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Autore: lallipumbaa    10/09/2016    1 recensioni
Tom Hiddleston - Nuovo Personaggio - Benedict Cumberbatch
Cosa succede se una ragazza incontra un attore che ha fatto il suo stesso percorso e che ora è stato lanciato nella fama? Cosa succede se la ragazza in questione continua a trovarselo tra i piedi? E se lei viene trasportata inaspettatamente nello stesso mondo dorato?
Le avventure e il percorso di Laila, studentessa della RADA, e delle persone che la circondano.
Solo che, senza saperlo, si troverà in questa situazione: HIDDLESBATCHED.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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−CAPITOLO 19−
“Lavoro e complicazioni”
 
 
Nonostante gli eventi di Capodanno, Tom e Laila continuarono come prima. Sapevano entrambi di essere in una situazione di stallo totale. Tom oramai era certo di provare qualcosa per la ragazza, ma non voleva esporsi troppo (o meglio, esporsi più di quanto non avesse già fatto) per evitare di rovinare quello che c'era tra loro due, e Laila era combattuta tra il fatto che lui fosse il suo migliore amico e le pulci nell'orecchio che le avevano messo Rebecca e Joanne. Non voleva rischiare di rovinare tutto e non voleva assolutamente rischiare di perderlo.
Un paio di settimane dopo salutò tutti per attraversare nuovamente l'oceano Atlantico e l'intero continente americano per atterrare nella calda Los Angeles. Finalmente dopo mesi di attesa, sarebbe tornata negli Studios della Disney per cominciare a registrare Frozen e nel frattempo che lei sarebbe stata impegnata col film d’animazione Tom era impegnato con Luke, il suo pubblicitario e grande amico, in una missione per l’UNICEF in Guinea che sarebbe durata un paio di settimane.
 
Quando rivide Kristen Bell l’abbracciò: non vedeva l’ora di cominciare a lavorare con lei. I primi giorni furono di incontri di tutto il cast e della lettura dello script. Ci sarebbero stati varie canzoni e a lei sarebbe toccata la canzone principale del film, quella che per i produttori aveva segnato il cambio di idea di una Elsa cattiva ad un’Elsa buona, e un duetto con Kristen.
Lavorare al doppiaggio fu spettacolare. Non aveva assolutamente idea che funzionasse in quel modo. Erano in una grande stanza, in due postazioni di registrazione una davanti all’altra con varie immagini dei personaggi e di fianco a loro il disegno del personaggio che interpretavano. Elsa era meravigliosa: un personaggio complicato. E poi, dannazione, era proprio una figa! Si sarebbe divertita tantissimo ad impersonarla.
In quelle cabine di registrazione registravano i dialoghi e poteva ripetere tutte le volte che voleva la battuta fino a quando non era soddisfatta dell’intonazione che voleva darle.
Quando arrivò il momento di registrare le canzoni era emozionatissima. Aveva letto il testo della canzone e aveva parlato con i due autori a lungo, facendosi spiegare bene le loro intenzioni. Aveva provato a lungo anche accompagnata col piano e con l’orchestra fu da brividi. Quando fu il momento di inciderla per far sì che la usassero ufficialmente nel film rimase quasi tutta la giornata in quella stanza, le cuffie sulle orecchie e un disegno di Elsa vicino a lei.
Alla fine, dopo ore di prova e mettendoci tutta sé stessa, dall’altra parte del vetro li vide applaudire e saltellare abbracciati. “Direi che questa è approvata?” chiese ridendo vedendoli farle il pollice in su.
Sapeva che quel film sarebbe stato qualcosa di sensazionale, se lo sentiva.
 
Un giorno in un momento di pausa, era completamente sdraiata su uno dei divanetti mentre altri attori erano impegnati e ricevette un messaggio.
Prese in mano il cellulare e cominciò a ridere di punto in bianco “Laila, stanno registrando!” la rimproverò con poca convinzione Jonathan Groff (che nel film dava la voce a Kristoff) che ogni volta che la sentiva ridere che grugniva non riusciva a non ridere a sua volta.
“Scusami Jon!! AHAHAHAHAH!! Ma ho un amico pirla!!”
“Chi è?”
“Secondo te? Tom!”
“Hai un culo allucinante ad essere amica di Tom Hiddleston!” commentò l’uomo.
“Senti, il tuo ragazzo è quel gran manzo di Zachary Quinto. Non ti devi assolutamente lamentare!”
“Pignola!” disse alzandola per le gambe e sedendosi vicino a lei prima che lei le riabbassasse sopra di lui.
“Allacciamo le cinture di sicurezza.” Commentò lui facendola ridere ancora di più.
“Voi due!!” li rimproverarono voltandosi per fargli abbassare la voce.
“Scusate!” rispose Laila alzando le mani in segno di resa.
“Allora? Come sta andando con lui?” le chiese a bassa voce.
“Come può star andando la cosa se siamo in due continenti diversi a chilometri di distanza? E poi non ti ci mettere anche tu. Sto cercando di buttarmi nel lavoro così da evitare di pensarci.”
“Ma siete così carini… soprattutto quando vi mettete a parlare al telefono con quell’accento così inglese! Ha una voce assurda quell’uomo.” Commentò per vedere come reagiva.
Si mise le mani in faccia e disse “Sì! E fosse solo quello che ha di assurdo!”
“È quello il famoso braccialetto di Natale?” chiese indicando il Pandora al suo polso.
“Esatto… me l’ha regalato lui.”
“Possibilità che sia gay?”
“Nessuna! Ho già appurato personalm- ops.” Disse tappandosi la bocca troppo tardi.
“CO- Cosa??” le sussurrò con un tono strozzato “No, adesso vieni con me e mi racconti tutto!”
“NO!”
“Andiamo a prendere un bel gelato!”
“Jonathan, siamo a febbraio!”
“Peccato che fuori ci siano 26 gradi. Forza!” andò dai produttori che erano impegnati ad ascoltare Josh Gad impegnato a dare la voce ad Olaf. “Io e Laila per oggi abbiamo finito?”
“Sì, potete andare tranquillamente!” li congedarono con un saluto.
“Ok, a domani!!”. La prese sotto braccio e la portò fuori dagli studios andando in centro a fare un giro.
“Ho bisogno di una camicia. E mentre facciamo shopping tu mi spieghi.”
“Mica era un gelato?”
“Se vuoi mangiatelo che devi riprendere qualche chilo! Io devo rimanere un figurino.”
“Ma vai a quel paese!!”.
Rimasero in giro a parlare e a fare shopping in giro per Los Angeles. Sentiva il bisogno di un parere maschile disinteressato. E quale miglior parere di quello di un amico gay? “Hai davvero bisogno di quelle cose di MAC?” le chiese mentre uscivano dal negozio.
“Non propriamente, ma mi tirano su di morale. E comunque la storia è questa: è successo più volte, tutti mi dicono che lui è perso di me e mi dicono che dovrei dargli una possibilità. Io vorrei anche, ma ho paura di perderlo.”
Johnatan l’abbracciò “Tesoro, io non posso dire nulla dato che non vi ho mai visti insieme, ma bisogna dire che da come ne parli anche tu sei bella persa eh?”
“Un po’ sì… credo… ” commentò abbassando lo sguardo.
“Dai… questa sera esci a cena con me e Zac!” le disse convinto.
“Tesoro, io voglio un bene dell’anima sia a te che al tuo fidanzato, ma non faccio burro!” gli disse facendolo scoppiare a ridere.
 
Le riprese di Frozen durarono ancora per l’intero mese, sfociando in marzo. Quando tornò a casa nelle tre settimane di pausa prima di tornare di nuovo nell’altro continente ma quella volta a New York, trovò Tom con una proposta.
Aveva finito anche lui poco prima di lavorare e voleva staccare da Londra, da tutto e da tutti. Tranne che da lei a quanto sembrava. La proposta era molto allettante: prendere e partire al volo, farsi decine di ore di viaggio e sparire alle Hawaii per una decina di giorni.
“Ci sto, ma se la mia parte me la pago io!” gli disse puntandogli contro l’indice.
“Ahahahahaha va bene! Allora, prendi i costumi da bagno Laila. Io e te ce ne andiamo in paradiso!” annunciò portandola fuori casa andando in direzione dell’agenzia viaggi.
La partenza fu solo un paio di giorni dopo. Il passaporto e i documenti erano a posto. L’agenzia fu celere e tutto fu pronto. Fece la valigia infilandoci dentro tutte le cose che avrebbe messo per partire per una valigia al mare: vestiti leggeri, costumi da bagno, protezione solare alta (giusto per evitare che si scottasse, dopotutto doveva cominciare a filmare da lì a tre settimane una scottatura non sarebbe stata la migliore delle cose da portarsi a casa da una vacanza), infradito e dannazione quella settimana si sarebbe divertita alla faccia di chi le voleva male.
Avvisò Chris e Pandora che sarebbe scomparsa dal mondo per una settimana chiedendo loro gentilmente di non cercarla dato che sarebbe andata in Patagonia senza cellulare e, in caso avesse ricevuto chiamate da loro non avrebbe comunque risposto.
“E in caso fosse urgente?” le aveva buttato lì il suo agente facendo sì che gli rivolgesse uno sguardo incredulo.
“Cosa ci potrebbe essere di urgente ora? In una settimana non può cambiare il mondo! E comunque in caso c’è Tom! Potete chiamare lui dato che è molto più diligente di me!” gli rispose spaparanzandosi sulla poltrona davanti alla sua scrivania.
“Tom è con te? Avete capito che siete fatti l’uno per l’altra e finalmente vi siete messi insieme?” le chiese sghignazzando.
“CHRISTIAN!” lo rimproverò lei per poi ricomporsi. “No, non ci siamo messi insieme! Stacchiamo dal mondo e ce ne andiamo inculandia!”
“Ok, ma ti avviso di una cosa ora: ad agosto, ora non so ancora il giorno, mi dovranno avvisare, dovrai fare un cameo nella terza stagione di Sherlock, quindi dovrai avere a che fare con la tua vecchia fiamma. Non voglio che tu mi scappi via e non ti presenti, ok? Hai mesi per prepararti psicologicamente all’incontro.”
“Chris, ho 26 anni! Sono una donna adulta ora! E poi l’ho superata.”.
Certo Laila, l’hai superata benissimo! Raccontagli dell’ultima volta che l’hai visto dall’altra parte della strada e che sei andata ad imboscarti dietro ad una pianta per non farti vedere. O ancora meglio!! Raccontagli  dell’altro giorno quando l’hai visto entrare in un club con una stangona bionda, ti si è stretto lo stomaco e hai trascinato Joanne in bagno organizzando una via di fuga perfetta manco fossi James Bond!
Le disse la sua vocina interiore che cacciò indietro.
Piantala grillo parlante. Non sei affatto simpatico. Sorrise tranquilla all’agente “Ad agosto farò farò con calma e tranquillità un cameo in Sherlock. Assolutamente nessun problema!”.
 
Il taxi arrivò presto quella mattina. Il volo delle 10.25 per San Francisco non avrebbe sicuramente aspettato loro. Tom se l’era risa della grossa quando aveva visto per la prima volta l’ansia da partenza di Laila e aveva accettato a partire da casa alle 6 del mattino per arrivare in tempo per il check in.
Quando lasciarono i bagagli ed ebbero in mano i biglietti per passare poi i controlli di sicurezza si sentì subito meglio.
Lo guardò sorridente e sbattendo le ciglia “Tom…?”
“Sì?”
“Facciamo colazione? Io sto morendo di fame!”
“Ma non hai fatto colazione a casa?” le chiese sconvolto.
“No. Io prima delle 7.30 del mattino non riesco ad ingurgitare nulla. Ho voglia di salato… cappuccino e panino a qualcosa.”
“Mmmh, voglio proprio vedere se da Pret a Manger ti capiscono!” rise lui sistemandosi la tracolla che aveva come bagaglio a mano.
“Eddai! Su, tanto lì me lo scelgo io! Forza che ho fame!!”.
Il Boeing 747-400 usato per i voli intercontinentali era enorme e continuava a non farci l’abitudine a volare su aerei di quelle dimensioni. Fortunatamente le cabine della United della BusinessFirst erano comode e larghe: li aspettavano quasi 11 ore di viaggio.
Erano seduti uno davanti all’altro di fianco ai finestrini. Tom si era messo a leggere quando dopo un po’ alzò lo sguardo guardando la ragazza davanti a sé. Stava guardando persa il cielo fuori dal finestrino, il suo Kobo in stand by. Aveva sul viso un’espressione sognante, la guancia appoggiata sulla mano. Sorrise e la toccò dentro leggermente col suo piede “Ehy.”
Laila si riscosse dai pensieri “Oh, scusami, mi stavi parlando?”
“No, ho visto che eri in fissa sulle nuvole.”
“Ah, sì, mi capita molto spesso in aereo… non ci posso credere che entro le 7 di stasera saremo in un posto meraviglioso!!” esclamò contenta come una bambina la mattina di Natale.
“Non dirmelo! È da una vita che sognavo di andarci! E poi questa è un’occasione di vederti fare surf!” le disse gongolando fiero.
“Allora ecco perché mi hai chiesto di venire qui con te! Sei un dannato complottatore!” lo rimbeccò lanciandogli contro una pallina di carta facendolo scoppiare a ridere “Touchè!”.
Arrivati a San Francisco dovettero passare la dogana americana in entrata per poi aspettare un ulteriore paio d’ore per prendere l’aereo finale per Kahului, l’aeroporto principale dell’isola di Maui.
Ci sarebbero state altre 5 ore e mezza di viaggio da affrontare, ma quella era la tratta finale.
Laila gli crollò totalmente addormentata sulla spalla ma lui, nonostante fosse in una posizione scomoda rimase fermo per evitare di svegliarla.
Quando le hostess annunciarono di riallacciare le cinture si risvegliò di colpo “Ma…ma siamo già arrivati?”
“Ebbene sì! E hai dormito per due ore filate!”
“E sei rimasto in questa posizione astrusa per due ore?! Potevi svegliarmi!”. Scesero dall’aereo e, dopo aver passato i controlli e recuperato i bagagli, uscirono dall’aeroporto trovando l’auto che li aspettava per portarli al Wailea Beach Marriott Resort. Ora che arrivarono in hotel erano ormai quasi le 8 di sera.
 
Il mattino dopo si svegliò stiracchiandosi tra le lenzuola. Aprendo lentamente gli occhi notò che la luce già invadeva la stanza.
La sera prima avevano mangiato qualcosa e avevano fatto un giro per osservare com’era l’ambiente. Dopo una doccia veloce si erano fiondati a letto. Per evitare ulteriori tentazioni avevano optato per dormire in due letti diversi e fortunatamente ogni letto era grande quasi come il letto matrimoniale di casa sua.
La camera era effettivamente abbastanza grande da ospitare i due letti, avere una scrivania con la televisione sopra, un divano in vimini con dei cuscini morbidi, un tavolino davanti alla finestra e un bel balcone dove due sedie e un tavolino (anch’essi in vimini) stavano in attesa di essere utilizzati.
 La camera in sé era luminosa. Pavimenti e pareti chiare con particolari in legno chiaro. E i mazzi di frangipane davano un profumo meraviglioso all’ambiente. Si stiracchiò per poi notare Tom che, di fianco alla finestra aperta, se la rideva “Buongiorno!”
“Mmmh… ‘giorno! Dimmi che sono morta perché io di qui non me ne vado!”
“Siamo appena arrivati e già pensi che ce ne dobbiamo andare? Forza! Sveglia che scendiamo a fare colazione e poi andiamo al mare!”
“Come fai ad essere così pimpante di prima mattina io non l’ho ancora capito.” Commentò alzandosi dal letto in pieno stile Dracula. Si stiracchiò un’altra volta la schiena per poi bloccarsi. “Devo andare in bagno.” Decretò prima di schizzare verso la stanza poco distante dal suo letto facendolo ridere. Si mise il costume, riempiendosi già di crema (tanto conoscendosi sapeva perfettamente che quella sarebbe stata l’unica volta che si sarebbe messa la crema durante l’intera giornata) e, indossato un vestito inforcò le infradito e furono pronti a scendere.
“Oggi non ci muoviamo da qui vero?” gli chiese sperando in una risposta affermativa mentre affondava i denti in una brioche.
“Sì, per tua gioia oggi non ho intenzione di muovermi da qui!”
“Sì!!!!!”
“Devo riprendermi dal viaggio di ieri anche se credo che tu ti sia ripresa. Stanotte hai dato il meglio di te.” Le disse facendola quasi strozzare.
“Bè, lo sai che quando mi ci metto sono una segheria in piena attività!”
“Ahahahah!!”
“Ma davvero non ti ho fatto dormire?”
“No no, io ho dormito benissimo! Solo che ad un certo punto della notte mi sono alzato per bere e sembrava stessero facendo i lavori in camera!”
La ragazza si mise una mano in faccia nascondendo il fatto che stesse piangendo dal ridere “Va bè, ero stanca! Poi se hai dormito non mi sento in colpa! Quindi oggi cazzeggio brutale?”
“Bingo!” e alzò il bicchiere di spremuta d’arancia “Al cazzeggio.” “Al cazzeggio!”.
Le giornate in quel villaggio trascorsero benissimo. La spiaggia era fantastica e l’acqua nonostante fosse quella dell’Oceano Pacifico non era nemmeno tanto fredda. In meno di tre giorni aveva già preso un po’ di colore beccandosi tutti gli insulti del mondo dall’uomo che, nonostante fosse stato sotto al sole quanto lei, non era ancora riuscito ad abbronzarsi. Un giorno dove il mare era un po’ più mosso e c’erano un paio di onde aveva voluto provare a fare surf. Aveva noleggiato una tavola nel centro del resort e si era buttata in acqua ma le onde non erano soddisfacenti. Il giorno dopo lei e Tom noleggiarono una macchina e in reception si fecero spiegare la strada per qualche baia particolare o una dove si potesse fare surf. Il receptionist fu molto cortese e diede loro tantissime informazioni quando ad un certo punto disse “I’m very sorry if ask you this, but… my daughter is a big fan of yours and Mr. Hiddleston’s.”
Arrossì di botto “A fan of mine?”
“Oh, yes, she is! Is it a problem if you can make an autograph for her?”
“Of course! Not a problem!”
“I have an idea… can I use it?”
“Yes, of course!” Laila chiamò l’uomo che stava ritirando il pranzo al sacco per il mezzogiorno e, prendendo la vecchia Polaroid che aveva sul bancone l’uomo si scattò una foto con lui.
“Smile dude! … Her daughter is a big fan. I thought that a photo and an autograph can be fine!”
“Oh, she will be so happy!” disse l’uomo sorridendo. Dopo che la Polaroid si fu sviluppata completamente la girarono e la firmarono.
Partirono verso una delle baie particolari che i receptionist aveva indicato loro, ma ancora niente surf. Fecero un paio di giorni a girarsi l’isola quando finalmente un pomeriggio mentre tornavano al resort, Laila lo fece fermare ad una baia piccola. Parcheggiarono e scesero dalla scogliera bassa arrivando alla spiaggia. Non c’era quasi nessuno, solo tre surfisti che sfidavano le onde.
Uno dei tre uscì dall’acqua scansandosi i capelli neri dal viso. Dalla carnagione scura e dai tratti del viso intuì che era un hawaiano originario. Fisico scolpito nella roccia, occhi neri come ossidiana e un pizzetto che gli circondava il mento. Il braccio destro era quasi completamente ricoperto di tatuaggi.
“Maremma maiala…” commentò Laila in italiano non facendosi capire dall’uomo che certe esclamazioni non le comprendeva ancora.
“What?”
“Nothing. Oh well, look at those waves! They are amazing!!”
“Would you like to surf?”
“I’d love to! Those are the ones I used to ride in Australia! And there are some boards… but I’m sure I can’t use them.”
L’hawaiano si avvicinò “Scusate, non ho fatto a meno di ascoltarvi. Siete inglesi?”
“Yes! Hi, I’m Tom!” si presentò lui stringendogli la mano. “Hi! And you-” “Laila! Hi, nice to meet you.”
“Nice to meet you too! Can you surf?”
“A bit!” rispose lei, solo che Tom rispose “She can. Definitely. She’s just being humble.”
“Well, if you want to you can take one of those boards!”
“Can I?” gli chiese con gli occhi che per poco non diventavano stelle.
“Yeah! Come, I can give you the one that suits you best!”.
Nel frattempo anche gli altri erano usciti per riposarsi un attimo e stavano parlando con Tom. “So you come from England!” “Yes!” “Where?” “London.” “A little change of weather, uh?” “Definitely!”.
Il secondo surfista lo guardò “Is it possible that I’ve alreay seen y- oh! Got that! You’re Tom Hiddleston! Without dark hair I couldn’t recognize you. I’m a Marvel fan!”
“Ahahah I’ve always been told this!”
“And the girl there is also an actress?”
 “She’s my best friend Laila.”
“Bessan?”
“Ehm… yes. But don’t tell her I’ve told you.” Disse ridendo.
“Oh, when Jordan will understand who she is, he’ll have a heart attack. He has a huge crush on her! I think he saw Great Expectations a thousands times.” Commentò disperato uno, mentre l’altro disse “Per non parlare di Scandalo in Belgravia.”
Tom si mise a ridere “Semmai vorrete vederla sotterrarsi diteglielo!”.
La ragazza in questione arrivò saltellando con la tavola sottobraccio “Hi! Liam.” “I’m Alvin.” “Hi! I’m Laila!” “Oh, we know!” risposero in coro i due.
“Wh- Tom?!” “They recognized me.” Disse facendo spallucce.
“Oh well, I’m going to surf!”
“I’ll be watching you.” Le rispose sorridendole. Prima di correre verso la riva gli sorrise e gli fece l’occhiolino.
L’hawaiano si avvicinò ai tre “I’ve already seen that woman before. But I don’t know where.” commentò cercando disperatamente di fare mente locale.
“Oh, you saw her a milionth times.” Disse Liam osservando la ragazza adagiarsi sulla tavola e nuotare più in là verso un’onda.
“Seriously? Where?”
“Television, the screen of your computer, in your phone…”
“I don’t- OH SHIT. IS SHE REALLY…?!” “Yup!” annuirono i tre in coro “I’m an idiot.”
Laila ignara di quello che stava succedendo sulla spiaggia si sentì ricapultata indietro di più di 7 anni. In Australia, a Sydney dove a Bondi Beach per la prima volta aveva cavalcato un’onda. Ne saltò un paio. Prima affròntò le più piccole giusto per riprendere la mano, ma quando riprese la vecchia confidenza cominciò a domare quelle più alte riuscendo dopo anni a rifare il cosiddetto “tubo”. Alla fine del tubo saltò giù dalla tavola urlando “WIPEOUT!!!”.
Tornò a riva con un sorriso enorme sul viso “Hai visto Tom? Ce l’ho fatta!! Ce l’ho fatta! Il tubo!! Erano anni che non mi accadeva più!!” esclamò piantando la tavola nella sabbia e correndo verso di lui.
“Ho visto sì! Dannazione, sei davvero brava!”
“Oh piantala!” gli disse tirandogli un buffetto sulla spalla.
“Hai capito la signorina che sa fare?!” esclamò Alvin stringendole la mano “Grandiosa!!” “Ahahah! Grazie!”
“Bè, quando Jordan recupera la parola magari sentiamo anche il parere dell’esperto.”
Lo prese in giro Liam facendo sì che l’amico lo guardasse male “Asshole. Well, woah! Not bad for an occasional surfer!”
“Thank you so much!” disse inchinandosi appena. Rimasero sulla spiaggia per un po’ parlando coi i tre surfisti e prima che se ne andassero Jason, arrossendo, chiese se poteva fare una foto con lei.
“Oh, ehm, sure!”
“I’m sorry, but I’m actually a big fan of yours!”
“Well, on may Now You See Me will be released! I think you’ll like it!”
“He knows!” esclamarono i due surfisti facendo arrossire l’amico e facendo ridere la ragazza “ALLORA?!”.
Dopo la foto la fecero tutti anche con Tom e i due se ne andarono salutandoli.
 
Qualche giorno dopo Laila si piantò alla spa godendosi un giorno di relax mentre Tom dopo la giornata appena passata aveva deciso di fare un corso di surf.
Si trovarono alla sera in camera. L’uomo era appena entrato in camera quando sentì l’acqua scorrere e la ragazza canticchiare.
It’s funny how some distance makes everything seem small
And the fear that once controlled me can’t get to me at all!
It’s time to see what I can do
To test the limits and break through
No right, no wrong, no rules for me… I’m free!
“Laila, I’m in the room!” disse a voce alta facendosi sentire “Oh, hi Tom! How was the lesson?”
“Great!! I stayed on the board!”
“Not bad!”
“Which was that song?”
“You’ll hear it at the end of the year!” “Frozen!” “Bingo!!”.
Uscì dal bagno in accappatoio e con un turbante in testa “I’m sexy and I know it!” disse mettendosi in posa facendo ridere Tom. “Puoi andare in bagno! E, cosa decisamente importante, non ho fatto il lago fuori!”
“Davvero?” chiese strabuzzando gli occhi.
“Giuro! Ho fatto la brava! E poi sei tu quello che fa il lago Michigan!”
“Ma non è vero!!”. Tom entrò in bagno ed aprì l’acqua. Laila nel frattempo si cambiò lasciando i capelli bagnati e uscendo dalla stanza facendo sì che si asciugassero naturalmente, portandosi fuori il Kobo. Non si accorse nemmeno che l’uomo la raggiunse sul balcone. Tom fece scorrere la finestra del balcone e trovò la ragazza appoggiata alla ringhiera che guardava il tramonto.
“Pretty amazing.” “È da togliere il fiato… ogni tramonto lo è più del precedente. Darei di tutto per poter vivere qui per sempre.”
Tom si mise di fianco a lei e le prese la mano, incrociando le dita con le sue. La guardò dritta negli occhi. Doveva dirglielo. “Laila… senti…” ma non potè farlo dato che fu interrotto dal suono del suo cellulare.
“Che diavolo?... Christian?” esclamò guardando lo schermo del cellulare.
“Il nostro agente?”
“Sì! Aspetta va… pronto! … sì non ti preoccupare, non siamo ancora scesi a mangiare! … ahahahah adesso glielo dico!”
“Dirmi cosa?”
“Che fai schifo per prendere il sole!”
“Dettagli! Pelle mediterranea! E comunque anche te hai preso colore signorino bello! E digli di smetterla di fare lo stalker su twitter!”
“Hai sentito? … dice che dato che non gli dici le cose si informa così!”
“Sei peggio di mia madre, Chris!”
“Ahahahahahah!! … eh, dimmi! … cosa? Stai scherzando? Questo è uno scherzo. … davvero? … Ma è fantastico!! … ok, quando torniamo a Londra vengo da te! … ok, grazie mille! Ciao!” e riattaccò la chiamata.
“Ohi, cosa sono quegli occhioni a stella che ti sono comparsi?” gli chiese sorridendogli curiosa appoggiandosi ai cardini della finestra.
“La Disney mi ha scelto per dare la voce a Capitan Uncino nel prossimo film di Trilly. Io Capitan Uncino?!”
“Oddio ma è meraviglioso!!” esclamò correndogli contro e abbracciandolo stretto.
“Bè, questa è davvero da festeggiare!” prese due bottigliette d’acqua sul tavolino e gliene mise una in mano.
“Alla Disney. Che – a parte nel mio caso che ha preso una botta in testa – ha idee geniali in fatto di casting.”
“Alla Disney!”.
 
Anche i dieci giorni di pace fuori dal mondo finirono. Tornati a Londra fortunatamente trovarono bel tempo, ma non era come essere in quel piccolo pezzo di paradiso dall’altra parte del mondo. Ovviamente Joanne non si fece scappare l’occasione.
“Allora? Com’è andata la vacanza? Siete usciti alla luce del sole almeno una volta?” le chiese ridacchiando.
“Jo, sei una ninfomane!! No. Non c’è stata la possibilità. O meglio. Ce ne sono state infinite possibilità ma non ne abbiamo colta nemmeno una. E poi abbiamo dormito in letti separati!” le rispose mettendosi una mano in fronte.
“E io che speravo in un errore da parte dell’hotel. COME HAI FATTO A PASSARCI 10 GIORNI INSIEME E A NON FARCI NULLA?!”
“Autocontrollo, tesoro!” E ce n’era voluto a vagonate.”
“Senti Joanne, non voglio giocare con lui. Non è giusto. Fino a quando non avrò le idee chiare non farò nessuna mossa.”
“Dio mi sembrate me e Liam prima di metterci insieme!”
“Sì, ma tu non ti facevi problemi a prenderlo e mollarlo come ti andava. E non era il tuo migliore amico!”
“Anche te hai ragione…”
“Eh. Quindi invece di dirmi che sono un’idiota, dammi retta per una buona volta! Ti prego!”.
Fortunatamente tra un paio di settimane sarebbe ripartita.
 
********* ANGOLINO DEL DISAGIO**********
Buoooooooooongiorno a tutti! :D
Frozen è passato (sarà, ma io Laila che cazzeggia in studio con Jonathan Groff ce li vedo tantissimo!) e… Tom propone vacanze con semi-doppi fini.
Peccato che quella stordita di Laila cerchi di evitare contatti fisici che possano portare a qualsiasi tipo di controsenso (almeno quando è sveglia XD)
 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ringrazio chiunque legga questi miei deliri perché significa che non sono sola ed essere in compagnia su questa barca mi rende taaaaanto felice! :D
 
Spero di leggere qualche vostro commento, mi fa sempre piacere leggerli! <3
 
Vi voglio un sacco bene <3 e al prossimo aggiornamento!
Un bacione, Lalli :3
 
   
 
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