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Autore: Eleonora_Vasile    12/09/2016    1 recensioni
Nico Di Angelo è un ragazzino normale, che va in una scuola normale e frequenta amici poco normali. Un giorno Will Solace, un biondino addirittura più rompiscatole di Jason, avrà la fantastica idea di trasferirsi nella sua scuola e Nico, cercando di dimenticare Percy, dovrà imparare a sopportarlo...
Intanto la scuola è in fermento: sembra che miss Hera voglia riaprire i giochi scolastici e dividere con Ottaviano l'istituto nelle due vecchie fazioni: greci e romani. Gli amici di Nico hanno un piano, ma questo non sembra includere il ragazzino...
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Ott… Ottaviano? – domandò Frank, palesemente confuso.
- Sono io, Frank, pretore di Nuova Roma…- Ottaviano storse il naso. - ancora per poco.
Will osservò stupito il ragazzo: indossava una tunica bianca e una toga viola, mentre portava in testa una specie di corona d’alloro.
Sedeva su un trono dorato e Dakota si inchinò, anche se evidentemente a disagio.
- Dunque, Dakota. – Ottaviano passò i suoi occhi di ghiaccio sui presenti. – Perché mi hai portato questi traditori?
- Traditori? Io sono pretore! – protestò Frank.
- Lo hanno chiesto loro… principe.
- Principe? – Jason per poco non si strozzò nella saliva. – Ottaviano, che buffonata è questa?
- Temo, Pretore Zhang. – continuò il ragazzo. – Che siate stati banditi come traditori. Sia tu che Reyna. Vi abbiamo sentito complottare con i Greci. – A Nico tornò in mente la sgradevole sensazione di essere spiato. – E Miss Hera ha lasciato a me il comando. Questa edizione dei giochi sarà vinta dai romani!
- Senti, sociopatico anemico – disse Will, pacato. – nessuno ti ha mai detto che sei leggermente fuori? Sai come si chiama questo comportamento? Psicotico compulsivo, che è un modo gentile per dire che qui dentro qualcosa non va. – Will si portò una mano alla tempia. – Ma non ti preoccupare, quando sarai grande ti porterò da un dottore che si occuperà di te e magari ti infilerà una camicia di forza, per adesso limitati a non obbligare altre persone ad eseguire i tuoi stupidi ordini malati. – Will lanciò un’occhiata di comprensione a Dakota.
- Non prendo ordini da un frocio. – gli ringhiò Ottaviano in faccia. – Per fortuna ti sei schierato dalla parte dei Greci, non avresti retto le regole romane deviat… - riuscì a dire, prima che Nico gli tirasse un pugno sul naso.
Ottaviano cominciò a sanguinare. Nico guardò schifato la mano sporca di sangue e si pulì sul giubbotto di Dakota.
- Scusa, non prendo ordini dai sociopatici. – fece un occhiolino a Will.
- Grazie. – fece Will, amabilmente.
- Prego. – fece Nico, amabilmente
- Michael! Centurioni! – urlò Ottaviano. Will rabbrividì, anche se sapeva che non poteva trattarsi di suo fratello. Infatti un tizio grande e grosso, Michael Kahale, entrò nella tenda, seguito da nove tizi grandi e grossi. Avevano le braccia grosse come piloni di un ponte e un’espressione affabile come un muro di mattoni. – Arrestate…- bofonchiò Ottaviano. - …quello lì. – indicò Nico.
- Provateci. – replicò il ragazzino con freddezza.
Lo scontro era talmente assurdo da essere ridicolo. Nico era diversi anni più giovane, una spanna più basso e pesava almeno venti chili in meno di Michael. Ma il centurione non si mosse. Alla fine uno dei suoi amici fece un passo avanti. Nico si tolse il giubbotto e lo buttò a terra.
- Cominci a capire perché è stato a lungo conteso tra Greci e Romani? – domandò Jason, dopo che Nico stese il bestione con un paio di colpi. Il ragazzino incassò un pugno in pancia, ma ebbe la meglio. Will invece a quel pugno si sentì morire.
- Chi è il prossimo? – li sfidò Nico.
- Comincio a capire.
Non poté che ammirare il coraggio di Nico, anche se si sarebbe fatto ammazzare.
Due centurioni lo puntarono contemporaneamente e Nico scivolò sotto di loro all’ultimo secondo. Jason, Frank e Leo si buttarono nella mischia e Will li seguì, cercando d raggiungere Nico.
- Giù! – gli urlò il ragazzino, facendogli evitare un destro. Purtroppo uno dei centurioni approfittò della sua situazione e lo sbatté a terra.
Will pigiò con due dita l’incavo del collo del bestione che teneva fermo Nico e gli prese il gomito.
- Buonanotte! – gli augurò, mentre cadeva disteso accanto al ragazzino più carino di tutta la scuola.
- Grazie. – gli disse Nico, togliendosi di dosso un braccio del bestione.
- TRE! – sentì urlare. A quel punto Reyna, Annabeth, Piper e Hazel sfondarono la porta schiacciando il povero Dakota.
- Reyna ferma! – provò lui, prendendo la ragazza per il braccio.
- Non toccarla. – gli sibilò Will prima di tirargli un pugno sulla guancia.
- Grazie, ma ce l’avrei fatta anche da sola. – lo minacciò Reyna. Will aveva convissuto abbastanza con Kayla da sapere esattamente cosa rispondere.
- Ovviamente ce l’avresti fatta anche da sola Reyna, era solo per partecipare. So perfettamente di cosa sei capace.
- Risposta esatta. E ora andiamo a prendere a calci Ottaviano. - rispose Reyna.
Will fece per seguirla, poi guardò Dakota che si teneva la guancia con la mano.
- Mettiti un po’ di ghiaccio. E vai a farti controllare gli occhi. – gli consigliò, prima di ributtarsi nella folla.
La rissa stava degenerando, anche se Nico e Reyna mietevano vittime e Jason e Percy litigavano su chi avrebbe abbattuto chi, supervisionati da Piper e Annabeth. Frank e Hazel si coprivano le spalle e Will vide chiaramente il ragazzo spaccare la faccia a uno dei Romani che aveva osato sfiorare la ragazza. Leo stava colpendo un Romano con una chiave inglese.
- Così-impari-a-farmi-l’occhio-nero-il-giorno-del-mio-appuntamento. – scandì ad ogni colpo
Fu allora che accadde. Mentre era distratto dalla scena Ottaviano colpì Will.
- WIIIILL! – urlò Nico. Will si sentì il naso scoppiare del sangue gli cadde sulla maglietta. Altro sulla neve. Will rimase a guardarlo, con cinica impassibilità, stupito. Stava… sanguinando così tanto?
Nico si fece largo verso di lui.
- Will, come…? – poi il suo sguardo corse sul sangue che si accumulava nella neve. E crollò a terra.
- Nico! – il biondino gli corse incontro. Nico era così pallido… o era la neve? Oppure era proprio così? In fondo lui era sempre un po’ pallido… Era caldo, come se avesse la febbre.
- Jason! – strillò Will, nella speranza che il ragazzo comparisse. Cominciò a cercargli il battito, a contarlo… ma non riusciva a ragionare. Cosa doveva fare? “E’ perché non sei ancora un medico, stupido Will. Non sai cosa fare, adesso. Sei inutile.”
- Nico Nico Nico Nico Nico Nico Nico… - continuava a ripetere, a raffica.
A quel punto il ragazzino disse qualcosa, nel sonno, che Will non capì. Sembrava stesse sognando.
- Ehi, ehi… - lo richiamò Will, accarezzandogli il volto.
Nico continuò a parlare a bassa voce e Will continuava a non capire, ma non smise di parlargli.
- Che gli è successo? – domandò Jason, comparendo all’improvviso.
- Non lo so! – rispose Will, frustrato. – Portiamolo via.
Ma appena Jason si chinò a prenderlo in braccio il ragazzino si mise ad urlare e a piangere contemporaneamente.
- Mettilo giù! – strillò Will. Nico continuò a piangere e a dibattersi nel sonno.
 
Quando Nico si svegliò non c’era il taxi, o sua sorella. Non c’era neanche la neve. Si sentiva il viso fresco, pulito, come se non avesse pianto. Era steso in un lettino… era in un ospedale? Prima di mettersi seduto, si accorse che qualcuno gli stringeva la mano.
- Nico… stai bene? – chiese la voce affranta di Will. Nico si voltò e vide sua sorella Hazel.
- Che… ci faccio qui? – domandò.
- Sei svenuto e ti abbiamo portato in ospedale. – spiegò sua sorella. – Gli altri ti stanno aspettando fuori.
- Sono… svenuto? – guardò Will e decise di non lasciargli la mano.
- Il paziente si è svegliato? – domandò un uomo, un medico a giudicare dai vestiti. Aveva i capelli corti biondo cenere e gli occhi verdi.
- Sì… - rispose Will con enfasi, guardando fisso l’uomo.
Il dottore gli sorrise, poi rivolse la sua attenzione a Nico.
- Bene, Nico. Adesso faccio qualche controllo, per accertarmi che alcuni parametri siano a posto, anche se dubito che questo centri con il tuo svenimento. – disse il dottore, cominciando ad avvolgergli una fascia attorno al braccio, abilmente. Nico guardò Will strabuzzare gli occhi e seguire minimo movimento del dottore. Ebbe la netta impressione che, se gli avesse detto di buttarsi dalla finestra, lo avrebbe fatto senza pensarci. Aveva gli occhi blu sgranati e l’aria sognante. Sembrava un bambino a cui avevano messo davanti un pacco gigante di caramelle.
- Qui è tutto a posto… anche se dovresti mangiare un po’ di più. Rischi di svenire… per altri motivi, però. – il dottore lo guardò negli occhi, come se dovesse dirgli una cosa importante. – A farti svenire è stata la vista del sangue, anche se i tuoi amici mi hanno detto che non sei un tipo a cui fanno impressione queste cose.
- Decisamente. – commentò Nico, mentre la sua mente correva a “Clown”, il film dell’altra sera. Accidenti, si era addormentato sul finale. Alla fine il tizio si era mangiato suo figlio e la moglie o no?
- So… che… - l’uomo si schiarì la voce. - … hai vissuto un grave trauma, qualche anno fa… l’hai collegato a tua sorella?
- Può darsi. – disse. Will lo guardò con sguardo interrogativo.
L’uomo annuì.
- Capisco. Posso lasciare entrare i tuoi amici?
- Sì, certo.
Mentre l’uomo usciva Nico sorrise sornione a Will.
- Devi proprio guardarlo come se fosse un dottore sexy uscito da Grey’s Anatomy?
- Non lo guardo come se fosse un dottore sexy di Grey’s Anatomy! – protestò Will.
- Che ne sapete voi dei dottori sexy di Grey’s Anatomy? – domandò invece Hazel.
- Non mi dire che segui anche quello – l’accusò Nico.
- Ok, ammetto di averne visto solo qualche pezzo, ma i dottori erano sexy.
- E’ che è così… - Will sospirò. – Come vorrei esserlo anch’io. E’ sicuro e chissà quante cose… quante persone…
- Chiaro. – finì Nico, prima di rivolgersi alla sorella – Sembra te quanto parli di Harry Stiles.
- Di chi? – lo ammonì Hazel, con forte aria accusatoria.
- No, aspetta… gli One Direction piacevano a te o a Leo? Oh cavolo, era Leo! Com’è che si chiama già il tuo?
- Styles Stilinsky. E. Non. Provare. Mai. Più. A. Fare. Un. Errore. Del. Genere. – lo minacciò sua sorella.
- Nico! – sorrise Reyna, entrando seguita dagli altri.
- Come ti sei conciato, Ragazzo – Morte? – Leo gli scompigliò i capelli.
Nico emise un verso sofferente.
- Ti prego, posso picchiarlo? – domandò guardando Will.
- No. Il dottore ha detto di non fare sforzi. E te non li farai.
- Già. – concordò Leo. – Abbiamo sentito… e per questo approfitteremo di te.
- Avete sentito o avete origliato? – domandò Nico perplesso, prima di accorgersi che Percy stava guardando la mano che teneva a Will. Si staccò, imbarazzato, e Will lo guardò come se gli avesse tirato un pugno in faccia.
- Non importa. – fece Jason. – L’importante è che tu stia bene.
Reyna appoggiò un braccio sulla spalla di Piper, cingendola in un mezzo abbraccio, e la ragazza sorrise, anche se nessuno parve rendersene conto.
- Più o meno bene. Questo vuol dire che non deve affaticarsi. Quindi niente gara.
- Che gara? - chiese Annabeth. Nico diede un pizzicotto a Will.
- Nessuna gara. – tagliò corto. – Com’è finita con Ottaviano?
- Oh, è stato fantastico! – cominciò Percy. – C’era questo tizio enorme e io l’ho sbattuto a terra…
- L’hai sbattuto a terra perché io gli ho colpito le gambe. – precisò Jason.
- Non è vero. – Percy fece una faccia stupita. – Sono io che gli ho tirato quel pugno che lo ha stordito da dietro…
- Sì. Ma perché io lo tenevo occupato davanti…
- Ma se sono io che…
- E basta! – li sovrastò Nico
- Diciamo che ci siamo divertiti, ma non abbiamo concluso granchè… e poi, appena sei stato male ti abbiamo portato in ospedale. – spiegò Reyna in modo pratico.
- Oh, Santo Efesto! – gridò Leo. – Il mio appuntamento!
- Muoviti! Devi andare! – scattò Piper. Leo lanciò un’occhiata preoccupata a Nico.
- Sto bene, Torcia Umana. Non vorrai fare arrabbiare Calypso dopo il casino che hai combinato per ottenere l’appuntamento? – lo rimbeccò Nico. Poi gli sorrise e, come se lo avesse contagiato, il ragazzino ispanico sorrise.
- Allora corro! Ciao, ragazzi! – esclamò. Si girò per uscire dalla porta ma andò a sbattere contro qualcosa.
- Oh oh… - riuscì a sussurrare Leo. Un uomo alto, senza barba, era proprio dietro di lui. Indossava un abito elegante, completamente nero, in tinta con le scarpe. Dimostrava 50 anni e aveva la pelle pallida, la bocca contratta. Ma la cosa spaventosa erano gli occhi: erano così scuri che a momenti non si distingueva l’iride dalla pupilla, torvi e fissi, come quelli di un corvo che punta la sua preda. A Leo fece pensare ad alcune di quelle immagini che scarabocchiava sul libro di storia riguardanti la seconda guerra mondiale e il regime nazista. Ma sembrava addirittura più familiare…
I ragazzi sussultarono, tutti tranne Jason e Percy, che si scambiarono un’occhiata preoccupata. Nico si scoprì a ristringere la mano di Will, anche se era sicuro di non essersi mosso. L’uomo poggiò gli occhi su di loro.
- Nico. – disse con voce ferma e squillante. Il tono era duro, ma non sembrava arrabbiato. Anche se sarebbe stato difficile dirlo. Fu allora che Leo, con un emozione simile all’orrore riconobbe quegli occhi: erano gli stessi che aveva avuto per un periodo troppo lungo Nico, dopo la morte di Bianca.
- Ciao padre. – rispose il ragazzino dietro di lui. – E tu che ci fai qui?
ANGOLO AUTRICE
Oook, benvenuto Ade. Avviso: potrei cambiare lievemente il personaggio all’inizio, in funzione della storia.
Allora, specifico che non ho mai visto Grey’s Anatomy ( ma neanche Clown, se è per questo, con la differenza che mio padre mi convincerà presto a farlo) ma voci certe mi dicono che i dottori sono sexy.
Mentre con una mia amica parlavo di Styles Stilinky, un personaggio di Teen Wolf, un’altra mia amica con occhi sognanti mi ha chiesto se parlavamo degli One Direction... e sì, io sapevo a malapena a cosa si riferiva, ma lei ha rimediato subito, tant’è che dopo un anno sono addirittura riuscita a memorizzare il nome di un membro del gruppo e questo capitolo ne è la prova.
E niente, buon anno scolastico per chi oggi ha cominciato la scuola, in particolar modo per chi si è ritrovato in una scuola nuova totalmente disabitata da persone conosciute com’è successo a me, evviva.
Sul serio ragazzi, buona fortuna.
Saluti da Sherlocklupinirene- Ott… Ottaviano? – domandò Frank, palesemente confuso.
- Sono io, Frank, pretore di Nuova Roma…- Ottaviano storse il naso. - ancora per poco.
Will osservò stupito il ragazzo: indossava una tunica bianca e una toga viola, mentre portava in testa una specie di corona d’alloro.
Sedeva su un trono dorato e Dakota si inchinò, anche se evidentemente a disagio.
- Dunque, Dakota. – Ottaviano passò i suoi occhi di ghiaccio sui presenti. – Perché mi hai portato questi traditori?
- Traditori? Io sono pretore! – protestò Frank.
- Lo hanno chiesto loro… principe.
- Principe? – Jason per poco non si strozzò nella saliva. – Ottaviano, che buffonata è questa?
- Temo, Pretore Zhang. – continuò il ragazzo. – Che siate stati banditi come traditori. Sia tu che Reyna. Vi abbiamo sentito complottare con i Greci. – A Nico tornò in mente la sgradevole sensazione di essere spiato. – E Miss Hera ha lasciato a me il comando. Questa edizione dei giochi sarà vinta dai romani!
- Senti, sociopatico anemico – disse Will, pacato. – nessuno ti ha mai detto che sei leggermente fuori? Sai come si chiama questo comportamento? Psicotico compulsivo, che è un modo gentile per dire che qui dentro qualcosa non va. – Will si portò una mano alla tempia. – Ma non ti preoccupare, quando sarai grande ti porterò da un dottore che si occuperà di te e magari ti infilerà una camicia di forza, per adesso limitati a non obbligare altre persone ad eseguire i tuoi stupidi ordini malati. – Will lanciò un’occhiata di comprensione a Dakota.
- Non prendo ordini da un frocio. – gli ringhiò Ottaviano in faccia. – Per fortuna ti sei schierato dalla parte dei Greci, non avresti retto le regole romane deviat… - riuscì a dire, prima che Nico gli tirasse un pugno sul naso.
Ottaviano cominciò a sanguinare. Nico guardò schifato la mano sporca di sangue e si pulì sul giubbotto di Dakota.
- Scusa, non prendo ordini dai sociopatici. – fece un occhiolino a Will.
- Grazie. – fece Will, amabilmente.
- Prego. – fece Nico, amabilmente
- Michael! Centurioni! – urlò Ottaviano. Will rabbrividì, anche se sapeva che non poteva trattarsi di suo fratello. Infatti un tizio grande e grosso, Michael Kahale, entrò nella tenda, seguito da nove tizi grandi e grossi. Avevano le braccia grosse come piloni di un ponte e un’espressione affabile come un muro di mattoni. – Arrestate…- bofonchiò Ottaviano. - …quello lì. – indicò Nico.
- Provateci. – replicò il ragazzino con freddezza.
Lo scontro era talmente assurdo da essere ridicolo. Nico era diversi anni più giovane, una spanna più basso e pesava almeno venti chili in meno di Michael. Ma il centurione non si mosse. Alla fine uno dei suoi amici fece un passo avanti. Nico si tolse il giubbotto e lo buttò a terra.
- Cominci a capire perché è stato a lungo conteso tra Greci e Romani? – domandò Jason, dopo che Nico stese il bestione con un paio di colpi. Il ragazzino incassò un pugno in pancia, ma ebbe la meglio. Will invece a quel pugno si sentì morire.
- Chi è il prossimo? – li sfidò Nico.
- Comincio a capire.
Non poté che ammirare il coraggio di Nico, anche se si sarebbe fatto ammazzare.
Due centurioni lo puntarono contemporaneamente e Nico scivolò sotto di loro all’ultimo secondo. Jason, Frank e Leo si buttarono nella mischia e Will li seguì, cercando d raggiungere Nico.
- Giù! – gli urlò il ragazzino, facendogli evitare un destro. Purtroppo uno dei centurioni approfittò della sua situazione e lo sbatté a terra.
Will pigiò con due dita l’incavo del collo del bestione che teneva fermo Nico e gli prese il gomito.
- Buonanotte! – gli augurò, mentre cadeva disteso accanto al ragazzino più carino di tutta la scuola.
- Grazie. – gli disse Nico, togliendosi di dosso un braccio del bestione.
- TRE! – sentì urlare. A quel punto Reyna, Annabeth, Piper e Hazel sfondarono la porta schiacciando il povero Dakota.
- Reyna ferma! – provò lui, prendendo la ragazza per il braccio.
- Non toccarla. – gli sibilò Will prima di tirargli un pugno sulla guancia.
- Grazie, ma ce l’avrei fatta anche da sola. – lo minacciò Reyna. Will aveva convissuto abbastanza con Kayla da sapere esattamente cosa rispondere.
- Ovviamente ce l’avresti fatta anche da sola Reyna, era solo per partecipare. So perfettamente di cosa sei capace.
- Risposta esatta. E ora andiamo a prendere a calci Ottaviano. - rispose Reyna.
Will fece per seguirla, poi guardò Dakota che si teneva la guancia con la mano.
- Mettiti un po’ di ghiaccio. E vai a farti controllare gli occhi. – gli consigliò, prima di ributtarsi nella folla.
La rissa stava degenerando, anche se Nico e Reyna mietevano vittime e Jason e Percy litigavano su chi avrebbe abbattuto chi, supervisionati da Piper e Annabeth. Frank e Hazel si coprivano le spalle e Will vide chiaramente il ragazzo spaccare la faccia a uno dei Romani che aveva osato sfiorare la ragazza. Leo stava colpendo un Romano con una chiave inglese.
- Così-impari-a-farmi-l’occhio-nero-il-giorno-del-mio-appuntamento. – scandì ad ogni colpo
Fu allora che accadde. Mentre era distratto dalla scena Ottaviano colpì Will.
- WIIIILL! – urlò Nico. Will si sentì il naso scoppiare del sangue gli cadde sulla maglietta. Altro sulla neve. Will rimase a guardarlo, con cinica impassibilità, stupito. Stava… sanguinando così tanto?
Nico si fece largo verso di lui.
- Will, come…? – poi il suo sguardo corse sul sangue che si accumulava nella neve. E crollò a terra.
- Nico! – il biondino gli corse incontro. Nico era così pallido… o era la neve? Oppure era proprio così? In fondo lui era sempre un po’ pallido… Era caldo, come se avesse la febbre.
- Jason! – strillò Will, nella speranza che il ragazzo comparisse. Cominciò a cercargli il battito, a contarlo… ma non riusciva a ragionare. Cosa doveva fare? “E’ perché non sei ancora un medico, stupido Will. Non sai cosa fare, adesso. Sei inutile.”
- Nico Nico Nico Nico Nico Nico Nico… - continuava a ripetere, a raffica.
A quel punto il ragazzino disse qualcosa, nel sonno, che Will non capì. Sembrava stesse sognando.
- Ehi, ehi… - lo richiamò Will, accarezzandogli il volto.
Nico continuò a parlare a bassa voce e Will continuava a non capire, ma non smise di parlargli.
- Che gli è successo? – domandò Jason, comparendo all’improvviso.
- Non lo so! – rispose Will, frustrato. – Portiamolo via.
Ma appena Jason si chinò a prenderlo in braccio il ragazzino si mise ad urlare e a piangere contemporaneamente.
- Mettilo giù! – strillò Will. Nico continuò a piangere e a dibattersi nel sonno.
 
Quando Nico si svegliò non c’era il taxi, o sua sorella. Non c’era neanche la neve. Si sentiva il viso fresco, pulito, come se non avesse pianto. Era steso in un lettino… era in un ospedale? Prima di mettersi seduto, si accorse che qualcuno gli stringeva la mano.
- Nico… stai bene? – chiese la voce affranta di Will. Nico si voltò e vide sua sorella Hazel.
- Che… ci faccio qui? – domandò.
- Sei svenuto e ti abbiamo portato in ospedale. – spiegò sua sorella. – Gli altri ti stanno aspettando fuori.
- Sono… svenuto? – guardò Will e decise di non lasciargli la mano.
- Il paziente si è svegliato? – domandò un uomo, un medico a giudicare dai vestiti. Aveva i capelli corti biondo cenere e gli occhi verdi.
- Sì… - rispose Will con enfasi, guardando fisso l’uomo.
Il dottore gli sorrise, poi rivolse la sua attenzione a Nico.
- Bene, Nico. Adesso faccio qualche controllo, per accertarmi che alcuni parametri siano a posto, anche se dubito che questo centri con il tuo svenimento. – disse il dottore, cominciando ad avvolgergli una fascia attorno al braccio, abilmente. Nico guardò Will strabuzzare gli occhi e seguire minimo movimento del dottore. Ebbe la netta impressione che, se gli avesse detto di buttarsi dalla finestra, lo avrebbe fatto senza pensarci. Aveva gli occhi blu sgranati e l’aria sognante. Sembrava un bambino a cui avevano messo davanti un pacco gigante di caramelle.
- Qui è tutto a posto… anche se dovresti mangiare un po’ di più. Rischi di svenire… per altri motivi, però. – il dottore lo guardò negli occhi, come se dovesse dirgli una cosa importante. – A farti svenire è stata la vista del sangue, anche se i tuoi amici mi hanno detto che non sei un tipo a cui fanno impressione queste cose.
- Decisamente. – commentò Nico, mentre la sua mente correva a “Clown”, il film dell’altra sera. Accidenti, si era addormentato sul finale. Alla fine il tizio si era mangiato suo figlio e la moglie o no?
- So… che… - l’uomo si schiarì la voce. - … hai vissuto un grave trauma, qualche anno fa… l’hai collegato a tua sorella?
- Può darsi. – disse. Will lo guardò con sguardo interrogativo.
L’uomo annuì.
- Capisco. Posso lasciare entrare i tuoi amici?
- Sì, certo.
Mentre l’uomo usciva Nico sorrise sornione a Will.
- Devi proprio guardarlo come se fosse un dottore sexy uscito da Grey’s Anatomy?
- Non lo guardo come se fosse un dottore sexy di Grey’s Anatomy! – protestò Will.
- Che ne sapete voi dei dottori sexy di Grey’s Anatomy? – domandò invece Hazel.
- Non mi dire che segui anche quello – l’accusò Nico.
- Ok, ammetto di averne visto solo qualche pezzo, ma i dottori erano sexy.
- E’ che è così… - Will sospirò. – Come vorrei esserlo anch’io. E’ sicuro e chissà quante cose… quante persone…
- Chiaro. – finì Nico, prima di rivolgersi alla sorella – Sembra te quanto parli di Harry Stiles.
- Di chi? – lo ammonì Hazel, con forte aria accusatoria.
- No, aspetta… gli One Direction piacevano a te o a Leo? Oh cavolo, era Leo! Com’è che si chiama già il tuo?
- Styles Stilinsky. E. Non. Provare. Mai. Più. A. Fare. Un. Errore. Del. Genere. – lo minacciò sua sorella.
- Nico! – sorrise Reyna, entrando seguita dagli altri.
- Come ti sei conciato, Ragazzo – Morte? – Leo gli scompigliò i capelli.
Nico emise un verso sofferente.
- Ti prego, posso picchiarlo? – domandò guardando Will.
- No. Il dottore ha detto di non fare sforzi. E te non li farai.
- Già. – concordò Leo. – Abbiamo sentito… e per questo approfitteremo di te.
- Avete sentito o avete origliato? – domandò Nico perplesso, prima di accorgersi che Percy stava guardando la mano che teneva a Will. Si staccò, imbarazzato, e Will lo guardò come se gli avesse tirato un pugno in faccia.
- Non importa. – fece Jason. – L’importante è che tu stia bene.
Reyna appoggiò un braccio sulla spalla di Piper, cingendola in un mezzo abbraccio, e la ragazza sorrise, anche se nessuno parve rendersene conto.
- Più o meno bene. Questo vuol dire che non deve affaticarsi. Quindi niente gara.
- Che gara? - chiese Annabeth. Nico diede un pizzicotto a Will.
- Nessuna gara. – tagliò corto. – Com’è finita con Ottaviano?
- Oh, è stato fantastico! – cominciò Percy. – C’era questo tizio enorme e io l’ho sbattuto a terra…
- L’hai sbattuto a terra perché io gli ho colpito le gambe. – precisò Jason.
- Non è vero. – Percy fece una faccia stupita. – Sono io che gli ho tirato quel pugno che lo ha stordito da dietro…
- Sì. Ma perché io lo tenevo occupato davanti…
- Ma se sono io che…
- E basta! – li sovrastò Nico
- Diciamo che ci siamo divertiti, ma non abbiamo concluso granchè… e poi, appena sei stato male ti abbiamo portato in ospedale. – spiegò Reyna in modo pratico.
- Oh, Santo Efesto! – gridò Leo. – Il mio appuntamento!
- Muoviti! Devi andare! – scattò Piper. Leo lanciò un’occhiata preoccupata a Nico.
- Sto bene, Torcia Umana. Non vorrai fare arrabbiare Calypso dopo il casino che hai combinato per ottenere l’appuntamento? – lo rimbeccò Nico. Poi gli sorrise e, come se lo avesse contagiato, il ragazzino ispanico sorrise.
- Allora corro! Ciao, ragazzi! – esclamò. Si girò per uscire dalla porta ma andò a sbattere contro qualcosa.
- Oh oh… - riuscì a sussurrare Leo. Un uomo alto, senza barba, era proprio dietro di lui. Indossava un abito elegante, completamente nero, in tinta con le scarpe. Dimostrava 50 anni e aveva la pelle pallida, la bocca contratta. Ma la cosa spaventosa erano gli occhi: erano così scuri che a momenti non si distingueva l’iride dalla pupilla, torvi e fissi, come quelli di un corvo che punta la sua preda. A Leo fece pensare ad alcune di quelle immagini che scarabocchiava sul libro di storia riguardanti la seconda guerra mondiale e il regime nazista. Ma sembrava addirittura più familiare…
I ragazzi sussultarono, tutti tranne Jason e Percy, che si scambiarono un’occhiata preoccupata. Nico si scoprì a ristringere la mano di Will, anche se era sicuro di non essersi mosso. L’uomo poggiò gli occhi su di loro.
- Nico. – disse con voce ferma e squillante. Il tono era duro, ma non sembrava arrabbiato. Anche se sarebbe stato difficile dirlo. Fu allora che Leo, con un emozione simile all’orrore riconobbe quegli occhi: erano gli stessi che aveva avuto per un periodo troppo lungo Nico, dopo la morte di Bianca.
- Ciao padre. – rispose il ragazzino dietro di lui. – E tu che ci fai qui?
ANGOLO AUTRICE
Oook, benvenuto Ade. Avviso: potrei cambiare lievemente il personaggio all’inizio, in funzione della storia.
Allora, specifico che non ho mai visto Grey’s Anatomy ( ma neanche Clown, se è per questo, con la differenza che mio padre mi convincerà presto a farlo) ma voci certe mi dicono che i dottori sono sexy.
Mentre con una mia amica parlavo di Styles Stilinky, un personaggio di Teen Wolf, un’altra mia amica con occhi sognanti mi ha chiesto se parlavamo degli One Direction... e sì, io sapevo a malapena a cosa si riferiva, ma lei ha rimediato subito, tant’è che dopo un anno sono addirittura riuscita a memorizzare il nome di un membro del gruppo e questo capitolo ne è la prova.
E niente, buon anno scolastico per chi oggi ha cominciato la scuola, in particolar modo per chi si è ritrovato in una scuola nuova totalmente disabitata da persone conosciute com’è successo a me, evviva.
Sul serio ragazzi, buona fortuna.
Saluti da Sherlocklupinirene
 
   
 
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