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Autore: ZeldaFitzgerald    21/09/2016    0 recensioni
Tu mi hai distrutto, Harry. Hai buttato via ogni minima certezza, hai abbattuto i muri e i tunnel in cui avevo trovato rifugio per sfuggire a me stesso e ne hai costruiti di nuovi, finestre da cui non entra altro che luce
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio di colpo, fa freddo ed è buio. La finestra è aperta ma non ricordo neanche di essere tornato a casa. In testa il caos. Il sangue nelle mie vene scorrea malapena, le labbra livide, le mani cianotiche. Sono sul divano, strano. Non riesco a dormirci su di solito, è troppo piccolo. Cerco di ricordare come mai non sono tornato a letto, gli occhi aperti a malapena, odore di tequila nauseante, una bottiglia stesa sul tavolo volta a disperdere gran parte del suo liquido sul tappeto blu. Quello che hai comprato tu. Inspiro velocemente, l’aria gelida mi congela i polmoni, tanti spilli a trafiggermi il petto eppure non riesce a farmi male quanto questo ricordo che mi si insinua tra le dita della mano e non lascia la presa. 


Eri tornato a casa, dopo una shooting fotografico e mi avevi chiesto di scendere ad aprirti il portone, come al solito avevo sbuffato. Scesi in ciabatte, con indosso solo un paio di vecchie mutande logore che non so perché accendono in te un desiderio irrefrenabile. Ti piacciono quanto questo vecchio e minuscolo appartamento, litighiamo spesso per colpa di questa casa. Non vuoi lasciarla, io voglio una piscina. Avevi in mano questo rollo di pelo gigante, mi hai baciato in fronte, hai spostato il tavolino di legno e lo hai srotolato. Un tappeto blu. Che sorriso avevi amore mio, non avevi neanche notato quelle  vecchie mutande, ti eri steso sul tappeto e mi avevi chiesto di stendermi affianco a te. Un secondo dopo eravamo abbracciati. Erano tempi felici quelli, in cui si faceva l’amore ad ogni ora, quando non bastava mai, quando tu non mi bastavi mai. Tempi in cui io ero abbastanza per te.
Mi avevi chiesto che cosa stessi provando e senza neanche darmi il tempo di rispondere mi hai detto “anch’io”. Io però non avevo parlato ma sapevi quello che avrei voluto dirti e che mai sono riuscito a fare. Non sono bravo con le parole, non ti dissi che ti volevo, non ti ho saputo chiedere di restare. Amore, eri così ingenuo… non volevi nient’altro che stenderti su di me e addormentarti a ritmo del mio cuore e io non aspettavo altro che questo tuo gesto prima di abbandonarmi candidamente a Morfeo. Non dormo più, non mangio più, non mi alleno più. 

Sono colpevole. 

Te la ricordi la prima volta che abbiamo cenato in questa casa? Mi avevi chiesto di portare da bere. Una bottiglia di tequila, “messicano oggi, dicono sia afrodisiaco” mi avevi detto col sorriso stampato prima di sparire dietro il suono muto di una chiamata interrotta. Quando sono arrivato a casa eri su di giri, completamente nudo intento a guardarmi con aria di sfida.  Era come se ti conoscessi da tempo e ti stessi guardando solo per la prima volta, con occhi diversi, con la voglia di accarezzarti delicatamente. E’ stato lì che ho capito di amarti. Non ebbi il coraggio di muovermi, ricordo l’impossibilità di fare anche un solo passo verso di te, lì avresti capito, avevo sbagliato tutto Harry, stavo perdendo in quel gioco che io stesso avevo creato.

Ci divertiamo, niente amore” ti avevo detto durante uno dei nostri primi incontri, “ci stai?”

Avevi annuito, luccichio negli occhi che andava a velare la tristezza che quelle semplici parole avevano scalfito nel tuo cuore. “Ci sto” hai risposto senza neanche guardarmi e hai preso a baciarmi selvaggiamente sul divano di quella casa di campagna che nascondeva il nostro piacere. Fu la prima volta che facemmo l’amore, te lo ricordi ancora, amore mio? Ricordi come l’ansia di non essere abbastanza bravo ti impediva di godere del frutto del tuo desiderio senza inibizioni? Ricordi come ti presi la mano e la portai delicatamente sul mio sesso aspettando che il sangue fluisse nel punto giusto, aspettando che tu fossi pronto per amare il mio corpo? Non desideravo altro, il tuo corpo dentro il mio, solo questo. Il tuo tocco ingenuo divenne ben presto feroce lussuria, via ogni tabù, ogni limite, i nostri corpi, solo i nostri sessi infuocati a mescolarsi. Un vortice bianco ad avvolgere l’apice del piacere, stranamente successe nello stesso istante, non mi era mai capitato. Mi rivestii in fretta, era solo sesso giusto? Non c’era tempo per le coccole.
Torno a casa per il weekend, ti chiamo lunedì” ti ho detto senza aver nessuna voglia di ascoltare la tua risposta e sono uscito di casa. Ti ho lasciato lì da solo, se adesso ci ripenso ti immagino seduto sul divano, ancora nudo ad accarezzarti soavemente. Eri così bello, Harry.

Come potevo amarti? Erano passati solo pochi mesi, non sapevo nulla di te. Non volevo conoscerti, volevo solo il tuo corpo su di me, semplice no? Mi sei venuto vicino, mi hai accarezzato delicatamente e mi hai sussurrato “Louis, la cena è pronta”. Non mangiammo, o meglio, ci nutrimmo di noi stessi quella notte. Non ricordo di aver mai goduto così tanto. E’ davvero questo che fa l’amore? Ti rende vulnerabile e amplifica il piacere? Ora è solo dolore. Tu non ci sei più e io non so cosa fare, non so più toccarmi Harry, nessuno sa farlo. E’ come se il mio corpo non fosse più sensibile a nessun tipo di stimolo che non provenga da te, a nessuna mano che non sia la tua, a nessun sesso che non sia il tuo.  

Non ebbi il coraggio di parlare, rimasi in silenzio ad aspettare che ti addormentassi sul mio petto, per la prima volta dopo mesi te lo avevo concesso o forse stavo solo permettendo a me stesso di amarti e tu lo avevi capito. Non avevi bisogni di fiori, armature da cavaliere o dichiarazioni in gran stile, volevi solo addormentarti sul mio cuore e io non desideravo altro.  Mi svegliai poche ore dopo, ti tenevo ancora addosso e sapevi di vaniglia. Iniziai a baciarti lentamente, sulla fronte, volevo che ti svegliassi con calma, senza ansie. Non avevo più fretta. Hai aperto gli occhi dopo qualche minuto, e con un sorriso a mezza bocca e la voce roca di chi si è appena svegliato mi hai detto “ancora”. Mi è bastato baciarti lì, nell’angolo che forma la tua mascella e sei partito, è il tuo punto preferito amore, il punto che rende il tuo sesso la mia arma di distruzione. Tu mi hai distrutto, Harry. Hai buttato via ogni minima certezza, hai abbattuto i muri e i tunnel in cui avevo trovato rifugio per sfuggire a me stesso e ne hai costruiti di nuovi, finestre da cui non entra altro che luce. Mi hai reso sicuro delle mie insicurezze, forte accanto a te, un ragazzo di appena 18 anni.  Perché hai scelto me? Perché hai scelto di amare chi non sa amare? Perché ti è bastato quel messaggio per smettere di abbattere i miei muri? Torna qui a distruggermi, amore mio. 

Sono di nuovo lì su quel tappeto blu con te in quella notte di due mesi fa.  Mi hai detto “anch’io”, io sono impazzito, mi sono alzato e sono andato via sbattendo la porta. Ho chiuso la nostra porta Harry, capisci? E’ facile pensare a quanto sia brutto restare chiusi fuori ma nessuno pensa a quanto possa essere brutto essere bloccati dentro. Ti ho scritto “è finita” e non ho ricevuto risposta, Amore mio. Non potevo permetterti di amarmi, non merito di essere amato da te io che non amo me stesso. Ho provato a scriverti quando l’idea di averti perso rendeva i miei giorni un inferno ma non ho mai inviato un solo messaggio. Solo stanotte ci sono riuscito, ti ho scritto che ho macchiato il tappeto e che devo buttarlo ma non mi hai risposto, amore mio. Dove sei, amore mio?

Mi odio per averti fatto questo, non ti manco amore? Perché io non sono più me stesso senza di te e se adesso sto lasciando questo messaggio nella tua segreteria è solo perché meriti di sapere che io ti amo, Harry. Tu sei la mia luce, sei il mio sole. Aspetta amore mio, bussano alla porta.



Hey
Hey



Sei tu amore mio.
"Scusa il ritardo, ho comprato un nuovo tappeto, Lou”.
   
 
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