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Autore: Mad Moon 214    18/09/2016    0 recensioni
“Inoltre, Montague non si era ripreso dal suo soggiorno nel gabinetto: era ancora confuso e disorientato, e un martedì mattina si videro i suoi genitori salire per il viale, furibondi,
> chiese Hermione preoccupata, premendo la guancia contro la finestra dell’aula di Incantesimi e guardando i signori Montague varcare il portone a passo di marcia. >.
- “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, capitolo 30 “Grop”, pagina 670.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Kain Montague
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Primo anno –

<< Se ti spostassi, mi piacerebbe prendere un libro >>.

Hermione Granger alzò gli occhi con un sussulto e chiuse in un colpo secco “Il Quidditch attraverso i secoli” di Kennilworthy Whisp, nascondendolo dietro la schiena.
Un ragazzo alto con i capelli castani e muscoli larghi, e che sicuramente non era del primo anno come lei, stava appoggiato allo scaffale di fronte al suo con lo sguardo un po’ impaziente.
Hermione mormorò un “scusa”, dopodiché si spostò in modo tale da lasciargli accesso allo scaffale.

Dopo alcuni minuti di doloroso silenzio in cui Hermione si chiese se era stata sorpresa a provare a studiare per le vicine lezioni di volo, parve che lui avesse trovato il libro che stava cercando, e le fece cenno di tornare al suo posto, cosa che Hermione fece grata.

<< Che cosa leggi? >> Il ragazzo aveva una forte, alta voce, pensò Hermione; si guardò intorno nervosa, sperando che Madame Pince non sentisse.
Intanto, il ragazzo stava provando a dare una sbirciatina al libro visto che Hermione l’aveva nascosto dietro di sé.
Hermione pensò che era una domanda totalmente non necessaria, perché tutti i libri intorno a lei erano su quel maledetto sport – serviva a stento il cervello di un troll per capire quale libro esattamente stesse tra le sue mani.

<< E’ solo un libro. Pensavo di dargli uno sguardo, solo per una lettura leggera >>. Provò a far finta di non essere interessata, ma a giudicare dalle sue sopracciglia alzate e il suo ghigno arrogante, non era stata molto convincente.

<< Ah >>.

Hermione spostò lentamente il libro davanti a lei e tornò alle pagine dove il suo dito indice era in mezzo.
Provò a concentrarsi sulle parole, ma dopo ciò che sembrò un tempo terribilmente lungo, chiuse il libro seccamente, e affrontò il ragazzo che era ancora appoggiato all’altro scaffale, a guardarla.

<< C’è un altro libro di cui hai bisogno? >>

Lui sembrò sorpreso, probabilmente dal suo tono offeso, e disse, << no, questo è l’unico >>. Alzò “1000 modi per aggirare le regole del Quidditch”.

<< Allora perché sei ancora qui? >> domandò Hermione.

Alzò le mani in segno di pace, e con la sua voce alta disse, << non ricordavo che fosse un crimine parlare con una ragazza carina come te >>. Sogghignò quando le guance di Hermione diventarono rosa.

Frustrata, Hermione fece l’unica cosa che poteva fare quando si sentiva in imbarazzo – strinse i denti.
<< Beh, è un crimine per Madame Pince se sei nella libreria >>.

Come se fosse stato un segnale, Madame Pince apparve quasi all’improvviso, brandendo il suo spolverino contro Hermione e il ragazzo. << Fuori! >> sibilò, la sua faccia a due centimetri da quella di Hermione. << Fuori! Non vi lascerò distruggere la pace e la calma qui – e tu, Montague! Pensavo fossi bandito! FUORI”! >>

Il ragazzo – Montague, come l’aveva chiamato – fece una smorfia e afferrò la mano di Hermione e, stringendo i loro libri, i due corsero via dalla biblioteca con Madame Pince alle calcagna fino a quando raggiunsero il corridoio aperto.
Smisero di correre per prendere fiato quando arrivarono alla fine del corridoio, e quando lo fecero, Hermione strattonò via il suo polso dalla presa di Montague.
Ansimando, lo fulminò con lo sguardo mentre si massaggiava il polso.

<< Cosa? >> chiese Montague, notando il suo sguardo.

<< Per causa tua, Montague, se questo è il tuo nome, sono finita nei guai con Madame Pince. Sarà colpa tua se si ricorderà di me la prossima volta che vorrò lavorare >>.

Strinse le braccia al petto molto forte e gli alzò contro il naso prima di andarsene lungo il corridoio per allontanarsi dal ragazzo che tanto rudemente aveva rovinato la sua reputazione con la bibliotecaria. E stava andando così bene, per giunta!

<< Credo ci sia un “noi” di cui ti sei dimenticata >> commentò lui, scivolando al suo fianco. << E visto che ci siamo – siccome conosci il mio nome, che ne dici di dirmi il tuo? >>

Girarono l’angolo e Hermione gli sbuffò contro. << E perché ti dovrebbe interessare il mio nome? >>

<< Così posso seguirti, ovviamente. Sei un’affascinante giovane donna, del primo anno, presumo? >>

<< Sì. Ma non vedo perché dovrei dirti altro >>.

Il ragazzo – Montague – sbuffò. << Oh, dai, voglio sapere solo il tuo nome e Casa, visto che so già di che anno sai. Non è tutto questo grande affare >>.

Hermione lo guardò con la coda dell’occhio. Era certamente un combina-guai – solo i combina-guai erano banditi dalla biblioteca – ma questo non spiegava perché si trovasse lì a prescindere; cosa potrebbe mai volere un combina-guai dalla biblioteca?
Sicuramente, il suo libro parlava di Quidditch, quindi Hermione poté supporre che fosse un giocatore di Quidditch. Premette le labbra mentre provava a ricordare il titolo del libro.
Se questo ragazzo era un giocatore di Quidditch, certamente  non si stava sforzando per esserne uno molto onesto.

Il ragazzo, a differenza sua, era vestito comodamente con la sua uniforme, anche se la sua cravatta della sua Casata non era attorno al suo collo.

Nonostante non sapesse nulla di lui, Hermione non vedeva Montague come un Corvonero, generalmente i Corvonero non erano nelle inimicizie di Madame Pince.
Non poteva anche essere un Grifondoro, perché aveva osservato quasi tutti i Grifondoro a Hogwarts quell’anno, e la sua faccia non le sembrò familiare.
Questo voleva dire che era o un Tassofrasso o un Serpeverde, e lei era pronta a scommettere che era un –

<< Ehilà? >> Montague agitò una mano davanti alla sua faccia.

<< Sì? >> chiese Hermione, leggermente irritata di essere stata interrotta nei suoi pensieri.

<< Quindi, che dici? Il tuo nome? >>

Lei aggrottò la fronte. << Non vedo perché tu ne abbia bisogno >>.

<< Vedi, non ne ho bisogno. Lo voglio e basta >>.

Montague si fermò improvvisante sui suoi passi, guardò il suo orologio, e deglutì.
<< Beh, il nostro tempo finisce qui, bella fanciulla. Ho una riunione della Casa a cui andare >>.
Le fece l’occhiolino. << Ma posso vederti dopo, se vuoi >>.

Hermione era ad un passo dallo scuotere la testa – ovviamente non stava per mescolarsi volontariamente con un combina-guai! – quando realizzò che questo era il primo invito ad uscire con qualcuno dall’inizio del trimestre.
Poteva davvero rifiutare un’offerta di incontrare qualcuno così velocemente, solo perché era successo che l’avesse messa nei guai?
Cosa sarebbe successo se non ne avesse più avuta una?
Poteva essere che lui voleva realmente esserle solo amico?

Fece un movimento a scatti con la testa – che fosse un cenno d’assenso, o che non lo fosse, sta di fatto che Montague sogghignò e disse, << Perfetto. Quindi posso finalmente scoprire il tuo nome, hm? >>
Si voltò e cominciò a passeggiare lungo un corridoio che non aveva notato.
<< Oh >> richiamò, ridacchiando, << un’altra cosa: non puoi esattamente imparare a giocare a Quidditch leggendo un libro sulla sua storia >>.

Hermione arrossì.
 
 
- Primo anno, Novembre –

<< Quindi, tu sei Hermione Granger >>.

Hermione sussultò, dopodiché sorrise prima di alzare lo sguardo dal suo tema di Pozioni – aveva riconosciuto la voce anche se aveva avuto una sola conversazione con lui.
<< E tu sei Graham Montague >>.

In verità, Hermione aveva lavorato sodo per quell’informazione, tra gli altri, quindi era soddisfatta della nota di sorpresa sulla sua bella faccia – ma sparì velocemente tanto quanto venne.

<< Non solo sei la Granger, studentessa del primo anno di cui i professori delirano costantemente, ma sei anche un’amica del famoso Potter e il suo amico Weasel- >>*

<< Non chiamarlo così! >> scattò Hermione, improvvisamente irritata.
Il sorriso che si era formato sul suo viso alla sua presenza si trasformò in uno sguardo torvo.
Vero, era diventata un’amica di Harry e Ron solo da una settimana o giù di lì, ma a Hermione non piacque il tono mellifluo che Montague aveva usato.
Le aveva inquietantemente ricordato Draco Malfoy.

<< E >> continuò Montague, come se lei non l’avesse interrotto, << come ciliegina sulla torta, siete tutti in Grifondoro >>.

<< Beh, tu sei in Serpeverde, e questo ci rende pari >> disse di rimando. << Ora, se per favore te ne andassi, mi piacerebbe continuare il mio tema >>.

Hermione riprese il suo tema senza aggiungere una parola.
Stava lavorando sodo da quando aveva pranzato, e aveva pianificato di continuare fino a cena, anche se quel Sabato pomeriggio era uno degli ultimi giorni soleggiati della stagione.

Il rumore della penna sulla pergamena la calmò, ma si ritrovò nuovamente incapace di concentrarsi, dovuto al fatto che era consapevole che gli occhi di Montague erano ancora su lei e che, ovviamente, non si era ancora mosso.
Sbatté la penna sul tavolo, portando Madame Pince a fulminarla con lo sguardo da sopra il suo libro (a proposito di ciò, la bibliotecaria non aveva ancora del tutto dimenticato l’incidente di un paio di settimane fa).
<< Ti serve qualcosa da me? >> chiese a denti stretti.

<< No, perché? >>

<< Allora perché per favore non ti togli? C’è una ragione se ho scelto il tavolo più lontano dalla porta >>.

Lui fece finta di pensarci su per un attimo, dopodiché rispose pigramente, << No, penso che dovrò rifiutare questa richiesta deliziosamente gentile >>, mettendo le sue gambe sul tavolo mentre si appoggiava indietro sulla sedia.

La mascella di Hermione si spalancò davanti all’immaturo studente del terzo anno davanti a lei, e raccolse il suo tema, che era più lungo di dieci centimetri rispetto a quanto era stato assegnato ma che ancora non  lo sentiva completo, e lo arrotolò per metterlo nella sua borsa.
Mentre riponeva le sue penne e inchiostro così come un libro che aveva deciso di prendere in prestito, sentì una mano afferrare il suo polso.

<< Dove stai andando? >>

<< In un posto in cui posso completare il mio tema in pace >>, disse Hermione, scrollandosi di dosso la sua mano.

<< Ma sono appena arrivato! >>

<< Precisamente >> spinse la sua sedia e si girò per andarsene.

Con sua sorpresa, e leggero rimpianto, Montague non provò a fermarla o a seguirla fuori dalla biblioteca.
Notò i gemelli Weasley fare i soliti dispetti fuori dalle larghe finestre e pensò che avrebbe preferito scrivere il suo tema in loro presenza piuttosto che con il rude Serpeverde che aveva appena lasciato.

Ma appena Hermione raggiunse l’angolo, si sentì sollevare e massa intorno alla spalla di qualcuno, e in mezzo alla confusione, vide una capigliatura castana scura.
L’emozione iniziale sparì e Hermione cominciò ad agitarsi violentemente.
<< Cosa >> - grugnì - << pensi >> - il suo piede si conficcò nella schiena di Montague - << di fare?! >>

<< Penso che hai passato troppo tempo a lavorare. E’ ora che ti prendi una pausa >> disse Montague solare.

Sembrava che i movimenti violenti di Hermione  non gli facessero il minimo effetto.
Ma questo non impediva a Hermione di continuare a provare.

<< MONTAGUE! >> urlò Hermione, colpendo furiosamente la sua schiena. << METTIMI GIU’ IN QUESTO ISTANTE! >>

Anche se non poteva vedere la sua faccia – non poteva vedere veramente niente, considerando che stava venendo trasportata come una bambola di pezza sulla maledetta spalla del Serpeverde – poteva praticamente sentirlo sogghignare.

<< Vedi, ecco perché è una buona idea, Granger >>.

<< Cosa?! >> furfugliò Hermione. << In assolutamente nessun modo questa è una “buona idea”, quindi mettimi giù proprio ora! >>
Sputò una ciocca di capelli ricci che le era entrata in bocca. << Dove mi stai portando comunque? >>

Eccolo di nuovo – la sensazione che lui stesse sogghignando.
Montague parlò pazientemente, << Vedi, mi ricordo del libro che stavi leggendo la prima volta che siamo incontrati, e ho pensato che potresti essere interessata ad un, diciamo, giro sulla scopa? >>

<< Un giro sulla – TU NON FARAI UNA COSA DEL GENERE! >> con nuovo fervore arrivato, Hermione ricominciò a colpire e ad agitarsi.

<< Ora, ora, calmati Granger, non vogliamo attirare l’attenzione, non è vero? >>

Questo era un suggerimento notevolmente in ritardo, visto che gli studenti che girovagavano nei corridoi non erano stati attratti dalle urla di Hermione, vedere una Grifondoro venire trasportata da un Serpeverde era già abbastanza strano.
Hermione sentì Montague portare in avanti il suo braccio libero e le porte di quercia aprirsi ad un vento leggero e un caldo Sole.

Mentre Montague si dirigeva verso il campo di Quidditch, trasportando una frustrata Hermione, commentò:
<< E’ un’idea brillante, davvero, considerando quant’eri interessata al Quidditch quando ti ho incontrata >>.
Il ghigno.

<< Questa non è un’idea brillante, considerando che riesco a stento a far sollevare la mia scopa da terra >> disse Hermione, abbastanza all’istante.

<< E potresti lasciarmi andare? O sarò costretta a maledirti, dopo >>.

<< E va bene, ti metterò giù, ma non scappare via, Granger >>.

Con certa faclità, Montague la rimise a terra, ed Hermione non perse tempo a mettere le mani sui fianchi per poi puntargli contro l’indice.
<< Cosa credevi di fare? Non puoi semplicemente trasportare persone perfettamente innocenti fuori nel Campo da Quidditch – non è normale farlo, cosa stavi pensando, cosa sarebbe successo se mi avresti fatta cadere?! E poi farlo davanti a tutte quelle persone, è stato imbarazzante e, - Oh, Merlino, dov’è la mia borsa, hai perso la mia borsa – NO, NON SALIRO’ SU QUELL’AFFARE! >>

Montague aveva in qualche modo preso un elegante manico di scopa che levitava in aria da sola, e stava provando a farcela sedere sopra.

<< Non mi metterò su quell’affare, tu non hai idea di cosa significhino le altezze per me - >>

<< Rilassati, Granger, andrà tutto bene - >>

<< Precipiterò nella mia morte, veramente non capisci - >>

<< Salta su e basta, sarà la miglior decisione della tua - >>

<< - e non mi piace neanche il Quidditch >>

Seppe immediatamente di aver detto la cosa sbagliata.

Gli occhi di Montague si allargarono e improvvisamente le afferrò le mani e vi mise fermamente la scopa.
<< Ti avrò lasciata andare >> disse, scuotendo la testa << ma quello sarebbe crudele da parte mia >>.

Hermione ebbe bisogno di altri cinque minuti per convincersi a mettere la gamba attorno alla scopa e, quando lo fece, trasalì, aspettandosi di essere lanciata in aria.

<< Ora, questa è una Nimbus, ed è una delle migliori là fuori >> disse Montague, anche se poteva parlare con sé stesso per quanto Hermione stava ascoltando, << quindi non preoccuparti di una singola cosa >>.

Hermione piagnucolò e sussurrò, << Eccetto cadere da sei metri dal suolo >>.

Lui rise. << Sarò dietro di te, smettila di preoccuparti tanto, Granger. Bene, andiamo! >>

Senza nessun altro preavviso, Montague decollò da terra, le sue mani afferrarono il davanti della scopa intanto Hermione urlava mentre si libravano in aria.

Le sue mani erano bagnate di sudore mentre si aggrappavano disperatamente al manico.
<< Precipiterò, precipiterò, precipiterò >> mormorò, mentre le pupille erano in alto, lasciando gli occhi bianchi, non osando guardare in basso.

Il vento leggero sembrava far ondeggiare violentemente la scopa sotto di lei, facendole ricordare quanto in alto doveva essere.

<< Non precipiterai >> la voce di Montague arrivò calma nel suo orecchio. << Sto tenendo la scopa in modo piuttosto stretto, quindi l’unico modo in cui potresti cadere e se cadessi io >>.

<< E questo è un pensiero così piacevole >> Hermione riuscì a sembrare sarcastica, i suoi occhi si chiusero di scatto, << considerando quanto sembri impacciato >>.

La derise e disse maliziosamente, << Beh, visto che non mi credi, credo che dovrò fartelo vedere >>.

Erano andati a cinque milia a l’ora, ma all’improvviso Montague accelerò ad una velocità impensabile e deviò – Hermione cominciò a urlare di nuovo – verso le porte.

<< MONTAGUE, SE DOVESSI MORIRE, TI PORTERO’ GIU’ CON ME! >> strillò Hermione mentre lui ondeggiava velocemente attraverso e dentro le porte.

L’unica risposta che ottenne fu una risata leggera.
I folti capelli di Hermione andarono sul suo viso, oscurando la sua visuale per qualche secondo.

Quando poté tornare a vedere, Montague disse attraverso il vento,
<< Ora stiamo scendendo giù, Granger! >>

Andare giù era tanto male quanto, se non peggio, che salire.
Infatti, era così terribilmente imminente che Hermione non poté fare altro se non tenere la scopa fino a che le sue nocche non furono di un colorito biancastro malsano e stringere i suoi occhi e urlare finché era sicura che non stesse più emettendo alcun rumore.

D’altro canto, sembrava che Montague si stesse divertendo ad atterrare – lei notò che non scendeva lungo una perfetta linea verticale, e questo era provato dal fatto che li aveva quasi fatti schiantare al suolo, ed Hermione cadde a qualche metro da terra.
La cosa positiva era che c’era l’erba lì sotto, quindi non era caduta particolarmente forte.
La cosa negativa era che lei era proprio caduta.

<< MONTAGUE! >>

Mentre Hermione si sedeva, la testa che le girava lievemente, vide Montague che si sedeva a qualche metro di distanza con la scopa, strofinandosi la fronte. Quando vide che Hermione lo stava fulminando con lo sguardo, sorrise.
<< Quindi che ne hai pensato, Granger? >>

Hermione sentì un ringhio salire lungo la sua gola alzandosi tremante.
<< Limitiamoci a dire, Montague, nei nostri incontri futuri, che con la presente sarai bandito dal fare corse di Quidditch. Ora, se mi perdoni, vado a cercare la mia borsa, che tu hai perso >>.

Cominciò a incamminarsi lentamente verso il castello, ancora scossa dalla caduta.
<< Quindi ci sarà una prossima volta, eh? >> disse Montague mentre lasciava il campo, ma Hermione fece finta di non sentire, e andò bruscamente verso la Torre di Grifondoro, dove sicuramente Harry e Ron la stavano cercando.


 
La mattina seguente a colazione, quando i gufi arrivarono con la posta del mattino, Hermione guardò Montague, seduto di fronte al tavolo di Serpeverde, ricevere una nota da un allocco marrone della scuola.
La nota diceva:
“Biblioteca, dopo cena”.
- HG


Lui guardò verso il tavolo di Grifondoro, catturò il suo sguardo, e ammiccò.
E Hermione, che ebbe dei dubbi a mandare la nota sin dall’inizio, pensò che questo era solo l’inizio di un’amicizia inimmaginabile.
 
 


*”Weasel”, in Inglese, vuol dire “Donnola” e il nome “Weasley” viene storpiato per via di questa vicinanza e somiglianza fisica della famiglia all’animale in questione.
Ho pensato fosse giusto mantenere invariato il gioco di parole per mantenere lo spirito originale.
 
 
 
Spazio della traduttrice:
Salve a tutti, io sono Mad Moon.
Quella che avete letto è la traduzione della fanfiction An Unlikely Friendship di  TheSummerNightingale (https://www.fanfiction.net/s/8891339/1/An-Unlikely-Friendship).
Ho subito amato lo stile e la storia e, dopo aver parlato con l’autrice, ho deciso di tradurla e pubblicarla.
Se notate errori di qualunque tipo, vi prego di farmelo sapere nei commenti.
La traduzione che ho usato, ci tengo a dire, è la medesima della nuova edizione italiana di “Harry Potter”, di conseguenza vi saranno termini come “Sanguemarcio” e “Tassofrasso” e nomi in Inglese; mi dispiace se non riuscirete a gradirla per via di ciò, ma sta di fatto che ritengo la nuova edizione più corretta ed essendo abituata ad essa, ho ritenuto opportuno usarla.
Ovviamente, se ci saranno dei nomi in originale o dei giochi di parole, mi premurerò di mettere una nota per identificare il personaggio conosciuto in Italia o una spiegazione.
Detto ciò, spero che la storia e la traduzione siano state di vostro gradimento.
Saluti,
Mad Moon.
   
 
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