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Autore: LyraB    03/05/2009    4 recensioni
Per salvare Narnia non basterà recuperare il Calice della Creazione: bisognerà distinguere gli amici dai nemici, scoprire di chi ci si può fidare, affrontare i propri sentimenti e sconfiggere le proprie paure... anche quelle inconfessabili.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Peter Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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brusco risveglio
Un brusco risveglio

La prima cosa che notai, quando aprii gli occhi, fu un immenso mazzo di rose ai piedi del mio letto.
Non potevano essere di Peter, di questo ero certa, perché avevano il colore scuro e intenso del rubino. Mi allungai a prenderle, e il mazzo era così grosso che mi costrinse a reggerlo con entrambe le mani. Tra lo scarlatto dei fiori occhieggiava un triangolo bianco.
Sfilai il foglio piegato in quattro dal mazzo di fiori e mi appoggiai sui cuscini per leggere.

    Cara Elizabeth,
sono così dispiaciuto per quello che è accaduto! Sei appena scappata in camera tua e io sono qui, seduto nella mia stanza, che non capisco come sia potuto succedere...
Spero che non prenderai sul serio ciò che ho fatto questa notte, preso dall'euforia dei miei stessi racconti e dagli effetti di quell'orribile liquore alla liquirizia.
Ti sarò sembrato un uomo avido di piacere, in realtà ti amo dal profondo del mio cuore.
Se amavo quella ragazzina insicura che è arrivata qui un giorno, all'improvviso, ho scoperto di provare un sentimento ancora più forte per la giovane donna dallo sguardo dolce e sincero che è tornata assieme al principe Peter e al Calice della Creazione.
Questi sentimenti così forti hanno fatto paura perfino a me, io che non ho paura di niente e di nessuno. Per te mi sono ritrovato a sospirare, per te ho sognato regali bellissimi, serenate alla luce della luna. E per te, stanotte, ho versato per la prima volta delle lacrime.
Ti prego, non dirmi che tra di noi è tutto finito, così ancora prima di cominciare.
Ho trovato in te quello che ho sempre desiderato, e voglio poter sperare di costruire con te una nuova vita... una vita in pace, lontano dalla guerra e dalle armi che mi hanno tanto affascinato finora.
Non sono mai stato bravo a scrivere, e a pensarci bene non avevo mai scritto una lettera d'amore finora. Forse perchè non ho mai amato nessuno... non nel modo in cui amo te.
Sono andato a cogliere per te le trenta rose più belle del nostro giardino, rosse, intense, forti, come il sentimento che mi susciti dentro. Ti prego di accettarle.
Non appena leggi questa lettera, ti prego, vieni da me. So che sarà mattina, forse sarà ancora notte, non lo so... spero che Emeraude te la consegni assieme ai fiori.
Ti prego, vieni.
Spero che verrai e che mi dirai che mi hai perdonato, ma non voglio obbligarti.
Vieni e dimmi che possiamo, per lo meno, essere amici.
Con tutto l'amore di cui dispongo,
            sempre tuo
            Lexander

Chiusi la lettera e mi alzai in fretta.
Dovevo andare da Lexander, questo era poco ma sicuro, ma prima sarei andata da Peter e gli avrei detto tutto, anche che avrei confessato a Lexander il nostro amore.
Se pensava di conquistarmi con una lettera – per quanto bella – si sbagliava di grosso.
Senza nemmeno vestirmi uscii dalla stanza, con la camicia da notte scomposta e scalza. Raggiunsi correndo la camera di Peter e bussai piano.
Non rispose nessuno, ma forse stava ancora dormendo. Socchiusi la porta e sbircia all'interno.
Le tende tirate rivelavano un'alba nuvolosa fuori dal castello, e lanciavano raggi di luce fredda sul letto sfatto di Peter.
Lui non c'era, e con lui erano spariti i suoi stivali e la sua spada.
Presa da un'improvvisa inquietudine, mi precipitai nella sala del trono.
Più mi avvicinavo più i miei timori si dimostravano fondati: rumore di lame che cozzavano, grida di dolore e di rabbia, parole che non comprendevano si facevano strada verso di me.
Arrivai alla sala del trono e spalancai la grande porta di legno.
Rimasi agghiacciata, immobile, quando vidi quello che mi stava davanti.
Una decina di uomini vestiti di viola, porpora e nero, con lunghi mantelli con il cappuccio e armature color della notte combattevano contro gli abitanti di Cair Paravel.
Vidi Alderian combattere con una grossa ferita alla testa, e Lexander poco lontano, con i capelli rossi spettinati.
Notai il re, riverso sul trono con una lancia conficcata nel petto, e il cuore mi si fermò.
Avanzai di qualche passo nella sala, senza rendermi conto che ero seminuda, scalza e disarmata, in mezzo a una folla di uomini che combattevano. Sarebbe bastato un istante a uccidermi.
Mi facevo strada tra i corpi sanguinati e privi di vita di servi, cavalieri, animali e uomini che avevo conosciuto nella mia vita a Narnia fino a quel momento.
In quel momento l'uomo dal mantello color porpora davanti a me si scostò e lo vidi.
Credevo di essere preparata alla scena... dopotutto l'avevo già vissuta.
Ma avevo gridato il nome del mio principe prima ancora di realizzare che era lui, quel ragazzo steso bocconi in un lago di sangue.
Lexander mi vide solo in quel momento e gridò:
- Elizabeth! Scappa immediatamente! -
Ma io non lo sentivo. O forse non lo volevo sentire. Continuai a camminare verso di lui.
All'improvviso mi sentii afferrare per un braccio e trascinare lontano da quel massacro.
Quando mi fermai e mi guardai intorno, notai di essere in una bella stanza iena di quadri e sculture, con tende e coperte blu scuro.
Lexander era appoggiato al muro accanto a me e stava riprendendo fiato, tenendosi con una mano un braccio sanguinante.
- Le.. Lexander. - Mormorai.
- Cosa diavolo credevi di fare? - Gridò lui.
- Io... io... sono uscita dalla mia stanza per... - Dissi, confusa.
- Potevi farti ammazzare! Ma dico, cosa ti dice la testa? - Gridò lui, brusco.
Le lacrime si presentarono arroganti ai miei occhi e non ci fu verso di trattenerle.
- Peter... Peter, Aldian... - Biascicai tra i singhiozzi.
Lexander tese il braccio sano e mi strinse contro di sé, accarezzandomi i capelli.
- Lo so, lo so. Ci hanno sorpresi nel sonno. Non piangere adesso... qui siamo al sicuro. -
Continuai a singhiozzare abbracciata a lui.
Come poteva essere morto? Allora era davvero destino che io rimanessi sola!
E pensare... e pensare che l'ultima volta che ci eravamo visti lui era andato in camera da solo... e probabilmente l'ultima immagine che aveva di me era quella in cui ridevo divertita con Lexander ignorandolo per tutta la sera.
Scoppiai di nuovo in singhiozzi, e Lexander continuò ad abbracciarmi.
Qualche tempo dopo alla porta della stanza piovve una cascata di colpi. Lexander divenne all'improvviso teso e disse:
- Chi è? -
- Siete prigioniero, principe Lexander. Nessuno è sopravvissuto. Non uscirete da qui finchè il Consiglio dei Sette non avrà deciso cosa fare di voi. -
Un fruscio seguì quelle parole, a significare che l'uomo se n'era andato.
Lexander mi guidò al suo letto e ci sedemmo uno accanto all'altra.
- E così siamo prigionieri. Forse non sa che ci sei anche tu con me. -
- Chi... chi sono? -
- Li hai già incontrati, e su di loro hai avuto la meglio, Elizabeth. Loro sono gli stregoni di Calormen. -
Il fiato mi si mozzò in gola.
- Gli... gli stregoni? -
- Sì. Il Consiglio dei Sette è l'organo più potente della loro organizzazione sociale. È composto da cinque uomini e da due donne, e sono capaci di ucciderti solo pensandolo. -
- Allora siamo spacciati. - Dissi io cupamente.
- Non ancora. Loro sono qui per avere il Calice della Creazione, non vogliono Cair Paravel. Loro hanno già un regno, in cui possono governare molto meglio. -
- Lexander, io ho paura. - Dissi sottovoce.
Lui mi prese una mano. E intrecciò le sue dita alle mie. Poi mi sorrise.
- Non avere paura, ci sono io con te. -
Io alzai gli occhi, e lui mi sorprese. Senza che io me ne rendessi conto, mi stava baciando di nuovo.
Ma, forse per la sorpresa, forse per lo shock, forse per il terrore che mi portavo dentro, non mi allontanai subito come avevo fatto la prima volta.
Sentire le sue labbra sulle mie era come tornare ai caldi abbracci di Peter.
Mi allontani con dolcezza qualche istante dopo.
- Stavi venendo da me, vero Elizabeth? Avevi letto la mia lettera. - Disse Lexander.
- Io... Io sì, ho letto la lettera. - Dissi.
- Allora sarai la mia sposa? - Disse lui, pieno di speranza.
- Io non posso. - Risposi.
Nella stanza scese il silenzio.
- Come non puoi? - Disse lui con voce rotta un momento dopo.  - Non hai letto quanto ti amo? -
- L'ho capito che mi ami. Ma io non amo te. -
- Ma aspetterò! Non ho fretta. -
- Non ti amo perchè io amo Peter. -
Ecco. L'avevo detto. Se non altro ora che era morto avrebbe potuto riposare in pace.
Riposa in pace, amore mio.
Lexander si alzò di scatto.
- Ma ora è morto! Ora non sei più legata a lui! -
- Questo lo dici tu. Io amo solo Peter. Lui è nel mio cuore, io non posso tradirlo. - Dissi.
Mi stupii di quanto quelle parole fossero vere, e anche della calma con cui le avevo pronunciate.
Lexander gettò a terra la spada e la cintura, passandosi poi le mani tra i capelli. Era furioso.
- Perchè, perchè? Non capisco! Io devo essere sempre il secondo, è cosi, vero? Anche per te, Elizabeth, vengo per secondo! Dopo Peter, che non è nessuno qui... non sarà nemmeno re! -
- Lexander, io... -
- Stai zitta! - Urlò - Hai parlato abbastanza! Per tutta la mia vita mi sono accontentato. Il cavallo più bello? Ad Alderian, è lui l'erede al trono. L'armatura più elegante? Ad Alderian, tu sei il secondogenito. Arrivano delle ballerine? Alderian sceglierà per primo quale potrà ballare per lui, perchè lui è il primogenito, l'erede al trono! Lui è quello che dovrà portare avanti il nome della famiglia, quello che reggerà Narnia... e io? Io sono quello che si prende gli scarti, quello che si accontenta. Ma adesso sono stufo di accontentarmi! Io voglio te, Elizabeth... e non mi accontenterò della tua dichiarazione d'amore per quel moccioso di Peter! Io voglio te e, per una dannata volta, avrò quello che voglio! -
Uscì sbattendo la porta, lasciandomi terrorizzata e tremante sul suo letto.
Un momento dopo una vecchia serva entrò nella stanza.
- Il principe Lexander mi ha ordinato di darvi questo. Ha detto che dovete indossarlo e prepararvi a dovere. Questa sera gli terrete compagnia. -
Mi mise in mano un fagotto e poi aggiunse, con serietà:
- Ha detto anche di non tentare di fuggire, perchè le guardie degli stregoni ti troverebbero e ti porterebbero subito qui. E non con la grazia con cui l'ha fatto lui. -
Poi uscì.
Svolsi il fagotto che avevo in mano e un abito di seta color porpora elegantissimo mi cadde in grembo insieme a una manciata di perle e pettinini d'oro e a degli splendidi gioielli.
Li lasciai sul letto, e mi rannicchiai tra le coperte abbracciando le ginocchia.
Non avevo intenzione di obbedire a quell'arrogante. Io non sarei mai stata sua. Mai.
Mentre le lacrime tornavano ad affacciarsi ai miei occhi, mi costrinsi a dormire.

--***--
NdA: Stavo per andare avanti, ma ho deciso di lasciare le cose più "scottanti" (in ogni senso!!!!!!!!!) al prossimo capitolo, così vi farò mangiare le mani... e mi odierete ancora di più!! ^_^
Ovviamente ringrazio chi ha letto fino a qui gli 8 che hanno questa storia tra i preferiti e i 3 che l'hanno tra le seguite!!!
Per me è molto importante sapere che qualcuno legge questo racconto, grazie di cuore davvero a tutti!
E ovviamente grazie alle mie due recensitrici ufficiali, la "principessa" e la "regina"....
@ Benny: eh sì, Elie ci è proprio cascata.. ma come vedi Lexander ci ha provato davvero a conquistarla.. adesso però ci sono poblemi più grossi.. come farà Elizabeth senza Peter, insieme a Lexander che ha giurato di "avere quello che vuole" e in una Cair Paravel conquistata dagli stregoni??? Chissà, magari scoprirà di avere una forza che non credeva di possedere... ma è meglio che mi cucio la bocca, prima di farmi sfuggire delle anticipazioni! Comunque grazie per le recensioni che mi lasci ogni volta!
@ Jiu:  hai ragione, Elizabeth si è accorta che per Lexander non prova niente adesso che ha "toccato con mano" la cosa! Però come farà a calmare i suoi sensi di colpa? Peter è morto pensando che lei si fosse dimenticata di lui... Ma ve l'ho detto, Elie è forte. Ce la farà. Continuate a seguire la storia per scoprire come!
Alla prossima (spero presto, farò del mio meglio!)..
Baci-Baci
*Flora*

   
 
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