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Autore: bravesoul    02/05/2009    1 recensioni
L’ onore è andato. La voglia di vivere è andata. Il coraggio pare una cosa inutile. Hai perso la tua vita sotto gli occhi attoniti di tuo figlio. Lascerai che lui faccia lo stesso? 2° classificata al contest "Riflesso di virtù tradita" indetto da storyteller lover.
Genere: Generale, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Allora^^ Bravesoul salta di gioia e vi presenta il 1 cap della fortunata long fic vincitrice del 2 posto al contest indetto da Storyteller lover “ Riflesso di  Virtù tradita …

E dire che sto saltando è poco.

Un grazie anke ad Hiraku che ha creato dei banner stupendi…

Ed ora lasciatevi sciogliere da Sakumo^^

 

Everything is Gone.

 

1-Le albe sono strazianti.

Le albe sono strazianti, ogni luna è atroce e ogni sole amaro.

E’ una frase che ricorre spesso in te.

La pronunci con un velo di tristezza e dolore.

Perché sai che è la verità.

Capelli argentati e una bottiglia di sakè in mano.

Il sole sorge ogni giorno, lentamente.

Le albe si susseguono senza sosta, come è giusto che sia.

Ma tu non lo vorresti.

La vita va avanti ogni giorno, senza aspettare coloro che si sono persi per strada.

E tu ti sei perso poco tempo fa.

Ma i giorni sembrano secoli, così quello che per qualcuno sarebbero nient’ altro che mesi per te sono secoli, millenni di eterna agonia. Lenta agonia.

E a volte ti chiedi il perché di tanta miseria in una vita altrimenti perfetta e solare.

Non riesci a pensare a quello che era e a quello che è perché se lo fai il tuo cuore pare spaccarsi in mille pezzetti, al ricordo di ciò che era.

Cenere al vento.

Cenere di te.

Il sakè scende veloce per la tua gola, bruciandoti dentro come un fuoco acceso.

Il fuoco che ormai in te non esiste più.

Il sakè ti scorre per le vene, veleno di cui ormai non puoi fare a meno.

E di cui non vuoi fare a meno.

Ti alzi con un sussulto, tanto per fare finta di dare vita al tuo corpo.

La sedia cigola, a causa del tuo peso che viene sollevato improvvisamente da quella struttura di legno dopo ore e ore.

Barcolli, l’alcol ti brucia ancora dentro.

C’è solo quello a bruciare.

Il sole penetra dalle fessure delle tapparelle che hai lasciato così, abbassate a metà per giorni interi.

Polvere su quelle tende di plastica.

Il sole ti brucia gli occhi impastati dal sonno e dagli alcolici.

I tuoi passi non sono altro che rintocchi di un morto su un pavimento atono che forse, infondo, è davvero più vivo di te.

I tuoi piedi nudi lasciano impronte tra la polvere accumulata.

Lacrime silenziose.

Lacrime che non piangerai, perché piangere non ha neanche senso, ad un certo punto.

Piangere ed essere ancora più deboli non ha senso.

E allora le tue lacrime sono orme nella polvere.

Polvere che è semplicemente quello che resta di te.

Polvere sottile che ti porti dietro come una cascata di ricordi a cui non vuoi sfuggire.

E fuggire dal tuo passato non sarebbe giusto, forse.

Ma tu …  non  vuoi neanche provare.

Ti passi le mani su quel volto ispido dalla barba.

Alito che puzza solo di veleno.

Occhi incavati.

Capelli lunghi e lasciati annodati.

Vestiti vecchi che puzzano di vomito, ormai.

Mani che hanno perso quasi del tutto il tocco fatato che avevano una volta.

È come se volessi lasciare che tutto ti passi sopra.

L’ alba, il giorno rinasce.

Ma tu non vuoi.

 La luce filtra nella tua casa, che più cha altro sembra un covo di ragnatele.

Il sole non è il benvenuto.

Le albe sono strazianti.

Sono strazianti perché portano il tuo cuore a ripensare a quello che successe quel maledetto giorno.

Sono strazianti perché ti ricordano che ogni giorno il mondo rinasce.

Ma tu … tu invece no.

La notte viene abbattuta, il sole rinasce.

Le lacrime lasciano il posto alla voglia di ricominciare.

Ma tu non piangi e le lacrime non ci sono neanche.

Nulla da sostituire.

O meglio … tutto.

Passi sul pavimento.

I passi di un uomo che non vuole ricominciare.  

E perché ricominciare?

Rinascere dalle ceneri come una fenice?

Perché farlo?

Non c’e n’è né la ragione né la volontà.

I passi di un  uomo che si vuole lasciare morire.

I passi di un fantasma.

Oggi facciamo finta di vivere ?

Una domanda della quale conosci  già la risposta.

No, non c’è la voglia.

Non c’è la voglia neanche di fingere.

Non c’è la volontà neanche di fingere per tuo figlio.  

Tuo figlio.

Speri solo che un giorno lui sarà più forte di te.

Perché tu non puoi ricominciare.

Perché non vuoi ricominciare.

Le albe sono strazianti.

E quando il sole filtra per le persiane ti rendi conto di quanto sia futile anche solo continuare a respirare.

A cosa servirebbe?

Solo un’altra stupida funzione del tuo corpo.

L’ unica cosa che ti impedisce di spegnerti.

Perché non sei ancora pronto per spegnerti.

Perché non vuoi spegnerti.

Il sangue della tua gente continua a macchiarti le mani.

Il rimpianto convive con te.

E la voglia di ricominciare non c’è.

Non c’è la voglia di fregartene della gente.

Né di fregartene dell’ onore.

Non c’è la voglia di riprendere in mano le tue ceneri.

Perché non si può ricominciare da nulla.

Il fuoco non può nascere  dal nulla.

Ma tu  hai le tue ceneri.

Bugiardo.

La verità è che non vuoi ricominciare.

 

 

L’ennesima bottiglia ormai vuota di sakè cade sul pavimento, spaccandosi in mille pezzi che si sommano agli altri mille e mille disseminati ovunque.

Il vetro della bottiglia ti taglia le piante dei piedi, ti squarcia la carne.

Ma non ha la minima importanza.

Lasci orme insanguinante sul pavimento, prendi dell’ altro veleno, dell’ altro sakè.

Stappi la bottiglia, accosti il collo di questa alle tue labbra.

E lasci che il veleno scorra per la tua gola.

Lasci che la tua mente se ne vada a puttane.

Lasci che il mondo non sia il tuo problema.

Dimentichi tuo figlio, quella dolorosa sensazione che ti impedisce di sparire.

Il veleno brucia nelle tue vene, ancora.

Fino a che il mondo non ha neanche più consistenza.

Perché vuoi lasciare che tutto ti passi sopra, senza reagire.

Perché non vuoi reagire.

Le albe sono strazianti.

Ma non solo per te.

Perché quello che ti riporta a letto altri non è che tuo figlio.

Il figlio che vuole reagire.

Il figlio che ti adorava.

E le lacrime che bagnano la tua pelle sono le sue.

 

Ecco la fine del primo capitolo ^^ il giudizio della grandissima adoratissima giudice sarà alla fine della fic al terzo capitolo^^

Bene che altro dire..

 Commentate^^

 

  
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