Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Eternity_Hook    17/09/2016    1 recensioni
Ymir sospiró, seduta vicino al fuoco acceso, ascoltando il sibilare del vento tra le scarne foglie degli alberi e lo scoppiettare delle fiamme rosse e arancioni che, ribelli, si agitavano, determinate.
La ragazza dai capelli castani se ne stava immobile, quasi accovacciata, con la tensione che le legava lo stomaco come un laccio.
Voleva fare qualcosa, come dormire ad esempio - stanchezza dimostrata dalle occhiaie scure sotto ai suoi occhi oro- ma non poteva, era di guardia, doveva restare seduta a osservare.
Spostó lo sguardo verso gli altri componenti della sua squadra, dilagandolo tra di loro, fissando a breve quanto pacatamente fossero addormentati, ma con comunque i sensi comunque in allerta.
La notte era calata troppo velocemente e l' essere fuori comportava enormi rischi, nonostante il suo essere una mezza gigante le rendesse meno difficile il sopravvivere.
Sospirò, mentre il vapore le usciva dalle narici e dalla bocca
Non faceva che pensare a lei, a Christa, alla voglia di baciarla e a quel sentimento che le impediva di concentrarsi su qualcos'altro quella sera -e la maggioranza dei giorni in generale- mentre la sua mente volava verso di lei, senza darle attimi di pace.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Christa Lenz, Ymir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Distante da te

Serie : Attack on Titans

Genere: Shoujo-ai

Ship: YmirxChrista

Tema: lontananza

Richiesta da: eeureka (wattpad)

Parole: 971

Ratings: verde

~Ω~

Ymir sospiró, seduta vicino al fuoco acceso, ascoltando il sibilare del vento tra le scarne foglie degli alberi e lo scoppiettare delle fiamme rosse e arancioni che, ribelli, si agitavano, determinate.
La ragazza dai capelli castani se ne stava immobile, quasi accovacciata, con la tensione che le legava lo stomaco come un laccio.
Voleva fare qualcosa, come dormire ad esempio - stanchezza dimostrata dalle occhiaie scure sotto ai suoi occhi oro- ma non poteva, era di guardia, doveva restare seduta a osservare.
Spostó lo sguardo verso gli altri componenti della sua squadra, dilagandolo tra di loro, fissando a breve quanto pacatamente fossero  addormentati, ma con comunque i sensi comunque in allerta.
La notte era calata troppo velocemente e l' essere fuori comportava enormi rischi, nonostante il suo essere una mezza gigante le rendesse meno difficile il sopravvivere.
Sospirò, mentre il vapore le usciva dalle narici e dalla bocca 
Non faceva che pensare a lei, a Christa, alla voglia di baciarla e a quel sentimento che le impediva di concentrarsi su qualcos'altro quella sera -e la maggioranza dei giorni in generale- mentre la sua mente volava verso di lei, senza darle attimi di pace.
Ogni respiro, ogni sospiro che faceva, lo faceva pensando ai suoi occhi cerulei.
Due bellissimi specchi azzurro ghiaccio, seducenti, sensuali, misteriosi e con un lieve velo di oscurità.
Due occhi che incatenano sguardi, congiungendosi con gli altri in una  maniera delicata e dolce senza pari.
Due occhi magnifici, limpidi, stupendi e soprattutto irrimediabilmente irresistibili a loro modo.
Due occhi che lei era sicura di non volere davvero mai smettere di studiare nei loro dettagli fini e spesso impercettibili.
Due occhi che celavano chissà quali segreti in loro, che a loro modo possedevano una fierezza senza pari.
E le sue labbra... le sue labbra la facevano arrossire, le facevano accelerare il battito fino a percepirselo nelle tempie, mentre il suo respiro a cui gli occhi davano vita, si interrompeva bruscamente.
Labbra rosse rosate e carnose, brillanti come rubini al contrasto dell'acqua.
Due labbra stupende, perfette, che la lasciavano trepidante, estasiata.
Sembravano fatte di ciliegie o di petali di rosa, tanto che più le guardava, più le pensava  e più desiderava assaggiare, sentirle sulle sue, giocarci, stuzzicarle amichevolmente per approfondire il contatto e perdercisi.
Perdercisi fino a non avere più fiato.
Assaporarle in tutto il loro gusto, in ogni millimetro, senza lasciare alcuna parte non leccata, baciata, morsa ...
E continuerebbe a guardarle all' infinito, senza riuscire a smettere, mentre verrebbe attraversata da brividi per le fantasie che le ronzano per la testa.
Quelle due labbra erano in grado di farla seriamente impazzire, così lisce, sottili e morbide.
Poteva immaginarsele, non aveva alcun problema a farlo, perché dentro di se sapeva il loro sapore.
Le aveva sentite una sola volta, se le ricordava alla perfezione.
Il loro era stato un bacio veloce, improvviso, di sfuggita prima dividersi e combattere, eppure era stata la cosa più bella della sua vita.
Quel bacio aveva dato a lei una forza che non aveva mai provato prima, l' aveva spinta a dare il massimo di sé e superare la giornata per dirle cosa aveva provato.
Ma non l' aveva fatto e di questo se ne pentiva amaramente, non facendosi che chiedere se per la bionda avesse significato quanto per lei.
Scosse il capo, ripromettendosi che, appena tornati indietro, stavolta le avrebbe detto tutto, senza esclusione di dettagli.
La immaginó nuovamente nella sua testa, tornandosi a soffermare su un ennesimo dettaglio.
I suoi capelli ... oh, quei bellissimi capelli con la loro tonalità dorata.
Maledizione, non avrebbe mai  creduto che riuscisse a stregarla in questo modo, nessuno era mai arrivato a tanto.
Quei suoi capelli avrebbe voluto toccarli, accarezzarli, infilarci le dita per sentirne maggiormente la consistenza, annusarli.
O più che altro desiderava con ogni parte di sé di continuare a sentire il suo odore... era una sorta di droga... odore di mare, odore di fresco, odore di lei.
Il suo odore.
E in questo momento era così lontana da lei, così ad anni luce  che non riusciva a capire come facesse a non  respirarlo senza morire, senza lasciarsi andare all' amarezza della morte.
-Sono così distante da te, Christa- disse a bassa voce, abbassando appena il capo
Una morte dolorosa e lenta con ferite che non erano visibili ad occhio nudo.
Sospiró amaramente, vedendo il fumo  sollevarsi dalla brace e dai suoi lenti respiri cadenzati che si susseguivano insieme ai sussurri del vento che parlava tra i rami.
Quanto la amava!
Già, la amava, più di quanto avrebbe mai potuto dire a qualcun'altro.
E il pensiero di sposarla, quella idea così folle che le era balenata nella mente nel momento in cui tutto le era sembrato perduto, era il suo unico desiderio.
L' unico desiderio che la spinse a fissare le stelle...
O forse no, non era l' unico dopotutto.
Voleva fare l' amore con lei e avere una famiglia, figli, nipoti.
Sicuramente, una volta che la vita fosse stata più sicura, avrebbe scelto quella idea.
Avrebbe dato tutto per Christa.
Accennó un sorriso, mentre le farfalle tornavano a permearle lo stomaco, vedendo finalmente uno del suo gruppo svegliarsi.
-Vuoi fare il cambio? Resto io di guardia ora-
La ragazza castana annuí in silenzio, sdraiandosi sull' erba, lasciando vagare un ennesima volta lo sguardo verso il cielo, costellato dalle stelle luminose e brillanti.
Si addormentó lentamente, con le palpebre che cadevano verso il basso per la stanchezza, mentre sentiva dentro di sé che, probabilmente, anche la bionda stava già dormendo.
Cadde nel mondo dei sogni, sprofondando, sognando la ragazza che, contro le sue previsioni, in quel momento, se ne stava appostata alla finestra, gustandosi ben poco la corrente del vento per via della tensione, sperando che ella tornasse il prima possibile da lei, immaginando in modo vago ciò che probabilmente le avrebbe detto al suo ritorno



 
   
 
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