Titolo: Karate Kid(s)
Sport = i due protagonisti sono accomunati da uno sport
La palestra era afosa nonostante le finestre fossero state lasciate spalancate. A quell'ora la maggioranza dei karateki si concedeva una pausa per rinfrescarsi e sbonconcellare qualcosina prima di riprendere gli allenamenti.
E, difatti, la palestra era vuota, fatta eccezione per due ragazze. Implacabili, con quell'energia che solo la giovane età può regalare.
Una goccia di sudore scivolò lungo la fronte di Asuka Kazama, diciassette anni e da almeno dodici karateka, impigliandosi nelle ciglia e finendo per bruciarle l'occhio.
Ovviamente.
Il momento esatto per perdere momentaneamente la vista ad un occhio, offrendo alla sua avversaria la chance per colpirla.
« Ah-ah! » urlò soddisfatta Lili Rochefort, piazzando un uppercut delizioso proprio sotto il mento di Asuka, mandandola gambe all'aria. Sedici anni e karateka da... meno di un anno.
Si spazzolò il vestito, con un odioso sorrisetto appiccicato sulle labbra.
Ma guardatela, pensò Asuka.
Chi diavolo lasciava i capelli sciolti durante un allenamento di karate? Per non parlare di quella divisa male infilata! Si intravedeva il reggiseno rosa. E la cintura nera (sì, perché l'oca bionda era cintura nera, discutiamone )? Arrotolata più volte attorno al punto vita e legata con un fiocco.
Un fiocco.
« Non è valido. Il sudore mi ha accecata. » sbottò Asuka, shockata all'idea di essere stata sconfitta da Lili.
Andiamo! Tutto il suo aspetto gridava "scarsa"! Perché non faceva ginnastica artistica o danza? Attività che si confacevano di gran lunga di più a quella ... quella... papera.
Lili si asciugò il sudore dalla fronte con il dorso della mano. « Che schifo, sudi! Beh, vorrei farti notare che ci siamo allenate insieme per cui sono affaticata quanto te. Ma ti ho battuta lo stesso. »
Era odiosa. Strusciò i piedi – con le unghie smaltate di rosa baby, orribile! – sul tatami e mugugnò deliziata. « Voglio un tappeto giapponese a casa mia. » disse.
Asuka sbuffò e roteò gli occhi davanti a cotanta ignoranza. Si rialzò con uno scatto agile e si mise in posizione. « Voglio la rivincita, bionda. » urlò.
Lili ridacchiò, coprendosi la bocca con la mano. « Oh, la cosa si fa interessante. » la canzonò. Poi la scintilla divertita sparì dai suoi occhi azzurri, che si affilarono.
Aveva accettato la sfida.
Questa volta ti stendo.
Asuka richiamò alla mente tutti i suoi anni di esperienza per concentrarsi e mantenere la calma. Insomma, se si fosse lasciata dominare dalla collera, non avrebbe di certo sconfitto Lili!
Ma come può essere così forte e possedere una tale tecnica dopo nemmeno un anno di allenamento?
Fu allora che una lampadina si accese nella mente di Asuka. Lili sarà stata pure un portento ma aveva un punto debole: era estremamente permalosa.
« I tuoi capelli puzzano. » la punzecchiò. « Ti si è sbeccato lo smalto, ti è colato il mascara e hai la faccia rossa come un peperone. Inoltre noto che il reggiseno ti va un po' largo. Vuoi che ti presti un po' del mio? »
Ottenne l'effetto desiderato: Lili sgranò gli occhi, perse ogni ritegno e si lanciò su Asuka con le dita ad artiglio.
« Cafona! » l'aggredì.
Quello che Asuka non disse è che Lili risultava radiosa anche così.