Titolo: Solo Amici ?

Serie : Haikyuu

Genere : Yaoi

Ship: Daichi x Sugawara

Tema: dopo l' allenamento

Richiesta da : Martika-San (wattpad)

Parole : 1031

Ratings:  arancione/giallo

~Ω~

-Aaah, sono proprio esausto- sbottó improvvisamente Sugawara, mischiando il proprio commento con un sospiro e con un allegro sorriso, passandosi la mano sulla fronte, asciugandosi un rivolo di sudore che aveva iniziato ad attraversare la sua pelle
Daichi chiuse lo sportello dell' armadietto, sorridendogli.
Il ragazzo dai capelli grigi sospiró, abbozzando una espressione tranquilla, mentre il suo sguardo cominciava a vagare involontariamente sul capitano vicino a lui, scrutando i suoi muscoli perfetti e mordendosi il labbro.
Guardó i suoi capelli scuri e i suoi lineamenti.
Non poté non arrossire e spostare lo sguardo altrove quando gli occhi del moro si scontrarono con i suoi, cercando di recuperare la tranquillitą che si imponeva ogni volta che gli era vicino.
Poteva sentire il proprio battito cardiaco rimbombare nel suo petto.
Prese a strofinare la propria faccia con l'asciugamano per riprendersi.
-Ehi, senti...- inizió dunque l' altro, attirando l' attenzione del coocapitano -Ti andrebbe di andare a prendere qualcosa? Un gelato o... un milkshake?-
Sugawara appoggió l'asciugamano e, sempre sorridendo a sforzo, annuķ -Va bene. Hai gią deciso dove?-
Daichi si grattņ la testa -Veramente no, penso che potremmo deciderlo mentre camminiamo-
-Ok-
E cosģ fecero, i due uscirono dalla palestra con le borse sottomano e gli sguardi intenti ad evitarsi.
Il ragazzo dai capelli grigi ascoltava il capitano mentre questo, ogni tanto, faceva qualche commento, spaccando quel silenzio che si era creatosi tra di loro cosķ all' improvviso.
A Sugawara, Daichi piaceva molto, e lo sapeva ormai da tempo, era una certezza in un mondo di domande continue.
Il corvino era molto pił di un amico, per questo il coocapitano si sentiva a disagio e non riusciva molto a parlare.
Desiderava potergli dire solo una cosa e non era sicuro di poterlo fare.
Probabilmente se l' avesse fatto, avrebbe rovinato tutto, avrebbe distrutto per sempre quel loro rapporto di amicizia.
Gią, amicizia
Dovevano rimanere solo amici, questo si era ripetuto a lungo e senza tregua nei giorni in cui si era accorto di star crollando, di voler diventare di pił.
E questo era tutt'ora ció che si ripeteva 
Ma loro, erano sul serio solo amici ?
Poteva magari Daichi provare qualcosa nei suoi confronti? 
O forse era solo una sua fantasia stupida? Una di quelle per cui si sarebbe eternamente preso a schiaffi, cercando di riavere la ragione e non cadere in desideri infantili ?
Sugawara sospiró, notando all' improvviso l'occhiata che il corvino gli stava lanciando.
Si costrinse ad eliminare l'improvvisa soggezione mentre il rossore che gli percorreva le guance insieme al battito cardiaco accellerato lo portavano a sentire sempre pił caldo in tutto il corpo.
Prese un respiro e lo buttó fuori, cercando di rimanere calmo.
-Questo potrebbe andare- disse Daichi, dopo qualche minuto di cammino, indicando una gelateria dal bell'aspetto.
-Va bene, sķ-
I due entrarono nel negozio con aria tranquilla, sentendo subito il cambiamento di clima.
L' aria fresca proveniva da dei piccoli condizionatori posizionati sulle loro teste.
Il bancone, dove venivano mostrati i gusti, appariva molto invitante.
-Desiderate?- chiese la donna sorridente con la spatola in mano, osservando i due ragazzi.
-Due coni, grazie-
Sugawara vide il corvino tirare fuori il portafoglio e pagare per entrambi, cosa che lo fece arrossire.
Gli sembrava... un appuntamento.
E il solo pensiero lo metteva in agitazione.
Si diede dello stupido mentalmente e, una volta che la signora glieli chiese, ordinó distrattamente i gusti.
-Ecco a voi- la donna porse i coni e li invitó a sedersi in uno degli unici tavoli liberi.
Era molto affollato come posto e questo aumentava l'ansia del ragazzo dai capelli grigi.
Una volta seduti, uno di fronte all' altro, presero a consumare il proprio gelato.
Sugawara sentiva i suoi occhi su di lui, che lo osservavano e passava lentamente la lingua sulla crema e sulla panna, guardando Daichi con la coda dell'occhio.
Quando finalmente ebbe il coraggio di ricambiare completamente lo sguardo, notó che il ragazzo si stava avvicinando a lui con il viso e la mano.
La cosa gli sembró andare al rallentatore.
Sentķ la mano del corvino scontrarsi con la sua bocca e la sua pelle, accarezzandola, cosa che lo fece arrossire ancora di pił di quanto era diventato a notare la sua vicinanza.
Le sue dita erano bollenti su di esse, tanto che aveva paura di scottarsi, ma non si ritiró.
Era piacevole nonostante tutto.
Troppo piacevole per interrompere un tale contatto.
E le loro labbra erano vicine, cosģ vicine che anche solo un breve spostamento le avrebbe fatte toccare.
Il ragazzo dai capelli grigi sentiva il suo respiro scontrarsi sulle sue labbra e annusava il suo odore.
Emanava un profumo che gli dava alla testa.
Voleva baciarlo, voleva poterlo fare davvero.
-Oh... ehm...eri sporco- disse Daichi all' improvviso, scostandosi dopo qualche secondo
L'altro spalancó gli occhi, venendo preso dalla vergogna e dalla voglia di scomparire.
Si era illuso e basta.
Riprese a mangiare il gelato in silenzio, concludendolo a sguardo basso.
Sentiva dunque solo lui quel sentimento cosģ forte e sovrastante ad ogni altro ?
Solo lui percepiva le farfalle nello stomaco quando gli stava accanto ?
Solo lui sognava di baciarlo ogni notte, desiderandolo, svegliandosi all'improvviso con un erezione ed il letto gią bagnato di seme ?
Certo, questo lo faceva un po' imbarazzare, ma era innamorato perso e l'idea di non essere proprio  ricambiato lo distruggeva.
Sarebbero rimasti amici, solo amici.
Nulla di pił, nulla di meno.
Non avrebbe mai potuto superare quella riga invisibile che c'era tra di loro e che li rendeva due persone collegate a metą, due anime che non si sarebbero mai unite in una sola.
Doveva rassegnarsi.
Una volta che anche Daichi concluse il proprio gelato, i due uscirono dal locale con rapiditą.
Appena il campanello suonó per simboleggiare la chiusura della porta, Daichi lo bació, prendendolo per il colletto della maglia, facendo congiungere le loro bocche che presero a studiarsi appena il contatto inizió.
Le loro lingue giocavano, si congiungevano, mentre la saliva si mischiava e le guance di entrambi arrossivano, mentre le scariche elettriche li attraversavano, lasciandoli boccheggianti e desiderosi di approfonidire.
Erano dunque pił che solo amici... si disse all' ultimo, prima di staccarsi da lui e sorridere dolcemente, ricambiando quello del ragazzo davanti a lui