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Autore: Katy123    18/09/2016    1 recensioni
"Tu vai a Chicago? Me se è già un miracolo che arrivi sana e salva al lavoro, come farai a vivere da sola e per giunta sotto copertura? E no, non sei James Bond, quindi non farti strani film mentali dove sei un'agente supersexy con tre pistole, due fucili e un cannone nella borsa."
"Nei miei film mentali ho anche una granata come fermaglio per i capelli" risposi.
"Ah ecco, così anche se dovesse esplodere per sbaglio non perderesti il cervello, visto che non ce lo hai più da molto tempo. Ammesso che tu ce lo abbia mai avuto..."
Sono Claire Morgan, ho 22 anni e un fratello con poca stima verso la sottoscritta... Diciamo pure inesistente.
Genere: Comico, Generale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"CHI CAZZO E' QUELLA?!"
"Claire, stai serena, ti posso spiegare..." disse mentre cercava di alzarsi in piedi. Probabilmente si stava preparando a scappare.
"Stai serena lo dici al meteo, non a me! Bugiardo!" urlai mentre gli lanciavo il disinfettante.
"Egocentrico!" La scatola dei cerotti mancò per un pelo la sua testa. 
"Doppiogiochista!" Le fialette lo colpirono proprio sulla gamba dolorante.
"Claire, non è come sembra!" 
"Lo dici solo perchè sei con le spalle al muro." Letteralmente.
"No! Cioè, so che potrebbe sembrare che io e Cassandra... Sì insomma, hai capito."
"Capito cosa, Eric? Che sei un bugiardo? Sì, l'ho capito." presi la prima cosa che trovai nel carrellino dei medicinali. Un martelletto neurologico... Questo si che fa male.
"Ricordi quando ho sparato al manichino? Era circa sei ore fa. Volevo puntare all'occhio, ma alla fine ho colpito il naso. Se puntassi al braccio, però avrei più probabilità di centrare il bersaglio, non credi? E non penso che quella fasciatura sia sufficiente a salvarti."
"Ok, Claire. Ti dirò tutto quello che vuoi, ma metti giù quel coso. Mi fai paura sai?"
"Meglio così, allora." 
Stavo per prendere la mira quando Cassandra si mise a bussare alla porta come un'assatanata.
"Eric!!! Posso entrare? Hai finito con il medico?"
"Sì Cassandra! Entra pure" urlò sollevato, pensando di essere finalmente in salvo. E questo dovrebbe essere un intrepido?
Feci appena in tempo ad appoggiare il martelletto prima che la biondina entrasse e guardasse in modo strano Eric spiaccicato contro il muro e i cerotti sparsi sul pavimento insieme a tutte le fialette e il disinfettante.
"Avevo detto al paziente di restare fermo e non agitarsi mentre gli medicavo la gamba, ma si è messo a saltellare per la stanza come un bambino spaventato."
"Ah... Capisco."
"Non ero spaventato..." cominciò a dire prima che gli lanciassi un'occhiata da trasformare anche una tigre in un adorabile gattino.
"Cioè sì... Sono molto agitato, in effetti."
"Ah davvero? In questo caso gli serviranno dei calmanti. Glieli prescrivo subito."
"Dottoressa, è sicura che non sia meglio ricoverarlo? Non l'ho mai visto così scosso" mi sussurrò la ragazza mentre scrivevo la ricetta.
In effetti non è una brutta idea...
"Lei lo conosce di sicuro meglio di me... Sì, in effetti un paio di notti in ospedale potrebbero aiutarlo. Magari in quello degli eruditi, dove non sentirà la tentazione di tornare al lavoro troppo presto, che ne dice?" chiesi mentre già pregustavo il sapore della vittoria. Questa me la pagherai, Eric.
"S-sì... Se crede che sia la cosa migliore..."
"Perfetto! Chiamo l'ambulanza, allora!" 
"Cosa? Perchè serve l'ambulanza?" chiese Eric mentre diventava sempre più agitato.
"Signorina, cerchi di convincerlo ad andare in ospedale mentre io preparo le carte per il ricovero" le sussurrai mentre uscivo dalla porta a prendere una sedia a rotelle.
"Tesoro, calmati. Ho suggerito alla dottoressa di ricoverarti per qualche giorno e a lei è sembrata un'ottima idea! Vogliamo che tu ti rimetta completamente in forma..."
"NO!!! Non ho bisogno di altre cure. Sto benissimo così, davvero!"
"E' sconvolto, poverino. Continui a insistere!" le dissi mentre mi avvicinavo a Eric con la sedia a rotelle. Si vedeva da lontano che era spaventato a morte al pensiero di quello che potrebbe succedergli una volta rimasto solo con me.
"No, la sedia a rotelle no! Cammino da solo, non si preoccupi."
"Lo so che riesce a camminare da solo, ma non deve sforzare la gamba per nessun motivo."
Presi Eric per un braccio (quello che gli faceva male, ovviamente) e lo spinsi sulla sedia.
"Claire, prima di uccidermi lascia almeno che ti spieghi!"
"Scusi signore, ma l'ambulanza la sta aspettando."

   
 
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