BEING A SLYTHERIN
La figura eseguì un giro
panoramico completo con lo sguardo per registrare le persone presenti
nella
stanza.
Dall’alto della sua
posizione notò quattro coppie rispettivamente ammantate di
giallo canarino,
blu, rosso e verde.
I ragazzi si guardavano l’un
l’altro con sorriseti agitati cercando di catturare quanti
più particolari
possibile di una stanza preclusa a molti, specie per motivi tanto
felici.
Si notavano chiaramente
tre teste dalle sfumature brune, una coda di cavallo chiara, capelli
d’angelo e
infine il contrasto del biondo cenere e del nero carbone.
- Molto bene, signori- interruppe
la voce severa della preside- sapete perché siete qui.
Avanzate in ordine di
chiamata e poi sarete liberi di andare. Possiamo iniziare: signorina
Collins,
Signorina Petsweet onorate questo distintivo con un corretto esercizio
dell’autorità
che vi conferisce.
Le due tassorosso si
mossero in un inchino misurato e lasciarono la presidenza seguite,
pochi minuti
dopo, dagli altri ragazzi.
Per un’ultima volta la
preside pronunciò la formula rituale:
- … corretto esercizio
dell’autorità che vi conferisce. Direi che potete
andare anche voi.
- Signora preside mi
perdoni; le chiedo cinque minuti per poter conferire con il signor
Potter.
Finalmente si era deciso
a parlare.
- Ma certo! Signor Malfoy
seguimi, prego. Signor Potter affrettati a raggiungerci quando avrai
finito.
- Hei Al, ti aspetto qui
fuori…vedrai che facce faranno gli altri a vedere queste!
- Piuttosto vai a
congratularti con Rose: sono certo che lo apprezzerebbe-
ribattè con aria
maliziosa.
- Signor Potter, hai
terminato? Non credo che il tempo a nostra disposizione ci consenta
divagazioni.
- Oh mi scusi signore.
- Hm la stessa
irriverente non curanza di tuo padre - aveva esordito con uno sbuffo e
il tono
leggermente piccato - e la sicurezza tutta materna; ma devo ammettere
che per
il resto dalla sig. Weasley hai preso davvero poco; è
impressionante quanto tu
somigli a lui: capelli nerissimi e ribelli, ma gli occhi …
beh quelli, ragazzo
mio, li hai ereditati senza dubbio da tua nonna.- il tono si era fatto
decisamente
più nostalgico.
- Forse ti chiederai perché
abbia insistito con la preside per parlare con te…non sei
certo il primo Potter
che incontro: ho gia avuto occasione di dialogare con il maggiore,
benché i
motivi che lo avevano condotto qui fossero davvero poco nobili.
- In effetti James ha
battuto il record familiare di richiami; è quasi arrivato
alla sospensione per
l’ “incidente” al laboratorio di
pozioni…immagino sia tipico dell’esuberanza dei
grifondoro…
- Gia, i grifondoro! Tutti
di quella casa voi Potter. Tutti tranne te! È sorprendente
il perfetto connubio
tra i tuoi occhi e lo smeraldo della divisa. Mi chiedo come sia
possibile che
il vecchio cappello parlante ti abbia smistato a serpeverde; di solito
i figli seguono
le prme dei genitori, come se l’appartenenza ad una casa
piuttosto che ad un’altra
si possa trasmettere geneticamente…
- Oh ma io lo so,
signore, perché serpeverde è la mia casa.
Un lucido bagliore di sorpresa
attraversò gli occhi ossidiana.
- Signor Potter spiegami
cosa intendi dire.
- Al mio primo anno ero
terrorizzato all’idea di finire tra i serpeverde (tutta colpa
delle pressioni
psicologiche di James) ma poi, proprio prima di salire sul treno, mio
padre mi
rivelò la natura del mio secondo nome, appartenuto ad un
uomo dal coraggio
impareggiabile, eppure serpeverde; si trattava proprio di lei. Durante
il
tragitto chiesi a Rosie qualche informazione in più e
così venni a sapere di
quanto aveva osato contro Voldemort, e in questo il suo coraggio
superò quello
dei grifondoro; mi spiegò che nella difesa dei valori e
nella perseveranza
aveva eguagliato i tassorosso e che, per essere una talpa e ingannare
il mago più
potente e spietato i sempre, doveva aver avuto
un’intelligenza non inferiore a
quella dei corvonero.
Mi chiesi cosa ci fosse
di antieroico in un uomo di tale portata. Mi domandai se
l’appartenenza ad una
casa, e tutti i pregiudizi che ciò comportava, potessero
diminuire in qualche
modo il valore innegabile. E mi dissi che non doveva essere così, che forse
il nome dei serpeverde doveva
essere riabilitato: a venti anni di distanza dalla grande guerra si
doveva dare
un segno tangibile del profondono cambiamento avvenuto e in qualche
modo volevo
esserne partecipe. Se poi questo lei non lo chiama orgoglio
serpeverde… Arrivò
il momento dello smistamento; da quando la preside aveva pronunciato il
mio
nome la sala grande si era zittita di colpo, sa
com’è: Potter è un cognome che non
passa inosservato! Il mio sguardo si era soffermato al tavolo dei
grifondoro
dove potevo scorgere i miei cugini in attesa, e soprattutto lui, James.
Poi fu come se tutto
fosse sparito: sentivo solo il cappello gravare sul mio capo e la sua
scelta
sul mio futuro.
Credevo fosse molto propenso
ad assegnarmi alla casa dei grifondoro perché la prima cosa
che disse fu: “hai
molto coraggio, ragazzo. Di ceto il tuo posto è tra gente
dal carattere forte che
condivida questo grande animo”. Non so se il cappello sia in
grado di leggere
nel pensiero o semplicemente sappia cogliere i mostri desideri
più profondi. Mio
padre mi aveva detto che c’era anche la
possibilità che accontentasse una mia
richiesta, come molto tempo prima aveva fatto con lui. Sta di fatto che
in quel
momento, credendo che grifondoro sarebbe stata la mia casa, per la
prima volta
vi pensai con fastidio chiedendomi perché dovessi essere
smistato lì solo per
compiacere una immensa dinastia di rosso-oro. Io stesso mi sorpresi dei
miei
pensieri eppure con tutte le mie forze volevo distinguermi dalla massa
dei
Weasley-Potter: qualsiasi casa, purché fossi ricordato solo
come Albus Severus.
Non che i grifondoro non trovino
le occasioni per dimostrare il loro valore, però credo che
il cappello abbia
colto nei miei pensieri una vena di individualismo e volontà
di rivalsa. Prima di
decretare la mia casa rifletté ancora un po’ ma
infine tutta la sala grande
sentì urlare chiaro ed inequivocabile
“SERPEVERDE”. Fu uno choc per tutti. James
mi guardava incredulo, i grifondoro erano attoniti e il tavolo della
mia
neo-casa era piombato in un silenzio assai imbarazzante. Quando infine
mi
decisi a lasciare lo sgabello per prendere posto a tavola, sentii
applaudire
per primo quello che sarebbe diventato il mio migliore amico, seguito
finalmente dai componenti della mia nuova famiglia qui ad Hogwarts.
All’inizio non fu facile superare
i luoghi comuni. Né per me né per il resto della
popolazione scolastica. Ma si
sa che la gente si stanca presto di rincorrere chimere e il mio caso
venne
soppiantato da notizie più “fresche”.
È passato molto tempo e
in questi sei anni ho avuto modo di appurare che il cappello non ha
sbagliato
nella scelta della mia casa; a quasi sette anni di distanza posso
affermare con
certezza che tra i serpeverde ho avuto occasione di raggiungere il mio
obiettivo: nessuno parla di me come del figlio del salvatore del mondo
magico;
non sono considerato solo il fratello minore di James, la sua ombra, ma
Albus
Severus, portiere e capitano della miglior squadra di quiddich che si
sia vista
negli ultimi venti anni, e da oggi anche prefetto!
- tutto ciò porta grande
lustro a te e alla mia vecchia casa. Credimi, sono orgoglioso e
commosso dal
tuo discorso, e felice di ave avuto il piacere di parlare con te,
signor
Potter.
- Il piacere è stato mio,
signore, un immenso piacere!
- Credo sia ora che tu
vada o perderai la cerimonia di inizio d’anno. Spero che in
futuro avremo altre
occasioni per chiacchierare.
- Sarebbe un grande
onore, professore! Arrivederci.
Detto questo il ragazzo
lasciò la presidenza richiudendo la pesante porta di pietra
alle sue spalle.
-Professor Silente credo
che a questo punto potrebbe anche smetterla di fingere di dormire- mi
apostrofò
col suo caratteristico tono schietto.
- Hai ragione, Severus. In
fondo noi quadri non abbiamo bisogno di molto riposo, non è
così?
Non mi rispose, né io mi aspettavo che lo facesse, intento come era in chissà quali pensieri o vecchi ricordi.
ringrazio chi ha letto e chi avrà il buon cuore di lasciare un commentino! nella mia storia Albus è serpeverde, anche se credo che la Rowling lo avrebbe fatto diventare grifondoro (ma io-non mi uccidete-quelli non li sopporto proprio) perchè in questo modo ho avuto l'occasione per fare interagire due dei miei personaggi preferiti in assoluto (Albus e Piton, naturalmente)! ah tenevo a precisare che la battutina che Al lancia a Scorpius si riferisce a fatto che anche lui e Rose sono diventati prefetti.
Ora, a costo di essere ripetitiva, posso chiedervi nuovamente di commentare?!
GRAZIE!