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Autore: Onaila    15/09/2016    5 recensioni
Quanto possono essere diverse due persone dopo dieci anni?
Quanto il passato può influenzare una persona?
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Costia, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NA: All'inizio di ogni paragrafo troverete il nome del Point of View del personaggio, buona lettura
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CLARKE

 

Stava leggendo quando la vide entrare priva di sensi in braccio ad un uomo con un passamontagna << Si sveglierà a momenti >> la informò depositandola sul divano insieme a quella che sembrava la sua borsa.
Non notò l'uomo uscire perché il suo sguardo si spostò immediatamente sul volto che tanto amava e si rattristò nel vederlo pallido e stanco.
Le scostò una ciocca dai capelli e nel farlo trovò la fronte un poco umida.
Aveva la febbre?
Tastò meglio il viso trovando conferma ai suoi dubbi << Lexa... >> dalle sue labbra uscì un suono a malapena percettibile e si senti stringere il cuore in gola nel vederla in quello stato.
Sospirò alzandosi dal pavimento e dirigendosi in camera, ma tornò sui propri passi quando la sentì gridare.
Era seduta sul lungo divano e i capelli le ricadevano sul viso, così Clarke preoccupata cercò il suo sguardo andandole di fronte, mettendosi in ginocchio di fianco a lei << Lexa tranquilla è stato solo un incubo >> le fece stringendo la sua mano tra la sua.
Il suo volto era rigato dalle lacrime e gli occhi erano in preda al panico << Clarke... >> aveva sempre amato il modo in cui pronunciava il suo nome, ma in quel momento vi era solo terrore << Sono qui Lexa, sono qui >> la mora sembrò notarla solo allora e con piena sorpresa l'abbracciò, stringendola forte a sé << Clarke >> continuò a ripetere il suo nome un paio di volte per poi scostarsi per baciarla, rivelando con quel gesto che le era mancata, ma vi era anche qualcos'altro: Paura.
<< Lexa va tutto bene? >> le sussurrò prendendole il volto tra le mani e l'altra annuì freneticamente, come per chi in realtà non vi crede << E' stato solo un incubo >> << Lo so... >> Clarke le sorrise timidamente << Lo so che lo sai, ma fa bene sentirselo dire >> Lexa la imitò mentre la bionda le asciugava le lacrime con il palmo della mano << Ti va di raccontarmelo? >> << Non me lo ricordo... >> sussurrò e sembrava sincera << Ricordo solo la sensazione di averti persa...di nuovo... >> aggiunse abbassando lo sguardo dispiaciuta << Non mi perderai mai più >> Lexa annuì e Clarke la costrinse ad alzare il viso, prendendole il mento tra le dita << Te lo prometto >> aggiunse depositandole un bacio casto sulle labbra, ma Lexa si insinuò con la lingua ancora una volta.
C'era qualcosa che non andava riusciva a sentirlo, ma non glielo avrebbe chiesto, non mentre tremava sotto la sua pelle << Devi sdraiarti >> l'ammonì con il viso tutto arrossato, alzandosi in piedi e strusciando le mani sui pantaloni per allontanare il desiderio << Sto bene >> ribatté Lexa alzandosi e avvicinandosi nuovamente << Lexa..non dovresti... >> la interruppe baciandola di nuovo con la lingua e con i denti, facendola indietreggiare fino alla parete, dove le sciolse i capelli e le aprì la camicetta, amandola come da giorni anche Clarke sognava di fare.

Erano sdraiate sul grande tappetto, coperte dal piccolo plaid che una volta era stato sul divano e Lexa stava giocando con una ciocca dei suoi capelli << Va tutto bene? >> si ritrovò a chiederle mentre disegnava delle righe invisibili sul braccio nudo della mora << Sì... >> le stava mentendo riusciva a capirlo e sapeva che se lo stava facendo era perché la voleva proteggere, ma stava soffrendo per quello e non voleva << Ti prego parla con me >> sembrava quasi una supplica, ma a risposta Lexa si inarcò trascinando la borsa vicino a lei, da cui prese una piccola scatolina rossa << Ti ho portato un regalo >> le fece porgendogliela << Lexa... >> non voleva un regalo, voleva che gli parlasse << Aprilo >> Clarke sospirò decidendo di assecondarla per il momento e aprì la scatolina rossa.
Al suo interno vi erano due collane, una con un pennello e l'altra con un infinito << Lo so che è una cosa stupida, ma le ho viste in una vetrina e non ho resistito >> la bionda sorrise << E' una cosa molto sciocca e da teenager >> Lexa rimase sorpresa da quella frase e la colpì affettuosamente ad una spalla << In questo caso avresti dovuto rispondere: “No, Lexa è davvero una cosa carina” >> Clarke rise del modo finto in cui imitò la sua voce << Probabilmente lo è >> fece prendendo poi la collana con il pennello << Girati >> le ordinò << Ma quella è per te, tu disegni >> Clarke scosse la testa << Visto che hai intenzione di fare la teenager, facciamo le teenager fino all'ultimo. Io terrò il tuo infinito e tu terrai il mio pennello >> finse la voce da ragazzina innamorata << Va bene, ho capito, mai più regali di questo tipo >> Clarke rise mentre le allacciava la collana al collo e una volta finito le posò un bacio sulla spalla << Adesso sta a te >> la bionda si finse dispiaciuta, come se dovesse andare in contro ad una tortura imminente e si voltò.
Le dita di Lexa che le sfioravano il collo, la fecero rabbrividire come ogni volta che la toccava << Ecco fatto >> la mora cercò le sue labbra e Clarke la lasciò fare << Adesso siamo due ragazzine innamorate >> commentò la bionda e Lexa alzò gli occhi al cielo ridendo << Forse... >> fece ravvivandosi i capelli e Clarke si ritrovò ad ammirare quel gesto in modo quasi imbarazzante, ma Lexa ormai vi era abituata e non glielo fece notare, come non glielo faceva notare mai << Hai fame? >> le chiese sbattendo le palpebre un paio di volte e sentendo la gola secca << Non lo so, non un granché... >> Lexa tornò a sdraiarsi e quando Clarke la imitò, la mora si accoccolò più vicino a lei, fino a sfiorarle con i capelli il viso << Ti amo >> le sussurrò e la bionda sentì il vibrare delle sue labbra contro il suo petto << Ti amo anch'io >> le rispose accarezzandole i capelli e dopo poco senza alcun preavviso, Lexa si addormentò e Clarke non osò muoversi per tutto il tempo, con il terrore di svegliarla.

Rimase a guardare le piccole smorfie del suo viso mentre riapriva lentamente gli occhi e si ritrovò a sorriderle, ancora prima di rendersene conto << Ben svegliata >> le fece accarezzandole il naso con un dito << Non hai dormito? >> le chiese l'altra e Clarke scosse la testa abbassandosi per poterla vedere meglio << O mio dio...scusami... >> << Non c'è niente di cui tu debba scusarti, eri stanca e avevi bisogno di dormire >> vide di nuovo l'ombra passare nei suoi occhi << Lexa, che cosa c'è che non va? >> l'altra rise amaramente << Tutto... >> le sfiorò i capelli ancora una volta << Dovrai tingerli... >> sussurrò con le lacrime agli occhi << Cosa? >> << Ho portato delle tinte, puoi scegliere quella che preferisci >> Clarke si accigliò più confusa di prima << Di che cosa stai parlando? >> << Ha un debole per le bionde... >> sapeva a chi si stava riferendo senza bisogno che dicesse il suo nome << E' questo che ti preoccupa? >> la mora distolse lo sguardo mettendosi a pancia all'aria << Immagino che non avrai mangiato nulla >> disse ignorando la sua domanda << Lexa...per favore >> << Non lo vuoi sapere Clarke >> ribatté alzandosi in piedi e indossando i pantaloni gessati e la camicetta bianca << Non puoi decidere cosa posso voglio o non posso sapere >> la imitò seguendola dopo in camera da letto << Clarke ti prego non costringermi... >> Lexa posò la propria borsa sul letto sedendovisi poi vicino con le mani trai capelli << Non voglio costringerti a raccontarmi niente, ma stai male, lo vedo e lo sento e... >> si spiegò Clarke venendole di fronte e chinandosi sui talloni << Non lo sopporto Lexa, perché so che la causa sono io... >> << Non dire idiozie >> la interruppe prendendole le mani tra le sue e portandole alle labbra per depositarvi un piccolo bacio << Tu non puoi accusarti di niente e poi non sto male, ho solo troppi pensieri per la mente >> << Non mentirmi >> l'ammonì la bionda e Lexa sorrise << Parli della febbre? Ieri è scoppiato un temporale e io ero fuori senza ombrello >> << Ma chi pensi di prendere in giro? >> le chiese alzandosi in piedi permettendo così a Lexa di fare lo stesso << Non è una bugia, puoi chiedere ad Anya se non mi credi >> Clarke sospirò arrendendosi al fatto che non le avrebbe raccontato niente << Hai bisogno di farti una doccia immagino >> la mora annuì << Possiamo farla insieme >> la stuzzicò e Clarke la colpì sul petto << Vai a farti la doccia e poi mettiti a letto >> stava usando il tono che non accettava alcuna replica e Lexa capì, perché alzò le mani in senso di resa.

 

LEXA


Poteva continuare a mentire a se stessa e dire che stava andando tutto bene, ma non poteva ingannare Clarke.
Sospirò mentre si passava il sapone tra le gambe e il corpo prestante, reprimendo un brivido contro il getto d'acqua calda che le bagnava la schiena.
Per quanto tempo ancora avrebbe potuto nascondere i sensi di colpa?
Non aveva avuto nemmeno il coraggio di parlarne con Anya, nel timore che potesse darle ragione, anche se sapeva per certo che non l'avrebbe mai fatto.
Trattenne uno starnuto quando uscì dalla doccia e si avvolse nell'asciugamano.
Rimase ad osservare per qualche secondo le guance arrossate a causa della febbre e le occhiaie per la mancanza di sonno, prima di uscire dal bagno disgustata dal proprio riflesso.
Si meritava di stare male.
Clarke aveva la febbre ogni dannatissimo giorno.
Indossò la biancheria con un po' di fatica e sussultò un attimo quando sentì due mani in più aiutarla a chiudere il reggiseno << Sei caldissima >> fece Clarke con tono preoccupato << E' solo perché sono appena uscita dalla doccia >> << Smettila >> la sua voce era un poco alterata, ma poteva capirla, per questo non si arrabbiò con lei.
Clarke l'aiutò ad indossare il pigiama e la coprì con un piumone caldo, sdraiandosi poi accanto a lei, ma sopra le coperte, districando i piccoli nodi dei capelli che le aveva asciugato con il phon << Ho fatto della zuppa di verdure, ci vorrà un po', ma almeno è qualcosa di caldo. Chissà da quanto tempo non mangi qualcosa di buono >> Lexa alzò gli occhi al cielo voltandosi verso di lei << Oltre ad Anya ti ci metti anche tu? Piuttosto hai avuto qualche ricaduta mentre non c'ero? >> Clarke scosse la testa << Ottimo...sempre se è la verità >> l'altra la ignorò e le sfiorò con il dorso della mano la guancia per poi alzarsi un attimo per baciarla << Promettimi che ti prenderai cura di te stessa dopo che te ne sarai andata >> quando tornò a guardarla, Clarke aveva gli occhi umidi e lo sguardo triste << O mio dio Clarke, certo, te lo prometto. Non ti preoccupare inutilmente >> la bionda le sorrise anche se la tristezza era ancora sul suo volto e si accoccolo più vicino a lei, ma dandole le spalle.
Lexa le cinse il fianco con il braccio che fuoriusciva dal piumone e la strinse forte, assaporando il suo profumo di viola.
Probabilmente le aveva mentito sulle ricadute, anzi sicuramente, però non voleva farle notare di essersene accorta, sopratutto perché Clarke voleva sembrare forte per lei, ma il solo pensiero che potesse succederle qualcosa durante una di esse la terrorizzava << A cosa pensi? >> le chiese mentre giocava con la sua mano << A niente >> mentì e si rese conto di farlo più spesso in quel periodo, ma voleva proteggerla dai brutti pensieri << E te invece? >> aggiunse sentendo il suo cuore accelerare sotto la sua mano << Non ti piacerebbe saperlo >> Lexa si accigliò e si puntellò sul gomito del braccio libero per poterla vedere << Di che cosa stai parlando? >> Clarke si voltò verso di lei permettendole così di tornare a sdraiarsi << Dovresti lasciarmi Lexa >> sussurrò e la mora divenne ancora più confusa << Ho la sensazione che non finirà bene >> << Non dire idiozie >> Clarke scosse leggermente la testa abbassando lo sguardo << Promettimi solo di dimenticarmi se le cose andranno male >> << Non chiedermelo >> << Ti prego >> la stava guardando e implorando, ma il suo sguardo e il suo pensiero erano irremovibili << No, perché non lo farei e non posso farti una promessa che non posso mantenere >> << Lexa... >> << Clarke smettila! >> la interruppe la mora con un groppo in gola << H-ho già fatto questo errore >> le sfuggì dalle labbra ciò che stava pensando << Cos'era quella frase? >> Lexa si coprì gli occhi con il braccio per nasconderli ai suoi << N-niente lascia...lascia stare >> sapeva che non l'avrebbe fatto e infatti la sentì alzare la testa e avvicinarsi a lei << A cosa ti riferisci Lexa? >> il suo tono era divenuto ancora più serio e deciso << Ti ho già dimenticata una volta e non solo...quindi non chiedermi di rifarlo di nuovo, perché...ne morirei >> Clarke rimase lì seduta ad osservarla per un lungo momento e a Lexa sembrò che le entrasse dentro << Ti senti in colpa... >> fece ad un tratto meravigliandosi lei stessa di quelle parole e alzandosi in piedi << Clarke... >> la chiamò mentre lei si portava il dorso della mano alle labbra e il suo volto si bagnava lentamente << Certo che ti senti in colpa, sopratutto dopo...dio che stupida che sono stata... >> Lexa uscì dal letto dirigendosi da lei, ma la bionda sfuggì al suo tocco << Tu non hai fatto niente di male Lexa...non è giusto >> << Clarke >> cercò nuovamente le sue mani, ma l'altra non gli permise di prenderle, anzi la guardò negli occhi << Per questo stai male, non è vero? >> << Cosa? No.. >> << Sì invece, ed è colpa mia... >> la vide annaspare e cominciò a preoccuparsi per la sua salute << Clarke calmati per favore >> << Non avrei dovuto raccontarti niente >> si portò una mano al petto << Clarke per favore... >> << Dimmi che non è vero! Dimmi che non ti senti in colpa per essere andata avanti quando sono scomparsa per dieci anni, ti prego! >> Lexa abbassò lo sguardo decidendo di non mentirle nuovamente << Lo sapevo... >> con grande sorpresa la bionda l'abbracciò con trasporto << Non è colpa tua >> le sussurrò all'orecchio stringendola forte a sé << E se hai bisogno che te lo ripeta ogni volta, lo farò, ma devi crederci anche tu Lexa >> aggiunse accarezzandole la testa << D'accordo? >> << D'accordo >> sussurrò ormai anche lei in lacrime, ma non completamente sicura di poterlo fare.
Rimasero così per un po' dopodiché Clarke la costrinse nuovamente a letto e forse a causa delle calde coperte e dei vari disegni invisibili di Clarke sul suo braccio, Lexa si ritrovò a desiderare di dormire ancora una volta e anche se lottava contro le palpebre pesanti, alla fine cedette all'inevitabile tepore del sonno.

Sussultò un poco quando si svegliò e non trovò Clarke al suo fianco, ma tornò a rilassarsi contro i cuscini quando sentì dei rumori provenire dal piano superiore.
Era venuta fin lì per passare del tempo con lei eppure non faceva che dormire.
Si diede della stupida uscendo dal letto e anche se sentiva il corpo pesante e la testa pulsare, indossò la vestaglia di cotone, prese gli occhiali e salì le scale.
La trovò seduta sullo sgabello dell'isola e probabilmente non si accorse della sua presenza, perché non si voltò da lei, così Lexa ne approfittò e rimase ad osservarla, ammirando come i capelli biondi le ricadevano sul volto e le labbra leggermente socchiuse le delineavano il viso perfetto.
Indossava dei semplici jeans e una maglietta blu scuro, ma agli occhi di Lexa parve essere la persona più bella che avesse mai visto.
Clarke si portò una ciocca dietro l'orecchio, inumidendosi le labbra rosee e la mora cercò una briciola di volontà per spostare la sua attenzione a ciò che la bionda teneva tra le mani.
Con l'indice della mano stava picchiettando il lato di una delle numerose scatole di tinta che aveva portato con sé e Lexa si rattristò un attimo, immaginando facilmente i suoi pensieri << Hai già deciso il colore? >> le chiese mostrando la sua presenza, baciandole leggermente le labbra << No, sono indecisa... >> rivelò con una nota di tristezza anche se le sorrise << Dovresti stare a letto >> l'ammonì, ma Lexa si sedette vicino a lei prendendole la scatola tra le mani << Rosso? >> Clarke annuì appoggiando la testa sulle braccia << Rosso o rosso Borgogna? >> << Rosso Borgogna >> rispose senza alcuna esitazione Lexa e Clarke si stupì di tanta decisione << Come mai? Non ti piacerei rossa? >> << Non ho detto questo >> la bionda sorrise un poco divertita << Davvero? Dal modo con cui l'hai detto sembrava proprio l'esatto opposto >> Lexa sospirò ridendo anche lei adesso << E' solo che ti preferirei rossa borgogna, non proprio rossa Highlander >> << Ora te la prendi con gli scozzesi? >> Lexa alzò gli occhi al cielo insieme alle mani, arrendendosi all'evidenza di non poterla avere vinta << Mi rendi le cose difficili >> commentò sapendo che stava scherzando quando si irrigidì un poco per il piccolo brivido che le percorse la schiena << Dovresti star... >> la interruppe baciandola e districando con le mani la piccola cipolla che aveva improvvisato con una matita << Ti amo >> le disse Clarke come se non avesse atteso altro che quel momento per dirlo e Lexa rimase a rispecchiarsi nei suoi due oceani mentre la bionda scoppiava a ridere timidamente << Ti amo >> ripeté e stavolta fu lei a rubarle l'ennesimo bacio, per poi percorrerle il collo con molti altri fino a raggiungere il pigiama << C-clarke... >> era la prima volta da quando si erano rincontrare che Clarke cercava il suo contatto e avrebbe voluto dirle di continuare, ma sentiva che c'era qualcosa che non andava, lo sentiva anche se non capiva che cosa potesse essere << Ti amo >> fece ancora praticamente sulle labbra, cercando di nuovo il suo bacio e Lexa la allontanò lottando con ogni parte del suo corpo per non ricambiarla << Che succede? >> Clarke si accigliò a quella domanda << Niente, deve per forza succedere qualcosa? >> ribatté sorridente come prima << No, c'è qualcosa che non va, ti prego dimmelo... >> << Lexa...va tutto bene, giuro...ho solo... >> la bionda abbassò lo sguardo << Ho solo voglia di te... >> aggiunse con voce un poco timida per poi alzare nuovamente lo sguardo, grattandosi la fronte << Ma forse non è il caso, forse... >> Lexa la baciò per scusarsi di averla fatta vergognare di ciò che provava e trovò Clarke pronta a ricambiarla, senza alcuna esitazione, ma con vero e proprio desiderio.
Non aveva mangiato niente per tutto il giorno, ma più Clarke l'assaggiava e la toccava e più Lexa si sentiva piena e sazia.
Le sembrava che il cuore volesse uscirle fuori dal petto per come batteva incessantemente.
Non osò lamentarsi quando la spinse fino in camera da letto e le strappò via la vestaglia gettandola per terra né quando le aprì il pigiama costringendola al freddo della stanza << Forse non dovremmo... >> le fece probabilmente notando i piccoli brividi, ma Lexa si alzò da sotto di lei, attorcigliando le braccia intorno al suo busto per poi baciarla << N-non osare farmi questo... >> le disse con il fiatone e sapeva per certo che non avrebbero dovuto farlo, per lo stato in cui era in quel momento, ma non le importava.
La voleva.
La voleva adesso come la voleva sempre.
Clarke le sorrise prendendole poi il viso tra le mani e ricadendo sopra di lei, baciandola mentre le mani di Lexa si insinuavano sotto la sua maglietta.

<< Su aprì la bocca >> le fece avvicinandole il cucchiaio alle labbra e Lexa per l'ennesima volta obbedì anche se si sentiva stupida a farsi imboccare, ma Clarke non aveva voluto sentire ragioni << E' buona vero? >> si stava divertendo, la divertiva farla mettere a disagio, lo poteva vedere dai suoi occhi << Posso mangiare da sola? >> chiese anche lei per niente decisa ad arrendersi e l'altra schioccò la lingua in senso in negazione, avvicinandole di nuovo la zuppa << Fai aaaah >> la mora scosse la testa alzando gli occhi al cielo << Questa è l'ultima volta >> informò obbedendo e Clarke annuì come per chi la sa lunga << No, dico sul serio >> aggiunse dopo aver deglutito << D'accordo >> fece la bionda consegnandole il piatto e Lexa le sembrò di aver conquistato l'everest << Cosa vogliamo fare dopo? >> le chiese mentre mangiava e Clarke invece si stendeva un poco, ma rimanendo con la testa appoggiata alla testata del letto << Rimaniamo a letto? >> fece poco dopo in un sorriso prolungato << Finirei solo con il riaddormentarmi...e non voglio... >> ribatté Lexa girandosi per un attimo ad osservarla << E non è questo il bello? >> sospirò passandosi una mano trai capelli, dopodiché posò il piatto semivuoto sul comodino << No, se hai poco tempo con la tua ragazza >> fece lei stringendola nuovamente a sé e Clarke si lasciò sfuggire un gridolino di sorpresa che stupì Lexa, più di se stessa << In realtà ci sarebbe una cosa da fare... >> le sussurrò sulle labbra dopo che si fu voltata << Davvero? E cosa sarebbe? >> le prese le mani intrecciando le dita con le sue << Potresti suonare per me... >> sussurrò nascondendosi un poco e Lexa capì che si stava riferendo al pianoforte nella biblioteca centrale << L'ultima volta è stata Costia ad ascoltarti...e.. >> << Va bene >> non le avrebbe mai negato quel piccolo desiderio, in realtà non le avrebbe mai potuto negare niente, neanche se avesse voluto.

Le depositò un piccolo bacio sulle labbra, prima di uscire dal letto << Adesso? >> << Perché no? E' tutto il giorno che poltriamo a letto >> pizzicò le ultime parole con un timbro di malizia che fece arrossire Clarke, portandola a voltarsi e Lexa si divertì << Ti stai vendicando, non è vero? >> << Per avermi costretta a mangiare come una bambina? Sì, lo sto facendo >> indossò le ciabatte e la vestaglia che non chiuse sopra il pigiama, ma aveva comunque sempre un po' di freddo, anche se Clarke aveva acceso il termostato << Andiamo >> le fece porgendole la mano che l'altra prese subito seguendola nell'altra stanza.

 

CLARKE


<< Sei sicura di farcela? >> le chiese vedendola sedersi di fronte al piano e sgranchire le dita intorpidite << Sì, tranquilla >> Lexa raccolse la folta chioma con l'elastico che teneva al polso ed era inutile negare che lo detestava quando lo faceva, ma di certo non poteva suonare con i capelli sul viso.
Si sentiva tutta eccitata mentre la osserva inumidirsi le labbra e senza accorgersene si ritrovò a disegnarla nella sua mente << Avrei preferito un violino, ma forse... >> Clarke le indicò lo strumento poco lontano e Lexa si accigliò << Non c'era l'ultima volta che sono stata qui >> si strinse nelle spalle e si alzò per prenderlo tutta sorridente, ma non la biasimò visto che era il suo strumento preferito << Ok, allora preparati >> la bionda rise mettendosi subito in attesa.
Lexa prese l'archetto come un esperto sapeva fare e se Clarke si fosse aspettata che cominciasse a farlo vibrare contro le corde si era sbagliata di grosso, perché la mora le pizzicò con le dita, intonando una melodia ritmata, ma dolce quasi gentile.
Era un crescere continuo fino a straripare quando l'archetto toccò le corde e ne uscì una musica di un perenne climax, stravolgendo completamente le note iniziali, certo questo è quello che Clarke avrebbe voluto sentire, ma in realtà vedeva la musica soltanto nei movimenti di Lexa.
Nel modo in cui i capelli piano piano si scioglievano dalla crocchia improvvisata, come le sue mani tenevano lo strumento e vi si scivolavano sopra o anche semplicemente il modo in cui il suo viso cambiava espressione, avvolte rilassato altre intenso e altre ancora teso.
Amava quando suonava, perché poteva vederla.
Poteva vederla per quello che era: una musa.
Clarke strinse le mani a pugno quando alla fine i capelli sfuggirono all'elastico e le ricaddero intorno, in perfetto contrasto con il pigiama beige.
Avrebbe voluto riportarla in carta, avrebbe voluto strapparla al violino che stava tra le sue mani, ma non lo fece.
Non lo fece per la semplice ragione che avrebbe distrutto tutto.
Dire che l'amava era un eufemismo.
Amare una persona voleva dire pensare prima ai suoi desideri negando i propri?
Amare una persona voleva dire desiderare averla al proprio fianco tutte le ore, tutti i minuti?
Perché all'ora lei non l'amava.
La musica cambiò, divenne qualcosa di più misterioso e malinconico e Clarke non poté non domandarsi che cosa le passasse per la mente in quel momento mentre intonava quelle note, ma tornò ai suoi pensieri quando il ritmo accelerò, come a richiamarla alla sua mente.
No, era ovvio che non l'amasse.
Perché lei avrebbe voluto tenerla per se ogni secondo ed ogni momento della sua vita, rinchiuderla in una cupola e proteggerla da tutto e tutti.
Avrebbe voluto disegnarla in ogni momento, memorizzare di lei ogni smorfia, ogni gesto, ogni parola.
Avrebbe impedito a chiunque di mettersi tra loro due, persino a quel violino che poteva vantarsi del suo tocco e si diede della sciocca per essere gelosa di un oggetto.
Eppure non riuscì a scacciare quel sentimento le sembrava che il violino si stesse prendendo gioco di lei, beffandosi quasi della sua invidia.
Non comandò lei al suo corpo di alzarsi, né di strappare via il violino dalle mani della ragazza né di baciarla con trasporto, fino a farla ricadere sulla sedia poco dietro di lei.
La canzone che stava suonando poco prima Lexa, continuava a rimbombare nella sua mente come a ordinarle di fare ciò che stava facendo, montò sopra le sue gambe continuando a baciarla mentre le sue mani si insinuavano all'interno dei suoi capelli e li tirò un poco, ma non troppo, non osava, giusto quel poco per farle inclinare la testa << Non farlo mai... >> in quel momento avrebbe potuto fare di lei ciò che voleva, lo vedeva nei suoi occhi e nel suo sguardo, così come nel respiro corto che le solleticava le labbra << Non suonare mai così davanti a qualcuno che non sia io... >> le ordinò in un sussurrò e Lexa probabilmente non riusciva a capire, certo che non capiva, come poteva?
Lei non sapeva quanto potesse essere ammaliante quando suonava << C-clarke... >> si appoggiò al suo petto intrecciando le mani intorno alla sua schiena e Clarke temette che potesse sentire il battere incessante del suo cuore, per quel gesto così semplice eppure cosi dannatamente intimo << D'accordo >> aggiunse con voce stanca, come per chi avesse fatto una lunga maratona e solo allora Clarke nel sentire quelle parole, sembrò tornare in sé << O mio dio scusami >> fece per alzarsi, ma Lexa non glielo permise e Clarke sorrise accarezzandole i capelli che tanto amava depositandovi un piccolo bacio, da cui poi non si alzò.
Rimasero così per non si sa quanto tempo e anche se cominciavano a dolerle la schiena e le gambe, non osò allontanarsi, perché sentiva che Lexa ne aveva bisogno o forse era lei ad averne.
Quel nodo allo stomaco, quella parte pessimista di lei non scomparve, anzi cominciò ad accentuarsi, impedendole quasi di respirare.
Non riusciva a sentirsi tranquilla e sapere che Lexa non le aveva raccontato tutto, non l'aiutava, ma sopratutto temeva che potesse crollare da un momento all'altro proprio davanti a lei, perché Lexa non era capace di trattenere tutto all'interno, da quando l'aveva conosciuta, aveva sempre mostrato e agito e adesso....
Senza rendersene conto si ritrovò a singhiozzare e quando l'altra alzò lo sguardo, attirata dal suo pianto, Clarke voltò il proprio alzandosi in piedi << Clarke? >> << Scusami...sono solo una sciocca >> fece asciugandosi frettolosamente le guance << Non dire così >> l'attirò a sé per un braccio, tornando a stringerla e cullandola, fino a farla calmare contro il suo petto << Non sei sciocca... >> le sussurrò sulle labbra, cercandole come sempre, ma il bacio fu diverso da quelli di quel pomeriggio, era dolce e gentile, quasi avesse il timore di ferirla << Va tutto bene... >> aggiunse sorridendole e la bionda annuì scostandosi un poco << Vieni, andiamo su è il caso che cominci a fare la cena >> fece ad un tratto facendola sorridere e Clarke alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.

Sorridi Clarke, sorridi...

 

LEXA

 

Venne svegliata dal grido terribile di Clarke e dal suo scattare a sedere sul letto << Clarke? >> la chiamò affiancandola e cercando il suo volto, prendendole le mani tremanti tra le sue, ma la vide irrigidirsi ed inarcarsi alla ricerca di aria, mentre strizzava gli occhi a causa del pianto << Clarke... >> Lexa aveva paura, perché non sapeva che cosa dovesse fare e vederla in quello stato era atroce.
I suoi respiri divenivano sempre più frequenti, come se nei suoi polmoni non vi entrasse alcunché e strinse forte i pugni, che quasi credette che si sarebbe fatta male ai palmi << Clarke... >> si tolse le coperte e aprì un attimo gli occhi per poi cercare di accarezzarle il volto, probabilmente per tentare di calmarla, ma si ritrovò ad inarcarsi nuovamente e stringere forte con una mano le lenzuola mentre con l'altra stringeva il tessuto del pigiama sul petto << Dimmi cosa devo fare, ti prego >> si ritrovò a supplicarla e probabilmente, dallo sguardo che le rivolse, avrebbe voluto dirglielo, avrebbe voluto tranquillizzarla, ma non vi riusciva e sembrò provare un vero e proprio senso di sollievo quando annaspò per l'ultima volta prima di ricadere priva di sensi sul letto.
Lexa si affrettò a voltarla, stringendola forte sé, con il timore che potesse scomparire davanti a lei da un momento all'altro.
Sentiva il cuore battere incessante sotto la sua mano e il suo respiro irregolare e stanco solleticarle la guancia << Va tutto bene...va tutto bene... >> continuava a sussurrarle all'orecchio, anche se quell'altra non poteva sentirla.
Si ritrovò a piangere senza nemmeno volerlo, ma non per lo spavento, ma per lei, per Clarke.
Sapeva che ad averle causato l'attacco era stato un incubo, non aveva bisogno che glielo dicesse, non aveva bisogno di spiegazioni.
La febbre che regnava abitualmente il suo corpo, stava salendo in modo spropositato.
Pensò di andare a prendere del ghiaccio e anche se non voleva lasciarla sola, si sforzò e andò al piano superiore di corsa, come se temesse di non trovarla al suo ritorno.
Dopo averla distesa e coperta pesantemente le depositò il ghiaccio sulla fronte, prima di sedersi per terra vicino a lei senza lasciarle per un attimo la mano.
L'aveva già vista in quello stato, lo ricordava bene, era venuta da lei in piena notte, senza guardie del corpo, ma stavolta....
<< Dio... >> si voltò da lei accarezzandole la guancia e spostandole una ciocca di capelli dal volto, prima di baciare la mano calda.
I respiri cominciavano a divenire regolari, anche se il pallore nel suo viso e nelle sue labbra restava.
<< Lexa... >> sorrise un poco nel sentir il proprio nome.
Non passò molto prima che riaprisse gli occhi e ritrovare quegli verdi a ricambiarla << L-lexa... >> aveva la voce stanca e un po' roca, così la mora le porse un bicchiere d'acqua che l'altra bevve a piccoli sorsi mettendosi lentamente a sedere.
Aveva ancora la mano stretta nella sua e riusciva con facilità a sentire il suo tremare << S-scusami...ti avrò spaventata a morte... >> Lexa scosse la testa abbracciandola << Non dire idiozie, ti prego >> Clarke scoppiò a piangere contro la sua spalla, affondandovisi con tutto il viso e stringendosi sempre di più intorno a lei << Va tutto bene >> << Lo so >> annuì freneticamente, tornando poi a guardarla, rimanendo a rispecchiarsi nei suoi occhi per un attimo prima di cercare di alzarsi, ma Lexa l'afferrò per una mano, costringendola a tornare a sedere << Dove pensi di andare? >> << I-io... >> era esausta lo vedeva e lo sentiva dalla sua voce, ma sembrava anche confusa e disorientata << Non parleremo di quello che è successo, cerca solo di rilassarti, ok? >> con gli occhi arrossati abbassò lo sguardo annuendo lentamente.
Clarke rimase a fissare qualcosa sul tappetto completamente in silenzio e Lexa non osò parlare con il timore di poter rompere il suo equilibrio << Mi dispiace davvero... >> sussurrò ad un tratto e la mora schioccò la lingua, facendola appoggiare a lei cingendola con un braccio << Hai solo bisogno di guarire...non c'è niente di cui tu debba scusarti >> << Non è vero... >> << Clarke ti prego smettila, ok? >> attirò il suo sguardo e provò tristezza nel trovarlo privo di speranza << Non ti mentirò dicendoti che le cose miglioreranno o che ti dimenticherai tutto non appena la faccenda si sarà risolta, perché non sarà così >> fece un lungo respiro prima di tornare a parlare << E lo sai bene, non c'è bisogno che sia io a dirtelo, ma non dargliela vinta, non arrenderti e non crollare. Sei più forte di così, io lo so, l'ho visto >> le sorrise abbassando un poco lo sguardo << Domani dovrò partire e voglio saperti forte e sicura, come sai esserlo. Sei una sopravvissuta e nessuno, mai nessuno, potrà dire il contrario Clarke >> anche se rideva il suo cuore sembrava volerle esploderle nel petto per il dolore che provava nel vederla in quello stato, ma non stava mentendo.
Clarke era forte, lo era sempre stata, doveva solo tornare a credervi.


ANYA


Lexa sarebbe dovuta tornare quel pomeriggio, ma quando insieme all'autista si era recata all'aeroporto, non trovò né lei né l'elicottero in cui era solita salire.
Che avesse rimandato la partenza?
Scosse la testa, aprendo la giacca del completo e prendendo dalla borsetta il cellulare, ma come le altre volte il suo telefono suonò a vuoto << Maledizione! >> esclamò a denti stretti, digitando il numero di Jasper << Dimmi tutto piccola >> << Jasper ho bisogno che mi rintracci il gps che ti ho fatto installare >> << Come? Di già? >> Anya alzò gli occhi al cielo << Jasper! >> << D'accordo, dammi cinque minuti >> lo sentì picchiettare su quella che sembrava una tastiera << Vuoi che ti invii le coordinate? >> << Sì, per favore >> Jasper era il consulente informatico dell'azienda di famiglia, ma era divenuto anche un suo caro amico in quegli anni, per questo non si era tirato indietro quando gli aveva chiesto di installare il GPS nel corpo di Lexa, senza che lei se ne accorgesse << Fatto, alla prossima >> >.
Aspettò che il messaggio arrivasse mentre il suo autista apriva l'ombrello, proteggendola contro la pioggia << Grazie Adam >> gli fece e lui le sorrise, come le sorrideva sempre e lei lo ricambiò come faceva sempre << Maledizione Lexa... >> sussurrò trovandola al sicuro e riconoscendo facilmente le coordinate << Sta bene? >> le chiese lui preoccupato << Sì, è solo una stupida >> fece sospirando con vero sollievo nel saperla al sicuro << Prima o poi hai intenzione di raccontarmi cosa sta succedendo? >> lei gli si accostò, Adam era come un fratello per lei << Prima o poi >> gli disse sorridendo prima di montare in auto e lui sospirò << Prima o poi >> ripeté scuotendo la testa e mettendo in moto.

 

CLARKE

 

Lexa era partita quella mattina presto e ancora ricordava l'amaro nel vederla uscire dalla stanza da letto.
Le aveva proibito di seguirla al piano di sopra un po' perché voleva che restasse a letto e un po' perché temeva di non riuscire ad andarsene.
La fece sorridere il ricordo di lei che lottava contro se stessa per lasciarla e i baci più volta concessi con la scusa dell'allontanamento.
Mise i piedi fuori dalle coperte, indossò le pantofole e si diresse in bagno per lavarsi il viso.
Non vi era ancora abituata a vedersi rossa, ma non le era dispiaciuto il cambio di colore come aveva creduto, anche perché Lexa l'aveva resa una cosa semplice, non una forzatura, come in realtà era.
Sospirò scacciando immediatamente quel ricordo e andò verso la cucina, dove mise sul fuoco il bollitore e raccolse la rivista che le aveva lasciato la mora iniziando a sfogliarla.
Stava mangiando un biscotto quando l'occhio le cadde sull'uscio davanti al quale c'era una piccola busta bianca per terra.
Che gliela avesse lasciata Lexa?
Si avvicinò sorridente, ma si irrigidì quando notò una piccola pozza rossa vicino ad essa.
Scosse la testa affrettandosi a raccoglierla e per un attimo aveva davvero voluto credervi, aveva davvero voluto sperare di star sbagliando, ma ogni sicurezza, ogni sogno, crollò quando vi lesse il contenuto.
Vuoi giocare con me?
Non poteva essere vero!
Doveva essere al sicuro, dovevano tutti essere al sicuro.
Non poteva averla presa...lui...
Si alzò dirigendosi alla porta, ma quella non si aprì, nemmeno dopo che ebbe inserito il codice più e più volte << Lexa! >> gridò il suo nome con le lacrime ad imbrattarle il viso.
Non poteva averla presa << Ti prego... >> sussurrò colpendo l'entrata con i palmi delle mani e sentendo il fiato cominciare ad accelerare e a farsi più corto << No, no, no... >> la colpì con i pugni, cercò di forzarla, ma niente sembrava scalfirla << Lexa... >> scivolò contro la parete sentendo l'aria sparire completamente e la vista appannarsi << No...Lexa... >>.

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NA: Ecco il nuovo capitolo :) Scusate davvero tanto per l'immenso ritardo nell'aggiornare :( Spero però che vi piaccia e lasciatemi i vostri pensieri come sempre che mi fa piacere un sacco leggerli, perdonatemi se non ho ancora risposto alle precedenti recensioni rimedierò immediatamente :) Alla prossima e buona lettura futura <3

 

 
   
 
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