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Autore: Micole    12/09/2016    1 recensioni
Premessa: Ci sono in questa storia tanti di quei limiti da benpensanti polverizzati in un solo respiro da far invidia a un gay pride in piazza San Pietro.
In Italia ci sono tantissimi paesi con meno di cinquecento abitanti, molti di meno sono, invece, quelli che non raggiungono la cinquantina. Questo perché, ovviamente, é difficile mandare avanti l'economia di un paese così piccolo.
Eppure queste minuscole cittadine esistono e nascondono molti segreti.
Ognuno di questi paesi ha a capo delle famiglie, le Famiglie Onorevoli, che si riuniscono ad ogni festività comandata in un Consiglio Onorevole, per discutere degli affari dei loro rispettivi paesi.
La cosa curiosa é però che i Cittadini Onorevoli che partecipano al Consiglio sono gli stessi da almeno cinquecento anni e nessuno di questi sembra essere invecchiato più di un paio di anni.
I problemi di Zaira sono i suoi vestiti di marca, compiacere la madre, film di fantascienza e la cotta che tiene ben nascosta, anche a sé stessa, per il suo migliore amico.
Una volta compiuti i diciassette anni Zaira dovrà essere presentata ufficialmente al Consiglio Onorevole, così la madre decide di prepararla facendola partecipare al Consiglio Onorevole del natale prima della presentazione ufficiale.
Genere: Dark, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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Il Principe delle Tenebre

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<< Neri ma io ti ho sognato. Tu sei entrato in un mio sogno! >>
Iniziai ad andare nel panico. 
Forse Neri non sapeva tutto, forse aveva ereditato quel potere degli Incubi. 

<< Beh, sì effettivamente, ma non so come sia successo, era la prima volta per me, non so neanche se lo possono fare tutti perché è un potere che ci hanno passato gli Incubi e i Succubi, o se è una cosa successa per puro caso, o se succede solo perché siamo due cittadini onorevoli. In realtà non ci avevo mai dato tanta importanza. >>

L'ultima frase la disse a voce leggermente più bassa, e forse per quello mi rimase più impressa. Non aveva dato importanza al sogno come non l'aveva data a me. Tutto riportava al fatto che io per Neri non ero mai stata importante quanto lui lo era stato per me. 
Ma io che importanza gli avevo dato in realtà? Avevo idealizzato la maggior parte dei suoi comportamenti, mi ero fatta mille film mentali solo perché era stato il primo ragazzo, oltre Amleto, a darmi delle attenzioni. Mi ero comportata come una ragazzina alla prima cotta. 
Ed oggi invece? Cosa provavo per Neri?

Meglio pensare a problemi più seri, anche se meno angoscioso - dal mio punto di vista contorto almeno.

<< Ma tu come lo ricordavi? Eri nel mio sogno? Non e possibile condividere i sogni giusto? E poi non ci eravamo neanche mai visti, se non forse, da bambini ai consigli onorevoli.>>

In realtà non ricordavo di aver mai visto bambini della mia età ai consigli ai quali mia madre mi aveva portato quando ero ancora una bimba.

<< No, impossibile mia madre ha sempre vietato a me e a Viola di partecipare ai consigli quando eravamo bambini.>>

Ma non potevo nascere anche io nella famiglia Marchetti? 
No, Zaira, non vorresti mai essere la sorella di Neri Marchetti.

<< E comunque erano giorni che sognavo una ragazza che correva per le vie di Campo di Mele, terrorizzata. Ero preoccupato per lei, volevo intervenire, sapevo che era in pericolo, ma non potevo intervenire. Ero costretto ad osservare tutto, senza potermi muovere perché in realtà non esistevo in quel sogno: per me era come guardare un film. Un bruttissimo film. >>

Lo immaginavo bene, ma la cosa si faceva sempre più strana.

<< L'ultima sera del consiglio, il sogno è iniziato in modo diverso. Non ero il solito spettatore di quella corsa disperata. Ho avuto come una visone di cosa sarebbe successo quella sera a quella ragazza se fosse stata presa da quell'ombra... >>

<< Cosa le succedeva ? >>

<< Cosa ti succedeva, vorrai dire... >>

<< Ehm, si. >>

Stavo tremando.

<< L'ombra era su di te, scomparivi in quell' ombra, nella sua oscurità, e urlavi... e ti ho detto del membro spinoso degli Incubi... >>

Annuii.

Era in difficoltà a raccontarlo. Io avevo solo paura che continuasse a parlare, volevo che mi dicesse che scherzava, ma sentivo che era tutto vero.

<< Beh, le tue urla mi hanno fatto seriamente pensare che non fosse solo una leggenda. >>

Rabbrividii. Neri fece per stringermi la mano, ma fu più forte di me allontanarmi di scatto terrorizzata da quel contatto.

<< Poi è tornato il solito sogno. Ero sollevato quando ti ho visto che correvi, terrorizzata come sempre, ma viva, tutta intera. Poi ti ho visto correre più lentamente e quasi cedere alla stanchezza, è stato più forte di me. Non so come ho fatto ma finalmente sono intervenuto. >>

In quel momento mi pentii di essermi allontanata dal suo tocco. Lo avrei abbracciato con tutta la forza che avevo.

<< Come è possibile che avessimo un collegamento così forte da intervenire nei nostri sogni? >>

<< Non lo so. Forse è una cosa che succede anche ad altri cittadini onorevoli; forse il legame era dato dal fatto che tu stessi dormendo in camera mia; o forse perché eri in pericolo ed io, essendo un vero galantuomo, non ho resistito all'istinto da principe, insito in me, di salvarti. >>

<< Sì, un principe, figlio di Satana però! >>

<< Un principe delle tenebre allora! >>

Stava cercando di cambiare argomento, esattamente come avevo fatto io.

<< Quanto fa figo? >>

Neri, tu sei sempre maledettamente figo. Anche nei sogni, mannaggia a te!

<< Ma come potevo essere in pericolo in un sogno se io stessa derivo da un Incubo? E perché tu hai visto quella scena in anteprima ? >>

<< Non lo so. Forse dovremmo fare qualche ricerca o chiedete ai miei, o a tua nonna, Avete anche voi una maga in paese? >>

Sì, chiedere a mia nonna non sembrava una cattiva idea, ma avevo il terrore che spifferasse tutto a mia madre. Anche se cera da dire che da quando era andata a convincere con il membro di un'altra famiglia onorevole abbandonando Morterone i loro rapporti si erano freddati fino ad un livello incredibile.

Sentivo che c'era qualcosa che mi sfuggiva, di nuovo. Qualcosa di evidente. Questa sensazione stava diventando pressante quanto già di per sé era irritante.

Dovevo pensare. Lontano dalla distrazione che era per me Neri, che per quanto fosse stato utile adesso non facevo altro che pensare al fatto che mi avesse salvato da una fine orribile.

Perché se i graffi che mi ero fatta nel sogno mi erano rimasti sul braccio per giorni, non avevo dubbi che sarebbero rimasti anche i segni di quello che aveva visto Neri.

Mi squillò il telefono. Almeno avrei smesso di infilarmi le unghie nel palmo della mano pur di non saltare addosso al Marchetti.

Sicuro cento per cento è mia madre.

-Pronto ?

-Zaira !

Salvatore?

-Ehi, come stai?

- Mi annoio, il consiglio?

Insomma, credo proprio abbiano discusso su come distruggere la tua famiglia. Dicono che vi volete ribellare al consiglio e combattono per chi avrà per primo la tua testa. Com'è che non me l'hai detto? Almeno facevamo squadra contro le vecchie mummie.

- Solito. Soldi, gente che vuole entrare senza i requisiti cioè la raccomandazione giusta, possedimenti, soldi, investimenti, soldi, corruzione, soldi.

- Il male che combatte il male con l'arma preferita dal Male!

- Da quando non esiste più il bene mi sa che è sempre così che vanno le cose...

Vidi Neri alzare le sopracciglia, ero abbastanza convinta che con l'udito super dei cittadini onorevoli avesse sentito le battute, anche quelle del mio interlocutore.

- Quindi quando scapperai da questo mondo che non ti appartiene ?

Neri fece una smorfia che mi sembrò un pessimo tentativo di nascondere un sorriso.

-Mi manchi, non mi hai scritto molto...

Continuò non avendo ricevuto una mia risposta.

Avrei dovuto ?

Neri si era messo le mani sulla bocca per nascondere, senza risultati apprezzabili, una risata esagerata.

- Credo che rimarremo fino all'epifania...

- Così tanto? Tornerai con la puzza di morto dei Ciappetti addosso?

Risi.

-Spero di no!

-Quando tornerai dovrò fare un controllo approfondito.

Arrossii, non tanto per le parole di Salvatore quanto per il fatto che sapevo che Neri Marchetti non si era lasciato sfuggire neanche una sillaba della conversazione.

- Parli così poco perché sei in compagnia?

- Ho paura che ci sia qualcuno in ascolto...

Fissavo Neri senza ritegno, lui faceva lo gnorri.

- Devo essere geloso?

Vidi Neri annuire energicamente.

- Sì, cioè non devi essere geloso, ci mancherebbe! Anche se i Ciappetti con il loro figlio...

- Oh, sì, quando torno farò un controllo molto, molto attento! Stai lontana da quel tizio!

- Ma è così affascinate, sarà difficile per me...

Vidi Neri alzare ancora le sopracciglia, forse si chiedeva se ero seria.

- Ci sentiamo domani, che sennò in mezzora vengo lì e ti porto via da tutti quegli adulatori!

Neri aveva un'espressione che sapeva tanto di "Vieni, vieni che vediamo chi porta via chi!"

Scoppiai a ridere e Salvatore credette fosse per lui. Lo salutai velocemente.

<< Quindi state insieme? >>

<< Non fingere che interessi! >> Scherzavo ovviamente, esattamente come avevo scherzato quando gli avevo detto che avevo capito che era geloso. Anche se ci speravo come mai avevo sperato in vita mia.

<< Mi interessa se una ragazza fidanzata mi fa un pompino nella jacuzzi! >>

<< Allora sai anche se Ingrid è fidanzata? >> La sua liaison con lei non mi sarebbe mai andata a genio, anche se avrei dovuto nasconderlo come faceva lui.

<< Con lei non ero in una jacuzzi! >>

<< Sarebbe quello il punto fondamentale? La presenza della jacuzzi? Non il lavoretto di bocca? >>

<< Ovvio!>>

<< Neri se hai un problema, basta dirlo...>>

Ti prego. DilloDilloDillo
 , mi ha dato fastidio vedere che ti stai sentendo con Salvatore Giugno.

<< Quale dovrebbe essere il mio problema ? Puoi continuare a farti fottere allegramente da chi vuoi, per quanto mi riguarda! >>

<< Ma quanti anni hai Marchetti? >>

<< E tu? >>

<< In questo momento più di te, sicuro! >>

<< Infatti, fai bene a stare con Giugno e i suoi mille anni allora! >>

<< Mille anni? >>

Non mi rispose, si girò e andò dritto, senza più voltarsi, verso la casa dei Ciappetti.

Alla faccia del principe galantuomo!

●○●○●○●○●○●○●○●○●○●

Durante tutta la giornata successiva evitai accuratamente Neri Marchetti.
A colazione e durante il consiglio fui l'ombra di mia madre, quando a pranzo mi resi conto che sarei potuta esplodere decisi di sedermi al fianco
di Viola. 
Certo, era una Marchetti, e somigliava a Neri in un modo incredibile, ma solo fisicamente. Quindi lo stavo evitando, o almeno mi stavo impegnando per davvero, ma allo stesso tempo lo avevo vicino.
Neri era sempre e maledettamente ovunque. Anche nei sogni!

La verità è che lo stavo evitando perché mi rendevo conto di aver esagerato, non potevo pretendere che lui mi dicesse che gli dava fastidio il fatto che mi sentissi con Salvatore.
In primis perché io e Neri non avevamo mai mai dato un nome alla nostra relazione e quindi non potevo avanzare pretese nei suoi confronti; in secondo luogo con molte probabilità avevo forzato le cose- cose che non ero ancora sicura di volere - perché come sempre volevo tutto e subito. Peccato che Neri non era mai stato disposto ad accontentarmi.
Con molte probabilità stavo solamente idealizzando Neri, in fin dei conti lo avevo fatto per un anno. 
Sì, era sicuramente così.

Chiesi a Viola dell'Università e di Amleto. Parlammo tantissimo e ridemmo altrettanto.
Non era soltanto piacevole parlare con lei perché sapeva perfettamente come comportarsi in ogni situazione, era piacevole perché sapeva anche dimostrarsi  degna di pensieri  anticonvenzionali al consiglio con le persone giuste. Non si sforzava di dire le parole giuste al momento giusto,  di persone del genere nel consiglio non ne avevo mai viste ed ero perfettamente convinta che anche fuori ne esistessero poche.
Da quando avevo conosciuto i Marchetti, tutta la famiglia Marchetti, senza esclusioni, avevo finalmente iniziato a ragionare oltre agli schemi che mi avevano limitato il modo di vedere il mondo per anni. Finalmente mi ero liberata dai paraocchi, anche se non sapevo dove mi avrebbe portato questa libertà.

Avevo sempre visto lei ed Amleto come una bella coppia, e lo erano senza dubbio, ma forse avevo ignorato quanto non fossero belli solo insieme, lo erano anche singolarmente e quando erano insieme si illuminavano a vicenda.

Da quando era partito per la Bocconi non ci eravamo più visti, ero terrorizzata dal fatto che l'Università e la vicinanza con Viola lo avesse cambiato. Invece no, già da quando era sceso dal treno mi ero accorta dal suo sorriso che era sempre il mio Amleto.

<< Zaira! Non ci credo che ti rivedo finalmente dopo mesi interi! >>
Mi aveva detto abbracciandomi forte appena il suo sguardo aveva incrociato il mio. Eravamo sul binario fra il caos di bagagli, lo sferragliare dei treni sui binari ed i fischi dei controllori, eppure passava tutto in secondo piano.

Avevo sempre trovato i binari dei treni, come gli aeroporti, dei posti meschini.
Certamente pieni di sentimenti, di addii, di baci e abbracci. Un luogo estremamente romantico, ma un luogo come tanti altri. 
L'uomo - essere melodrammatico per eccellenza - tende a dimostrare i suoi sentimenti solo quando non può fare altro. Solo quando non ci sono altre vie di fuga.

<< Avevo addirittura pensati che potessi essere cresciuta, invece no. Non mi deludi mai, nanetta! >>

Il giorno del suo arrivo era stato l'unico in cui eravamo stati insieme. Mi detti mentalmente del genio da sola per essermi presa tutta la giornata libera da mia madre il giorno dopo quella stupida festa di natale dai Giugno. 
Solo la sera non eravamo stati insieme, per due motivi che si chiamavano Viola e Salvatore.

<< A chi stai pensando? >> mi chiese viola facendomi tornare nel presente, che era la triste sala da pranzo dei Ciappetti.

<< Stupidaggini... >>

<< Tipo quella che ha fatto la tua amica ? >>
Non capii subito a cosa si riferisse.

<< La bionda. Amleto mi ha raccontato che hai trovato un'amica, secondo lui era ora! >> si mise a ridere.

<< Tu non sei d'accordo?  >>

<< Io penso che non siate davvero amiche. >>

<< Perché? >>

<< Perché ho parlato con Neri, o meglio gli ho estorto informazioni come solo le sorelle maggiori sanno fare, e da quello che ho capito ci sono due punti fondamentali che mi fanno capire che non siete davvero amiche. >>

<< Quali punti? >> chiesi anche se in realtà mi interessava più sapere che informazioni aveva estorto al fratello, ma stavo cercando di essere coerente con le mie decisioni.

<< Un'amica avrebbe saputo dei tuoi trascorsi con Neri e quindi non si sarebbe mai avvicinata a lui - sì, neanche la più oca delle oche >>

<< Ed il secondo punto ? >>

<< Il secondo punto non credo tu sia disposta ad affrontarlo. Non ora almeno. >> 
Da quanto tempo Viola Marchetti mi conosceva così bene?

<< Quale sarebbe ? >>

<< Sarebbero i sentimenti che  provi per mio fratello. >>

Nascosi il viso nel piatto di profiterole, eravamo già arrivati al dolce e neanche me ne ero accorta.

Fingo o sono sincera ?

Una risposta discreta mi sembrò il giusto compromesso.

<< Immagino sia una sorta di affetto Affetto>> la mia affermazione sembrava più una domanda.

Beh, certo. Affetto. Come se Neri fosse un cagnolino.

<<  Oppure qualcosa di più ? >>

<< Cosa intendi con di più ? >>

Cosa sai Viola ?

<< Solite cose immagino... >>

<< Io non so provare di più. Per provare amore serve fiducia. Ed io, io non mi fido neanche di me stessa, come poteri farlo con Neri? >>

<< Io non vedo questo però quando parli con lui. Figurarsi cosa avrei visto quando vi siete rivisti la prima volta dopo più di tre mesi. >>

Ecco il secondo punto. Ed ecco perché Viola mi leggeva così bene. 
Lei era mia amica, in un modo tutto suo, ma lo era.



  
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