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Autore: Jericho XVIII    04/05/2009    3 recensioni
"Tutte le volte che moriamo
Solo per sentirci vivi"
Lo sharingan potrà accecarti, ma non ti libererà dalle lacrime, Itachi.
"L'Arte è..."
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Deidara, Itachi, Kisame Hoshigaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Vorrei aggiungere una piccola introduzione a questa storia.
Primo: questo è esattamente il genere di ff che scrivo. Ovvero divisa tra ciò che effettivamente si vede nel manga e cosa io posso pensare che sia successo quando la storia era altrove. Quindi quello che segue è teoricamente plausibile.
In particolare, questa fic è stata ispirata dal volume di Naruto 40 italiano (e le parti del manga verranno prese specialmente da quel volume) perché in una manciata di pagine del capitolo 364 “Il Vero Obiettivo” Itachi si comporta in un modo abbastanza ambiguo da suggerire una motivazione alternativa; quasi un dettaglio messo lì per farsi cogliere...
Secondo: questo è uno dei miei pairing preferiti, per il suo fascino indiscutibile e per quella sua disperata precarietà. Ci tengo davvero tanto.
Terzo: Sì, per quanto io mi sforzi finisco sempre per scrivere yaoi, ma questa fic è diversa. Penso che chiunque abbia una discreta conoscenza di Naruto, e ovviamente sia privo di stupidi pregiudizi, sia in grado di apprezzarne almeno il significato.
Fine. Buona lettura. Hope u like it.
18



;Kiss the Rain




Tutte le volte che muoriamo
Solo per sentirci vivi

“Dovrei ringraziare Itachi. Uhuhuh!
La mia Arte ha vinto!”


Deidara ansimava piano sotto di lui. L'oscurità avvolgeva ogni cosa e un unico spiraglio di luce si infiltrava debolmente dalle fessure della porta semichiusa. Itachi lo inchiodò con lo sguardo, tenendogli la testa fra le mani, costringendolo a guardarlo.
E Deidara lo vide.
Sul volto di Itachi, dietro gli occhi perennemente deformati dallo sharingan, non c'era nulla.

“Ho vinto.”
“...”
“Perché non dimostri la tua paura? Non ti rendi conto che stavolta verrai veramente ucciso dalla mia Arte?!”


Era lui che l'aveva trovato per primo. Era per lui che era entrato nell'Akatsuki. Era per lui che ogni giorno rendeva la sua Arte sempre più potente. Per ucciderlo. Per amarlo.

“Sasori è morto”
Si sente un leggero brusio. Sbuffi di sorpresa.
Deidara lo guarda. Non ha battuto ciglio.
“Dunque, d'ora in poi Deidara farà coppia con...”

... Itachi! Itachi, deve essere Itachi. Per compensare la squadra, per le abilità coordinabili, per... perché l'ho chiesto a Pain di persona.
“...Tobi”

Deidara non aveva mai odiato Tobi. Forse perché sospettava della sua vera identità. Forse perché, come lui, era l'unica giovane stella allegra della loro “tetra organizzazione”.
Però ogni volta che lo guardava -ogni volta che lo sentiva sfrecciare accanto a lui, ogni volta che abbatteva sotto i suoi colpi il loro bersaglio- una furia omicida si impossessava di lui. Lo avrebbe voluto uccidere. Eliminare, distruggere. Farlo sparire.
Perché al posto di Tobi doveva esserci Itachi.

“Voi fratelli Uchiha siete insopportabili! Vi fingete sempre impassibili! L'arroganza nei vostri occhi... è inammissibile! Sembrate disprezzare la mia Arte!”

Quando aveva visto Sasuke per la prima volta, Deidara aveva evitato di guardarlo negli occhi, perché se l'avesse fatto sarebbe caduto nella sua illusione, ma soprattutto perché... gli avrebbero ricordato troppo suo fratello Itachi.

“L'esplosione avrà un raggio di dieci chilometri! E' impossibile che tu riesca a fuggire! AVANTI! TREMA DALLA PAURA!”

Si era presentato al covo con il cercoterio ancora legato ai C3, ignorando completamente Tobi che gli saltellava intorno ripetendogli che il lavoro in fondo l'aveva fatto in gran parte lui.
Pian piano, sulle dita del Re dell'Inferno, iniziarono ad apparire, sempre più nitide, le proiezioni dei membri dell'Akatsuki. Quando la figura di Kisame guizzò davanti a lui, Deidara ebbe un fremito. Itachi sarebbe apparso tra una manciata di secondi.
Aveva fatto in modo di essere davanti a lui, ben in vista sopra gli uccelli di argilla che avevano trascinato il cercoterio, il sangue ancora fresco là dove si era ferito. Voleva trovarselo davanti agli occhi, e fissarlo. Si sentiva abbastanza forte per farlo. Era migliorato, molto. L'occhio aperto del Re dell'Inferno era opera sua. Si era guadagnato il diritto di guardarlo faccia a faccia.
Itachi arrivò mentre calava il silenzio.
Deidara fremeva e sentì le mani tremargli, mentre si gonfiava d'orgoglio. Cominciarono a delinearsi i tratti del suo viso, e il corpo si faceva definito. Sorrise, e spalancò istericamente gli occhi. Lo sharingan di Itachi diventò visibile, e lui vi si puntò. Era una sfida, la sua dimostrazione.
Itachi diventò materiale.
Quando la sua espressione di sempre, assente, laconica e sprezzante, tornò a spegnere i suoi occhi rovinati, Deidara distolse lo sguardo, per non affogare nella mera impassibilità delle sue iridi scarlatte.

“Non me ne frega nulla della tua 'arte'. Ora dimmi dove si trova Itachi”
Sasuke era distrutto quanto lui. Aveva scoperto il suo punto debole ma ora anche lui era all'estremo. Era stata una battaglia senza eguali, come non ne aveva mai fatte.
Deidara sobbalzò a quella frase.
Tobi avrebbe detto che Sasuke aveva fatto due errori: numero uno, offendere l'Arte di Deidara, numero due, chiedere di Itachi a lui.
Itachi. Deidara prese a tremare violentemente. Il suo corpo era scosso dal tremore: il dolore, l'ira... il tradimento.
Si costrinse a riacquistare il contegno. E decise.
Ancora ringhiante, si strappò i vestiti. L'anello all'indice sembrava rovente. Sasuke aveva persino tolto lo sharingan - in un certo senso, anche se non l'avrebbe ammesso, ne era sollevato. Ora che aveva deciso, persino lo spettro di Itachi che viveva nel suo fratello minore era svanito e non l'avrebbe potuto fermare.
Anche in quelle condizioni, mentre si strappava i fili che cucivano il suo “cuore” non poté che ammirare gli splendidi disegni sul suo torace. L'Arte. Se Itachi avesse saputo cosa c'era veramente al posto del suo cuore... forse avrebbe capito. Ma era troppo tardi.
L'aveva provato solo una volta; quando la bocca sul suo petto si spalancò, Deidara si sentì di nuovo colmo della sua forza. Impastò l'argilla febbrilmente e sentì cosa accadeva dentro di lui.
Il flusso che aveva dentro il corpo, il chakra e la sua vita, il sangue, la coscienza e tutto ciò che di vivo c'era in lui, si raggrumava dove c'era il suo cuore, e pian piano perse la sensibilità agli arti; il caldo si dipanò dentro quel nucleo di energia e prese a battere come un cuore, crescendo rapidamente.
Poi Deidara lo fece.
Per la prima vera volta, fissò negli occhi l'Uchiha. Nella sua incoscienza l'emotività si fece strada e si ricongiunse non con la ragione, ma con il suo 'cuore'. Guardò negli occhi Sasuke come avrebbe voluto fare con Itachi.
E lo vide.
Vide come Itachi sarebbe stato senza quel fottuto sharingan. Nel suo delirio, spalancò ciò che dei suoi occhi rimaneva per guardare meglio.
Vide gli occhi neri di Itachi rimarcati in quelli di Sasuke e la vitalità che aveva abbandonato il fratello maggiore ma che ancora viveva nel corpo del minore agitarsi, tentare disperatamente di mettersi in salvo. Non gli importava neppure più di essere riuscito ad incutere timore ad un Uchiha.
Quel guizzò di vita lo affascinò e lo stregò a tal punto da escludere l'intero mondo; c'era solo l'Itachi umano dentro quegli occhi neri che erano la cosa che aveva sempre desiderato vedere e amare.
“L'Arte è...”
Ed ogni cosa diventò polvere e luce.


*


“Deidara è morto. E' esploso suicidandosi”
“Un altro di noi in meno. Eppure credevo che fosse abbastanza forte.”
Erano solo in cinque, nel covo. La Morte aveva occupato un altro posto vuoto e teneva loro compagnia con il suo silenzio denso di significato.
“Chi l'ha battuto? Sasuke o la forza portante dell'enneacoda?”
“Sasuke. Però... pare sia morto anche lui.”
Kisame guardò Itachi, silenziosamente sbalordito. Aveva abbassato gli occhi?
La breve riunione terminò quando Pain prese congedo per pregare. Quattro delle cinque figure presenti si smaterializzarono lasciando l'ultima di esse immobile al suo posto, la testa ancora chinata.
Poi anche Itachi svanì per raggiungere Kisame.

“Continua a piovere. E' strano che in questo periodo e da queste parti piova così tanto.”
E' il tributo di Pain per Deidara. Lui non ha lacrime, così lascia piangere il cielo.
Prima di uscire allo scoperto, Itachi alzò lo sguardo.
Camminarono per qualche metro, Itachi al solito davanti a Kisame. I loro passi sollevavano piccoli spruzzi dal terreno, e i rumori dei loro movimenti erano coperti dal ticchettio dell'acqua che si precipitava al suolo.
Kisame studiò il suo compagno.
“Così vi ammalerete”
Itachi era immobile sotto la pioggia, il mento rivolto verso l'alto, lo sguardo a fissare qualcosa di intangibile nei suoi ricordi che volteggiava tra le gocce che riempivano il cielo.
L'impassibilità del suo volto bagnato aveva acquistato un che di stranamente solenne, e i capelli neri che si andavano inzuppando gli si erano appiccicati alla fronte.
Kisame si sentì a disagio.
“Mi dispiace per vostro fratello. Ora siete l'ultimo degli Uchiha.”
L'altro rimase in silenzio per qualche altro secondo, poi la sua voce si levò in un monosillabo che parve tremolante, forse distorto dalla pioggia, forse davvero spezzato.
“No.”
Kisame sobbalzò. Non capiva il significato di quel 'no' così strano, così diverso e innaturale, come se lo stesso Uchiha avesse abbandonato se stesso per pronunciarlo.
Poi la voce riacquistò il suo solito tono fermo e deciso, e Itachi continuò.
“Sasuke non è morto.”
Com'era possibile?
“Inoltre...”
Un ultimo debole tuono lontano, e i raggi di sole fecero rifulgere le vaste pozzanghere che la pioggia aveva lasciato.
“Ha smesso...”
Itachi concluse voltandosi verso il compagno.
“...Di piovere”
E Kisame vide che piccole gocce continuavano a scendere lungo il suo viso.


“Il colore rosso che vedi nei miei occhi
Non è amore
Ma sangue”



-----------------


*2
Dunque.
Ragionando in modo logico, Itachi viene informato della morte di Deidara e di quella presunta di Sasuke, più Tobi che è scomparso (ma Itachi sa chi è in realtà).
Quando escono sotto la pioggia, Itachi si comporta in un modo molto diverso dal suo abituale carattere, e Kisame osserva che sembra stia piangendo.
Itachi ribatte che Sasuke non è morto; della parte successiva, le sue lacrime possono essere interpretate come non per Sasuke (che è vivo, come dice lui stesso) ma per l'altro che è morto... il biondino che l'aveva amato da ragazzo.
Disclaimer: Naruto e tutti i suoi personaggi&ambientazioni © Masashi Kishimoto.
L'autore di ogni parte della fic è la sottoscritta.
Scritta nei giorni venerdì e sabato 01/02 Maggio 2009, per un totale di circa un'ora e mezza di tastiera (quindi ho scritto la notte fino alle undici e il pomeriggio del giorno dopo).
Theme song: City Of Blinding Lights, U2 (anche se apparentemente non ha legami con la trama).
Dedicata a Esa e Evira, ovvero ad un caro amico.

Grazie per l'attenzione e la pazienza xD
XvIII

Extra contents (tipo i film, lool)
“Itachi?”
“Uhn?”
“CUUUUUUULOOOOO”
[Cit.]


Va bene, ho finito, ho finito, me ne vado...



Risposte alle recensioni

@CloudRibbon: Prima di tutto grazie per il commento e per i complimenti. Penso che Naruto sia un buon fumetto soprattutto per quello che ci si può leggere tra le righe <3 E si evolve ogni episodio, quindi "studiarlo" è un piacere.
  
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