupido libro?
Mathilde alzò il capo, i capelli si scostarono dal viso mostrando così la
cicatrice ce si estendeva dalla tempia alla mascella – Stupida sarai tu, figlia
di Era.
- Era? E chi sarebbe, un’altra di quell’orribile storiella da due soldi?
La corvina dalle punte elettriche sbuffò, trattenendo un insulto troppo
esplicito; nessuno poteva osare offendere il suo credo, in questo caso, una
delle serie di Rick Riordan, nessuno – Era è una divinità greca, cara Chloé, e
si dia il caso che sia anche la più vendicativa, infame, apatica…
Ormai stava contando con le dita i vari aggettivi affibbiati ad Era e,
indirettamente, a Chloé.
- Uhf, - la bionda, non rendendosi conto che Mathilde la stava insultando,
portò lo sguardo al cielo per poi prendere il libro dalle sue mani osservando
la copertina autografata direttamente dall’autore.
- Restituiscimi il libro, ORA. – si alzò
in piedi, iniettando il veleno dei suoi occhi in quello di ghiaccio nonostante fosse
più bassa dell’altra.
La Bourgeois sorrise avvicinandosi alla balaustra del ponte, alzando il braccio
che reggeva il tomo per lasciarlo sospeso sopra la Senna – Provaci.
- RESTITUISCIMELO IMMEDIATAMENTE FIGLIA DI ERA! – urlò attirando l’attenzione
non solo dei suoi compagni di classe e dell’insegnante, ma anche dei turisti lì
presenti.
Adrien, che nel frattempo si stava avvicinando, attirò la loro attenzione –
Chloé ridaglielo.
Non appena quest’ultima si accorse del biondo lasciò cadere il prezioso libro
nella Senna per buttarsi –letteralmente- tra le braccia del modello
atteggiandosi come solo lei sapeva fare. Ma Mathilde non vide tale scena perché
il suo sguardo rimase fisso verso le acque del fiume parigino, osservando il
suo amatissimo e preziosissimo volume affondare.
Nemmeno una parola uscì dalle labbra semiaperte; le iridi ferme e vitree; il
corpo immobile come dopo uno scambio di sguardi con Medusa.
- Il… mio… - sussurrò, le lacrime le solcavano il viso.
Adrien si affrettò a raggiungerla, così come gli altri studenti – Mi spiace
Mathilde, - si scusò – se non avessi provato a…
- Zitto, figlio di Afrodite, - si allontanò da quel punto dirigendosi verso una
libreria poco distante dalla piramide di vetro – ne comprerò un’altra copia e
aspetterò altre quattro ore per farmelo autografare chissà quando…
Nel frattempo, la serranda ad apertura circolare
dinnanzi alla figura di Papillon si apriva, illuminando lui e le farfalle
bianche ai propri piedi che, sbattendo le loro delicate ali, presero il volo.
- Nessuno che comprende le divinità del passato, nessuno che mai potrà
venerarle e conoscerle quanto te… ed è per questo che ti ho scelta. – una
farfalla candida si posò sulla mano destra dell’uomo vestito di nero e viola;
egli richiuse le mani, modificando quel candore in oscurità – Vai mia piccola
Akuma, e oscura il suo cuore!
E così, la piccola Akuma, volò indisturbata tra i tetti di Parigi per poi
arrivare dinanzi al Louvre per cercare la prossima vittima generata dal
miraculous della farfalla.
Mathilde, intanto, stava per entrare in una libreria, ma prima che potesse
aprire la porta del negozio, una farfalla nera da venature violacee si fuse con
la collana del Campo Mezzosangue.
Un rilievo scuro, come se fosse una maschera, le comparve all’altezza degli
occhi, così come per uno strano rilievo fucsia a forma di farfalla, e poi una
voce, che solo lei poteva udire le fece alzare lo sguardo cenere.
- LadyEau, io sono Papillon. Ti darò uno dei poteri di tuo padre, Poseidone, in
modo da vendicarti e per far ricordare chi realmente comanda in questo mondo;
in cambio tu mi porterai i miraculous di Ladybug e Chat Noir.
Un sorriso malevolo si dipinse sul volto divino. – Oui, le Papillon.
- Figlio di Afrodite? – ridacchiò poco dopo Alya
dando una gomitata a Marinette che, immobile, fissava Adrien – Questa mi
mancava!
- Non riuscirò più a studiare gli dei greci… - sussurrò la corvina.
La mora rise portandosi una mano alla fronte, ma tale risata si fermò non
appena il tremare della terra e un clangore metallico fece voltare tutti verso
il ponte della Senna: ai lati di quest’ultimo si vennero a creare dei cavalloni
alti più di tre metri mentre, al centro, vi era una ragazza dai lunghi e mossi
capelli neri da riflessi oceano, come a ricreare delle onde, vestita con
un’antica armatura greca e munita di spada di bronzo e scudo di cuoio rivestito
di metallo.
Adrien e Marinette sgranarono gli occhi vedendo la loro compagna di classe in
quelli vesti, soprattutto quando la videro puntare in alto la spada per poi
dirigere la punta verso la Bourgeois – A morte la figlia di Era!
La figlia di Poseidone rimase immobile, lo sguardo serio e un sorriso sulle
labbra non appena i cavalloni al suo fianco divennero veri e propri cavalli
d’acqua e si diressero verso Chloé.
Allora i due eroi parigini, approfittando del panico che si era venuto a
creare, andarono a nascondersi per poi dire all’unisono
- Tikki, trasformami!
- Plagg, trasformami!
Se non fosse stato per l’arrivo Chat Noir, la bionda dagli occhi di ghiaccio
sarebbe rimasta sommersa in una bolla d’acqua creata dalla nuova vittima di
Papillon.
- A quanto pare il figlio di Montu si è fatto vivo. – sussurrò la guerriera
osservando l’eroe portare in salvo, per l’ennesima volta, Chloé.
Chat chinò un poco il capo - Uhm? E chi sarebbe, il dio dei gatti sexy?
Prima che LadyEau rispondesse, Ladybug l’avvolse col proprio yo-yo impedendole
qualsiasi movimento, per infine atterrare al fianco del suo compagno – È il dio
egiziano della guerra, mon chat.
La corvina si avvicinò alla guerriera cercando con lo sguardo l’oggetto
contenente l’Akuma e lo trovò, rendendosi così conto di chi avesse al cospetto
– Mathilde?
Quest’ultima sorrise scuotendo il capo – Io non sono Mathilde. Io sono LadyEau…
Dei tridenti di acqua si vennero a creare alle spalle della coccinella. –
Attenta! – urlò il biondo correndo verso di lei, allungando il proprio bastone.
- …la figlia di Poseidone!
Grazie al proprio compagno di squadra Ladybug riuscì ad evitare i tridenti
d’acqua, ma fu costretta a dover liberare LadyEau per equipaggiarsi della sua
indistruttibile arma.
- L’Akuma è nella collana. – disse indicandola con un cenno.
Chat annuì – Sarà facile.
La guerriera rise, al suo fianco si creò un purosangue d’acqua e vi montò
sopra, porgendo la spada di bronzo agli eroi parigini mentre una conca d’acqua
iniziò a rinchiudere loro tre in uno spazio ristretto e invariabile per via
delle correnti – Sarà facile come annegare.
Dicendo questo, la figlia di Poseidone, partì all’attacco verso la figlia di
Atum, dio egizio della creazione. Quest’ultima riuscì prontamente a schivare la
lama di bronzo ed insieme a Chat Noir si mise sulla difensiva – Bisogna trovare
qualcosa per distrarla mentre evoco il Lucky Charm.
Il compagno annuì riflettendo, giungendo alla conclusione di rinfoderare la
propria arma e di farsi avanti, giungendo a pochi passi dall’akumatizzata e dal
suo destriero d’acqua.
- Ti sfido a duello, uno contro uno, ad armi pari.
LadyEau alzò un sopracciglio e sorrise – Va bene, se perdo io ti cedo la mia
collana, se vinco io mi consegnerete Chloé e i vostri miraculous.
- Chat Noir! – urlò la lady a pois preoccupata.
L’appena nominato si voltò donandole uno dei suoi sorrisi più belli – Non ti
preoccupare m’lady, dopotutto sono il tuo cavaliere!
Un forte mal di testa fece udire alla figlia di Poseidone la voce di Papillon –
Vedi di non perdere, e se ciò accade non dar loro in alcun modo la tua preziosa
collana!
La ragazza annuì e rassicurò il donatore dei suoi poteri – Bene! – disse poi –
Permettimi di donarti uno dei miei destrieri.
Accanto all’eroe gatto venne a crearsi un cavallo di pura acqua cristallina. Vi
montò in sella senza alcun problema e, tenendo con una mano le redini e l’altra
il proprio bastone metallico, enunciò – Una sola arma ciascuno figlia di
Poseidone, e niente scherzi.
- D’accordo. – sfoderò la propria spada di bronzo e si munì di scudo - Il campo
di battaglia è delineato da questa conca d’acqua. La tua lady farebbe bene a
non intralciarci e mettersi da parte.
- Non ci interromperà.
Così LadyEau e Chat Noir iniziarono il loro scontro. Da una parte la forza
degli dei greci, dall’altra quella dei miraculous.
Se non fosse stata una situazione di pericolo Ladybug sarebbe rimasta a
guardare, ma non poteva perdere alcun secondo, la vita del suo compagno era in
pericolo, così invocò il proprio potere – Lucky Charm!
Tra le mani della corvina apparve un coperchio della spazzatura in metallo a
rosso a pois neri. Alzò lo sguardo per guardare il combattimento: il destriero
del biondo era appena stato trafitto dalla lama di LadyEau ed era quindi
diventato acqua; l’eroe però non si perse d’animo e balzando all’indietro evitò
un colpo diretto.
La vista di Ladybug, allora, si fece grigia tranne che per il cavallo d’acqua
rimanente, la spada nemica e il coperchio che teneva tra le mani che si fecero
rossi a pois neri. Sapeva cosa fare.
- Chat Noir, il cavallo!
Il ragazzo posò lo sguardo sulla compagna per qualche attimo e, capendo il piano,
rinfoderò la propria arma per invocare il proprio potere – Cataclisma!
Appena la mano destra di Chat ottenne la capacità essenziale del proprio
miraculous, con la sinistra afferrò al volo lo scudo appena in tempo per
riuscire a proteggersi. Non appena LadyEau colpì col bronzo il metallo del
coperchio rimase per qualche attimo disorientata, giusto il tempo perché la
forza del Cataclisma facesse evaporare il suo destriero.
Ladybug riuscì così a catturare la figliia di Poseidone col proprio yo-yo e,
ancor prima che riuscisse ad evocare altre armi ad acqua, l’eroe gatto le
strappò la collana e la lanciò verso la sua compagna – Un pensierino per te,
mia dea!
- Ma non dovevi! Ops! – la ragazza non fece in tempo ad afferrarlo che già lo
aveva buttato a terra e a distruggerlo.
- Maledetti figli di Montu e Atum!
L’urlo disperato di LadyEau nel vedere la piccola Akuma uscire dalla collana
del Campo Mezzosangue non fece battere alcun ciglio a Ladybug che, invocando
nuovamente il suo potere, enunciò – Ti libero dalla malvagità! - e catturando
la farfalla d’oscurità esclamò – Presa!
Pochi attimi dopo, una farfalla dalle tinte candide uscì come per magia dal suo
yo-yo – Ciao, ciao farfallina!
- Miraculous Ladybug! – urlò poi facendo tornare tutto come se nulla fosse mai
accaduto.
- Maledetti Ladybug e Chat Noir! – ringhiò Papillon – Esultate quanto volete,
tanto i vostri miraculous saranno miei!
E così, la serranda circolare si chiuse, lasciando che il malvagio Papillon
tornasse all’oscurità; almeno, per il momento.
Non appena gli occhi verdi di Mathilde si riaprirono videro una mano rossa che
gli porgeva la collana del fandom di Percy Jackson e due mani nere con artigli
da gatto porgergli l’omonimo libro.
- Ma cosa…
- Tienili, sono la cosa più preziosa che hai, vero? – la voce di Ladybug fece
sorridere come non mai la corvina dai ciuffi blu.
- Ommioddio! – esclamò aggrappandosi ai due eroi con un abbraccio – Grazie mille
Ladybug e Chat Noir! Siete le mie divinità preferite!
Il biondo ridacchiò sciogliendosi dall’abbraccio – Visto m’lady, sono una
divinità! E un dio non vuole mai restare solo…
Lo sguardo malizioso del gatto incontrò quello già esasperato del’eroina a
pois. A salvarla fu il suono dei suoi orecchini, segno che il tempo dedito a
Ladybug fosse agli sgoccioli.
- E una dea vuole invece evitare di rimanere senza maschera! – lanciò il suo
yo-yo verso un edificio e scomparve giusto in tempo per detrasformarsi senza
che nessuno si rese conto di nulla.
Anche Chat fece in tempo a svignarsela e a tornare dai propri compagni di
classe prima che la trasformazione giungesse al termine, o meglio, prima che
Plagg gli chiedesse del Camembert.
N.D.A
Ringrazio tantissimo bookorlife per l’occasione, spero che ti sia piaciuta!
Gne, lo so, è da un mese che non aggiorno, non ammazzatemi plisu ;-; ero in un
momento no per la scrittura e sono riemersa solo ora dopo aver visto Gurren
Lagann… i mecha fanno bene a chi vuole scrivere… a parte Code Geass, quello ti
manda in depressione e basta…
*si schiaffeggia*
Ok, ripeto, mi scuso per il ritardo anche perché sono ignorante del fandom di
Percy Jackson e dei libri del celebre Rick Riordan quindi ho anche dovuto
leggere qualche capitolo e intervistare una mia amica per capire se i paragoni
che ho fatto fossero adeguati o meno.
E nulla, spero che non sia un floop e di aggiornare entro una settimana (non
garantisco nulla ><)
Che altro dire, aspetto un vostro parere e alla prossima! Un bacio!
NikkyP