A Rory_chan.
Perché mi ha fatto ritornare il
lume della ragione [hai ragione tu, in merito a quell’argomento, adorata
u.u’].
A Muccina 89, ora più che mai.
A voi tutti, amanti del SasuSaku e non.
E a Sasuke.
Perché, nonostante lo ami e poi lo
odi, un pensierino se lo merita anche lui. XD
Spero
vi piaccia ^^
Buona
Lettura !
Notti
insonni - e segrete dormite in speciale compagnia –
Sasuke centric
SasuSaku
“Sentite…avete già
un’idea per il nome?”
Naruto
socchiuse gli occhi azzurrissimi, e fissò serio Sakura e Sasuke, seduti
sul muretto di fronte a lui.
Sembrava
di essere tornati al tempo dell’Accademia.
Incredibile, come il tempo sapeva, se non
altro, rimediare un poco alle cose.
“Mmh…Itachi”asserì
atono Sasuke, ricambiando altrettanto serio allo sguardo.
Eppure, quel suo guardare alle cose
così seriamente, ora nascondeva un briciolo di soddisfazione in
più.
Naruto lo sapeva bene.
“Ed
è definitivo?”
“Hai
qualcosaltro da proporre?”
Sakura
lo fissò curiosa.
E
oltremodo affettuosa.
Quella creatura che portava in grembo
l’aveva resa una donna più malleabile.
“Veramente…sì”
“Spara,
Naruto”
Parlarono
all’unisono, i due neo genitori.
Sakura
poi sorrise.
Sasuke
abbassò il capo.
Sorrideva, anch’egli sorrideva, avrebbe
scommesso tutto ciò che possedeva.
“E
se lo chiamaste Minato?”disse tutto di filato, arrossendo leggermente.
“Ah”
Lei
guardò lui.
Lui
guardò lei.
E poi
entrambi lo guardarono, decisi.
“Vada
per Minato!”
Sakura
portò le mani al ventre, tondo tondo.
E
sorrise ancora:
il bimbo doveva aver scalciato.
“Mpfh, così
rimaniamo soli io e lui?”
Sasuke gettò
un’occhiata sospettosa verso la culla.
“Esatto! Ino mi ha
invitato a cena. Fatto raro, sai”
Sakura gli gettò
un’occhiata che doveva essere rincuorante, ed egli scrollò le
spalle.
E vabbè, non era poi la fine del mondo badare da solo a Minato, una
serata intera.
“A dopo, allora. E mi
raccomando, fate i bravi…guai a te se lo trovo fuori
dalla culla: ha bisogno di dormire bene”
Lei sparì dietro la
porta, con la sua chioma rosa e il suo inconfondibile dolce profumo di fiori.
Lui stette per un po’ ad
osservare il vuoto che lei aveva creato davanti a lui, andandosene; fino a che
un urlo lancinante lo destò nel più brusco dei modi, facendogli
fare un salto di mezzo metro in avanti.
Minato si era svegliato.
La serata ebbe tutto a un
tratto inizio.
Piangeva.
Sasuke
gli mise un giocattolino tra le mani, ma il
signorino lo tornò a scaraventare fuori.
Continuava
a piangere.
Alla
velocità della luce recuperò il ciuccio dal tavolo e glielo
avvicinò alla bocca.
No, lo
tornò a sputare fuori.
E
pianse.
- Cosa
accidenti devo fare con te? –
Lo
guardò imbronciato e sbuffò sonoramente, facendolo urlare ancora
di più.
- Sei
un viziato tu, tua mamma già ti vizia, lo so io
–
Scosse
il capo e si sporse sopra la culla.
- Vuoi
venire in braccio, eh? – chiese allora, consapevole, e lui, quasi fosse riuscito a capire le
sue parole, smise all’istante di fare baccano.
Sasuke
lo scrutò ad occhi socchiusi, come un bambino sospettoso e al contempo
segretamente divertito mentre, con la massima delicatezza, lo prendeva su piano
piano.
-
Razza di furbo… -
Se lo
portò fra le braccia forti, ed egli gli si aggrappò con le manine
alla maglietta.
Per essere un marmocchio di cinque mesi
aveva il suo peso.
Non
era facile tenerlo, affatto.
Ancora
non sapeva spiegarsi come facesse Sakura a tenerlo così scioltamente, un
braccio sotto il sedere e l’altro dietro la schiena del piccolo, quasi
fosse il gesto più naturale di questo mondo.
Si
sedette sulla poltrona, alla bell’e meglio, e lasciò che il bimbo
lasciasse andare il peso della testolina sulla sua spalla.
Era
buono, ora.
Non
piangeva più, anzi.
Sembrava
l’essere più pacifico sulla faccia della terra.
- M i
n a t o furbo
– sillabò l’Uchiha, ed egli ovviamente non rispose, ancora, dannazione, limitandosi ad un
silenzio a dir poco sovrannaturale.
Si era
addormentato.
Chiuse
gli occhi stanchi, Sasuke, ed un sorriso gli nacque irrefrenabile sulle labbra
sottili.
Senza
un vero perché.
Doveva
ammettere che la sensazione di un corpicino sul proprio corpo era straordinariamente bella.
Appagante, dopo tutto.
Avrebbe
anche potuto addormentarsi lì, nel silenzio e nella pace del suo respiro.
Solo
che dopo, chi l’avrebbe sentita Sakura?
Non
era prudente.
- Se
ci vede tua madre mi ammazza. Tu dovresti
essere nella culla, capito? –
Sorrise
però ancora.
Ma non
riuscì ad aprire gli occhi.
Il
piccolo era tranquillo, dormiva della grossa, perché non lasciarsi
andare un po’?
- Dopo
tu mi difenderai, d’accordo? –
Fu
così che Sasuke perse ogni percezione, abbassando letteralmente la
guardia, una volta tanto.
Perse ogni percezione eccetto quella del calore del
piccolo, lasciandosi finalmente un’oretta o più di meritato
riposo.
Vegliare ventiquattro ore su ventiquattro
su un bambino in fasce non era cosa da poco.
Nemmeno per Sasuke Uchiha.
Sakura
per poco non si sciolse dinnanzi alla scena di Sasuke addormentato abbracciato
a suo figlio.
Sembravano
due angeli.
Gli
sarebbe venuta voglia di andare lì a riempire le sue due creature di baci, ma rimase immobile.
Aveva un ruolo da rispettare.
Inoltre lui avrebbe dovuto ubbidirle.
Immagazzinò
ogni singolo particolare di quel dolcissimo quadretto e prese un profondo
respiro.
Era
una moglie ce si faceva rispettare.
E una
madre apprensiva.
Forse troppo?
Dettagli.
Sfilò
delicatamente Minato, che miracolosamente non si svegliò, dalle braccia
di Sasuke, che incredibilmente rimase addormentato.
-
Uchiha… -
Assunse
un’espressione grave, alzò il pugno, prese la mira
all’altezza del braccio dell’uomo, e fu pronta.
Lo show poteva avere inizio
Sdang.
- Ahi!
–
“Ti
vedo sbiadito, Sasuke”
Il
moro lanciò un’occhiata stanca a Naruto, dopo di che tornò
a chiudere gli occhi, pesantissimi.
“Mpfh…Prova
tu a convivere con un bambino urlante e una donna pazza”
Il
biondo rise, di una risata leggera e breve, indi appoggiò una mano sulla
spalla dell’amico.
“E’
soltanto esageratamente apprensiva”disse, sommessamente, e lo
sentì sbadigliare, forte.
Sasuke padre.
Era come se l’era
immaginato.
“Prossima
volta che Sakura esce mi auto invito da te.”
“Oh no….non ti ci mettere anche tu”
Sasuke
annusò all’istante dei guai nell’aria.
Rabbrividì.
“Io
ci vengo lo stesso! Sono il suo padrino, e tu non mi puoi fermare”
Fortunatamente
Naruto si alzò di corsa.
E
cominciò a correre sul posto.
Sembrava
impazzito.
“Merda. Devo andare. Rapporti
noiosi mi aspettano…, sai, vita da Hokage”
“Meno
male…così posso riposare in pace”
Quando
il biondo se ne fu andato, l’Uchiha, guardatosi fugacemente in giro, si
stese sul muretto.
Sentiva che avrebbe dormito ovunque.
“…due
minuti…due minuti di pausa…”
Ovunque.