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Autore: simibacini    02/05/2009    5 recensioni
Queto mio primo racconto è il pensiero di una ragazza riguardo una situazione sentimentale che la riguarda. La situazione con questo ragazzo è un pò complicata. Leggete per capire!
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                             Get out of my head;      
out of my heart.

 

Mi chiedo come sia possibile tutto questo. Perché una persona ti entra in testa così. Improvvisamente. Inevitabilmente. Inesorabilmente.
E tu. Tu sei arrivato così. Dal nulla.
Sei entrato nella mia testa lentamente. Hai scavato ogni giorno sempre più in profondità, senza che io me ne accorgessi.
Ora hai il pieno controllo. Non c’è momento in cui non fai capolino nella mia mente e non fai confusione. Vuoi uscire, per favore?
Non ce la faccio più. Mi stai completamente prosciugando, e io non voglio.
Ogni mio pensiero è rivolto a te. Penso continuamente a te. Tu sei ovunque.
Momento dopo momento, hai preso il completo controllo della mia testa, e ingordo ti sei spinto oltre. Hai costruito un tunnel dritto al mio cuore.
E ora che posso fare?
Come faccio a espellerti dal mio corpo?
Perché lo hai fatto? Io ero felice prima di incontrarti. Felice.
Poi sei arrivato tu, e ti sei impossessato del mio cuore.
Sai? Sei il primo. E senza il mio consenso. Tu hai preso il mio cuore senza il mio permesso, perché?
Sei il primo che mi abbia affascinato. Hai conquistato me, fredda e cinica, ma che piange dentro. Me, che nasconde la sua parte fragile dietro la sua camera. Me, con il suo buio attorno. Eppure ero felice, con il mio doppio essere. Ora sono felice solo quando ti vedo. E non mi piace.
Mi hai reso patetica. Non è possibile che non posso fare a meno di vederti ogni giorno. Non è possibile che sono intrattabile per tutto il giorno quando ti sento distante. Non è possibile che sono totalmente condizionata da te.
Non voglio. Ma è inevitabile. Non so come smettere.
E tu sei lì, davanti a me. Ma è come se ti guardassi attraverso un vetro. Ti posso vedere, ma non toccare. E sei distante, anche se sembra che sia solo un vetro a separarci. Mi guardi aldilà di esso, e sorridi.
Eppure lo sai cosa provo. Ti sarai sicuramente accorto che registro ogni tuo movimento. Che, seduta dietro di te, ti guardo per tutto il tempo della lezione. Che sorrido come un’ebete quando ti giri e mi fai una delle tue faccette buffe e ridi. Ti sarai accorto dei miei sguardi e di come si illuminano i miei occhi al suono della tua voce. Lo so che lo sai. Eppure non dici niente.
Ma ci tieni a me si o no? Io non ti capisco.
Ci sono giorni in cui credo che tutto sia perfetto. Giorni in cui credo che ti interesso davvero. Giorni in cui credo che in fin dei conti mi vuoi bene.
Ma che mi dici dei giorni in cui ti vedo distante? Quando incroci lo sguardo con il mio e ti giri indifferente? Quando mi passi affianco e mi ignori? Perché fai così? Io non ti capisco.
Cosa significavano i tuoi sorrisi, le tue carezze, i tuoi abbracci?
Cosa provavi quando hai sfiorato le mie labbra con le tue? Quando le tue mani hanno cercato le mie, per poi accarezzare il mio corpo?
Cosa ha significato per te? Nulla, penso.
E io non faccio che ripensare a quei momenti, in cui pensavo che il cuore mi sarebbe scoppiato in petto, tanto mi batteva forte. Lo sentivi?
Mi sembrava che fossi diventato mio. Ma tu non sei mio.
Nonostante tu dica che non sai se l’ami ancora, che non sei più preso da lei come una volta, stai ancora con lei. Spero sempre che tu capisca i tuoi veri sentimenti per liberarmi una volta per tutte, per fare chiarezza sui tuoi gesti. Chi vuoi veramente? Lei o me. Lei, così pare. Ciò che provi per me non è sufficientemente forte da lasciarla? No.
E io soffro. Possibile che sei così stronzo da accorgertene e fregartene? Io ti odio, e ti desidero al contempo. Perché ciò che voglio sei tu, e soltanto tu.
Non desidero altro che la tue labbra sulle mie, le tue mani strette alle mie, sentire il tuo corpo attaccato al mio, sentire il tuo profumo e inebriarmene, udire il mio nome sussurrato da te. Lo capisci?
Mi vedi? Sono qui, prendimi. Mi senti? Ascoltami e rispondimi.
Continui a ripetere che non ricordi cosa sia successo quella sera, ma io so che ti ricordi. Ricordi perfettamente le nostre bocche attaccate, le mie mani su di te, e le tue su di me. Ti ricordi certamente, altrimenti non staresti sempre a ripeterlo.
Vuoi farmi capire in questo modo che per te non è contato niente?
Se non ti importa niente di me, ti prego, lasciami andare. Non lo sopporto, tutto questo dolore. Mi stai spezzando dentro.
Se non ti interesso, perché continui a cercarmi, allora? Ti avvicini e mi confondi. Mi tocchi e mi emoziono. Mi guardi e sento il cuore battere fortissimo. Lo sai che così mi illudi e mi fai male quando sento che non mi vuoi?
In realtà, amo l’illusione che mi regali. Perché ho bisogno di sentirti vicino, di sentire la scia del tuo profumo e il suono della tua voce. Ti voglio con tutta me stessa!
Sono proprio una stupida. Non mi entra in testa che non sei e non sarai mai mio. Ti odio, e mi odio. Che stupida, a cercarti ancora!
Non riesco a far altro che pensare a te e sognare ad occhi aperti, ad immaginare come potremmo essere insieme, e sentire che tutto sarebbe così semplice e perfetto. Che fantastica illusione!
Tu sei solo un parassita, però, che si è nutrito di me.
Lasciami. Vai via.
Di me non è restato altro che un corpo vuoto. La mia anima e il mio cuore ormai sono tuoi, irreparabilmente.
E ora non ti chiedo altro che lasciarmi andare. Di liberarti di me.
Vattene via dalla mia testa. Vattene dal mio cuore.

  
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