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Autore: rocchi68    21/09/2016    5 recensioni
Passare il pomeriggio in uno dei bar che costellavano il centro, era uno dei modi migliori per ammazzare il tempo.
Quella non era una giornata indimenticabile.
A essere sinceri non era nemmeno una giornata da ricordare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Le due erano andate a dormire molto tardi e la vecchia di prima mattina era andata a chiamare Scott.
I soldi che avevano pattuito erano pronti, ma solo per poco prima di mezzogiorno il rosso diede la sua disponibilità per l’incontro.
Incontro che sarebbe avvenuto nello studio della vecchia, lontano da occhi indiscreti e nella più totale privacy.
La signora sperava di riuscire a sistemare le cose.
“Mi avete fatto chiamare, signora?” Chiese Scott con voce roca, sedendosi su una delle poltrone della stanza.
“10 milioni di rubli come promesso con tutta la mia gratitudine.” Rispose la donna, indicando la valigetta con il denaro.
“Accetto la gratitudine contessa, ma…ma io non voglio quel denaro.”
“Ma allora che cosa vuoi?” Gli chiese la donna, accennando un sorriso.
“Sfortunatamente nulla che voi mi possiate dare.” Rispose, rialzandosi dalla poltrona e avviandosi verso la porta.
“Giovanotto…dimmi la verità. Tu hai fatto molta fatica con lei e lo so perché conosco il suo carattere. Tu hai salvato la sua vita e senza volerlo anche la mia, poi l’hai protetta e l’hai restituita a me e ora non vuoi alcuna ricompensa?”
“No, non più.”
“Perché hai cambiato idea?”
Se Scott avesse immaginato di dover subire il terzo grado anche dalla vecchia sarebbe scappato senza nemmeno accettare il suo invito.
“È stato un cambiamento dettato dal cuore.”
“Se vuoi, puoi restare.” Riprese la donna, cercando di sbloccare la corazza che stava tenendo per tutto il tempo.
“Non occorre. Temo per la mia vita e poi è molto meglio così.”
“Come?”
“Dawn è felice ora e non mi avrà più in mezzo ai piedi come desidera..”
“Puoi salutarla?”
“No.”
“Nemmeno i tuoi amici di Berlino?” Chiese la vecchia, chiudendo la valigetta con i soldi e riponendola sul pavimento.
“Non saprei.”
“In questi casi, posso solo augurarti buona fortuna.”
“Addio signora.” Borbottò, uscendo dallo studio e avviandosi quindi alla scalinata che lo avrebbe condotto al piano inferiore.
 
Con la testa bassa di uno che ormai aveva perso tutto e con il morale sotto i tacchi si avviava verso il nulla.
Non avrebbe mai immaginato una fine così tragica.
Era proprio vero che la sua vita faceva pena.
E scendendo le scale era andato incontro ad uno scherzo del destino.
Qualcuno voleva vederlo soffrire, quando la incrociò.
Lei saliva le scale verso il Paradiso e lui le scendeva verso l’Inferno.
Lei alzò gli occhi e tutta la rabbia che provava verso di lui era come svanita di colpo.
Davanti a sé non aveva più l’uomo che l’aveva sostenuta.
C’era solo un ferito che chiedeva aiuto, ma l’orgoglio rispose per lei.
“Ciao Scott.” Iniziò, costringendolo ad alzare lo sguardo.
“Ciao Dawn.”
“Hai raccolto la tua ricompensa?” Gli chiese, guardandolo con acidità.
“Il mio lavoro è concluso.” Rispose, cacciando le mani nelle tasche dei jeans e sfiorando le ultime sigarette.
“Giovanotto vuole inchinarsi e mostrare il dovuto rispetto alla contessa?” Gli fece notare un vecchio maggiordomo.
“No, non è necessario.” S’inserì la voce melodiosa della ragazza.
Ormai Scott non aveva più nulla da perdere.
Aveva perso tutto e tanto valeva uccidere anche l’orgoglio.
“Vi prego contessa. Sono felice che abbiate trovato ciò che cercavate.”
“Sono lieta che lo abbia trovato anche tu.”
“Bene, addio contessa.” S’inchinò e abbassò di nuovo lo sguardo, mentre lei si passava una mano sul volto.
Scott continuò a scendere i gradini, sperando che lei lo fermasse.
Non udì nulla uscire dalla sua bocca.
“Addio.” Era troppo lontano per sentire quel bisbiglio che Dawn gli aveva regalato un’ultima volta.
Lei voleva trattenersi, ma quella parola era uscita inconsapevolmente dalle sue labbra.
Troppo tardi perché sortisse un qualunque effetto rilevante.
 
Scott ormai doveva solo salutare i suoi vecchi amici.
Doveva farlo perché si sentiva in debito nei loro confronti.
Lo avevano sostenuto nonostante la fesseria che aveva combinato.
Se avesse potuto, avrebbe preferito evitare quell’incontro, ma gli sembrava giusto salutarli un’ultima volta.
I due si stavano preparando per il ballo e non si erano accorti della sua presenza.
Fu quando Mike si volse verso lo specchio per controllare la cravatta che lo vide.
“Saresti brutto anche senza.” Borbottò il rosso, facendoli sorridere.
“Scott.” Bisbigliò la rossa, sorpresa nel vederlo vestito come al suo solito.
“Se passate per Mosca, venite a trovarmi.”
“Non resti per la festa?” Gli chiese il moro, fissandolo con uno strano sguardo.
“E rischiare di morire? Avrò i miei problemi per tornare in Russia e se ci aggiungo un occhio nero, farò ancora più fatica.”
“Scott stai facendo uno sbaglio.” Lo ammonì la rossa.
“Credimi Zoey, se ho fatto una cosa giusta è proprio questa.”
“E così hai intenzione di andartene?” Sbuffò l’amico, facendolo ghignare.
“Con un po’ di fortuna potrei riprendere il mio vecchio lavoro.”
“Sai che dicono della Russia?” Domandò Mike.
“No.”
“Dicono che hanno sgominato ogni membro del regime di Chris.”
“Anche quello che ha attentato alla vita di Dawn.” Sbuffò Scott.
“Sono tutti morti.” Borbottò Zoey.
“Bene…ora posso anche andare.”
“Fatti sentire.” Intervenne la donna.
“Vedremo.”
“Guarda che l’hai promesso.” Borbottò il moro, stringendogli la mano.
“Lo so.”
Con queste poche parole uscì dalla stanza e in seguito dalla villa della vecchia contessa.
Aveva terminato il suo lavoro e non aveva più alcun motivo per restare.
Si sarebbe sentito un escluso all’interno di una sciocca festa.
E quel viaggio gli aveva fatto capire che doveva riprendere la vita da fantasma.
Aveva sempre fallito.
Doveva sostenere la verità fin dal principio.
Doveva confidarle il segreto che aveva sempre protetto.
Sarebbe stato compito della nonna.
Tanto ormai la sua storia era segnata.
Doveva solo tornare in Russia e tenersi occupato.
Scott non sarebbe più tornato indietro e non avrebbe più messo piede in Francia. 
 
Qualche tempo più tardi
 
Era tornato in Russia da poco tempo.
Si era soffermato per un po’ a Varsavia a causa di alcuni problemi con i documenti.
Per un assurdo scherzo del destino aveva rincontrato sul treno il controllore corrotto.
Ci aveva riso su e poi aveva comprato un giornale con cui potersi intrattenere.
Verso le notizie estere erano riportate alcune righe di un futuro matrimonio a Parigi tra nobili.
A leggere il cognome della casa, un sorriso malinconico gli solcò il volto.
Aveva promesso e poi se ne era pentita.
Avrebbe ricordato per sempre quella fuga improvvisa.
Quando lui era stato vicino a innamorarsi.
Forse la sua vecchia benefattrice aveva ragione.
Non aveva torto quando ammetteva che non era cattivo.
Che le persone dovevano solo conoscerlo meglio.
Dawn aveva promesso, ma non aveva avuto pazienza.
Dovette aspettare ancora prima di allontanarsi.
Un minuto non contava nulla.
Un giorno portava il suo pensiero.
Una settimana evocava solo rabbia.
Un mese faceva male.
Un anno e se ne era scordato.
Perché questa era la verità.
Così come Scott si era sempre mostrato orgoglioso, alla fine riusciva a dimenticare ogni cosa.
Aveva dimenticato tutto.
Seppur non avesse memoria di quel fatto passato, lui non si sposò mai.
Restò solo nel suo mondo.
Escluso da una società che non aveva bisogno della sua presenza.
Escluso dalle persone che non aveva mai imparato a conoscere.
Escluso dal mondo intero.
Era questa la cosa peggiore.
Essere un eremita in mezzo alle persone.
Aspettava soltanto che qualcosa lo portasse in una realtà diversa.
Seduto sulla sua poltrona, sorseggiava l’ultimo bicchiere di whisky di quella giornata, aspettando che qualche guardia lo arrestasse per alto tradimento.
Alla fine aveva scelto di diventare nemico anche della democrazia.
Tanti danni avevano fatto in quell’anno.
Danni che il vecchio non era riuscito a fare in tutta una vita intera e ora se ne pentiva.
Forse Chris aveva sempre avuto ragione.
E forse quell’opera di distruzione della nobiltà era una mossa necessaria.
“La dichiaro in arresto!” Si sentì dire, mentre una pistola si appoggiava alla sua testa.
Non badò a quella minaccia.
Riprese il bicchiere in mano, lo alzò al cielo e lo studiò con attenzione.
“Viva il regime.”
Poche parole furono sufficienti.
Era un nemico del popolo e doveva essere ucciso.
Nessun ripensamento.
Nessuna lacrima.
Solo una pallottola a segnare quella giornata.
Una singola pallottola che lo aveva fatto cadere al suolo con il suo amato whisky e che gli avrebbe fatto compagnia in quei pochi secondi.





Angolo autore:
Seppur con un pizzico di ritardo eccomi con l'ultimo capitolo.
Non so ancora quando uscirà la prossima long.
Prima devo avere le idee ben chiare e ovviamente ritagliarmi qualche minuto dagli impegni scolastici.
Spero di tornare a scrivere molto presto, ma comunque non sarò totalmente assente.
Mi ritroverò con le recensioni.
Beh, non ho nulla da aggiungere se non ringraziare le 4 anime che hanno sempre recensito:
1. Anonimo;
2. Dawn_Scott;
3. Raymox;
4. Face of fear.
Credo sia saggio chiudere questo angolo prima che diventi più lungo del capitolo.
Alla prossima.
   
 
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