Junjou Romance
Capitolo 7
La notizia esplose
dopo qualche giorno, forte come un calamità naturale. Era a lezione di
Kamijo-sensei, come al solito abbastanza distratto. Al suo fianco sedeva
Sumi-senpai, si era ripreso dopo un’influenza molto ostica, ma era tornato lo
stesso di sempre e Misaki era contento di non trovarsi sempre da solo. Mentre
ascoltava il vuoto della sua mente al contrario delle parole del professore, il
cellulare iniziò a vibrare insistentemente. Non poteva rispondere, ma si limitò
a vedere chi lo stesse chiamando così ossessivamente, si preoccupò che potesse
essere successo qualcosa ad Usagi-san.
- Rispondi dai… ti
copro io…- Sumi-senpai ammiccò malizioso, quasi avesse intuito il carattere di
quella telefonata inusuale, ma non era Usagi-san al telefono. Misaki sgattaiolò
sotto il banco e gattonò furtivo tra le borse dei compagni, uscendo dalla
classe, sospirando che non lo avesse scoperto nessuno. Sollevò il cellulare e
rispose all’ennesima chiamata.
- Pronto… Shuichi…
è successo qualcosa?-
- Mi dispiace…- la
voce del cantante sembrava supplichevole e sull’orlo del pianto, continuò a
ripetere quelle parole come fossero l’unica cosa che sapesse dire. Misaki non
riuscì a reagire ne tantomeno a capire il perché di quelle scuse
improvvise.
- Shuichi un
secondo… perché ti stai scusando?- in quel momento ricevette un avviso di
chiamata di Usagi-san, ma decise di ignorarla. Era decisamente preoccupato per
lo stato in cui percepiva essere il ragazzo all’altro capo del
telefono.
- Mi dispiace
Misaki… è tutta colpa mia… mi dispiace…- Continuò a non capire, ma un rumore
dall’altra parte lo fece trasalire, sentì la voce di Yuki-san che dava
dell’idiota a Shuichi, sembrava molto arrabbiato con il ragazzo e poi prese il
ricevitore e parlò.
- Ragazzo… torna
subito a casa da Usami e non uscire… cerca di non farti notare troppo e non
parlare con nessuno… Usami ti spiegherà ogni cosa, questo brutto idiota ne ha
fatta un’altra delle sue.- Cadde la linea, mentre una massa uniforme di persone
uscivano dalla classe rumorose. Avevano tutti una faccia strana e curiosa,
alcuni borbottavano tra loro furtivamente. Il cellulare di Misaki vibrò
nuovamente, questa volta era Usagi, rispose senza pensarci
su.
- Misaki grazie a
Dio, ho avvertito Hiroki chiuditi nel suo studio e non farti vedere. Vengo a
prenderti tra poco.-
- Usagi-san ma che
succede? Mi ha appena chiamato Shuichi, non ha fatto che
scusarsi.-
- Te lo spiego
appena ci vediamo…- sembrava terribilmente in ansia, mai lo aveva sentito tanto
agitato e riuscì a trasmetterla anche a lui. – Ora vai da Hiroki.- Riappese
lasciando nella mente del giovane una miriade di domande senza risposte. Passò
tra la folla che stranamente continuava ad accalcarsi verso le finestre e si
diresse verso lo studio di Kamijo-sensei. Non servì neanche bussare, Kamijo lo
stava aspettando alla porta, lo tirò dentro senza troppi complimenti e richiuse
dietro di se. Nello studio era presente anche Miyagi-sensei, aveva una sigaretta
mezza consumata in bocca, ma spenta. Le finestre erano chiuse ed erano state
tirate anche le tende.
- Mi spieghi come
hai fatto a combinare questo casino?- Sbottò di colpo Hiroki. Misaki non ne
capiva assolutamente il motivo, non sapeva proprio nulla, solo che tutti, quella
mattina, erano strani.
- Kamijo stai
calmo… non credo che il ragazzo ne abbia alcuna colpa.- Addirittura anche Miyagi
sembrava esserne al corrente, aveva bloccato Kamijo, ma anche lui aveva un viso
tirato e decisamente contrariato.
- Io… io davvero
non ho idea di cosa stia succedendo…- provò a difendersi debolmente, Kamijo gli
voltò le spalle decisamente su tutte le furie, continuò a sbuffare come una
locomotiva per qualche secondo. Poi Miyagi prese quello che sembrava un giornale
dalla scrivania e lo tese al ragazzo. Misaki lo afferrò con poca convinzione,
era uno di quei giornali di gossip, ma lui non li aveva mai letti e soprattutto
non capiva cosa c’entrasse quello.
- Aprilo a pagina
cinque…- fece come gli era stato ordinato e infine capì. Spalancò gli occhi che
iniziarono a bruciargli come se fossero di fuoco, non fu in grado neanche di
chiudere la bocca dallo stupore. Le mani che reggevano quel giornale iniziarono
a tremargli rendendo difficile la lettura, ma ora non ne aveva più bisogno. Era
anche in copertina, solo che non lo aveva notato prima, era praticamente
dappertutto, scritto a caratteri cubitali.
“Scandalo… il tradimento
di Shindou Shuichi!”
“Il cantante tradisce il tanto amato
scrittore di Love Story Yuki Eiri con un ragazzo qualunque” “Cosa ne sarà
della storia d’amore più decantata degli ultimi tempi? Finirà tutto per una
scappatella del giovane cantante?”
“E chi è il
ragazzo con cui è stato pizzicato?”
Le parole si
ripetevano sui fogli quasi tutte uguali e le foto erano dappertutto. Ritraevano
lui e Shuichi quella sera davanti al carretto di ramen, quando Shuichi gli aveva
preso le mani e avevano passato una bella serata insieme, ma quella che gli gelò
il sangue fu la foto enorme di un bacio che non ci era mai
stato.
- Io… questo… non
è mai successo!- Il giornale gli cadde dalle mani e Misaki si ritrovò in
ginocchio a dover osservare quella foto orribile quasi lo stesse prendendo in
giro. – Siamo solo usciti… non è successo nulla tra noi… io…- Pianse. Le lacrime
presero a scorrergli come fiumi sulle guance senza che se ne rendesse conto.
Miyagi tentò di sorreggerlo e farlo calmare. Forse erano stati entrambi troppo
duri con il ragazzo, ma quella non era decisamente una cosa da nulla. – Non ho
tradito Usagi-san… non ho mai baciato nessuno.- Si portò le mani davanti al viso
e continuò a piangere disperato, mentre Miyagi lo conduceva a sedersi sul
divanetto. Hiroki non aveva detto una parola, la reazione di Misaki gli aveva
stretto il cuore, ma non cercò di consolarlo. Rispose all’ennesima chiamata di
Akihiko al cellulare, sentiva l’amico terribilmente agitato e continuava a
ripetergli che forse era meglio non uscire di casa.
- Porto io il
ragazzo a casa…- disse Miyagi interrompendo Hiroki e guadagnandosi la sua
completa attenzione. – Ho già chiamato Shinobu, sta venendo qui con un cambio di
vestiti e qualcosa per camuffare il ragazzo. Però i giornalisti non sono degli
idioti…- non concluse la frase, infondo non ce n’era bisogno, avevano capito
entrambi che se alcuni erano gia arrivati davanti all’università, perché era
quello il motivo dell’agitazione degli studenti che Misaki aveva notato, con
molta probabilità erano gia risaliti al nome di Misaki. Hiroki spiegò la cosa ad
Akihiko che acconsentì. Poco dopo sentirono bussare, Miyagi corse ad aprire,
trovandosi davanti un ragazzo con le guance rosse e il respiro velocizzato. Lo
fece entrare senza perdere tempo.
- Ho portato
questa…- estrasse da una borsa una parrucca mora con l’antica acconciatura dei
samurai. – Non ho avuto tempo per sistemarla, ma basta darle un taglio normale
con le forbici… e questi…- fu il turno di un paio di occhiali da vista, dalla
montatura spessa e bianca. – Sono senza graduazione, li ho presi dal cassetto di
mio padre. Ho portato anche dei vestiti puliti e poi possiamo scambiarci i
soprabiti… di più non sono riuscito a fare Miyagi.-
- Ottimo lavoro
Shinobu.- Miyagi passò la parrucca ad Hiroki chiedendogli di acconciarla in modo
decente, magari facendola somigliare al suo taglio di capelli che avrebbe
sicuramente coperto di più il viso al giovane, Shinobu si tolse il cappotto e
rimase ad osservare il ragazzo ancora sotto shock seduto sul divano. Era rimasto
completamente senza parole quando aveva ricevuto quella strana telefonata da
Miyagi, ma aveva intuito che era accaduto qualcosa di davvero strano. Aveva
iniziato a perquisire casa in cerca delle cose che gli aveva chiesto senza
chiedersi oltre ed era uscito trafelato, correndo verso l’università. Poi le
aveva notate, le edicole e ogni dove era pieno di locandine sul nuovo scandalo.
Miyagi glielo aveva appena accennato, non conosceva il ragazzo della foto, ma
non poteva non riconoscere Shindou Shuichi, di quei tempi non si sentivano altro
che le sue canzoni in giro.
- Shinobu… grazie.
Non avrei dovuto coinvolgerti, ma tu passi più
inosservato.-
- Fuori è pieno di
giornalisti, sono dappertutto. Non mi hanno fermato, ma osservano bene tutti
quelli che entrano o escono.- Miyagi lo aveva ringraziato e questo per Shinobu
era più che sufficiente, però non riuscì a non provare un po’ di compassione per
quel ragazzo, vedendolo tanto disperato. Continuava a ripetere che erano tutte
bugie, che lui e Shindou erano solo amici e non avrebbe mai fatto una cosa come
quella.
- Vedrai che le
cose si risolveranno presto… cerca di tirarti su e reagire.- Erano le uniche
parole che poteva riservargli, ma si rendeva conto che non era una voce che
sarebbe caduta facilmente.
Furono pronti dopo
qualche minuto, Hiroki aveva fatto un buon lavoro con la parrucca, il taglio
diverso modificava completamente i lineamenti di Misaki e gli occhiali
nascondevano metà del viso. I vestiti diversi e con il soprabito di Shinobu, era
quasi irriconoscibile. Hiroki chiamò di nuovo Akihiko per dirgli che sarebbero
partiti entro qualche minuto. L’università era in completo subbuglio, i ragazzi
si ammassavano alle finestre per capire cosa stesse accadendo e le lezioni non
erano proseguite per nulla. Tutti gli insegnanti avevano ricevuto una chiamata
dal rettore per far si che l’università tornasse tranquilla, ma Miyagi ne
approfittò per uscire.
- Aspettate!-
Hiroki li aveva fermati prima che uscissero, era al telefono con Akihiko ed era
abbastanza preoccupato, gli occhi pieni d’ansia.- I giornalisti sono sotto casa
di Akihiko… meglio se andiamo da me.- Così uscirono tutti e quattro, Misaki si
nascondeva dietro Miyagi, aveva smesso di colpo di parlare e si limitava a
muoversi come una burattino. Fortunatamente il parcheggio degli insegnanti era
privato, dovettero solo attraversare una parte del giardino del campus cercando
di non dare nell’occhio e furono fortunati. Miyagi mise in moto e prese la
strada verso casa di Hiroki.
Quando ne aveva
ricevuto notizia, fu come se il cuore gli si fermasse all’improvviso. Lo aveva
chiamato Isaka-san molto contrariato a metà mattina. Usami aveva risposto con
poca voglia, ma quando aveva sentito quelle parole, il sangue gli si era gelato
nelle vene.
- Quel ragazzino
ne ha combinata una grossa Akihiko… io lo sapevo che sarebbe stato un problema…
è dappertutto, basta che ti colleghi ad internet e lo vedi.- e lo aveva fatto,
Isaka-san gli aveva detto di scrivere semplicemente la parola Shindou e tutto
era apparso davanti ai suoi occhi, la foto di quel bacio e lo scandalo che ne
conseguiva. Poi il telefono aveva preso a squillare incessantemente, prima
Aikawa-san, poi suo padre e suo fratello, poi Yuki e Shuichi che chiedeva scusa
e infine, la telefonata peggiore di tutte. Era stanco di rispondere a quelle
chiamate senza senso, aveva avvertito Hiroki e Misaki di stare attenti e per lui
non c’era neanche da discuterne, era tutto una bugia, Misaki non avrebbe mai
baciato un altro e poi lui sapeva che erano usciti insieme. Si dava la colpa per
non essere stato più attento, ma avrebbe rimediato sicuramente. Alzò il
ricevitore, sperando che Hiroki gli desse qualche buona notizia, ma la voce non
era quella sperata, bensì una che conosceva bene.
- Akihiko? Sono
Takahiro… devi spiegarmi che diavolo sta succedendo, mia moglie quasi ha avuto
un mancamento quando ha visto l’articolo!-
- Takahiro stai
calmo.. è tutto…-
- Calmo? Come
faccio a stare calmo Akihiko spiegamelo!- era furente, mai Usami lo aveva
sentito gridare in quel modo. Takahiro che era sempre calmo e gentile, che era
sempre stato dolce nei suoi confronti gli stava ora gridando contro e come
dargli torto, infondo si trattava di suo fratello e lui lo aveva come tradito
dandolo in pasto agli sciacalli. – Akihiko io mi fidavo di te… ti ho affidato
mio fratello perché sei la persona che più stimo al mondo, il mio migliore
amico. Misaki era così affezionato a te che pensavo fosse la cosa migliore farlo
restare e ora questo? Ma ti rendi conto come mi sento? Sui giornali si parla del
mio fratellino che bacia un altro ragazzo? Stiamo scherzando
vero?-
- Takahiro non è
come pensi… sono solo amici, conosco Shindo-kun e mi fido di Misaki non potrebbe
mai…-
- Ma ti rendi
conto Akihiko? Stiamo parlando di due ragazzi… non dovrebbe neanche porsi il
problema e invece mi ritrovo su tutti i giornali il viso del mio fratellino che
bacia un ragazzo… non è ammissibile… è rivoltante!- Quell’ultima parola fu come
una coltellata in pieno petto, Usami si portò una mano alla bocca, reprimendo un
conato con tutte le sue forze. Lo stomaco sembrava essersi completamente aperto.
– Questa non te la perdono Akihiko… vengo a prendermi Misaki e non ti permetterò
di vederlo mai più… fai in modo che questa storia venga insabbiata il prima
possibile.-
- Mi dispiace…. Mi
dispiace tanto Takahiro…- il suo cuore iniziò a piangere, ma dall’altra parte
era già caduta la linea. Akihiko ricadde in ginocchio quasi le gambe non lo
reggessero più, avrebbe voluto che quelle lacrime inivisibile che gli solcavano
il cuore, fossero vere, avrebbe voluto sfogarsi, ma dai suoi occhi non ne uscì
neanche una, senza Misaki non aveva senso neanche disperarsi. Quelle parole
continuarono ad echeggiare nella sua mente senza mai perdere potenza, ogni
lettera era un colpo al cuore, ogni accusa fu come venire ucciso. Poi di nuovo
il telefono prese a squillare, non seppe spiegarvi dove trovò la forza per
alzare di nuovo la cornetta e rispondere. Questa volta era Hiroki, quella voce
lo fece crollare nuovamente.
- Non… non portare
qui Misaki… posso affidarlo a te per un po’
Hiroki?-
- Akihiko
cos’hai?-
- Ti prego…
risolverò la questione, ma prenditi cura di Misaki… è meglio se… se non lo…-
Sentì Hiroki fermare qualcuno e dirottarli verso casa sua con una scusa. Akihiko
ringraziò il cielo di aver ritrovato un amico simile. Cadde seduto sul
pavimento, chiudendosi come un riccio, quasi ad impedire che il dolore che gli
dilaniava il petto, fuoriuscisse fuori dal suo corpo
squarciato.
Arrivarono a casa
di Kamijo in pochissimo tempo. Miyagi aveva notato che Hiroki era molto turbato,
ma decise di non chiedere oltre davanti al ragazzo. Entrarono in casa, un
bellissimo appartamento che profumava di accogliente. Hiroki li fece accomodare
e condusse Misaki a sedersi sul divano. Il ragazzo non aveva detto una sola
parola, era inerme con gli occhi fissi su un punto imprecisato del nulla che lo
attanagliava in quel momento.
- La ringrazio
professore… per essersi preso un disturbo simile.-
- Kamijo non dirlo
neanche… io torno all’università nella speranza di mettere tutto a tacere e
mandare via quei paparazzi fastidiosi… per qualsiasi cosa… puoi
chiamarmi.-
- Grazie… e grazie
anche a te Takatsuki-kun.- Hiroki sembrava seriamente provato, accompagnò
all’uscita i due e li salutò di nuovo con molto rispetto. Entrambi si erano
impegnati ad aiutarlo e questo non l’avrebbe dimenticato. Provò a concentrarsi
su Misaki, ma il ragazzo non sembrò recepire nulla. Si sedette di fronte a lui
cercando la sua attenzione, ma inutilmente.
- Se non hai colpe
Akihiko metterà a tacere tutto in pochissimo tempo, vedrai che anche quel
cantante e i suoi agenti staranno già provvedendo…. Misaki…- Avvertì la porta
aprirsi e corse ad accogliere Nowaki. Lo aveva avvertito e ora aveva proprio
bisogno di un po’ di sostegno. Il moro entrò trafelato chiedendo subito ad Hiro
come stesse.
- Io bene… solo un
po’ confuso… quello che non riesco a raggiungere è lui…- indicò Misaki e Nowaki
lo osservò bene. Il pallore del viso del ragazzo e gli occhi spenti lo
preoccuparono non poco, gettò la borsa e lo avvicinò. Era gelido come il
ghiaccio, quasi Nowaki temette di ferirsi le mani. Gli tolse gentilmente la
parrucca e gli occhiali poggiandoli sul tavolinetto in vetro e provò nuovamente
e richiamare la sua attenzione.
- E’ sotto shock
Hiro-san… è davvero così grave la situazione?-
- Non so… credo
che bloccarla ora che è sulla bocca di tutti sia impossibile… forse ci si
potrebbe concentrare su una di quelle foto, potrebbe essere ritoccata… ha detto
di non averlo mai baciato.-
- Sono certo che
Usami-san sa cosa fare… basta avere fiducia.- In quel momento Hiroki non potè
far finta di non aver notato il tono di voce con cui Akihiko gli aveva chiesto
di non portare Misaki a casa sua.
- Akihiko… lui era
strano prima al telefono… - squillò proprio in quel momento. Hiroki corse a
rispondere nell’altra stanza, lasciando Misaki alle cure di Nowaki che provava
in tutti i modi a farlo rinsavire.
- Akihiko! Come
stai?-
- Hiroki io…- la
voce era sofferente, come se riuscisse a trattenersi
appena.
- Misaki è da me
sta tranquillo…-
- Lui…
Takahiro…-
- Akihiko hai
sentito Takahiro!- in quel momento il dubbio divenne certezza, solo Takahiro
avrebbe potuto ridurre Akihiko in quel modo. – Cosa ti ha detto Takahiro? Era
arrabbiato?- come non esserlo, per uno che per anni non si era mai accorto
dell’amore di Akihiko nei suoi confronti, trovarsi una simile notizia
spiattellata ai quattro venti e poi sul suo amato fratellino, doveva essere
stato un colpo duro da mandar giu.
- Lui… vuole…- e
infine lo aveva fatto, aveva sputato tutto il veleno che si teneva dentro,
ripetendo ogni singola lettera, ogni singola pausa in quelle frasi piene di odio
e incomprensione, come se le avesse impresse a fuoco nella mente. Vomitò tutto
il disprezzo che Takahiro aveva espresso per quelli come lui… una relazione tra
due uomini era rivoltante!!
- Cosa? Takahiro
ha detto questo?- Era furente, mai in vita sua Hiroki si era sentito tale. Un
formicolio fastidioso alle mani gli rese difficile tenere fermo il cellulare
all’orecchio. – Non posso crederci…. Che … che…-
- Ha
ragione…-
- No che non ha
ragione Akihiko! Non ti permetto di dirlo in nessun modo… sei stato tu a dirmi
che ci credevi in questa storia, che volevi lottare per i tuoi sentimenti… sono
così dannatamente fragili?-
- Ho fatto del
male a suo fratello minore… sono un…-
- Non voglio
sentire queste stronzate Akihiko! Non dire neanche più una parola!- Lo aveva
gridato. Nowaki era corso a vedere e ne era rimasto completamente stupido.
Hiro-san era furente, ma allo stesso tempo distrutto. Gli occhi erano cerchiati
di rosso, voleva piangere. – Adesso vengo li e ti prendo a calci hai capito! Non
dire neanche più una parola!- Riagganciò di colpo e gettò il telefono a terra
rompendolo. Nowaki cercò di fermarlo e capire, ma non riuscì a reggere quella
furia che era diventata. – Vado da quell’idiota e gliene dico quattro, rimani
non il ragazzo Nowaki e cerca di farlo riprendere.- Uscì sbattendo la porta,
lasciando un mare di domande nel cuore di Nowaki che dovette accettare la
situazione così come la vedeva in quel momento, senza poter reagire. Il moro
cercò di restare calmo più che poteva, da quando conosceva Hiro-san non gli era
mai capitata una cosa simile. Era come se la tranquillità, la normalità, che con
tanta fatica avevano raggiunto, si fosse spezzata per colpa di una stupida
bugia, come se fosse stato tutto un’illusione. Si sedette nuovamente a fianco
del ragazzo, gli mise una mano tra i capelli cercando di
tranquillizzarlo.
- Stai calmo… so
che ora sembra tutto dannatamente sbagliato, ma restare inermi non serve a
nulla.-
- Se…- ci era
riuscito. Era stato in grado di richiamare indietro il ragazzo dovunque si fosse
nascosto. Aveva la voce bassa e rotta dalle lacrime, ma stava reagendo ed era
una cosa comunque abbastanza positiva. – Se… nii-chan lo viene a sapere… se lo
viene a sapere… se la prenderà con Usagi-san.- Nowaki lo capì subito, ecco il
motivo per cui Hiro-san era scappato in quel modo, ciò che il giovane temeva era
sicuramente già accaduto e Hiroki non lo aveva
sopportato.
- Perché non provi
a parlare con tuo fratello? Credo che sia molto preoccupato per te
ora.-
Riuscì a
convincerlo. Nowaki gli diede il permesso di usare il loro telefono di casa.
Misaki sapeva di dover dare una spiegazione a suo fratello, ma non nascondeva di
avere una paura folle della sua reazione. Cosa avrebbe pensato? Come avrebbe
reagito nel vedere suo fratello baciare un ragazzo? Come avrebbe potuto reagire
nel sapere che lui era innamorato di Usami Akihiko? Avrebbe potuto benissimo non
dirgli mai nulla della sua relazione con Usagi-san, ma ora continuare a
nasconderla non aveva senso. Compose il numero a fatica e rimase in attesa, sentiva su di
se lo sguardo accorato del ragazzo alle sue spalle. Attese e poi risposero, era
la voce di una donna, quella della moglie di suo
fratello.
- Sono
Misaki…-
- Oh Misaki-kun!
Come stai? Dove sei adesso?- Era preoccupata, lo sapeva
gia.
- Sono a casa di
un amico di Usagi-san… volevo… c’è nii-chan a casa?- Si sforzò ti impedire alla
sua voce di tremare come il suo corpo in quel
momento.
- Takahiro è
partito poco fa… viene a prenderti Misaki… era molto arrabbiato. Ho provato a
farlo ragionare, ma non ne sono stata capace… -
- Quindi lo
sa…-
- Sono sicurissima
che è tutta una grande messa in scena… Usami-san starà sicuramente facendo
qualcosa per arginare il tutto. Ho già sentito parlare di questo ragazzo... ma
ho sempre avuto una buona opinione di lui!-
- Shuichi non
c’entra niente!- Pettegola. Era la prima parola che gli era saltata alla mente,
mentre sentiva quelle parole. Lo aveva gridato, lasciando basita la donna
all’altro capo del telefono. Perché tutti dovevano pensare sempre male di tutti?
Era una cosa infantile che non si sarebbe mai aspettato da lei. – Quella sera
siamo usciti insieme è vero, ci stavamo semplicemente divertendo come amici e
niente di più… non ho baciato Shuichi.-
- Ma certo che no
Misaki… ma anche se fosse, cosa ci sarebbe di così sbagliato? Siete ragazzi e
avete tutte le vostre esperienze da fare. Ho provato a spiegarlo a Takahiro, ma
non ha voluto ascoltarmi, ho provato a dirgli che sicuramente non lo avresti
fatto per rispetto di Usami-san.-
- Nee-chan che
significa questo?- Era rimasto completamente stupito, era certo che avrebbe
detto qualcosa di terribile, qualcosa che lo avrebbe ferito, invece lo stava
difendendo e forse aveva capito ogni cosa.
- Takahiro si
preoccupa per te e non vede altro… Io non gli ho mai detto niente, era una mia
impressione e non volevo risultare impicciona, ma il tuo rapporto con Usami-san
è bellissimo Misaki-kun e io ho sempre creduto che tu e lui foste… amanti.-
Aveva detto quell’ultima parola con molta timidezza, abbassando la voce quasi ne
avesse paura. Misaki ne era rimasto colpito, non riuscì a capire se
piacevolmente o meno, ma lo aveva scosso. – Takahiro mi racconta spesso degli
atteggiamenti di Usami-san e io non ho mai detto nulla, ma sono una donna e
certe cose le capisco… non lo conosco così bene, ma da quello che mi diceva
Takahiro ho sempre creduto che Usami-san fosse innamorato di lui. Poi quando ti
ho visto difenderlo in quel modo, quando mi sono accorta che volevi stare con
lui… ammetto che ero felice, perché io sono la donna che ha portato via a
quell’uomo la persona che amava e ho sempre sperato che trovasse qualcuno che lo
rendesse felice e ho sperato potessi essere tu.-
- Nee-chan… sei
veramente una persona meravigliosa. Mi dispiace non aver detto a nii-chan la
verità prima. Quando pensi arriverà qui?-
- Ha preso un
treno veloce, dovrebbe impiegarci relativamente poco, al massimo due ore….
Misaki-kun… combatti per ciò che ti rende felice, anche se questo potrebbe
ferire Takahiro.- Riagganciò. Misaki aveva le lacrime agli occhi, Manami si era
dimostrata una donna meravigliosa, aveva capito ogni cosa e voleva sostenerlo.
Da quelle parole Misaki ne ricavò una grande forza. Si voltò infine verso il
moro dietro di lui, fece un profondo inchino ringraziandolo di
cuore.
- Ti accompagno a
casa da Usami-san… Hiro-san è corso da lui molto
arrabbiato.-
- Kamijo-sensei fa
paura quando si arrabbia…- sorrise, era riuscito a scherzare e recuperare se
stesso. Aveva dipinta sul viso una determinazione che lasciò basito Nowaki. Era
cambiato improvvisamene, avrebbe reagito e lottato. Di questo, stranamente,
Nowaki ne fu estremamente felice.
Capitolo shock, è un pò lunghetto, ma non volevo tagliare la vicenda a metà solo per tirarla per le lunghe...
Takahiro è alquanto arrabbiato, ho sempre pensato a lui così anche se è iperprotettivo verso Misaki, credo proprio che non accetterebbe facilmente la sua relazione con Akihiko, visto che non si è mai accorto di quello che Usami provava per lui (decisamente ottuso l'omino). La parte della moglie di Takahiro l'avevo scritta in modo diverso all'inizio, avevo fatto in modo che seguisse fedelmente ciò che anche Takahiro pensava, poi sotto consiglio di una mia amica, ho deciso di farla meglio. Ora dovete solo aspettare la reazione di Misaki... spero che vi piaccia. Al prossimo capitolo... -2 alla fine.
Ringraziamenti.
Grazie mille per i commmenti, l'inserimento di Gravitation era un mio "sogno " dall'inizio, hos empre visto la somiglianza tra Misaki\Akihiko e Yuki\Shuichi quindi non potevo far finta di niente, non credo di aver forzato la conoscenza, infondo Yuki e Akihiko fanno lo stesso lavoro, incontrarsi e conoscersi, vista la fama di entrambi, non affatto una cosa strana. Hiroki è diverso lo ammetto, ma sinceramente è un personaggio strano e tutto a modo suo, ha quell'aria sempre accigliata, ma credo che sia solo una sua maschera per di più tenuta su molto male, appena sta con Nowaki si scioglie come un gelatino a sole e credo che se qualcuno facesse del "male" alle persone a cui è legato, farebbe un casino... Per quanto riguarda quello che mi ha scritto Mana, sulle spaziature dei dialoghi: io spazio solo quando il discorso passa da una persona all'altra, se è la stessa persona che ha iniziato a parlare continuo il discorso sulla stessa riga in modo che sia meno spezzettato il tutto. Mi dispiace che sia di difficile comprensione, sono abituata a fare sempre così, proverò a spaziare di più se il discorso si fa troppo lungo ^_^
alla prossimo aggiornamento...
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