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Autore: Nisi    01/04/2005    21 recensioni
Chi di voi non ha avuto una compagna di classe ricca, bella, con un sacco di uomini ai suoi piedi e mortalmente stronza? Io sì! Se anche voi l'avete avuta in classe e l'avete detestata, leggete questa fiction. Se siete voi quelle belle, ricche e stronze, NON leggete questa fiction perchè vi succederanno delle cose davvero brutte. Dedicata a tutti coloro che pensano che crescere NON sia facile.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sara siede in macchina accanto a Micro.

Si chiede incuriosita dove Micro la stia portando.

In effetti, quella strada Sara la conosce bene: uscita tangenziale 11, poi si passa dal ponte sul Lambro, o, come lo ha battezzato una mia amica, il ponte delle chiaviche: infatti credo che i ratti considerino quel tratto sozzo di fiume una località di villeggiatura piuttosto amena, almeno a giudicare dal considerevole numero di pantegane che si crogiolano sotto il sole durante il periodo estivo.

Lo so che fa schifo, ma purtroppo la realtà non è mai solamente rosa e azzurrina… è fatta anche di ratti e pantegane, purtroppo.

Il macinino si addentra in città, poi dopo qualche minuto, Micro riesce a parcheggiare la Prinz con una manovra fluida, impensabile per il volante senza servosterzo del macinino in questione.

Ora Sara riconosce il luogo: Micro parcheggia sempre da quelle parti tutte le volte che vanno al Black Pit, un pub irlandese frequentato da irlandesi residenti in Italia, da qualche scozzese e dai loro amici.

Micro è a casa sua da quelle parti.

Sara tira il classico respiro di sollievo, almeno non l’ha portata in un posto che non conosce o comunque in un posto troppo strano.

Micro, cavaliere come sempre, apre la portiera a Sara e le porge la mano per aiutarla ad uscire dalla macchina, anche se Sara ce la fa benissimo da sola.

Il sedile di plastica della Prinz fa un rumoraccio quando Sara per uscire dalla macchina struscia i jeans contro il rivestimento color beige scuro (vi ho risparmiato “color cacchetta”, ringraziatemi!).

Micro le sorride incoraggiante ed in silenzio i due amici si avviano verso l’entrata del Black Pit.

Micro le tiene aperto il portone con un “Prego!” squillante e Sara si ritrova catapultata nell’atmosfera incasinata ed allegra del pub, con musica di sottofondo e chiacchiericcio fitto fitto.

Anche qui, vi aspetta una descrizione dell’ambiente.

Mettetevi comodi, ancora una volta, mi volete dare i cappotti? Grazie, fate come foste a casa vostra.

La luce piuttosto soffusa rende l’atmosfera intima ed accogliente.

Alla sinistra, il bancone di legno scuro massiccio con le spine di ordinanza: Harp, Smithwick’s, che in Italia è conosciuta come Kilkenny, Guinness e Beamish. Alle spalle del barista (che si chiama Dermot e viene da Donegal Town), ci sono appesi poster ed affiche varie: i visi degli scrittori irlandesi più famosi degli ultimi 4 secoli, le insegne dei pub più famosi, le vetrine più caratteristiche ed un mastodontico dipinto del tucano della Guinness dal becco multicolore, nonché una foto dello stabilimento della Guinness di Saint James’ Gate, a Dublino.

E poi, ovviamente, una scelta impressionante di Whiskeys: Paddy, Jameson, Bushmill, Tullamore Dew… e poi Bailey’s, Sheridan’s Carolan….

Ed anche Whiskys: Laophraig’s e Famous Grouse, per gli scozzesi (Whiskey è quello irlandese, whisky è scozzese – la parola ha origini gaeliche e significa acqua della vita).

No, il limoncello non c’è, very very sorry.

Per l’occasione, l’ambiente è stato decorato da trifoglietti verdi appicciacati nei posti più improbabili (tipo la porta del WC degli uomini).

Il pavimento è rivestito da un parquet piuttosto vecchio disposto a spina di pesce, quello che fa crik crak tutte le volte che ci passate sopra con le scarpe.

I muri sono immacolati, credo che Dermot ci abbia dato una mano di bianco neanche tanto tempo fa.

I tavoli di legno massiccio e le panche fanno pendant con il legno del bancone.

A proposito, ad un’estremità del bancone, potete ammirare una statuina che riproduce fedelmente, sebbene con dimensioni decisamente inferiori, uno dei simboli più conosciuti dai turisti: la statua di Molly Malone che si può ammirare nel centro di Dublino, a due passi da Grafton Street.

Questa gentile signorina è la protagonista di una brutta cantilena (vi prego, non raccontate in giro che ho detto che è brutta, altrimenti mi friggono!) che ogni tanto si canta nei pub: parla di questa bella ragazza che con il suo carretto gira per il mercato…”gridando cozze e frutti di mare alive alive oh!”.

Voci maligne insinuano che la bella Molly, per arrotondare facesse anche un altro mestiere decisamente molto più remunerativo – non si vive di sole cozze -, ma sono solo cattiverie, non dateci ascolto.

Un aspetto decisamente peculiare di Molly sta nell’ampiezza del suo torace con il quale potrebbe dare abbastanza nutrimento a tutto un reparto maternità pieno di neonati affamati.

Per cui, ragazzi che leggete questo racconto, se a Verona siete rimasti insoddisfatti dalla seconda striminzita della statua di Giulietta, vi rifarete sicuramente con la quinta abbondante di Molly.

Andate con fiducia, vi troverete bene.

Non per niente, gli italiani ribattezzano questa statua la Molly Melona.

Sara vede Micro fermarsi davanti a Molly e guardarsela beato, come se avesse visto una piantagione di cannabis in compagnia di un Bob Marley redivivo che, dopo avergli posato paternamente la mano sulla spalla, gli dice:”Figliolo, un giorno tutto questo sarà tuo”.

Sara non ci ha mai fatto particolarmente caso a quella statuetta, ma ora che vede Micro sbavarci davanti, si avvicina per esaminarla meglio: con un sobbalzo si rende conto che il viso di Molly, sebbene più magro, è quasi identico a quello di Manuela Cafiero, la sua compagna di classe.

Sara lo guarda di sottecchi ma non dice niente, anche perché i suoi pensieri hanno preso un’altra direzione: ha sempre desiderato fare un’entrata trionfale ad una festa, ma non ci è mai riuscita.

Il pub è già pieno e nessuno sembra accorgersi di quello scricciolo di ragazzina in jeans e maglioncino. Ma forse le entrées trionfali non esistono nella realtà… infatti, ora che Sara ci pensa, sente la solita puzza di bruciato. Prendiamo, per esempio…

No, questa volta il paragone con Cenerentola ve lo risparmio: vado su qualcosa di più forte.

Prendiamo, per esempio, Lady Oscar, ve la ricordate, vero? avete presente la scena in cui, linda e pinta, si presenta al ballo avvolta in un conturbante abito da sera decisamente femminile? Ecco.

Oltre a Sara, pensateci un attimo anche voi: questa tipa, cresciuta come un uomo dal padre mentecatto con manie di grandezza, d’improvviso, ta-tannnn!!! Si mette tutte ‘ste cosine femminili.

Fate caso solamente alle scarpe: questa calza stivali militari da una vita e tutt’ad un tratto infila scarpette con il tacco strette e cammina meglio di Naomi Campbell.

Non vi sembra una presa in giro? fossi stata io al suo posto, mi sarei storta una caviglia se non due, il mio incedere sarebbe stato peggio di quello di un ubriaco e sarei planata tra le braccia del conte di Fersen causandogli una bella ernia al disco.

Anche Oscar avrebbe voluto stare tra le braccia del bel conte, ma in modo diverso! E poi, parliamo della biancheria: Oscar portava un corpetto con la massima disinvoltura….

Non è verosimile! Avrebbe dovuto boccheggiare come un palombo appena pescato, quegli affari erano strettissimi e poi, tutto quel pizzo… avrebbe anche dovuto grattarsi come una scimmia!

Ed il ballo… danzava graziosamente il minuetto… ma come faceva a sapere la parte da donna, lei che aveva fatto ballare la regina e legioni di ragazze?

Per cui, Sara, lascia da parte la voglia di un’entrata trionfale e si tiene accanto a Micro.

Altra descrizione del locale: in giro per il locale, poster dei più famosi cantanti irlandesi: U2, Cranberries, Ash, Van Morrison, Sinead O’Connor ed ancora il solito Christy Moore, accanto la faccetta incartapecorita di Paddy Moloney ammicca sorridente.

E poi la locandina di Riverdance.

Sui muri puliti, di fronte al bancone una bella gigantografia di Robert McLiam Wilson, l’autore di Eureka Street e gran bel figliolo, si dice che quella foto piaccia particolarmente alle frequentatrici del pub.

In basso, a destra della gigantografia, Dermot ci ha attaccato un foglio: è la fotocopia di un brano estratto dal libro ed esattamente la descrizione della mega truffa del vibratore gigante di Chuckie Lurgan.

Dermot l’ha appesa per aiutare quelli che hanno la sbronza triste a tirarsi un po’ su, in caso lui non abbia il tempo di fare da spalla sulla quale piangere.

Dermot, da bravo barista di professione, ha ascoltato più storie assurde di quelle raccontate in Beautiful, Incantesimo ed Un Posto al sole.

Micro sta per chiedere a Sara se vuole qualcosa da bere, quando sente qualcuno abbrancargli la spalla, per cui si gira e si trova faccia a faccia con un ragazzone alto con i capelli castani, gli occhi azzurri che gli parla con un forte accento.

“Micro!” gli urla in italiano “sempre a farti le canne?”

Micro sorride smagliante e gli risponde:”Sempre, sono l’unica cura per l’asma ed il glaucoma!” (Micro cita ancora Peter Tosh, questa volta la canzone è “Bush Doctor”), poi stringe lo sconosciuto in un abbraccio virile da vero celta che finisce dopo 4,5 secondi, sotto gli occhi incuriositi di Sara.

Gli occhi dello sconosciuto, si spostano poi su Sara e le sue labbra si allargano in un sorriso contagioso:”E tu devi essere Sara, vero?”

Sara si ritrova a rispondere a quel sorriso:”Si, sono Sara” ed allunga la mano per farsela stringere, solo che lo sconosciuto la ignora e le stampa un bacio sulla guancia

“Io sono Kieran, sono un amico di Micro. Vengo da Derry, ma ora abito a Dublino perché lavoro alla Ryan Air” spiega Kieran, senza smettere di sorriderle.

Micro:”E’ qui per caso” aggiunge Micro “di solito non fa la rotta su Orio, oggi ha sostituito un collega. Lui è steward”.

Sara sorride educatamente. Quel ragazzo deve avere qualche anno più di lei e Sara lo guarda ammirata: lui lavora già… fa terribilmente persona adulta.

Ad un tratto, a fianco di Kieran compare una ragazza, castana pure lei.

Kieran le passa un braccio intorno alle spalle:”Micro, ti ricordi di mia sorella Chloe?”

Micro scatta sull’attenti alla vista di quella ragazza così bellina.

Gli ormoni ricominciano a lavorare a pieno regime ed i suoi occhi prendono la stessa espressione di quelli di un gatto che si ritrova davanti una bistecca di filetto tutta per lui:”Ma certo, Chloe, non ti riconoscevo più… da quanti anni non ci vediamo? Sei, sette?”

“Otto, Micro!” Chloe, espansiva gli butta le braccia al collo e lo stringe entusiasta.

Micro chiude gli occhi e poi li riapre.

Sembrano i rulli delle slot machines che girano a velocità vorticosa, con la differenza che invece di fermarsi sul simbolo del dollaro, quello che appare sulle sue pupille è Sex sex sex sex.

Che ci volete fare, Micro è un ragazzo con poche idee, ma chiare.

Mentre Micro si asciuga la bava senza farsi notare troppo, entrano dei tipi con delle custodie di strumenti musicali, facendo un gran casino: abbracciano metà dei presenti, danno pacche sulle spalle, piantano bacioni sulle guance delle ragazze più carine anche se non le hanno mai viste prima (Sara se ne è beccati un paio da un tipo con i capelli lunghi e bianchi che potrebbe essere suo nonno), salutano Dermot e chiedono dove si possono mettere.

Dermot gli indica un separè opportunamente aperto.

Il tavolo è stato tolto di mezzo da qualcuno, rimangono solo quattro sedie, una per ogni componente del gruppo.

Lo avete capito, bravi, questi sono i musicisti che allieteranno la sera di San Patrizio.

Dermot arriva a tempo di record con quattro pinte appena spillate.

I quattro, impegnati ad accordare i loro strumenti, gli fanno un gesto distratto con il mento, salvo buttarsi a scolare le birrozze non appena Dermot si gira e poi riprendono come se niente fosse a fare quel che devono.

Sara si mette a ridere: uno di loro ha i baffoni macchiati della schiuma densa della Guinness.

E’ curiosa, ha sentito parecchia musica irlandese a casa di Micro, ma è la prima volta che assiste ad una esibizione dal vivo.

Rimessi a posto gli ormoni, Micro le ricompare accanto con un sorriso.

I musicisti hanno un tamburello, un flauto, un violino ed una cornamusa diversa da quella che è abituata a vedere che ha le canne che puntano verso l’alto.

Dall’altra parte, spunta Kieran che le sussurra ad un’orecchio, facendole il solletico:”Seerraa, lo sai che strumenti sono?”

Sara si dice mentalmente che non è così scema, ma risponde educata:”Tamburello, violino, flauto e cornamusa” recita obbediente.

Kieran la tocca lievemente su una spalla:”Quasi giusto. Quello non si chiama tamburello, è un bodhran, (leggi bauron), che è fatto di pelle di capra. Il flauto è un tin whistle, flauto di latta, ce ne sono in varie tonalità. Quello che usa Cathal è in FA, uno dei più comuni. La cornamusa non ti sembra strana?”

“In effetti… “ Sara annuisce e diventa rossa. Kieran ha un buon profumo.

“La cornamusa irlandese è diversa da quella scozzese. Quella scozzese è per il tempo di guerra, la nostra è del tempo di pace”

Sara ringrazia per la spiegazione:”Non lo sapevo, grazie per avermelo spiegato”

Kieran le sorride ancora:”Ma di niente! Senti, posso offrirti qualcosa da bere?” la invita lui.

Sara si gira per chiedere a Micro se si unisce a loro, ma Kieran, le indica un angolo del locale: Micro sta chiacchierando con Chloe, meglio, se la sta mangiando con gli occhi e lei sembra parecchio contenta della cosa.

“Micro non si smentisce mai” ridacchia Sara, mentre si dirige con Kieran verso il bancone.

“Cosa prendi?” le chiede lui gentilmente, appoggiandosi con un gomito al legno scuro.

“Aranciata?” propone lei, visto che il latte con i cornflakes non credo ce l’abbiano in lista.

“Festeggi con l’aranciata, Seerraaa?” la prende in giro Kieran.

Sara diventa color peperone:”Beh….”

Kieran ci pensa su un attimo:”Ti va di assaggiare un pochino di birra? Tranquilla, solo qualche sorso, non voglio farti ubriacare, poi non saresti più in grado di ballare”.

Sara ne ha piene le scatole di fare la figura della bambinetta, per cui risponde un po’ dubbiosa:”Si, penso di si!”

“Good!” esclama Kieran e con un cenno della mano chiama il barista “Dermot,

una pinta di Guinness ed un bicchiere piccolo” Dermot la guarda con tenerezza:”E’ la tua prima volta?” mentre Kieran scoppia a ridere.

“Dermot, piantala, mi metti in imbarazzo questa bella ragazza”.

Bella ragazza? Ha detto bella ragazza? Sara, tutt’ad un tratto, si sente benissimo e fa un sorrisone a Kieran mentre entrambi si dirigono verso un tavolino libero.

Siedono faccia a faccia e Kieran versa qualche goccia di Guinness nel bicchiere piccolo, lascia depositare la schiuma per qualche momento, poi le avvicina il bicchiere alle labbra.

“Pronta? Bevi piano, però… devi sentire il sapore…” le sussurra Kieran.

Sara si sente un po’ a disagio, nessuno le ha mai dato da bere così e comincia ad inghiottire qualche sorso della bevanda scura. Ha un sapore strano, amaro… con una punta di caramello o forse è malto?

Kieran incrocia le braccia davanti a sé e le appoggia al tavolo:”Allora?” le domanda.

Sara storce un po’ il naso:”… E’ strana…” e si interrompe, timorosa di aver detto qualcosa che non va.

Invece Kieran annuisce soddisfatto:”Molto bene. E’ perché non hai mai assaggiato niente di simile. ancora?”

Sara fa di sì con la testa ed ancora una volta, Kieran le avvicina il bicchiere alle labbra per farla bere.

Sara sorride: ora il sapore è molto meglio.

“Meglio vero? e’ un sapore che ti conquista piano piano… hai della schiuma sul labbro” e prima che Sara possa fare qualsiasi cosa, Kieran le passa l’indice sulle labbra per togliere la schiuma, poi se lo porta alla bocca e la assapora.

Sara lo guarda con espressione smarrita, non capisce il gesto di Kieran, ma si sente invasa da una sensazione di gran caldo.

Kieran la guarda a sua volta, con un’espressione strana e Sara distoglie lo sguardo imbarazzata.

Kieran capisce il suo imbarazzo e le appoggia una mano sul braccio:”Scusa, non volevo metterti a disagio….”

Sara si guarda i piedi e risponde:”No, non mi hai messo a disagio… solo che….”

Solo che non è abituata al fatto che un ragazzo che non conosce faccia così con lei e soprattutto al fatto che la cosa le sia pure piaciuta.

In genere, odia farsi toccare da gente che non conosce. Chiaramente Sara non dice niente, discorso troppo difficile per una timida come lei.

Kieran,vedendo le guance rosse della ragazza, cambia argomento:”Hey, cominciano a suonare. Balli con me?” le propone lui.

Sara si guarda intorno e vede la gente che si dispone a gruppi di 8, quattro donne in faccia ad una fila di quattro uomini.

“Io preferirei di no, non sono capace…” cerca di rifiutare Sara.

“E’ un’occasione buona per imparare, no? E poi, mi ha detto Micro che Roisin ti ha fatto una lezioncina” Kieran ridacchia e gli occhi gli brillano di malizia.

Sara prende mentalmente nota di chiudere la bocca di Micro con quattro giri di scotch, quello marrone che viene usato per fare i pacchi.

“si, il passo me lo ha insegnato, però…” comincia a dire Sara “pensavo di ballare con Micro…”

Sara, hai il tatto di un elefante, accidenti!!!!

Kieran non fa una piega, le prende la mano e la fa alzare dalla sedia:”Dovresti saperlo che Micro non ha mai fatto un passo di danza in tutta la sua vita… e poi credo sia impegnato” ancora una volta, Kieran le indica un angolo del locale.

Completamente dimentichi del mondo, tranne che di loro stessi, Micro e Chloe stanno correndo un serissimo rischio di iperventilazione, almeno da quel poco che si vede: un groviglio di capelli rossi e castani e le mani di Micro saldamente ancorate sul didietro a mandolino di Chloe fasciato dai jeans elasticizzati.

Sara pesta un piede per terra e pianta le mani sui fianchi, fingendosi arrabbiata, anche se non riesce a trattenersi dal ridere.

“Quella fetecchia! Doveva farmi ballare!!!!”

Kieran la guarda dubbioso:”Ma ne sei sicura? Micro non balla neanche sotto tortura, neanche quando è ubriaco fradicio…”

“Non c’è più religione!” sbotta Sara cercando di trattenere le risate, senza molto successo.

“Dai vieni…”

Sara si arrende e si lascia trascinare nella pista, che non è propriamente una pista, dato che siamo in un pub, semplicemente un po’ di spazio ricavato spostando i tavoli ed ammassandoli contro il muro, come facevamo noi nelle nostre feste preadolescenziali.

Sara si ritrova in un set, due donne alla sua destra ed una alla sinistra. Di fronte a lei, c’è Kieran, in mezzo alla fila dei 4 uomini.

“Cos’è ‘sta danza?” chiede Sara.

Le tre compagne sembrano molto sicure di loro stesse.

Una di loro le spiega:”E’ un’elaborazione di una giga che si balla da queste parti. Prima volta?”

Quante prime volte ci dovevano essere quella sera?????

“Si” risponde Sara incerta.

“Lo sai il passo?” chiede pratica la ragazza.

“Si” risponde ancora Sara.

“Allora non ti preoccupare, Ronan, quello che suona il bodhran chiama le figure”.

Ahhhh, allora tutto chiaro!!! Ma che diavolo vuol dire chiamare le figure?

Le compagne la prendono per mano.

“due passi avanti e due indietro per due volte”

Hey! Che velocità!

Punta destro, avanti, indietro, un-duettre!

Mamma come fanno a starci dietro?

Punta sinistro, avanti indietro un-duettre!

Oh, adesso ho capito!

Prima donna gira con ultimo uomo dando braccio destro.

Ma quanti giri fanno?

Ultima donna gira con primo uomo dando braccio destro.

Mhhhh, vediamo adesso come continuano, forse braccio sinistro?

Prima donna gira con ultimo uomo dando braccio sinistro.

Ma che intelligente che sono, ora ripetono l’ultima donna e primo uomo?

Ultima donna gira con primo uomo dando braccio sinistro.

Troppo avanti!

Swing prima con ultimo!

Miiii, ma sono delle trottole!

Swing ultima con primo!

Ma non gli viene il mal di testa????

Swing prima con primo!!!!!!

Adesso cadono per terra…

Catena inglese!!!!

Ah, questo è tranquillo…

Swing di ritorno!!!

Ma non si stancano di girare così? andranno a 80 all’ora!

Fontana!!!!

Sara segue la sua compagna nella figura della fontana e si ritrova nella posizione iniziale, ma scalata di un posto.

Troppo concentrata nel seguire le figure della danza, Sara non si è accorta che Kieran la sta fissando attentamente, con un sorriso compiaciuto sulle labbra.

Ora, il gruppo ha capito i movimenti e lanciano Yahooo!!! di gioia mentre avanzano l’uno verso l’altro.

Sara comincia sinceramente a divertirsi, anche se a saltare in quel modo come delle cavallette è piuttosto faticoso, infatti non passa molto tempo che i ballerini diventano paonazzi per lo sforzo, sono tutti accaldati, ma non riescono a smettere, sono stati tutti rapiti dal ritmo della musica, martellante, scandito dai colpi ipnotici del bodhran.

La musica si fa sempre più veloce, i ballerini sempre più concentrati, Sara si abbandona completamente, i suoi piedi si muovano da soli, anche se si sente girare la testa e se la sente girare ancora di più quando è il suo turno di ballare con Kieran che le allaccia le braccia attorno alla vita, dopo essersi passato le braccia della ragazza attorno alla sua.

Come se le avesse letto nel pensiero, Kieran la rassicura sorridendo:”Non ti preoccupare, non ti faccio cadere. Però mentre giriamo, guardami in faccia, altrimenti ti girerà la testa!!”

Kieran comincia a farla mulinare, tenendola saldamente per la vita, i loro sguardi incatenati, le labbra piegate in sorrisi complici.

Sembra di essere in un vortice, tanto stanno girando velocemente, i piedi di Sara quasi si staccano da terra.

Saranno la birra, il ballo, gli swing, ma Sara si sente leggera e terribilmente euforica.

Quando Kieran l’afferra ancora per il secondo swing, Sara butta indietro la testa in una risata felice, di gola, piena, un po’ rauca forse , mentre il suo compagno la stringe un po’ di più.

Ancora salti, swing, fontane, catene….

E la musica improvvisamente finisce.

Sara ha il fiatone, è accaldata, ma si sente in pace con il mondo e sorride a tutto il gruppo mentre il suo petto fa su e giù velocemente per la fatica di qualche minuto prima.

Sara fa per dirigersi al tavolo per sedersi un attimo perché non ce la fa più e perché ha un bisogno disperato di bere, ma Kieran l’afferra per la mano:”Seerra, già stanca? vieni c’è una polka!”

“No, non ho più fiato…” ride lei, portandosi la mano al petto e respirando pesantemente.

“Come on, Serraa…” Kieran la prende gentilmente per la vita per trattenerla e girandosi Sara si trova il viso di Kieran a pochi centimetri dal suo.

Non parlano, non fiatano, non respirano.

Si guardano, come durante la danza, gli sguardi si incatenano e Sara sente un brivido che non ha mai sentito percorrerle la schiena ed un groppo stringerle la gola.

Kieran le sussurra con voce carezzevole:”Come on, Seerra, dance with me…” (dai, Sara, balla con me)

Senza rendersi conto di essere passata alla lingua inglese, Sara sussurra a sua volta con un fil di voce:”you’ve got to teach me..” (mi devi insegnare)

Kieran le prende il viso tra le mani e mormora:”I’ll teach you whatever you want me to…” (ti insegno tutto quello che vuoi).

Sara diventa bordeaux e segue Kieran, che la riporta in pista.

La prende tra le braccia:”Pronta?”

“Mah, vediamo…” azzarda Sara possibilista, mentre posa la sinistra sulla spalla di Kieran e gli porge la destra.

E qui il paragone con Cenerentola ci calza a pennello: Sara volteggia con Kieran, mentre Micro è andato chissadove con la bella Chloe, un ballo, un altro, un altro ancora, sempre tra le braccia di quello sconosciuto che non è poi così bello, ha un dente scheggiato, il naso non proprio perfetto ed il didietro dei calzoni è un pochino vuoto, ma chi ha mai detto che le cose più belle debbano essere perfette?

Fabrizio De Andrè diceva che dai diamanti non nasce niente, ma che dal letame nascono i fiori.

Per la prima volta nella sua vita, Sara si sente bella, ma bella davvero, perché legge la sua bellezza negli occhi di Kieran, che accetta i suoi rotolini sui fianchi, il fatto che lei di reggiseno porti solamente una seconda.

Sara sospetta che se lui sapesse che lei ha le smagliature non gliene importerebbe così tanto.

Non è da fiaba il fatto che abbiano la faccia rossa e che siano sudati, ma alla fine, chi di noi non suda quando balla in maniera così indiavolata?

Di certo non importa a quei due, presi nella loro danza ed occupati a sorridersi ed a scambiarsi sguardi di intesa, fino a che la musica si interrompe ed i musicisti vogliono fare una pausa.

“Possiamo sederci un attimo?” chiede Sara, davvero esausta facendosi aria con la mano.

“Vai, io ti raggiungo, passo a prendere da bere. Vuoi qualcosa?” chiede lui con il fiatone.

“Non ora, suderei tutto….” Sara si arrampica sullo sgabello alto e guarda Kieran che parlotta con Dermot.

“Ecco!” Kieran si siede e prende un lungo sorso di Guinness. Sara guarda il suo pomo d’Adamo che fa su e giù.

Kieran posa il bicchiere e Sara vede che il labbro del ragazzo è macchiato di spuma color caffèlatte.

Prima che Sara possa formulare alcun pensiero e che possa fermarla, la sua mano si muove in avanti ed il suo dito raccoglie la spuma dal labbro di Kieran.

Kieran smette automaticamente di sorridere quando Sara si porta l’indice alla bocca e, imitando il suo gesto di un paio di ore prima, assapora la schiuma.

Un po’ affannato, Kieran spinge la pinta verso Sara:”Bevi anche tu…”

Sara prende un sorso, ma non sente nessun sapore. Continua a guardare il suo compagno.

Anche lui con un dito le toglie la schiuma dalla bocca e l’assaggia.

Anche Sara è affannata, anche se è ingenua, giovane ed inesperta, sa che sta per succedere qualcosa.

Il suo cuore batte e non sarebbe capace di pronunciare una parola neanche se volesse.

“Bevi ancora, Seerra” ora Kieran si è chinato verso di lei.

Sara beve lentamente e posa il bicchiere.

Kieran si avvicina, piano, e con la punta della lingua, lecca via la schiuma.

Sara sente l’emozione invaderla.

Non ci vuole neanche più coraggio, ora, le cose sono andate troppo avanti.

“Bevi anche tu” Sara spinge il bicchiere verso di lui.

Kieran beve e posa il bicchiere a lato del tavolo.

Sara si alza lentamente e si china su di lui.

Non sa come possa riuscirci a fare una cosa simile, ma alla fine, anche lei lecca via la spuma densa dalle labbra di Kieran.

Che resta senza fiato, come Sara.

Sono lì a guardarsi, come due pesci lessi, fino a che Kieran si alza.

“Vieni con me”

Sara prende il giubbetto e lo segue fuori dal pub.

Sente l’aria della notte rinfrescarle la pelle accaldata, fa per dire qualcosa ma non ci riesce, perché Kieran l’ha presa tra le braccia e la sta divorando di baci.

E Sara sta divorando Kieran mentre il freddo della notte è scacciato dalle mani calde di Kieran che la stanno accarezzando sotto al maglione.

In un lampo di lucidità Sara si rende conto che anche le sue di mani si sono infilate sotto la camicia di Kieran e stanno accarezzando il petto di lui.

Ora lui le sta dando dei bacini sul collo che le procurano dei brividi molto piacevoli.

“Ti prego, Kieran… dimmi che non hai una ragazza…” alita lei, senza fiato, supplichevole.

Lui si rialza e la guarda intenerito:”No, Seerra…. Non ho una ragazza”.

Le accarezza la guancia con un dito:”Micro mi ha sempre detto che sei speciale…”

Sara diventa rossa:”Oh!”

“Lo sai che probabilmente dopo stasera non ci vedremo più?” le chiede dolcemente lui, tenendola per i fianchi.

“Lo so, Kieran” sospira lei “Forse è solo per questo che ho avuto il coraggio di…”

Le appoggia le dita sulla bocca:”Non dire così… Ci pensiamo fra una mezz’ora, quando dovrò ritornare ad Orio”

“Così presto?” protesta Sara.

“Già…”

Kieran la prende tra le braccia e la stringe, cullandola mentre passa la mano tra i capelli lucidi e puliti di Sara.

Coccole… che bella cosa, pensa lei.

Non c’è la spiaggia al tramonto, sono in una piazza circolare antistante l’entrata della metropolitana, esattamente sotto l’insegna rossa illuminata al neon.

Non sono al mare, ma a Sesto San Giovanni, non lontano ci sono le aree dismesse delle Acciaierie Falck.

Non è una notte d’estate, ma è fine inverno ed un vento freddo spazza quella piazza deserta.

Però c’è un prunus fiorito, non lontano da loro.

I petali rosa sembrano infiocchettare quei rami grigio scuro.

Il profumo dolciastro di quei fiori le ricorderà sempre Kieran.

Lui c’è stato quando lei aveva bisogno di lui.

Non la ama e lei non ama lui, ma ora lei c’è per lui e lui per lei.

E’ questa l’unica cosa che importa.

* * *

il momento è grave: riuscirò ancora a trovarmi davanti alla pinta della guinness senza pensare a questa scena?

Le quattro colonne dell’Ikea ed i 453, che ora sono 454, CD si trovano in realtà nel mio soggiorno.

E la stampa del giant’s causeway si trova proprio sul mio letto.

Per cui credo che la mia casa vi possa piacere.

Il David con gli slip fuxia non ce l’ho, ma potrei seriamente pensare di appenderlo.

L’unico sabotaggio che ho fatto ad una immagine è stato ai danni dei miei colleghi, quando mi hanno pasticciato un poster carinissimo con su dei bambini: per ripicca alla donnina nuda del loro calendario ho disegnato sopra un vestito.

Le sensazioni di Sara quando balla, sono totalmente, esclusivamente ed assolutamente autobiografiche, infatti sono le MIE personali sensazioni, da qui potete vedere quanto mi piaccia ballare.

La danza che ho descritto sarebbe una giga irlandese.

“Sarebbe” perché in realtà è una rielaborazione che si balla nel Nord Italia e la chiamano scherzosamente “Il Gigone dell’Adda”

Le chiaviche in riva al Lambro ci sono per davvero, questa purtroppo non è opera della mia fantasia bacata.

Grazie a tutti che avete letto questa ff, in particolare

Ludmilla Loonbelt, piacere di conoscerti, ma quante recensioni, ci ho goduto come un riccio:

Non mi offendo per la Cessica, in effetti i bulli vanno sempre in giro con due tirapiedi… pensa anche a Draco Malfoy con Tiger e Goyle, ma in genere ho notato che è così, non so perché!

Ho cercato di rendere questa ff più realista possibile, volevo una storia nella quale le persone potessero riconoscersi.

I fratelli minori sono notoriamente più svegli perché i genitori hanno già preso i fratelli maggiori come cavie per fare esperienza. Io sono più sveglia del mio fratello maggiore, ma meno sveglia di quello minore…

Sono d’accordo, un vero amico vale tanto oro quanto pesa, anzi di più!

Cessica arriva, non ti preoccupare, se ci fai caso, poi gli avvenimenti degli ultimi 3 capitoli si riferiscono tutti alla stessa giornata.

Grazie per la dritta del libro, ci darò un’occhiata.

E comunque sono contenta che la mia storia ti piaccia Grazie ancora di cuore.

Driger: grazie, ma comunque spero di vederlo prima o poi, quel film.

Maho cara: sorpresina in questo capitolo, eh? Ti piace Kieran? A me un sacco!

Kannuki: hai passato un buon compleanno? Scoperto qualcosa di Leonard Cohen? Ti consiglio anche James Taylor per rilassarti, tra una fanfiction e l’altra… ciao bella!

Tersicore, musa della danza, piacere di conoscerti, grazie per le cose carine che mi scrivi. Ce lo avevate anche voi il Jessico, eh? Mi è capitata la stessa cosa, un paio di mesi fa ho rivisto il figo della scuola: una delusione, la pelle del viso rovinata dalle troppe lampade, il girovita decisamente aumentato, l’unica cosa che non è cambiata la faccia da stronzo… ed io sono più carina ora di quando avevo 19 anni… se devo dirla tutta, anche un mio bellissimo ex, è ingrassato come un maialino ed ha messo gli occhiali che lo fanno sembrare un gufo…. eheheheheh

Chloe90. Piaciuta la sorpresina? Dato che mi hai dato l’ispirazione su dove piazzare Micro, mi sembrava un omaggio doveroso… grazie! anche io mi domando perché non sono irlandese, accidenti!

Sindy90 invece la mia macchina quando accendo il riscaldamento manda odore di liquirizia andata a male. Capito perché Micro fa fare una lezione a Sara? Piaciuto il capitolo? Ti prego, se dovessi mai incontrarmi, non passare il gesso sulla lavagna, a meno che tu abbia qualcosa di personale contro di me!

Asuka Soryu Langley: ciao a te! Molto gentile, sono onorata. Sono contenta che Manuela ti piaccia, anche a me, del resto!

Kisa: anche io non leggevo le fic originali, ma ci sono dei gioiellini che val la pena di leggere…. Ciao, a presto e grazie.

   
 
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