Perle di un
filo ingarbugliato.
02/ Latte e Miele.
Osservava il liquido bianco tremolare
nella tazza, un intricato motivo floreale a più tonalità
che decorava la raffinata porcellana. Il ricordo di sapori
confortanti lottava in mezzo a una nebbia arcobaleno nel tentativo di
riesumare, fra i sensi intorpiditi, un legame corroso dalla gabbia che,
fissa nella mente, lo imprigionava in una fitta maglia di incubi. Quel dì
così interminabile lo vedeva infagottato in una camicia da notte
che ne scopriva le gambine magre, la garza a proteggere le
profonde
escoriazioni. Le accarezzò piano, avanti e indietro, scoprendo
le ginocchia sporgenti e le cosce arrossate. Passando ai gomiti,
strinse la larga stoffa in una presa che rassomigliò un
abbraccio rigido, la conferma di un calore liquido fumante in ricci
d'aria
spumosa ancora tangibile. La sua pelle profumava di balsami aromatici,
i
capelli freschi di shampoo all'eucaplipto gli si attorcigliavano
fluenti sino ai piedi, solleticandone le piante.
Ammise non poco sollievo nel sapersi pulito, ma non senza cancellare i bisticci creati per non farsi toccare laddove le ferite pulsavano ad oltranza. Ancora non si fidava, ancora non comprendeva il perchè della sua presenza all'interno di mura così voluttuose, ancora non aveva idea di come comportarsi. Ma il distaccarsi del suo fisico alla volontà di perseverare aveva chiaramente percepito meglio di lui il dissolversi della paura dell'imprevedibilità. Un altra giornata a nutrirsi dei suoi soli pensieri l'avrebbe vinta al prezzo della sua vita.
E poi c'era quella donna e la tazza piena di una bevanda candida adagiata sul materasso insieme a lui, per venire incontro al languire del suo corpicino smagrito dal sonno e dal cibo.
Il suo volto, scolpito nelle memorie più recenti, intonava un ritornello che, nei dieci giorni di reclusione forzata in una stanza dove non aveva voluto lasciarsi avvicinare da nessuno, lo aveva pungolato con l'immagine di sè stretto a una forza prodigiosa.
- Questo per addolcire i tuoi occhietti pensierosi. -
Da un vasetto panciuto udì il tintinnare di un cucchiaino e un aroma dolciastro spandersi flebile. Le dita di Rasiel, già allungatesi verso la tazzina calda, invitante, la sollevarono non appena il rigirare della posata si ritraette. L'aroma candido, di un retrogusto zuccherino che gli si sciolse in bocca una volta inghiottito, bagnò le sue labbra di un sapidità impietritasi per il troppo gelo patito dentro e fuori.
Latte e miele. Il rossore si sparse in fretta sulle guance incavate, disegnando i primi tratti leggeri di un'espressione rapita dalla dolcezza. Buonissimo.
Ammise non poco sollievo nel sapersi pulito, ma non senza cancellare i bisticci creati per non farsi toccare laddove le ferite pulsavano ad oltranza. Ancora non si fidava, ancora non comprendeva il perchè della sua presenza all'interno di mura così voluttuose, ancora non aveva idea di come comportarsi. Ma il distaccarsi del suo fisico alla volontà di perseverare aveva chiaramente percepito meglio di lui il dissolversi della paura dell'imprevedibilità. Un altra giornata a nutrirsi dei suoi soli pensieri l'avrebbe vinta al prezzo della sua vita.
E poi c'era quella donna e la tazza piena di una bevanda candida adagiata sul materasso insieme a lui, per venire incontro al languire del suo corpicino smagrito dal sonno e dal cibo.
Il suo volto, scolpito nelle memorie più recenti, intonava un ritornello che, nei dieci giorni di reclusione forzata in una stanza dove non aveva voluto lasciarsi avvicinare da nessuno, lo aveva pungolato con l'immagine di sè stretto a una forza prodigiosa.
- Questo per addolcire i tuoi occhietti pensierosi. -
Da un vasetto panciuto udì il tintinnare di un cucchiaino e un aroma dolciastro spandersi flebile. Le dita di Rasiel, già allungatesi verso la tazzina calda, invitante, la sollevarono non appena il rigirare della posata si ritraette. L'aroma candido, di un retrogusto zuccherino che gli si sciolse in bocca una volta inghiottito, bagnò le sue labbra di un sapidità impietritasi per il troppo gelo patito dentro e fuori.
Latte e miele. Il rossore si sparse in fretta sulle guance incavate, disegnando i primi tratti leggeri di un'espressione rapita dalla dolcezza. Buonissimo.
Note di fine capitolo:
Secondo extra postato! Devo dire che anche il secondo capitolo avrebbe dovuto trattare ancora Amèlie ma poi ho pensato di escogitare qualcosa di, come dire, fluffoso, sul piccolo Pierre/ Rasiel: per come lo immaginavo, avrei voluto renderlo ancora più dolce, questo capitolo, ma ormai devo ammettere di avere dato vita a uno stile a cui non riesco a sottrarmi e la cosa non mi dispiace, perchè non riuscirei a pubblicare qualcosa che non rispecchi le mie scelte. Ringrazio lettori e recensori, mi auguro che continuate a seguire la saga dei Santi Oscuri. Mando a tutti un bacio e un abbraccio. A presto!