[...]Semplicemente lei aspettava e sperava che qualcuno le tendesse la mano e l’afferrasse, con una stretta delicata ma decisa e la portasse via con sé, la cullasse tra le proprie braccia, sussurrando:
“Adesso ci sono io con te, non preoccupati, ti proteggerò.”
Potrebbe dirsi forse una serie di pensieri eccessivamente utopistici ma infondo,
che male c’è nel sognare qualcosa di schifosamente felice?