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Autore: reggina    21/09/2016    4 recensioni
Jun e Yayoi sono cresciuti, convivono e guardano ad un roseo futuro insieme. Tre piccoli uragani destabilizzano la loro quotidianità ben definita, portandoli a rivalutare le loro scelte in prospettiva.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Naoko Hyuga/Nathalie Lenders, Yayoi Aoba/Amy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando al liceo era stata una ragazzina timida e ansiosa, Yayoi si era aggrappata a quelle tre persone della classe con cui era più in sintonia e, intanto, sognava l'università: il luogo dove tutto sarebbe cambiato, dove sarebbe diventata una persona felice.

Aveva idealizzato quelle aule dispersive, con trecento persone sedute ogni giorno in posti diversi. Il primo mese lo aveva passato a piangere nei bagni, ad essere un pesce fuor d'acqua, a difendersi con l'indifferenza, a sedersi all'ultimo posto e fuggire via all'ultima parola del professore.

Le cose erano migliorate quando Jun aveva deciso di seguire i suoi stessi corsi. Con lui accanto non aveva mollato, era rimasta concentrata fissa sull'obiettivo fregandosene del contesto, cercando di vincere il disagio e la solitudine.

Adesso le rimbombavano in testa le parole con cui, una volta, l'aveva descritta la sua professoressa di letteratura del liceo.

Tu sei uno specchio, Yayoi! Tendi a riflettere gli altri, quindi non appari veramente.

Più si è specchi, più si è empatici e meno si lega con gli altri.

Paradossalmente era vero: per socializzare bisogna capire chi si è, non smarrirsi mai.


Fuori dall'auditorium, immersa nel giardino botanico dell'ateneo, si godeva l'espressione meravigliata e guardinga di Naoko. Dopo l'ultima settima di fuoco, in cui era stato un po' come passare in un frullatore, portare con sé la bambina all'università le aveva fatto fare un tuffo nel passato, ma anche uno nel futuro.

Yayoi si rivedeva matricola, con lo stesso spaesamento che spalancava gli occhi di Naoko.

"Non la immaginavo così la scuola dei grandi ma, alla fine, non è tanto brutta. Anche se mancano i palloncini e i banchi colorati."

La studentessa di medicina aveva sospirato piano, sentendosi inconsciamente a proprio agio adesso, dopo quell'approvazione. La domanda spontanea ed ingenua che era piovuta, immediatamente dopo, invece l'aveva spiazzata.

"Tu sei mai stata bambina?"


C'era voluto uno scricciolo di sette anni appena e dal sorriso a finestrella per porla difronte a quello specchio dove era doloroso riflettersi. Avrebbe potuto rispondere nel modo più semplice e sbrigativo, con un secco non me lo ricordo, , ma era stato il suo cuore ad aprirsi ai ricordi.

"Certo che lo sono stata! Io, da bambina, viaggiavo continuamente: viaggiavo per conto mio, nella mia testa, e incontravo una città identica all'altra, con le stesse strade, le stesse case e le stesse persone. Non sapevo ancora che il mondo fosse ovunque diverso!"

Aveva rigirato tra le mani il sacchetto con le fotocopie acquistate quella mattina, mentre Naoko si disinteressava del suo lecca lecca sempre più incuriosita dalla ragazza grande.

"Giocavi e ridevi anche?"

"Assolutamente. Sono stata una bambina felice."

Aveva puntualizzato Yayoi, un po' risentita.

"Quand'è che hai smesso di divertirti?"


La ragazza si era raddrizzata di colpo, tramortita dal ricordo di quel momento preciso che aveva chiuso le porte, definitivamente, alla spensieratezza dell'infanzia e l'aveva fatta diventare grande a dodici anni appena.

"Quando è accaduta una cosa brutta a Jun. Per molto tempo siamo stati tristi entrambi, abbiamo lottato tanto per tornare a ridere di nuovo."

Naoko aveva leccato la sua grossa caramella colorata e si era stretta nelle spalle, ondeggiando con i piedini incrociati.

"Jun ha una risata molto bella! La tua, invece, non l'ho mai sentita. Io credo che tu e Jun siete come l'acqua e l'olio!"

Era un paragone che, ancora una volta, aveva fatto riflettere Yayoi: loro due si amavano, stavano bene insieme ma dovevano imparare ad essere orgogliosi delle loro diversità.

   
 
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