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Autore: hoodsreason    21/09/2016    0 recensioni
Io non capivo, ti giuro che non capivo, e forse non mi sono mai sforzata di farlo. Ora, invece, seduta sul divano con il computer sulle ginocchia mentre Dear John scorre sullo schermo, e Amanda Seyfried abbraccia Channing Tatum le tue lamentele hanno finalmente un senso.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzi (avrei voluto dirti)




Ti sei sempre lamentato dei miei silenzi, dicevi che avrei dovuto smettere di tenermi tutto dentro, che i miei amici non erano le uniche persone a cui importava di sapere cosa mi passasse per la testa. Mi hai sempre detto che eri lì per me e avresti soltanto voluto che io me ne accorgessi.

Io non capivo, ti giuro che non capivo, o forse non mi sono mai sforzata di farlo. Ora, invece, seduta sul divano con il computer sulle ginocchia mentre Dear John scorre sullo schermo, e Amanda Seyfried abbraccia Channing Tatum le tue lamentele finalmente mi sembrano sensate.

 Ho sempre pensato che la tua fosse gelosia, che il mio rapporto  con i miei amici ti stesse stretto, e, nonostante in parte fosse così, non avevo notato che c’era anche dell’altro, dell’altro che non sono mai riuscita a vedere. C’era che volevi che io mi fidassi di te, che ti considerassi un punto fisso, che mi sentissi libera di farmi vedere fragile.

Io questo non lo avevo mai preso in considerazione, così come tu non hai mai tenuto conto della mia paura. Sì, hai capito bene, paura: la ragazza orgogliosa che ammetteva di aver paura soltanto degli aghi, aveva paura di te. Una paura destabilizzante, quella che ti frega, quella che non ti permette di lasciarti andare, quella che avevo quando, a cinque anni, mio zio ha tolto le rotelle alla mia bici. Più passavo il tempo  con te, più tu iniziavi a smontare i miei muri, le rotelle che mi aiutavano ad andare avanti senza cadere. L’unica differenza è stata che la paura di quello che mi avresti potuto fare era più forte di quella di un ginocchio sbucciato: e così a cinque anni ho afferrato con forza il manubrio della bicicletta e ho continuato a pedalare; a sedici ho ricostruito quei muri in modo ancora più resistente, mi sono chiusa nei miei silenzi e ti ho spinto ad allontanarti.

Oggi ti ho rivisto dopo due mesi e avrei voluto dirti un sacco di cose. Avrei voluto dirti che mi manchi; che mi sono cresciuti i capelli; che mi sono fissata con Drake e la cosa mi imbarazza alquanto; che ho comprato un paio di scarpe tamarrissime che ti piacerebbero da morire; che ho praticamente imparato a memoria Tennessee Love anche se ti avevo detto che era orrenda; che continuo a litigare con mio cugino anche se gli voglio un bene dell’anima; che ho conosciuto un ragazzo che in un paio di mesi è diventato uno dei miei migliori amici e che vorrei fartelo conoscere anche se non lo sopporteresti; che mi manca Lorenzo e avrei voluto che avessi mantenuto la tua promessa di essere qui a consolarmi; che mi dispiace per come siano andate le cose tra noi e che a te ci tengo ancora

Stavo per dirti tutte queste cose, volevo farlo, ma sono stata zitta perchè appena ti ho guardato negli occhi la paura è tornata, più forte di prima. Quindi, ti prego, torna indietro e insisti; abbatti quei muri e impediscimi di ricostruirli.

Torna e resta.

Nonostante il mio caratteraccio, nonostante l'orgoglio, nonostante tutto, ti prego, torna e resta.

 
  
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