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Autore: altovoltaggio    02/05/2009    9 recensioni

- Gia, i grifondoro! Tutti di quella casa voi Potter. Tutti tranne te! È sorprendente il perfetto connubio tra i tuoi occhi e lo smeraldo della divisa. Mi chiedo come sia possibile che il vecchio cappello parlante ti abbia smistato a serpeverde; di solito i figli seguono le prme dei genitori, come se l’appartenenza ad una casa piuttosto che ad un’altra si possa trasmettere geneticamente…

- Oh ma io lo so, signore, perché serpeverde è la mia casa.

Un lucido bagliore di sorpresa attraversò gli occhi ossidiana.

- Signor Potter spiegami cosa intendi dire.

Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BEING A SLYTHERIN

La figura eseguì un giro panoramico completo con lo sguardo per registrare le persone presenti nella stanza.

Dall’alto della sua posizione notò quattro coppie rispettivamente ammantate di giallo canarino, blu, rosso e verde.

I ragazzi si guardavano l’un l’altro con sorriseti agitati cercando di catturare quanti più particolari possibile di una stanza preclusa a molti, specie per motivi tanto felici.

Si notavano chiaramente tre teste dalle sfumature brune, una coda di cavallo chiara, capelli d’angelo e infine il contrasto del biondo cenere e del nero carbone.

- Molto bene, signori- interruppe la voce severa della preside- sapete perché siete qui. Avanzate in ordine di chiamata e poi sarete liberi di andare. Possiamo iniziare: signorina Collins, Signorina Petsweet onorate questo distintivo con un corretto esercizio dell’autorità che vi conferisce.

Le due tassorosso si mossero in un inchino misurato e lasciarono la presidenza seguite, pochi minuti dopo, dagli altri ragazzi.

Per un’ultima volta la preside pronunciò la formula rituale:

- … corretto esercizio dell’autorità che vi conferisce. Direi che potete andare anche voi.

- Signora preside mi perdoni; le chiedo cinque minuti per poter conferire con il signor Potter.

Finalmente si era deciso a parlare.

- Ma certo! Signor Malfoy seguimi, prego. Signor Potter affrettati a raggiungerci quando avrai finito.

- Hei Al, ti aspetto qui fuori…vedrai che facce faranno gli altri a vedere queste!

- Piuttosto vai a congratularti con Rose: sono certo che lo apprezzerebbe- ribattè con aria maliziosa.

- Signor Potter, hai terminato? Non credo che il tempo a nostra disposizione ci consenta divagazioni.

- Oh mi scusi signore.

- Hm la stessa irriverente non curanza di tuo padre - aveva esordito con uno sbuffo e il tono leggermente piccato - e la sicurezza tutta materna; ma devo ammettere che per il resto dalla sig. Weasley hai preso davvero poco; è impressionante quanto tu somigli a lui: capelli nerissimi e ribelli, ma gli occhi … beh quelli, ragazzo mio, li hai ereditati senza dubbio da tua nonna.- il tono si era fatto decisamente più nostalgico.

- Forse ti chiederai perché abbia insistito con la preside per parlare con te…non sei certo il primo Potter che incontro: ho gia avuto occasione di dialogare con il maggiore, benché i motivi che lo avevano condotto qui fossero davvero poco nobili.

- In effetti James ha battuto il record familiare di richiami; è quasi arrivato alla sospensione per l’ “incidente” al laboratorio di pozioni…immagino sia tipico dell’esuberanza dei grifondoro…

- Gia, i grifondoro! Tutti di quella casa voi Potter. Tutti tranne te! È sorprendente il perfetto connubio tra i tuoi occhi e lo smeraldo della divisa. Mi chiedo come sia possibile che il vecchio cappello parlante ti abbia smistato a serpeverde; di solito i figli seguono le prme dei genitori, come se l’appartenenza ad una casa piuttosto che ad un’altra si possa trasmettere geneticamente…

- Oh ma io lo so, signore, perché serpeverde è la mia casa.

Un lucido bagliore di sorpresa attraversò gli occhi ossidiana.

- Signor Potter spiegami cosa intendi dire.

- Al mio primo anno ero terrorizzato all’idea di finire tra i serpeverde (tutta colpa delle pressioni psicologiche di James) ma poi, proprio prima di salire sul treno, mio padre mi rivelò la natura del mio secondo nome, appartenuto ad un uomo dal coraggio impareggiabile, eppure serpeverde; si trattava proprio di lei. Durante il tragitto chiesi a Rosie qualche informazione in più e così venni a sapere di quanto aveva osato contro Voldemort, e in questo il suo coraggio superò quello dei grifondoro; mi spiegò che nella difesa dei valori e nella perseveranza aveva eguagliato i tassorosso e che, per essere una talpa e ingannare il mago più potente e spietato i sempre, doveva aver avuto un’intelligenza non inferiore a quella dei corvonero.

Mi chiesi cosa ci fosse di antieroico in un uomo di tale portata. Mi domandai se l’appartenenza ad una casa, e tutti i pregiudizi che ciò comportava, potessero diminuire in qualche modo il valore innegabile. E mi dissi che non doveva essere  così, che forse il nome dei serpeverde doveva essere riabilitato: a venti anni di distanza dalla grande guerra si doveva dare un segno tangibile del profondono cambiamento avvenuto e in qualche modo volevo esserne partecipe. Se poi questo lei non lo chiama orgoglio serpeverde… Arrivò il momento dello smistamento; da quando la preside aveva pronunciato il mio nome la sala grande si era zittita di colpo, sa com’è: Potter è un cognome che non passa inosservato! Il mio sguardo si era soffermato al tavolo dei grifondoro dove potevo scorgere i miei cugini in attesa, e soprattutto lui, James.

Poi fu come se tutto fosse sparito: sentivo solo il cappello gravare sul mio capo e la sua scelta sul mio futuro.

Credevo fosse molto propenso ad assegnarmi alla casa dei grifondoro perché la prima cosa che disse fu: “hai molto coraggio, ragazzo. Di ceto il tuo posto è tra gente dal carattere forte che condivida questo grande animo”. Non so se il cappello sia in grado di leggere nel pensiero o semplicemente sappia cogliere i mostri desideri più profondi. Mio padre mi aveva detto che c’era anche la possibilità che accontentasse una mia richiesta, come molto tempo prima aveva fatto con lui. Sta di fatto che in quel momento, credendo che grifondoro sarebbe stata la mia casa, per la prima volta vi pensai con fastidio chiedendomi perché dovessi essere smistato lì solo per compiacere una immensa dinastia di rosso-oro. Io stesso mi sorpresi dei miei pensieri eppure con tutte le mie forze volevo distinguermi dalla massa dei Weasley-Potter: qualsiasi casa, purché fossi ricordato solo come  Albus Severus. Non che i grifondoro non trovino le occasioni per dimostrare il loro valore, però credo che il cappello abbia colto nei miei pensieri una vena di individualismo e volontà di rivalsa. Prima di decretare la mia casa rifletté ancora un po’ ma infine tutta la sala grande sentì urlare chiaro ed inequivocabile “SERPEVERDE”. Fu uno choc per tutti. James mi guardava incredulo, i grifondoro erano attoniti e il tavolo della mia neo-casa era piombato in un silenzio assai imbarazzante. Quando infine mi decisi a lasciare lo sgabello per prendere posto a tavola, sentii applaudire per primo quello che sarebbe diventato il mio migliore amico, seguito finalmente dai componenti della mia nuova famiglia qui ad Hogwarts.

All’inizio non fu facile superare i luoghi comuni. Né per me né per il resto della popolazione scolastica. Ma si sa che la gente si stanca presto di rincorrere chimere e il mio caso venne soppiantato da notizie più “fresche”.

È passato molto tempo e in questi sei anni ho avuto modo di appurare che il cappello non ha sbagliato nella scelta della mia casa; a quasi sette anni di distanza posso affermare con certezza che tra i serpeverde ho avuto occasione di raggiungere il mio obiettivo: nessuno parla di me come del figlio del salvatore del mondo magico; non sono considerato solo il fratello minore di James, la sua ombra, ma Albus Severus, portiere e capitano della miglior squadra di quiddich che si sia vista negli ultimi venti anni, e da oggi anche prefetto!

- tutto ciò porta grande lustro a te e alla mia vecchia casa. Credimi, sono orgoglioso e commosso dal tuo discorso, e felice di ave avuto il piacere di parlare con te, signor Potter.

- Il piacere è stato mio, signore, un immenso piacere!

- Credo sia ora che tu vada o perderai la cerimonia di inizio d’anno. Spero che in futuro avremo altre occasioni per chiacchierare.

- Sarebbe un grande onore, professore! Arrivederci.

Detto questo il ragazzo lasciò la presidenza richiudendo la pesante porta di pietra alle sue spalle.

 

-Professor Silente credo che a questo punto potrebbe anche smetterla di fingere di dormire- mi apostrofò col suo caratteristico tono schietto.

- Hai ragione, Severus. In fondo noi quadri non abbiamo bisogno di molto riposo, non è così?

Non mi rispose, né io mi aspettavo che lo facesse, intento come era in chissà quali pensieri o vecchi ricordi.

ringrazio chi ha letto e chi avrà il buon cuore di lasciare un commentino! nella mia storia Albus è serpeverde, anche se credo che la Rowling lo avrebbe fatto diventare grifondoro (ma io-non mi uccidete-quelli non li sopporto proprio) perchè in questo modo ho avuto l'occasione per fare interagire due dei miei personaggi preferiti in assoluto (Albus e Piton, naturalmente)! ah tenevo a precisare che la battutina che Al lancia a Scorpius si riferisce a fatto che anche lui e Rose sono diventati prefetti.

Ora, a costo di essere ripetitiva, posso chiedervi nuovamente di commentare?!

GRAZIE!

  
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