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Autore: Angels of Slash    03/05/2009    2 recensioni
[Fin dalla nascita, la Luce Divina la quale gli angeli contemplano assegna in custodia la vita di ogni essere umano a un solo prescelto per lui, quello che poi è chiamato comunemente nel mondo ‘angelo custode’. A Cassiel è stato affidato Jack.
Rivelarsi è concesso solo in casi eccezionali; ma il povero angelo non ne poteva più di vedere Jack in quello stato emotivo, ogni giorno era sempre la stessa storia...]
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo AE Angel eyes

Chiarimenti

“Ma che cazzo fai?!” sbottò Jack spingendolo via e facendolo così finire a terra.

Robert sembrò riscuotersi un po’, e avvampò imbarazzatissimo, per poi ritirarsi velocemente, senza neppure far caso alla bianca figura che aveva osservato la scena. Jack si stava pulendo la bocca con la manica del vestito, quindi alzò gli occhi notando anche lui dei riccioli biondi in mezzo a quel bianco... Cassiel si era vestito da fantasma. Ma più che altro sembrava un angioletto, con quei bei capelli...

“Cassiel! Ma dov’eri?” chiese preoccupato Jack.

Cassiel sorrise, un po’ forzatamente, mormorando qualche parola di scusa. Non riusciva a capire perché gli avesse dato tanto fastidio quello che aveva visto, ma provava uno strano dolore al petto del quale non conosceva bene l’origine... cos’era?!

“Stai bene?”

Ora sembrava davvero un fantasma, con quel colorito pallido che aveva assunto. Le braccia di Jack lo aiutarono lentamente a sedersi sul letto, poi una delle sue mani si posò sulla fronte.

“Non hai la febbre, ma...” cominciò Jack. “Hai bevuto?!”

“Scusa... non mi sento molto bene.”

Jack chiuse la porta a chiave e lo fece distendere, aiutandolo poi a spogliarsi. Dopo tolse velocemente il proprio costume e si coricò di fianco al biondo.

“Stanotte dormi nel letto con me, capito?”

“Va bene...” concesse Cassiel, sprofondando immediatamente nel sonno.



Robert era uscito da quella stanza col fiato corto e gli occhi un po’ lucidi.
Si fermò nel terrazzo di casa Torrence. E prese a vomitare sul pavimento: vomitò tutta la sua anima, per poi alzare gli occhi al cielo e urlare, incurante di tutti ragazzi che uscivano da casa Torrence.

“Anche tu problemi con i fratelli Torrence?” domandò una voce.

Lo sguardo di Robert si posò in due occhi color ambra. Il ragazzo che lo fissava era molto carino, atletico, i capelli rossi lucenti in quella cupa notte. Era vestito da lupo mannaro e teneva delle orecchie da lupo in mano, e con un sorriso triste osservava il volto di Robert.

“Come hai fatto a capirlo?” domandò Robert.

“Dall’espressione. Comunque, spero non sia Kelly. Ha già fatto soffrire me.”

Robert sorrise, un sorriso mesto.

“Non è lei. È suo fratello. Io l’ho baciato e lui mi ha rifiutato.”

“Raccontami tutto.” disse lo sconosciuto.

Robert fece segno di no con il viso.

“Io non ti conosco.”

“Giusto! Non mi sono presentato. Sono Bill Summer, l’ex ragazzo di Kelly Torrence. Tu sei?”

“Mi chiamo Robert, Robert Dowell e sono l’ex torturatore di Jack Torrence non che suo...“ si mise a pensare, per poi ammettere: “... corteggiatore segreto.”

“Wow, sei omosessuale?”

Robert ci pensò per poi rispondere: “Penso di essere bisex.”

“Io lo sono.” disse con fierezza Bill.

Robert lo guardò. Poi stette zitto e si andò a sedere su una panchina posta lì vicino, seguito da Bill che gli si affiancò. Per molto tempo i due stettero in silenzio, ascoltando distrattamente il chiacchiericcio degli altri ragazzi che uscivano dalla festa, fino a quando l’ultimo ragazzo non se ne fu andato e fra di loro restò il silenzio.

“Sai che ore sono?” chiese Robert.

L’altro guardò l’orologio rispondendo: “L’una in punto.”

“Merda! Mia sorella sarà furiosa! Devo fare qualcosa.”

Robert incominciò così a imprecare e a maledire tutto il mondo. Bill lo guardava con un sorriso un po’ malizioso e un po’ triste.

“Ti accompagno io.” si propose.
 
Robert smise di imprecare per posare i suoi occhi neri sul corpo di Bill. “Non vorrei disturbare.”
“Tu non disturbi.” gli sorrise Bill.




Jack aveva avuto un bel po’ di tempo per pensare a quello che aveva fatto Robert, ma non riusciva a capirne il motivo. Non poteva certo piacergli! Di sicuro era stato solo uno strano effetto dovuto all’alcol...

Cassiel si mosse nel sonno, accoccolandosi contro di lui. Shockato si accorse di essere leggermente eccitato, e poi non poteva negare che il bacio di Robert lo avesse lasciato indifferente. Forse era solo una provocazione? Ma lui non era gay! O sì?

Il biondo si svegliò.

“Che ore sono?” chiese con voce rauca.

“Boh, saranno le due.” rispose in un bisbiglio Jack, col cuore a mille.

Anche Cassiel sembrò improvvisamente rendersi conto del modo in cui erano messi, ma invece di staccarsi si avvicinò ancora di più, se pure era possibile.

“Sei così caldo...”

Jack arrossì, anche se, con quella poca luce, non l’avrebbe notato nessuno, poi posò la testa su quella di Cassiel. Così da vicino, sentiva il profumo dei suoi capelli e l’odore della sua pelle, e questo non lo aiutava a rilassarsi, nonostante la sensazione fosse piacevole.

Cassiel aveva più o meno gli stessi pensieri, ma era a suo agio. Ancora un po’ troppo addormentato per imbarazzarsi, ma palesemente in pace, provava una sensazione così bella che non riusciva a ricordarne nessuna, a parte la contemplazione dell’Onnipotente stesso, che fosse così appagante.

“Starai sempre con me?” sussurrò il suo protetto, improvvisamente spaventato dall’ipotesi che gli era passata per la mente di perdere Cassiel.

“Starò sempre con te.” lo rassicurò con voce dolce Cassiel, stringendolo più forte, ma con delicatezza. “Sono sempre stato con te...” si lasciò sfuggire prima di cadere di nuovo addormentato.

Jack era sicuro che avrebbe avuto un infarto dopo le prime parole dell’altro, poi però aveva sentito quella frase e... cosa significava? Chi era veramente Cassiel?




La punizione di sua sorella, per aver fatto finire la storia fra lei e Bill, fu quella di fargli fare le pulizie da solo. Va bene che c’era abituato, ma questa volta Kelly era stata davvero pessima: l’aveva fatto lavorare come uno schiavo, mentre lei se ne stava lì coi suoi crudeli occhi blu a fissarlo e a criticarlo ogni volta che faceva qualcosa che non andava bene.

Non poteva contare nemmeno sull’aiuto di Cassiel; il biondo stava infatti dormendo in camera sua. E comunque ‘lei’ non l’avrebbe permesso.

“Ecco qua ho finito. Contenta arpia?” sibilò Jack mentre raccoglieva l’ultimo palloncino.

A quel punto Kelly scoppiò: si mise a piangere nel bel mezzo del soggiorno senza avere l’intenzione di smettere. Jack non sapeva che fare, allora andò vicino alla sorellina e l’abbracciò, proprio come quand’erano piccoli.

“Io non volevo portarti via Cassiel, Jack! Non so perché l’ho fatto... è che è così bello... non sembra nemmeno umano!” disse lei fra i singhiozzi.

“Kelly, tu non hai portato via nessuno, sono stato io a portarti via Bill.” mormorò Jack.

“Jack, tu non c’entri assolutamente nulla: le cose fra me e Bill andavano già male da parecchio... io lo vedevo più come un amico che come altro. E credo che fosse lo stesso per lui.” spiegò Kelly.

“Ne troverai un altro sorellina. Sei una bella ragazza. Ce ne saranno sicuramente altri a cadere ai tuoi piedi.” disse Jack staccandosi dal corpo della sorella e guardandola negli occhi.

La piccola di casa Torrence fece una linguaccia.

“Piuttosto, fra te e mister bellezza come va?”

Jack si fece improvvisamente rosso. “Non è mister bellezza e poi... io e lui non siamo insieme.”

Sua sorella sorrise, poi accennò: “Ma starete presto insieme: parola di Kelly Torrence!”

Jack arrossi, quindi domandò: “Cosa vuoi fare, sorellina impicciona?”

“Nulla che tu non voglia fratellone.” rispose in modo enigmatico.

Jack la guardò sorpreso per un attimo per poi incominciare a farle il solletico. Kelly rideva.

Cassiel, il quale non aveva dormito affatto ma aveva assistito a tutte le operazioni del suo protetto, stava sorridendo malinconicamente sullo stipite della porta: malinconicamente poiché una parte del piano era fatta, e Jack aveva trovato una parte dell’affetto della sua famiglia... ciò significava che presto avrebbe concluso la sua opera trovando qualcuno che amasse veramente Jack e dopodiché se ne sarebbe andato dalla sua vita, scivolando nuovamente nella sua forma incorporea.











Scusateci per il gran ritardo, non so che dire.... Ringrazio rhys89 per il commento.
Non è periodo facile per nessuno, con i bisogni di studio che avanzano, siate clementi.

Felicity89 & Mana



  
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