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Autore: gem97    10/09/2016    0 recensioni
"Toast in bocca, scarpe e cintura di sicurezza non ancora allacciate e un diavolo per capello: quest’anno Rosalie partiva alla grande! Era nella sua c1 rossa da dieci minuti, ne mancavano ancora una ventina per arrivare a scuola ed erano già le sette e quarantadue. Inutile elencare la serie di parolacce ed imprecazioni fuoriuscite dalla sua bocca non appena svegliata… Ormai erano quattro anni che la mattina perdeva il pullman e, fortunatamente, durante l’estate appena passata era riuscita a fare la patente, perciò, almeno, i suoi genitori non avrebbero più dovuto darle un passaggio ogni mattina."
Questa storia è un po' un mio sogno e vorrei condividerlo con voi... Spero vi piaccia :)
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAP. 3
Primo giorno pt. 2
L’ora di lezione stava passando piuttosto in fretta e l’idiota/ladrodiparcheggi/professoredimatematicamannaggiaalui si era limitato a spiegare che argomenti avremmo dovuto affrontare durante l’anno, che griglia di valutazione utilizzava normalmente e, infine, aveva optato per farci presentare uno ad uno in modo da conoscerci meglio. Essendo una classe composta solo da venti alunni, purtroppo, l’ora fu più che sufficiente per tutti quanti, me compresa…
“Allora, ora il turno è di… Oh, signorina Bigatti… Avanti, ci parli un po’ di lei…”
Il suo sorriso era passato da “gentile e professionale” a “sadico e…basta”. Accidenti, perché tutto questo astio? Insomma, era lui quello che mi aveva graffiato la macchina!
“Beh… non c’è poi molto da dire… Mi chiamo Rosalie Bigatti, ho compiuto i diciotto anni a giugno, abito in un paesino davvero piccolissimo con la mia famiglia, amo molto gli animali, ho scelto questo liceo perché penso che sapere molte lingue possa aiutare una persona non solo in ambito lavorativo, ma anche culturalmente e…basta direi…”
“Oh, avanti, non sia timida… Che hobby ha? Che genere di musica ascolta? Su, ce ne sono di cose da dire…”
“Ok… allora, gioco a pallavolo da quando ho dieci anni, mi piace molto e anche se sono alta un metro e una banana devo dire di cavarmela piuttosto bene; altri miei hobby, vediamo…Oh, sì, mi piace molto ascoltare la musica, qualsiasi genere, e suonare… suono clarinetto e pianoforte e mi piacerebbe molto imparare a suonare il violino e la chitarra…”
“Una musicista, eh? Bene bene…”
Non so perché, forse è stata solo una mia impressione, ma mentre parlavamo si è come creata una bolla in cui eravamo presenti solo io e il mio professore e la cosa mi fece sentire a disagio… Non mi era mai successo prima, figuriamoci poi con un professore! Cominciavo a sudare freddo e non vedevo l’ora che questa tortura finisse… L’ho già detto, non amo stare al centro dell’attenzione e lui aveva un modo di parlare e guardarmi che mi rendeva il compito decisamente più arduo.
“Beh, signorina, quindi lei ha scelto questa scuo…”
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
Dio benedica la campanella! A quel suono tutti i miei nervi si distesero e potei finalmente distogliere lo sguardo dal suo. Prima, però, notai che il suo sorrisetto da schiaffi si era tramutato, al principio. in una smorfietta delusa e, poi, nell’indifferenza totale… Proprio non riuscivo a capirlo, aveva talmente tanti sbalzi d’umore che pure un cieco sarebbe stato infastidito dai suoi cambi d’espressione!
Salutò tutti gli alunni molto cordialmente e con un sorriso davvero gentile e notai come metà della mia classe, quella femminile tanto per precisare, fosse a dir poco ammaliata da quel nuovo professore… Persino la mia Chiara sembrava molto affascinata da lui. Cacchio, tutte lo amavano già… Tranne io, ovviamente. Infatti, non appena uscì mi ripromisi di andare a cercarlo durante l’intervallo per avere i suoi dati per l’assicurazione della macchina. Eh già bello mio, non bastano due occhietti azzurri e un sorrisetto per farmi dimenticare quanto tu sia idiota!
Le due ore successive passarono decisamente più in fretta di quanto mi aspettassi e l’intervallo arrivò troppo presto… Accidenti a lui, che mi tocca fare… Presi coraggio e armata di penna e foglio lo andai a cercare in sala professori e lo trovai intento a leggere non so che fascicoli.
“Mi scusi, professore… Posso disturbarla un momento?”
“Se proprio deve.”
“Beh, ecco… È che lei dovrebbe darmi… Sì, ecco, insomma…”
“Signorina, le ricordo che la pausa dura solo dieci minuti, avanti si sbrighi.”
“Oh, sì, certo, mi scusi… Lei darmi i suoi dati per l’assicurazione della macchina…”
Il suo sguardo era un miscuglio di sorpresa,  scetticismo e scherno… Mi sarebbe piaciuto proprio tanto dargli un bel pugno sui denti, ma ahimè, era l’autorità lì dentro…
“Come?”
“Sì, beh… lei stamattina, rubandomi il parcheggio, mi ha graffiato la macchina… Quindi gradirei avere i suoi dati e in tal modo io potrei…”
La risata di scherno da parte sua che derivò mi suscitò non poca frustrazione. Sì, era un professore, ma era anche l’idiota che a quanto pareva aveva trovato la patente in un sacchetto di patatine e che mi doveva, oltre alle scuse, almeno i soldi dell’assicurazione!
“Ahahahah, mio dio Bigatti, che spavalderia ahahahah spero che stia scherzando ahahah”
“COME? MI SCUSI EH, MA LEI IN QUESTO CASO HA TORTO E QUINDI, DA AUTOMOBILISTA A AUTOMOBILISTA, LEI MI DEVE DARE I SUOI DATI!”
“Ma per favore, smettila con queste sciocchezze e vai in classe. Non ho certo tempo da perdere io.”
“Bene, se la mette in questo modo, saprò come comportarmi.”
“Cos’è? Una minaccia? Le ricordo che qui il coltello dalla parte del manico ce l’ho io.”
Il discorso stava pian piano scivolando in una brusca lite, ma purtroppo io ho un caratteraccio e di certo non mi sarei tirata indietro. Lui si alzò, prese la sua tazza di caffè che non avevo notato quando ero entrata e cercò di uscire.
“Dove crede di andare,  scusi?!”
Detto ciò, mi misi di fronte a lui mentre cercava di aprire la porta e così facendo urtai contro di lui. La tazza di caffè gli si rovesciò addosso e io divenni una statua di ghiaccio. Accidenti che imbranata!
“Ma porca miseria, Bigatti, sei un’imbranata patentata! Guarda la mia camicia, cavolo!”
“Oddio, io… mi dispiace, non volevo… Mi scusi tanto! Non ho fatto apposta!”
“Questa camicia si lava solo a secco, la macchia non andrà più via!”
“Mi scusi, non volevo… Le pagherò io la lavanderia… Davvero, mi spiace, mi scusi…”
“Se avessi dieci centesimi per ogni volta che l’hai detto sarei decisamente più ricco! Dai, ora va in classe che la campanella è suonata.”
“O..Ok… Mi scusi ancora, davvero sono mortificata…”
Non lasciandogli nemmeno il tempo di ribattere, uscii dalla sala professori e corsi in aula, beccandomi anche un rimprovero dalla professoressa di scienze per il ritardo. Accidenti, bel primo giorno, Rosalie!
Continua……..
  
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