9 , 14 , 21
Ho 21 anni.
Non
pensavo che avrei mai iniziato a fumare.
Ero
sempre stato contrario, era una cosa che odiavo.
Eppure è
diventato l’unica cosa, oltre alla cioccolata, che aiuta a rilassarmi.
Perché,
con questo mio stile di vita, non si può fare altro che essere nervosi.
Ed i
rimedi sono sigarette e dolci…e anche Near, a dirla
tutta, aiuta a sfogarmi.
Sembra
avere un sesto senso per queste cose. Percepisce a distanza il mio nervoso e la
mia voglia di spaccare tutto che sale alle stelle e si presenta
nell’appartamento che condividiamo io e Matt, come
afflitto dalle sue responsabilità.
Poi lo prendo per mano, parliamo poco e diamo molto peso al
linguaggio del corpo.
Ora
ricordare l’orfanotrofio, le grandi sale, le vetrate colorate della chiesa, i vecchi compagno e la mia piccola camera da letto è così
difficile. I ricordi più vividi sono pochi e quei tempi sembrano lontanissimi,
come appartenenti ad un’altra vita.
Mi rigiro
la sigaretta tra le dita e mi sistemo meglio il cuscino dietro la schiena. Poi
guardo alla mia sinistra: Near dorme tranquillo, con
le lenzuola alzate fino alle spalle e i suoi soliti brividi di freddo sul
collo. Mi piego e glielo bacio dolcemente, facendo attenzione a non svegliarlo:
è così bello quando dorme.
Schiaccio
il mozzicone sul comodino e scuoto la testa, come per volermi scrollare un peso
di dosso.
Penso a
come sono mutati i miei sentimenti per il bimbo cadaverico di tanto tempo fa.
Dall’amicizia all’astio.
Dall’astio all’odio.
Dall’odio all’infatuazione.
Dall’infatuazione all’amore.
Amore? Io? E’ un pensiero crudele per me, ma non vedo altre alternative.
Io,
innamorato del mio eterno rivale Potrei farci un film…Ehi, niente male come
idea.
Lo
squillo del cellulare mi distoglie improvvisamente dai miei pensieri.
-Pronto?-
-Pronto, Mello!- dice la voce all’altro capo.
-Ehi,
Matt. Cosa c’è?-
-Come va?
Tutto bene?......Aspetta, non vedi che ci sto
parlando?- Solo adesso faccio caso alle voci poco rassicuranti di sottofondo
che gli intimano di saltare i convenevoli.
-Che succede
ancora, Matt? Si tratta delle questioni che mi avevi detto di avere in
sospeso?- gli chiedo.
-Beh, in effetti ci hai azzeccato…Credo che qui qualcuno sia
incazzato.- mi dice con tranquillità assoluta.
-Dove
sei?- chiedo iniziando a preoccuparmi.
-Sotto casa.-
-Sto
arrivando, aspettami!-
-Sì sì, e
chi si muove.- detto questo, chiude la comunicazione.
“Si sarà
cacciato in uno dei suoi soliti guai” penso mentre mi rivesto velocemente e
stringo il crocifisso che non oso togliermi mai. Bacio
frettolosamente sulle labbra Near, che sembra
destarsi, ed esco di casa.
Il nostro
non è un bel quartiere, non lo è per niente. E’ isolato dagli altri e ci
abitano delinquenti, truffatori, drogati o persone di questo genere. E
parecchie famiglie o clan sono spesso in lotta fra loro. Ancora non mi capacito
di come sia entrato in questi giri mafiosi senza capo né coda e di come,
nonostante le continue sparatorie, la polizia non si sia mai accorta di niente.
Finge di
non sapere, è chiaro.
Come mi
aspettavo, accanto a Matt, che sta appoggiato tranquillamente alla sua moto, vi
sono tre omacci che si possono definire loschi, tutti
girati verso di me. Nascondo il crocifisso
sotto la giacca e cerco di darmi un tono.
-Ehi, ehi, che succede qui?-
-Questo cafone è amico tuo?- dice uno dei tre uomini indicando Matt.
-Diciamo.-
-Sai cosa
ha fatto il tuo amico cafone?- ogni volta che dice
“cafone” sputa saliva dappertutto e io sono costretto a pulirmi.
-No.
Sentiamo.- La sua era una domanda retorica, ma
evidentemente si aspettava lo stesso una risposta.
-L’ho beccato a casa con MIA figlia!- dice con più rabbia,
ruggendo alla fine della frase.
-A fare?-
chiedo con fare indifferente.
-A fare sesso, idiota! Sesso! Mia figlia ha 15
anni!-
-Senti,
non esageriamo, a me ha detto di averne diciassette…- interviene Matt facendo
un passo avanti, ma io lo blocco con una mano e mi
metto davanti a lui, come per proteggerlo.
-Sali in
moto e vai via. Non ti conviene trattare con questa gente Me ne occuperò io, ma
tu allontanati.- gli bisbiglio con discrezione.
-Ma così
non è peggio?-
-No, fa
come ti dico. Questo è un cane che abbaia ma non
morde. Idem i suoi compagni. Non ci farà niente vedrai.-
cerco di rassicurarlo.
-Bah…Sta
di fatto che le tue supposizioni hanno sempre fatto un buco nell’acqua…ma mi
fido di te. Dici che posso andare?-
-Và, và.- detto questo, vedo che si
gira di scatto e sale sulla moto, cercando di farla partire il prima possibile.
Non mi sarei mai aspettato una scena del genere. Non appena vede che il
profanatore di sua figlia sta per tagliare la corda,
il gangster pelato tira fuori una pistola, che aveva nascosto chissà dove.
-Aspetta,
capo…!- gli altri due cercano di fermarlo, ma sembra inutile.
-Capo un
corno! Quello non lo lascio scappare, questo è certo!- urla, poi…spara. Spara
alle ruote. Spara alla sella, spara al motore…spara a
lui. Entro in confusione, mi volto verso Matt…Lui non c’è più. Dov’è?! Abbasso lo sguardo, è per terra. Cento
metri più avanti, la moto distrutta. Il borbottare degli uomini rimbomba
nella mia testa, vedo appannato, la testa mi gira,
tanto che sono costretto a tenermela con le mani.
Anche io
ho una pistola. Cosa diavolo ci fa nei miei pantaloni? Chi ce
l’ha messa? Io?
Cosa sto
facendo? L’afferro.
Non vedo
più niente, solo il sangue di Matt che scorre sul cemento e il suo viso
martoriato dall’incidente con la moto. Non posso sopportarlo.
No, è
impossibile. Cosa gli hanno fatto?!
Vado alla
cieca, alzo l’arma, sparo anch’io.
Un uomo
cade a terra.
Chiudo
forte gli occhi, poi li riapro. Il ganster pelato di
prima giace al suolo, raggiunto dal mio colpo di pistola. Poi un suono
insistente, quello di una sirena, rimbomba nell’aria pesante.
-Cazzo,
la polizia! Via, via, che quelli ci sbattono in gattabuia e non abbiamo fatto
niente! Da questa parte!- urla un altro dei due rimasti, trascinando il
compagno con sé in un vicolo buio.
Finalmente
mi rendo conto di cosa è successo.
Ho
ucciso.
Non era
mai successo prima e adesso…ho ucciso.
Le mani
mi tremano, lasciano cadere la pistola. Anche le gambe tremano e non riesco a
controllarle. In preda all’angoscia urlo, più forte che posso, grido finchè ho fiato e con una mano mi strappo il crocifisso dal collo. Che senso avrebbe indossarlo ancora?
No, non mi serve più. Me ne libero gettandolo nella polvere. Sconsolato più che
mai, sento voci che si avvicinano.
Il mio
ego si divide in due parti: una parte di me vuole
essere catturato dalla polizia, per scontare in carcere il mio peccato,
l’omicidio appena compiuto; l’altra parte mi suggerisce la fuga, consiglia di
nascondermi, perché non voglio finire i miei giorni rinchiuso in una cella
buia…Senza contare che ho ancora qualcosa, o meglio qualcuno, per cui vivere.
Scelgo in
fretta la seconda alternativa.
Torno
verso il portone di casa e mi nascondo dietro un muro, perché sarei visto se
entrassi in casa.
I
poliziotti accorrono sul posto. Per la prima volta. Il loro volto è segnato
dallo sgomento per la vista dei due corpi accasciati al suolo. Uno di loro
sente il polso del delinquente, gli altri due corrono verso Matt.
-Questo è
morto…..- dice il primo poliziotto. –Il vostro…?-
-…Anche
questo. Sono morti tutti e due. Peccato,
era così giovane…-
A quelle
parole mi sento morire. Non riesco a piangere. Non ho mai pianto e non lo farò
nemmeno adesso, ma è come se mi sia stata tolta una parte della vita. E’ morto.
Il mio compagno d’infanzia, di giochi, di scherzi…non c’è più.
La
polizia si allontana per chiamare qualcuno che possa trasportare quei corpi
lontano da questo posto. La prima ipotesi e’ stata
quella dell’uccisione a vicenda. Erano solo loro due e, per qualche faccenda di
quartiere, si sono uccisi nello stesso istante. Tipico pensiero superficiale.
Con le membra deboli e stanche entro nel portone di casa. La percorro sentendomi un
criminale, guardando tutto con occhi nuovi, fissando ogni cosa come se dovesse
sparire all’improvviso, come è successo con Matt.
Poi mi
ricordo. Ma non mi sono mai scordato del tutto.
Inconsciamente pensavo sempre a lui.
Apro la
porta della camera da letto. Near
è ancora sul letto, con le coperte arrotolate in grembo. Mi fissa, piange. Deve
aver visto tutto dalla finestra. Cosa gli dirò adesso?
-Near…io…non
avrei voluto che…so cosa pensi di me, ma…ecco…- balbetto e incespico nelle
parole. Lui scuote la testa.
-Non vuoi
avere più niente a che fare con me…non è così?- gli chiedo con più
autocontrollo. Mi fissa e non risponde. Diamine, dì qualcosa!
-Se è
così, allora dovrei…-
-E’
pericoloso…- sussurra.
-Che cosa
è pericoloso?-
-Restare
qui.-
-Lo
so…Hai paura?- chiedo, provando tenerezza.
-Sì. Per
te. Non ti voglio perdere. Abbiamo già perso Matt. Non dovrà succedere mai più.- singhiozza e si asciuga le lacrime. Non avrei voluto farlo
soffrire così. Se non la smette, di qui a poco mi metterò a piangere anche io…
-Lo sai
che io rischio di finire in prigione per quello che ho fatto, vero?- domanda
retorica.
-Sì..ma non per via della pistola, dato che indossi sempre i
guanti e non avresti potuto lasciare impronte digitali. Il problema è la croce
che hai lasciato a terra, se si venisse a sapere che il proprietario sei tu,
verrà fuori che c’eri anche tu in quella zuffa. E automaticamente verrai sospettato.- La sua passione per le indagini salta
fuori anche in momenti del genere.
-Perciò
quale sarebbe la soluzione migliore?-
-Fuggire.-
mi dice, guardandomi serio.
Non
resisto più. Lo raggiungo velocemente e mi butto fra le sue braccia,
singhiozzando, ma incapace di versare una sola lacrima.
-Sì…Fuggiamo
insieme, Nate!- lo supplico.
Fuggiremo
domani mattina presto, appena prima che la polizia passi per gli interrogatori.
Porteremo con noi solo lo stretto necessario e andremo via, più lontano che
possiamo.
Il mio
prossimo capitolo dovrebbe essere il futuro.
Un futuro
ancora pallido, offuscato, torbido, pieno di insidie. Ma finchè lui è al mio fianco,
sento di avere sempre una marcia in più. Andremo avanti e staremo insieme fino
alla fine. Io e lui. Io e Near.
Il futuro
può attendere.
§
Il capitolo finale ^^. Che ve ne pare? Forse è un
po’ triste, ma mi piace descrivere situazioni tristi!
Anche se l’ho fatto in modo un po’ confusionario, ma
pazienza ^^.
Beh, se vi è piaciuto, aspetto qualche commentino in più almeno per il finale :D
CIAO! ALLA PROSSIMA!
Mirokia