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Autore: Echocide    12/09/2016    7 recensioni
[Sequel di Miraculous Heroes]
Sono trascorsi alcuni mesi da quando la minaccia di Coeur Noir è stata sventata e il gruppo di Portatori di Miraculous è alle prese con la vita di tutti i giorni: le relazioni sentimentali, il nuovo mondo universitario in cui sono sballottati...
Ma Parigi non è mai tranquilla e una nuova minaccia giunge dal passato, assieme a una persona che sembrava persa per sempre.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quantum Universe'
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Titolo: Miraculous Heroes 2
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, altri
Genere: azione, mistero, romantico
Rating: NC13
Avvertimenti: longfic, what if...?, original character
Wordcount: 2.878 (Fidipù)
Note: Ciao a tutti e bentornati sulle pagine di Miraculous Heroes 2! Prima di passare alle mie solite chiacchiere random, oggi vorrei ringraziare una persona che, costantemente, tormento per sapere le tempistiche che servono per cucire una determinata cosa o cosa serve o come si chiama quel determinato capo...insomma, le faccio una testa tanta a furia di domande! Grazie tantissimo e scusami se ti rompo sempre!
Bene! E adesso passiamo alla parte scema delle note! Siete pronti? Mh. A conti fatti non c'è molto da dire, dato che ci sono particolari zone di Parigi e...beh, l'unica cosa che posso dirvi è che nel film citato da Rafael, i mostriciattoli sono chiamati Mogwai, che è un altra trascrizione della parola Mogui (e non mi ricordo se avevo detto questo piccolo particolare, quando parlai dei Mogui in Miraculous Heroes. Sto invecchiando, mi sa).
Qualcuno si ricorda di Mogui, vero?
Ok, ok. La pianto con le mie scemenze e vi lascio al capitolo. Come sempre, però, voglio ringraziarvi perché se sto continuando a un ritmo veramente ottimo (almeno per me, che sono più pigra di un Plagg senza camembert) è anche per merito vostro, quindi grazie a tutti voi che leggete, commentate, inserite questa storia nelle vostre liste, la spacciate come se fosse droga buona....insomma, grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie!



Tikki addentò il biscotto, studiando la ragazza che, completamente assorta, stava osservando il monitor del pc: «Stai di nuovo sbavando su qualche foto di Adrien?» domandò la kwami, posando il dolcetto e volando fin sulla spalla della ragazza: «Mh. Compiti?»
Marinette scosse il capo, portandosi indietro una ciocca che le solleticava il collo: «Stavo facendo un po’ di ricerche su Dottor Maus e questo Quantum…» spiegò la ragazza, muovendo il mouse e cliccando sul link: «Beh, non che abbia trovato chissà cosa, solo alcuni articoli di qualche anno fa: Parigi salva. Pavo sventa l’ennesimo tentativo di Maus. Mh, a quanto pare era parecchio attivo qui a Parigi…» mormorò la ragazza, muovendosi sulla sedia e portandosi una gamba sotto al sedere: «E questa Pavo…»
«Era sicuramente la mamma di Adrien.» dichiarò Tikki, annuendo con la testa e osservando la foto che ritraeva l’eroina in lontananza: «Non ricordi niente di quel periodo?»
«Ero piccola e non m’interessavo tanto a ciò che succedeva.» mormorò Marinette, poggiando la testa contro il pugno chiuso e muovendo distrattamente il mouse con la mano libera: «Forse potrei sentire Alya: di sicuro lei sa qualcosa…»
«E’ un’idea.»
«Domani la chiamo, così sento anche come le è andato il primo giorno in facoltà.» mormorò Marinette, annuendo e fissando la foto sgranata dell’articolo, scuotendo poi la testa e tornando al motore di ricerca, digitando la parola Quantum: «Tu sai qualcosa su questa energia, Tikki?»
«Il Quantum è stato ciò che mi ha unito agli orecchini.» mormorò la kwami, inclinando la testolina e sospirando rumorosamente: «Forse Wayzz è quello che ne sa più di tutti: era a un passo dal diventare Gran Sacerdote, prima di…beh, di offrirsi come volontario per proteggere il nostro paese.»
«Eravate in guerra, se ho capito bene.»
«Sì. Il regno vicino al nostro era alimentato dalla sete di potere e utilizzò il Quantum per i suoi fini, ma quell’energia…» il piccolo spirito scosse il capo, abbozzando un sorriso: «Come ha detto Plagg è altamente instabile e pericolosa.»
«Pericolosa come quelle gambe? Seriamente, my lady, le tue gambe sono qualcosa di…» Marinette si voltò, trovando Chat Noir comodamente seduto nel vano dell’oblò, una mano al cuore e il suo solito sorrisetto insolente sulle labbra: «Sexy? Mh. No, sexy non rende assolutamente la mia voglia di sentirle avvolte al mio bacino, mentre…»
«Chat!» esclamò la ragazza, balzando in piedi e fissando l’eroe: «Cosa...? Che…?»
«Buonasera, my lady.» la salutò il giovane, scivolando dentro la stanza e chinandosi con fare cavalleresco, facendo poi scorrere lo sguardo verde sul suo corpo, facendola sentire nuda nonostante la maglia e i pantaloncini del pigiama: «Mh. Che fine a fatto quella graziosa camicetta da notte che tanto adoro?»
«E’ a lavare.» dichiarò Marinette, stringendosi nelle braccia e sorridendo al ragazzo: «Qual buon vento ti porta qua?»
«Mh. Diciamo un vento caldo, terribilmente bollente…» dichiarò Chat, avvicinandosi e posando le mani sulla scrivania, in modo che Marinette fosse imprigionata fra le sue braccia; sorrise, chinandosi a baciarle il collo e afferrando fra i denti il laccetto del reggiseno, lasciato scoperto dallo scollo largo della maglia: «Sai, sto sviluppando una passione per la fantasia a quadretti bianca e rosa.» dichiarò, liberando la sua preda e riservando la stessa dedizione all’altro lato: «Oh. Sì, mi sto veramente appassionando e mi chiedo se anche laggiù…»
«Se anche laggiù cosa?» domandò Marinette, afferrando il volto del biondo fra le mani e portandolo davanti al suo.
Chat Noir le sorrise, facendole l’occhiolino e allungandosi in avanti, sfiorandole le labbra con le proprie: «Beh, so quanto ti piaccia avere l’intimo coordinato.»
«Perché sei così ossessionato con la mia biancheria?» dichiarò Marinette, scuotendo la testa e posandogliela contro la spalla, sentendolo ridacchiare mentre le mani guantate, le accarezzavano delicatamente la schiena.
«Beh, sarebbe strano se fossi ossessionato con quella di Alya. O di Sarah. O anche della volpe.»
«Si chiama Lila, Chat.» mormorò Marinette, dandogli uno sbuffetto sul naso e ridacchiando allo sguardo verde.
«Perché ridi?»
«Il tuo sguardo. Ogni volta che ti tocco, e sei trasformato, hai questo sguardo da gattino curioso.»
«Ma io sono un gattino molto curioso…» le bisbigliò, sfiorandole l’orecchio con le labbra: «Un gattino tanto ma tanto tanto curioso di sapere…»
Qualcosa lo mise in allarme e la ragazza l’osservò saltare velocemente sul soppalco e nascondersi fra le ombre, nello stesso istante in cui Sabine apriva la botola e si affacciò nella stanza: «Marinette. Mi sono dimenticata di dirti una cosa.» iniziò la donna, finendo di salire le scale mentre la figlia lanciava un’occhiata nervosa nel punto in cui Chat era nascosto: «Oggi è passato il signor  Haprèle, il papà di Myléne, e mi ha chiesto se puoi aggiustargli questa.» dichiarò, passando alla figlia della stoffa scura; Marinette la spiegò, osservando la giacca scura, che il mimo indossava molto spesso durante i suoi spettacoli, e trovando lo strappo che andava da sotto l’ascella fin quasi al gomito: «Non guardarmi così. Non so cosa ci ha fatto.» precisò la madre, alzando le mani di fronte allo sguardo della figlia.
La ragazza sospirò, studiando ancora un po’ lo strappo e annuendo con la testa: «Mi ci vorrà un giorno, più o meno.» mormorò, rigirandosi la stoffa fra le mani: «Sì, un giorno. Ti ha detto quando gli serve?»
«Ha detto di fare con calma.» dichiarò Sabine, sorridendole: «Al momento non ha spettacoli e immagina che sei impegnata con la scuola. Com’è andata oggi, piuttosto?»
«Bene.» rispose Marinette, posando la giacca sulla scrivania e voltandosi verso la madre: «L’ambiente è interessante e i professori sembrano sapere di che parlano. Ah, ho trovato Nathanael. Viene anche lui lì.»
«Nathanael, Nathanael…»
«Capelli rossi, sguardo verde, sempre con un blocco da disegno in mano. Veniva al Dupont con me…»
«Ah! Quel ragazzo così timido, che veniva sempre in negozio dopo la scuola! Scusami, tesoro, ma mi hai sempre e solo parlato di Adrien all’epoca...»
«Mamma!»
«Ma è vero! Ogni giorno, quando tornavi da scuola, non facevi altro che dirmi cosa aveva fatto o non fatto Adrien!» spiegò Sabine, agitando una mano per aria: «Comunque ho capito chi intendi. Beh, sono contenta che hai almeno un amico lì: negli ultimi anni sei sempre stata con Alya o Adrien o con il resto del gruppo dei tuoi amici e mi preoccupavo a saperti tutta sola in quella scuola.»
«Beh, non lo sono.»
«Ottimo.» dichiarò Sabine, raggiungendo la botola e scendendo i primi scalini: «Non rimanere alzata fino a tardi, tesoro.»
«D’accordo.» assentì la ragazza, osservando la madre richiudere la botola dietro di sé e, pochi secondi dopo, vide la figura scura di Chat balzarle davanti, con un sorrisetto sfrontato sulle labbra: «E’ troppo sperare che tu non abbia sentito niente?»
«Oh sì, my lady.» dichiarò il ragazzo, prendendola fra le braccia e posandole le labbra contro la tempia: «E così raccontavi a tua madre di me, eh?»
«Quella che ho tormentato di più era Alya.»
«Lo immaginavo.» dichiarò il biondo, osservandola scivolare via dalle sue braccia e prendere il lavoro che Sabine le aveva portato: «Mh. Sei veramente contenta che Nathanael è con te…»
«Cos’è? Sei geloso?»
«Chi? Io? Ma figurati.» dichiarò deciso il giovane, poggiando un fianco contro la scrivania e incrociando le braccia al petto: «Non può assolutamente competere con me: ha un decimo della mia bellezza e del mio carisma, del mio carattere.»
«Occhio, Adrien.» dichiarò Marinette, usando il nome vero dell’eroe mascherato e puntandogli il dito contro il naso: «Il maestro Fu dice che chi troppo si loda, s’imbroda.» spiegò brevemente, osservando poi le iridi verdi assumere quella particolare luce e ridendo di ciò.
«Ancora lo sguardo da gattino curioso?»
«Sì. Lo fai ogni volta. Sei carinissimo.»
«Sai, carinissimo non è un vero complimento per me: carinissimo è un micetto paffutello che vedi in foto, ma io…»
«D’accordo, d’accordo.»
«Ora dici così, ma sono certo che alla prima occasione mi dirai di nuovo che sono carinissimo.»
«Ma lo sei!» sentenziò Marinette, passandogli le braccia attorno alla vita, stringendosi a lui: «E sei anche bello, dolce, gentile, simpatico, protettivo, atletico,…» iniziò a elencare Marinette, socchiudendo gli occhi e godendosi l’abbraccio di Chat: «affidabile, coraggioso, se…»
«Se...? Su, continua Marinette.»
«Non dirò mai quella parola.»
«Mh. Mi consideri sensuale. Bene, ottimo. Tutte cose che Nathanael, da oggi ribattezzato Pomodoro, non è.»
«Incredibilmente geloso.»
«Non sono geloso. Dico solo quello che è ovvio.»
«Certo, certo.»


Rafael sbadigliò, allungando le braccia verso l’alto in modo da stirare i muscoli: «Potevi rimanere a casa oggi.» mormorò Flaffy, facendo capolino dal cappuccio della felpa e osservando il suo Portatore: «Potevi dire ad Alain che…»
«Mi andava di lavorare.» dichiarò spiccio il ragazzo, allungando una mano e carezzando la testolina del kwami: «Almeno così non mi sono messo a fare congetture e teorie su questo Quantum.»
Flaffy annuì, fissandolo un attimo e sorridendo: «Sei cambiato veramente tanto.» dichiarò orgoglioso: «Hai iniziato il tuo viaggio che eri un piccolo hobbit sprovveduto e egoista, mentre adesso…guardati! Sei un eroe al 100%! E lo dico io, che sono stato il kwami di molti Portatori.»
«Fra i quali anche la mamma di Perfettino, eh?»
«Sophie era una grande: sicura di sé, divertente, dedita ai suoi doveri. Aveva preso la lotta contro Maus come una missione di vita e la svolgeva con passione.» dichiarò Flaffy, facendo scivolare lo sguardo davanti a sé: «Purtroppo mi dispiace non sapere tanto, quando ha iniziato a scoprire qualcosa, ha messo il Miraculous nella sua scatola e l’ha spedito a suo marito e…beh, finché Fu non mi ha dato a te, io ho continuato a dormire.»
«Tranquillo.» dichiarò il giovane, carezzando nuovamente la testolina blu: «Abbiamo sconfitto Coeur Noir e l’abbiamo liberata da Chiyou, possiamo anche affrontare questo scienziato pazzo.» sentenziò sicuro, voltandosi poi verso l’alto e sorridendo: «Tana per Bee!»
L’eroina balzò giù da un tetto, incrociando le braccia al seno e fissandolo male: «Non puoi avermi visto stavolta.» decretò la ragazza, mentre Rafael ricopriva lo spazio che li separava, catturandole poi le labbra con le proprie: «Davvero, non puoi…» riprese Bee, mentre il giovane metteva mano ai capelli e le toglieva il pettinino, facendo azionare così la trasformazione.
«Sarah, il tuo costume è giallo.» le spiegò, passandole il Miraculous e osservandola mentre la sua kwami le risistemava i capelli: «Ti vedo.»
«Eri voltato in avanti, non puoi…» Sarah si fermò, mentre Rafael le indicò le finestre dell’abitazione davanti: «Cosa?»
«Il riflesso. Anche se è buio, grazie alla luce dei lampioni qualcosa si vede e…»
«Ecco perché.» decretò l’americana, sospirando mentre il giovane le passava un braccio attorno alle spalle e la stringeva a sé: «Ce la farò un giorno.»
«Perché sei così fissata dal volermi pedinare senza essere scoperta?» sospirò il francese, voltandosi verso la ragazza e assottigliando lo sguardo: «Non è che…»
«Che lo faccio perché penso che tu mi tradisca con qualcuna? No.»
«Sì, invece.»
«No, davvero.» dichiarò Sarah, ridacchiando e facendo un passo in avanti, in modo da guardarlo in faccia: «Mi fido ciecamente di te e so quanto sei cambiato da quando ci siamo conosciuti.»
«E allora perché?»
«Non volevo rimanere a casa e non sapevo che fare.»
«Non volevi rimanere a casa e non sapevi che fare?.»
«Già.»
«Mi stai dicendo che mi stalkeri perché ti annoi?»
«Detto così non è bello, comunque no: ero a casa e ho iniziato a pensare a quello di cui abbiamo parlato oggi e…»
«Sarah…»
«Pedinarti – e cercare di non farmi scoprire – è un modo per non pensarci. Ecco.»
«Tu devi assolutamente trovarti qualche hobby, Sarah.»
«Ehi, genio.» Flaffy fluttuò vicino all’orecchio dell’umano: «La ragazza fa tutto questo per stare con te. Poche polemiche e baciala.»
«Cosa…?» mormorò Sarah, guardando prima il kwami e poi il ragazzo che, alzando una mano infilò brutalmente lo spiritello nel cappuccio della felpa.
«Ignoralo.» dichiarò seccamente Rafael, scuotendo il capo e posando il capo contro la spalla della bionda: «Per caso ieri ha trovato una replica de La Sirenetta e…beh, sembra che dopo il Signore degli Anelli stia sviluppando una certa adorazione per i film Disney.»
Sarah ridacchiò, posandogli le labbra sulla guancia e abbracciandolo: «Se ti consola Vooxi ha fatto vedere Harry Potter a Mikko e adesso lei è impazzita per Hermione e Ron.»
«Come?»
«Le piacciono le storie d’amore.»
«Continuo a dire che Fu doveva metterci le istruzioni con le scatole che contenevano i Miraculous. Un po’ come in Gremlins. Hai presente? E’ un film vecchio…»
«Sì, penso di averlo visto una volta o due.»
«Ecco, c’era questo venditore cinese che vendeva queste creature e insieme dava delle istruzioni.» spiegò velocemente Rafael, scuotendo il capo: «Il maestro doveva fare così, quando ci ha lasciato le scatole con i Miraculous: al loro interno ci sono degli esserini a cui dovete dare da mangiare solo questo cibo - qui doveva dire cosa mangiavano a seconda del kwami – tenerli lontani da tv e qualsiasi apparecchio elettronico.»
«Penso sarebbe meno divertente senza la fissa di Flaffy per Il Signore degli Anelli o di Vooxi per Harry Potter.
«Parli così perché la tua kwami non ha fisse.» decretò Rafael, scuotendo il capo e dando una veloce occhiata al cellulare: «Andiamo, ti accompagno a casa.»
«Ma…»
«Se pensi che ti lasci andare da sola per Parigi, di notte, ti sbagli. Trasformata o non trasformata.» dichiarò prontamente il ragazzo, tirando fuori il monile che teneva appeso al collo e sorridendo: «Flaffy, trasformami.»


«Io non capisco…» iniziò Wayzz, mangiucchiando la foglia di insalata: «Harry è diventato il prescelto perché Voldemort l’ha marchiato come tale. Giusto?»
«Esatto!» esclamò Vooxi, fluttuando per aria e sorridendo alle immagini ferme sulla tv: «E’ stato Voldemort stesso a nominare il suo rivale.»
Wayzz annuì, osservando il volto dell’attore che interpretava il protagonista e poi il kwami arancione: «E non poteva mandare qualcuno a ucciderlo mentre era ancora piccolo? Capisco che doveva riprendersi, ma aveva schiere di seguaci…»
«Tu non comprendi il potere dell’amore!»
«Io non comprendo…» dichiarò Lila, alzando la testa dalla spalla di Wei e fissando male i due kwami: «Perché ogni sera dovete monopolizzare la tv.»
«Voi due.» decretò Vooxi, fissando la sua Portatrice e atterrando sul tavolino: «Perché non andate a fare quello che fate tutte le sere?»
«Vooxi!» tuonò Lila, alzandosi in piedi e fronteggiando il suo kwami: «Continua così e ti costringo a leggere di nuovo La maledizione dell’erede.»
«Non puoi. Ho gettato quel libro.»
«Compro una nuova copia e ti ci lego.»
«Lila…» mormorò Wei, allungando una mano e cercando di attirare l’attenzione della ragazza; Wayzz volò sulla sua spalla, fermandolo con un gesto del capo e osservando poi i due litiganti: «Lascia che la tempesta si scateni, solo così potrà tornare il sereno dopo.» dichiarò, addentando la foglia di lattuga con fare serio.


Gabriel osservò il ritratto della moglie, carezzandole i lineamenti: «Maus…» mormorò, posando il portafoto sulla scrivania e togliendosi gli occhiali, massaggiandosi il setto nasale e ignorando lo sguardo preoccupato del suo kwami.
«Gabriel…»
«Stai tranquillo, Nooroo.»
«Non sarebbe il caso di dirlo? Tu non puoi…» il kwami della farfalla volò sulla sua mano, stringendogli il dito con la fede nuziale fra le zampette: «Io non voglio che….»
«Sto bene, Nooroo.» dichiarò l’uomo, liberando la mano e carezzando il capino dell’esserino: «Combatterò se necessario.»
«Non voglio perderti, Gabriel.»


Alex addentò il panino, osservando la piccola finestra del pc, ove compariva la donna che lo aveva sfruttato per i suoi scopi: «Com’è il Tibet, Willie?» domandò, masticando lentamente il boccone e vedendo l’altra sospirare.
«Pieno di capre.» dichiarò la donna, portandosi una mano alla fronte e tirando indietro i capelli: «Tu dove sei? Quella non è camera tua.»
«A Parigi!» esclamò allegro Alex, allargando le braccia: «Per la precisione ospite – autoinvitato – dal tuo amico Fu. Non sono entrato ad Harvard e ho pensato che fosse meglio mettere un oceano fra me e mio padre.»
«Quindi ritroverò anche te al mio ritorno?»
«Se ritornerai, Willie.»
Willhelmina si portò una mano alla fronte, massaggiandosela come se avesse dolore: «Hai quello che ti ho chiesto?» domandò con voce stanca e gettando un’occhiata al monitor.
«No, spiacente. Nessuna dose di droga per te: lo spacciatore ha detto che dopo i centocinquant’anni fa male.»
«Alex…»
«Ok, ok. Ti ho già mandato i file su Maus e il Quantum.» dichiarò, posando il suo spuntino e digitando qualcosa sulla tastiera: «Per quanto riguarda l’ubicazione dello scienziato pazzo…beh, pensavo sarebbe stato più difficile, ma o è incredibilmente sicuro di sé o incredibilmente idiota, dato che sono riuscito…Senti è un po’ difficile non fare due più due quando scopri che ha chiamato il posto in cui vive Maus Temple.»
«Stai scherzando?»
«Mi piacerebbe.»
«Questo è un demente.»
«Demente o no, è pericoloso.» dichiarò Alex, appoggiandosi allo schienale della sedia e mandando indietro gli occhiali con l’indice: «Incredibilmente pericoloso e vicinissimo a creare il Quantum originale: gli mancano solo i Miraculous, da quanto ho letto dai suoi file…»
«Sei entrato…»
«Nel suo pc? Ehi, se uno è imbecille e non aggiorna le protezioni che posso farci io?»
«Giustamente.» assentì Willhelmina, sospirando rumorosamente: «E per quanto riguarda Sophie Agreste.»
«Ho cercato un po’, ma ho perso le sue tracce. Le ultime notizie risalgono a quasi dieci anni fa, quando ha preso un aereo per Lhasa. Inoltre, fra i file del nostro amico c’è una cartella chiamata S.A.» Alex si fermò, storcendo le labbra: «Pensi quello che penso io, Willie cara?»
«Sophie Agreste è nelle sue mani.»

   
 
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