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Autore: Logan_Potter    18/09/2016    3 recensioni
Logan, Kendall, James e Carlos si rivedono per andare in vacanza al mare tutti insieme.
Kendall e Logan sono innamorati, ma il moro fa il possibile per tenere nascosti i propri sentimenti, mentre il biondo cerca disperatamente il modo in cui rivelarli all'altro. Ma, durante la vacanza, accadrà qualcosa che cambierà tutto...
Questa storia l'ho pubblicata anche su Wattpad, quindi, se li ne trovate una uguale, sappiate che è la mia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Carlos, James, Kendall, Logan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'INCIDENTE
 
Logan

Mi sveglio improvvisamentePeròguardandomi attornonoto che la stanza non è quella in cui mi sono addormentatoAnziè completamente biancanon ci sono muri e non c'è nè il letto di Kendall nè il mioPerò lui c'èSta guardando in un punto indefinito sopra di meHa uno sguardo vuotocome se non vedesse nienteProvo a farmi notaremi muovolo chiamolo toccoNienteNon reagisceMi arrendo e resto fermo a guardarlo.
Dopo alcuni minuti è lui a parlarefinalmenteMa quello che dice non mi piace per niente.
«Perché mi hai abbandonatoLoganDovevi restare con me e invece te ne sei andatoPerché lo hai fatto?» lo guardo sgranando gli occhi.
«Ma io non sono andati da nessuna partesono quilo vedi che ci sono?» gli chiedo prendendogli la manoche scivola subito via dalle mie ditaSolo dopo un po' mi rendo conto che non sta parlando davvero con meO meglioma non direttamente con meMi giro e quasi mi viene un infarto per quel che vedoCi sono ioin un letto d'ospedale. Ho gli occhi chiusiun aerosol che mi copre le labbra e vari fili che mi collegano ad un elettrocardiogrammache da delle linee vitali davvero basseKendall va a sedersi sul bordo del lettopoggiando la mano sulla mia (cioè su quella dell'altro Logan). Porta la mia mano fino alle labbra e vi lascia un leggero bacioFa la stessa cosa sulla fronte e accarezza la guanciaSfiora l'aerosol con le ditaCredo che vorrebbe toglierloanche se non so il perché. La risposta mi arriva direttamente dalla voce di Kendall.
«Vorrei tanto baciartiLoganMa non possoTi farei stare più male e poi probabilmente non vuoiForse mi odieresti se sapessi tutto.» non riesco a capirloPerché mai dovrei odiarloMi sembra me quando penso a come sarebbe se sapesse che... AspettaAbbiamo paura della stessa identica cosa.
La consapevolezza mi colpisce come un fulmine a ciel sereno.
«Kendallnonon devi avere paura!» provo a spiegarmima lui continua a non sentirmi e poi io mi sento stranoMi sembra di allontanarmi dalla scenaEd è cosìSto andando sempre più indietroA un certo puntosento un rumore acuto provenire dall'elettrocardiogrammaNon mi ci vuole molto per capireSto morendo.
Kendall comincia a piangere e ad urlareVorrei dirgli che tutto questo è fintoche io in realtà sto beneMa sono troppo lontano e lui continua a non sentirmiOrmai nemmeno io lo sento piùRiesco a sentire solo quel rumore acuto che mi sta spaccando i timpaniContinua anche quando la scena scompare per far posto al buioAlla fineperòsi interrompe.
Sono morto.

Spalanco gli occhi e caccio un urlo. Quando mi accorgo che Kendall è sdraiato vicino a me, lo abbraccio d'istinto.
«Scusa, ma ho fatto un incubo terribile e...» non riesco a finire la frase che Kendall mi blocca.
«Tranquillo, ti capisco. Mentre tu dormivi, anche io ti ho abbracciato. Sentivo una strana malinconia, non so perché.» mi dice con un piccolo sorriso. Visto che non ha nulla in contrario, lo abbraccio di nuovo mettendo le braccia attorno al suo collo.
«Era così brutto il sogno?» mi chiede.
«Sì, orribile. Mi sono anche spaventato tanto.» dico ripensando alla brutta sensazione di assistere alla mia morte.
«Infatti ti sei agitato molto. Continuavi ad urlare. Cosa è successo?» abbasso lo sguardo. L'ultima volta ha funzionato parlarne. Solo che non posso raccontarglielo per filo e per segno. Però qualcosa gliela dico.
«Beh... C'ero io... In un letto d'ospedale. Solo che non ero proprio io. Cioè sì, ma il vero me stava bene e assisteva alla scena cercando di svegliarmi. Ma non funzionava e dopo un po'... Beh... Morivo.» gli racconto, tralasciando del tutto il fatto che ci fosse anche Ken.
«Sì, è molto brutto. Solo che c'è qualcosa che non quadra. Spesso hai detto il mio nome, ma, da quel che mi hai detto, io non c'ero.» fantastico. Dovrei bendarmi la bocca prima di dormire. 
«A dirla tutta... Tu c'eri. Eri preoccupato per me e quando... Quando il Logan che stava bene provava a parlarti, tu non riuscivi a sentirlo. Per te era come se non esistesse.» beh, ho detto quasi tutto.
«Però tu stai bene, non devi avere paura, okay?» dice con tono rassicurante.
«Certo.» rispondo semplicemente.
«Beh, stai bene a parte che per il piede. Ti fa ancora molto male?»
«Un po'. Mi aiuti ad alzarmi? Voglio vedere se riesco a reggermi in piedi.» lui annuisce e si mette in piedi. Io mi siedo e poi lui mi prende la mano, per darmi qualcosa a cui aggrapparmi. Mi faccio forza e in poco tempo sono in piedi. Tengo il piede che mi fa male (il sinistro) leggermente alzato, ma fa male comunque. Traballo un po', anche perché la barca si muove molto e non aiuta. Kendall, vedendo che sono in difficoltà, mi mette un braccio attorno alla vita e mi fa poggiare alla sua spalla. Provo a fare un passo e sembra che vada tutto bene. Fa un po' male, ovviamente, ma è sopportabile. 
«Dai, stai andando bene!» mi dice Ken dopo un po' di passi.
«E la barca non è stabile, quindi è ancora meglio, no?» aggiunge. Effettivamente, se sto andando bene qui, figuriamoci camminando su un terreno stabile. Però, ora che ci penso, prima la barca non si muoveva così tanto.
«Kendall, ma secondo te il mare si sta agitando?» gli chiedo leggermente preoccupato.
Non fa in tempo a rispondermi, che qualcosa colpisce l'imbarcazione e ci fa quasi cadere. A questo punto non c'è bisogno di una sua risposta. Ci risediamo entrambi un po' preoccupati.
«Carlos ci sta riportando sulla spiaggia, fra un po' andrà tutto bene.» lo dice come se volesse rassicurare me, ma quello più preoccupato è decisamente lui. Io non sono molto allarmato. Sono solo un po' di onde, del resto. E poi stiamo tornando a riva.
La mia calma viene violentemente frantumata dall'entrata improvvisa e fragorosa di James.
«Ragazzi, fuori la situazione è terribile! Ha cominciato a piovere e le onde si sono alzate tantissimo tra non molto l'acqua entrerà nelle cabine!» il castano parla in fretta e col fiatone, scaricandoci addosso molta ansia. Guardandolo meglio noto che si è messo addosso una felpa, probabilmente per il freddo, ma non credo che sia molto efficace dato che è completamente bagnata! 
Io e Ken non facciamo in tempo a dire niente che un'onda molto più forte della precedente colpisce la barca facendo cadere tutti e tre. Dopo che ci siamo ripresi, il biondo dice qualcosa.
«Okay, James, tu torna di sopra, io ti raggiungo subito!» Jamie annuisce intimandogli di sbrigarsi, poi se ne va.
«Logan, tu rimani qui!» lo guardo un attimo sconvolto.
«Non se ne parla, Kendall! Non posso restarmene qui a far niente senza sapere cosa vi succede!» obbietto.
«E invece rimani! Non puoi andare di sopra col piede in queste condizioni, ti faresti male! Ti prometto che tra un po' torno, ma tu non devi muoverti, capito?» io esito un po', ma alla fine annuisco e lo faccio andare.

Sono passati secondi, minuti. Forse è da mezzora che sono qui da solo e Kendall non è tornato. Sono preoccupatissimo. Se gli fosse successo qualcosa? Ci sono state molte altre onde forti, alcune mi hanno fatto anche temere che la barca si ribaltasse!
Come se non bastasse, ora qua dentro è entrata dell'acqua che per ora non è di quantità esagerate. 
Sono sul punto di provare ad alzarmi per uscire, quando la porta si spalanca mostrando un Kendall completamente fradicio! Rimango a bocca aperta: è molto più bagnato di quanto lo era James e sulla guancia sinistra fa bella mostra di se un taglio sanguinante! 
«Ma... Kendall, cosa...»
«Un'onda mi ha centrato in pieno e sono andato a sbattere sulla ringhiera.» sulla ringhiera? Quindi stava per cadere in acqua? No, cazzo, poteva morire!
Non riesco a dire niente sono troppo impegnato a sconvelgermi ogni secondo di più. Kendall mi racconta come stanno andando le cose. La corrente è fortissima e ci impedisce di raggiungere la riva. In lontananza, hanno visto il bagnino chiamare i soccorsi, ma finché non arriveranno dovremo resistere.
«Kendall... Ho paura che vi succeda qualcosa e non mi piace stare qui, perché mi impedisce di darvi una mano! Se cadessi di nuovo, voglio poterti aiutare!» cerco di convincerlo, ma è inutile, non mi darà mai retta.
«Logan, là sopra quello più a rischio saresti tu! Non lo dico per cattiveria, assolutamente, ma peggioreresti la situazione!» sbuffo. Non posso che dargli ragione, però penso che esageri. Ormai ci ho fatto quasi l'abitudine, ma è un continuo stare in ansia per me. Stranamente, lui sta pensando la stessa cosa.
«Perché ti preoccupi così tanto? Fra poco sarà tutto finito, è inutile pensarci!» esclama. Io abbozzo un sorriso malinconico. Se rispondessi con sincerità la smetterebbe di sicuro di preoccuparsi, anzi forse sarebbe più felice se io soffrissi. D'un tratto mi viene in mente il mio incubo, più precisamente il momento in cui capisco che Kendall prova i miei stessi sentimenti. Quanto vorrei fosse vero. Certo, se non faccio qualcosa non capirò mai se il mio sogno aveva u fondo di verità o no. È con questi pensieri che formulo la mia risposta.
«Ti potrei fare la stessa domanda. Ma non otterrei la stessa risposta che ti darei io se fossi più sincero.» non so come io abbia fatto a dirlo. Per un secondo spero che abbia capito cosa intendo, ma dalla sua espressione sembra di no.
«Risposta più sincera? Che intendi?» mi chiede confuso. Non posso Biasimarlo, sono stato molto vago, ma non riesco proprio a spiegarmi. Vedendo che non dico nulla, prende lui la parola.
«Neanche io credo che risponderemmo nello stesso modo. Però, è da un po' che voglio dirti una cosa. È davvero importante quindi ti prego, ascoltami e non dire niente perché se dovessi rimandare ancora potrei impazzire!» io annuisco in silenzio, per fargli capire che non parlerò. Neanche ci riuscirei per quanto sono nervoso. 
«Io... Ci ho provato davvero tante volte a dirtelo, ma succedeva sempre qualcosa che me lo impediva. In una di queste ti sei anche addormentato mentre parlavo!» sorrido leggermente imbarazzato.
«Ma ora te lo dico senza troppi giri di parole. Se mi preoccupo sempre in modo esagerato per te, o se faccio "la mammina apprensiva", come dici tu, se rimango con te la notte e se ti ho consigliato di lasciare Mackenzie, cosa un po' egoista se ci penso bene, è solo perché...» si blocca, piantando i suoi occhi verdi nei miei. Non riesce proprio a continuare. Senza una parola, mi si avvicina e mi prende la mano. Sussulto a questo contatto e arrossisco violentemente.
«L'altra sera, sono rimasto con te per un motivo preciso: adoro guardarti dormire. Sei troppo tenero quando dormi.» se prima ero rosso, ora sono un semaforo! Il mio cuore comincia ad impazzire quando poggia l'altra mano sulla mia guancia.
«E quando arrossisci non sei certo da meno!» l'ennesimo complimento e il suo sorriso mi stendono. Se non la finisce rischio seriamente di svenire!
«Ti giuro, sono secoli che aspetto questo momento, eppure non riesco proprio a trovare le parole per dirlo!» lo guardo un attimo, giusto il tempo di raccogliere quel briciolo di coraggio che ho.
«Magari le parole non servono.» è l'unica cosa che riesco a dire. Anzi, a sussurrare.
«Hai ragione, non servono.» e con queste ultime parole manda completamente in tilt il mio cervello avvicinandosi. Avvicinandosi molto. Davvero molto. A questa quasi inesistente distanza non posso non trarre conclusioni: stiamo per baciarci. Chiudo gli occhi, pregando perché tutto questo non sia solo un sogno che svanirà appena li riaprirò. Non potrei sopportare altre delusioni, sarebbe troppo per me. Schiudo leggermente le palpebre e lui è ancora lì, a pochi centimetri da me. Sto odiando quei centimetri, così come odio me per non avere il coraggio di eliminarli. Riesco solo a serrare nuovamente gli occhi e aspettare questo bacio. Bacio che non ci sarà, dato che un urlo proveniente dal ponte ci fa trasalire.
«Cosa è stato?» chiede Kendall, che al contrario di me è rimasto con i piedi per terra. Sembrava un urlo femminile, credo fosse Alexa.
«Vado a controllare, tu non muoverti!» mi dice alzandosi. Stavolta non posso lasciarlo andare così, devo sapere perché ci siamo quasi baciati. Qualcuno avrebbe già concluso che gli piaccio, ma io ho bisogno delle sue parole!
«Kendall, aspetta!» lui si gira con la mano sulla maniglia della porta.
«Logan, devo andare ad aiutare gli altri!» a questa affermazione, mi alzo in piedi un po' bruscamente e il piede ricomincia a farmi male e non poco, ma non glielo faccio notare.
«S-solo un secondo... V-vorrei solo sapere... Prima... Cioè... P-perché...» lui mi guarda un po', mettendosi una mano tra i capelli.
«Scusa, ma ora non ho proprio tempo! Là sopra qualcuno potrebbe essersi fatto molto male, devo andare!» abbasso la testa. È inutile insistere. Almeno posso dire con certezza che non gli piaccio chissà quanto, altrimenti un secondo per spiegare l'avrebbe trovato.
Lo vedo abbassare la maniglia e a aprire la porta, facendo entrare dell'acqua. Mi sta ancora guardando, ma non riesco a reggere il suo sguardo. Sto per sedermi, quando Ken mi prende per il polso tirandomi verso di se. Non ho neanche il tempo di realizzare cosa sta succedendo, che lui avvicina il viso al mio e mi da un bacio all'angolo della bocca, sfiorando appena le mie labbra. Quando riesco finalmente a capire che non stavo sognando, lui è già andato via.
Dopo qualche secondo che fisso il vuoto, l'ennesima onda mi fa cadere. Reprimo un urlo di dolore stringendo i denti. Il piede, ora, fa più male di prima. Provo a massaggiarlo come aveva fatto Kendall prima, ma sono troppo nervoso e riesco solo a provocarmi più dolore. La caviglia è tutta rossa e gonfia. Provo a fare su e giù col piede, ma basta un minimo movimento per farmi quasi imprecare.
Alzo lo sguardo e vedo che la porta è ancora aperta. La camera in cui mi trovo è di fronte alle scale che conducono al ponte. Da qui posso vedere chiaramente quanto piove. Le nuvole sembrano quasi nere, la pioggia fa un rumore uniforme cadendo contro la superficie della barca. È uno spettacolo agghiacciante. E non vedo le onde... Se potessi vederle, scommetto che sarebbe anche peggio. Non sento le voci dei ragazzi, neanche gli urli. Mi sento talmente in ansia che vorrei andare da loro per essere sicuro che stiano bene, ma Kendall mi ha detto di non muovermi. Tra poco arriverà qualcuno ad aiutarci, è solo questione di tempo. Devo calmarmi. Devo farlo, ma non ci riesco. Non posso pensare a loro quattro là sopra mentre le onde rischiano di farli cadere in mare continuamente! Devo andare. Mando a quel paese il dolore e mi alzo. Trascino la gamba sinistra fino alle scale. Mi aggrappo al corrimano di ferro, sia per non scivolare a causa dell'acqua, sia perché altrimenti non potrei muovermi. Sembra andare tutto bene, quando un'onda invade le scale centrandomi in pieno. Per un attimo lascio andare il corrimano e quasi cado, ma poi lo riafferro e ricomincio a salire. Sono quasi in cima. Posso già vedere il mare. Fa paura, davvero molta paura. Quando finalmente arrivo in cima, faccio una pausa per prendere fiato e guardarmi attorno. Ci sono Ken e Jamie che corrono da una parte all'altra della barca. Los e Lex non li vedo, forse stanno ancora cercando di portarci a riva. Guardo verso di essa e vedo che non c'è ancora nessuno che viene a prenderci.
Ad un certo punto, Kendall si gira verso di me e mi vede. Sta per dirmi qualcosa, ma un'onda si alza dietro di lui e io gli urlo di spostarsi. Fortunatamente mi da retta e l'acqua lo bagna e basta.
«Logan, cosa cazzo ci fai qua?! Ti avevo detto di restare in cabina!» mi rimprovera il biondo venendomi incontro.
«Lo so, ma ero troppo preoccupato! E se non fossi salito, magari quell'onda ti avrebbe trascinato in acqua! Per ciò, non c'è di che!» lui sembra stupito dalla mia determinazione. In effetti lo sono anche io. Non è da me fare così.
«Okay... Grazie. Ma ora torna di sotto!» sbuffo. Voglio restare qui con lui. Devo trovare una scusa.
«Ma... Il piede mi fa male per aver salito le scale... Scendere anche sarebbe...»
«Logan, non cercare scuse e torna giù!» e ti pareva.
«Okay, ma almeno puoi dirmi chi era stato ad urlare prima?» quel grido mi ha preoccupato non poco. 
«Era Alexa, era caduta per via di un'onda ma ora sta bene. Vai!» annuisco e comincio a scendere le scale. È anche più difficile che salirle, mi sembra di poter cadere da un momento a l'altro. La cosa brutta è che più scendo più non riesco a vedere se sta arrivando un'onda. Mi fermo un attimo per provare a vedere se ne sta arrivando una. Non la vedo arrivare, ma la sento venirmi addosso. Provo ad urlare, l'acqua mi riempie subito i polmoni e l'impatto mi fa cadere all'indietro. Sbatto la testa sui gradini un'infinita di volte, fino a che non reggo più e svengo. Prima del buio, l'unica immagine che ho nella testa è quella di Kendall che mi bacia.

Angolo me:

... Heylà... Cioè... Ciao... 
Okay sto zitta che è meglio.

 
   
 
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