Autore:
Izayoi007.
Titolo: Sennin, gatti e ramen.
Genere: sentimentale, romantico,
commedia.
Rating: verde.
Avvertimenti: nessuno
Introduzione: […] “- Mi stai proponendo un appuntamento, Minato-kun? – borbottò, tentando di conservare una parvenza
di serietà, anche se il rossore evidente sulle sue guance candide la tradiva
clamorosamente.
- Mh, sì, credo che si possa definire un appuntamento. La
cosa ti crea un qualche disturbo? – rispose candidamente. Lei negò con il capo,
seppur il suo cuore stesse martellando così furiosamente nel petto che quasi
temette potesse schizzarle su per la gola.
- Bene allora,
cosa vorresti mangiare, Kushina-chan? – Lei non ebbe
bisogno nemmeno di pensarci.
- Ramen! – rispose
prontamente. Il ragazzo sorrise.” […]
SENNIN, GATTI E RAMEN.
Quella
era la prima volta che vedeva Konoha.
Finalmente, dopo anni, lei e il suo team erano giunti nel villaggio
della Foglia.
Eccitata
come poche volte in vita sua, la notte prima della partenza non era riuscita a
chiudere occhio e durante il viaggio aveva rischiato più volte di addormentarsi
in piedi.
Voleva
visitare l’intero villaggio, ogni suo angolo ed ogni sua peculiarità. Voleva
vedere l’accademia ninja e il palazzo dell’Hokage di cui tanto aveva sentito
parlare, ma, soprattutto, voleva conoscere qualche forte shinobi di cui Konoha
vantava un numero non indifferente.
Non
poteva fare nulla di tutto questo, però, stando con il suo team, il quale aveva
solamente il compito di portare dei documenti al palazzo dell’Hokage.
La
voce petulante del suo sensei gli ronzava ancora in testa mentre le diceva che
sarebbero rimasti a Konoha solo un giorno.
Per
questo si era allontanata dal gruppo. Non appena ne aveva avuto l’occasione,
era sgattaiolata via come una ladra ed ora girovagava indisturbata per i boschi
e i campi di allenamento di Konoha.
Passeggiò
tranquillamente attraverso la zona, intenta a godersi ogni più piccolo
particolare, prendendo la direzione del centro del villaggio.
Era
una bella giornata, il sole era alto nel cielo, i suoi raggi scaldavano
piacevolmente l’aria e una lieve brezza fresca ne mitigava il calore.
Il
silenzio regnava sovrano.
Questo
almeno fino a che un fruscio e un leggero tintinnio catturarono la sua
attenzione. Il rumore era debole, appena udibile ed irregolare. Proveniva da
nord, ne era quasi certa.
E
poiché la Curiosità, si sa, è donna, per quanto di ordinario non
avesse nulla, neppure lei poteva scampare alla dura leggere della natura. Fu
così che, senza ulteriori indugi, si diresse a passo spedito verso la fonte del
rumore. In fondo lei non aveva timore di nulla – o quasi -.
Ovviamente,
non aveva dimenticato le basilari tecniche ninja di spionaggio. Per questo,
quando giunse al limitare di una radura, il ragazzino biondo che stava
disperatamente correndo dietro ad un gatto di medie dimensioni dal pelo
arancione rossiccio, non si accorse minimamente del suo arrivo. Che fosse per
via della sua bravura o dell’assoluta concentrazione del biondo sull’attività
che lo teneva impegnato al momento, non avrebbe saputo dirlo – anche se
propendeva più per la seconda ipotesi, seppur non lo avrebbe mai ammesso –.
Rimase
qualche istante ad osservarlo.
Il
ragazzino biondo, dagli occhi straordinariamente
azzurri, doveva avere più o meno la sua età. A giudicare dal copri fronte, si trattava di
ninja di Konoha - un genin - molto probabilmente. Ma la cosa che più la
lasciava stranita non era tanto il suo aspetto, per quanto singolare, piuttosto
quello che stava facendo.
O
meglio, cercava di fare.
Lo
shinobi, infatti, era impegnato in un’assurda corsa dietro al gatto, il quale
aveva un campanello legato sulla punta della coda che tintinnava allegramente,
quasi a farsi beffe del ragazzino .
Inarcò
un sopracciglio quando, durante la corsa, il biondo si tuffo in avanti per
afferrare il gatto ed atterrò dritto dritto faccia a
terra. Soffocò una leggera risata ma evidentemente, l’altro doveva essere ben
più attento di quando pensava, perché si voltò nella sua direzione, fulmineo,
con sguardo attento.
Non
si accorse nemmeno del movimento con il quale aveva afferrato il kunai che ora
teneva in mano, davanti a sé, pronto a difendersi, completamente dimentico del
gatto.
Incredibile, si disse.
Affascinata,
oltre che dal suo sguardo assorto dagli occhi azzurri che scintillavano svegli
ed vigili, dalle evidenti capacità del biondo, decise di uscire allo scoperto.
Dopo tutto era un ninja di Konoha, sapeva che non l’avrebbe attaccata senza un
motivo.
Quando
venne fuori dal suo nascondiglio di felci e frutici, l’altro la guardò
stranito, gli occhi spalancati, seppur non avesse perso la sua posa difensiva.
Nel
frattempo, il gatto, credendo forse di essere così al sicuro, corse verso di
lei e le si lanciò addosso, arrampicandosi sulle sue spalle. La ragazza gli
concesse una lieve carezza sul capo; aveva un bel colore, l’arancione era il
suo preferito. In seguito, si riconcentrò sul ragazzino.
Lei,
allora, si avvicinò lentamente, mani
aperte e palmi rivolti in avanti, per dimostrargli che non aveva assolutamente
cattive intenzione. Lui doveva aver capito, perché abbassò l’arma e le rivolse
un sorriso davvero… illuminante.
Rimase
incantata ad osservarlo, gli occhi che brillavano e ridevano come animati da
una luce particolare e le labbra piegate all’insù, incredibilmente
affascinanti.
-
Ciao! – la salutò, facendola tornare con i piedi per terra. La sua voce era
squillante ed allegra, ma calda e forte – Chi sei? –
-
Ciao, il mio nome è Kushina Uzumaki, piacere di conoscerti. Tu chi sei? - domandò a sua volta. Vide l’improbabile
shinobi gonfiare il petto e drizzare la schiena.
-
Io sono Minato Namikaze, futuro Hokage di Konoha! – Kushina lo guardò
spalancando lievemente gli occhi, poi sollevò un fine sopracciglio rossiccio ed, infine, scoppiò in una fragorosa risata.
Il
gatto, ancora sulle sue spalle, miagolò infastidito e si lanciò giù, atterrando
agilmente a terra, poi fuggì all’interno della foresta.
Minato,
senza più badare minimamente al felino, la guardò a sua volta, sorpreso. Non capiva
cosa ci fosse di così divertente.
Incuriosito,
osservò quella creatura, dai lunghi capelli straordinariamente rossi e gli
occhi di un bel verde brillante, ridere cristallina, e non poté fare a meno di
farlo a sua volta.
Quando
il momento di ilarità si fu esaurito, l’attenzione di Minato cadde sul copri
fronte della ragazza.
-
Non sei di Konoha, vero, Kushina-chan?
- Lei annuì, seppur il modo con cui lui
l’aveva chiamata le avesse fatto uno strano effetto.
-
Già, infatti vengo dal villaggio del Vortice. – scandì fieramente – Sono qui in missione con
i miei compagni di squadra ed il mio sensei. –
-
Oh… e come mai ora sei sola? – domandò il biondo,
incuriosito. Lei arrossi e si mordicchiò il labbro inferiore, in imbarazzo.
-
Ero curiosa… - sussurrò pianissimo – volevo vedere
Konoha prima di andarmene e mi sono separata da loro, tutto qui. –
-
Non trovi che sia pericoloso, per una ragazza, andarsene in giro da sola senza
la sua squadra? – domandò lui ingenuamente. Kushina scattò ritta, punta sul
vivo, arricciando lievemente il naso fino.
-
Ehi, io so badare a me stessa! – sbottò, con un lampo d’orgoglio – Sono una
kunoichi! – sibilò, agitando un pugno per aria con aria fiera. Questa volta fu
il turno di Minato di ridere. Lei lo guardò di traverso, infastidita.
-
Piuttosto tu, - chiese a sua volta, stufa di essere presa in giro da qualcuno
che nemmeno conosceva – che stavi facendo? Perché inseguivi un gatto? – Il biondo
non perse la sua aria allegra.
-
Oh, nulla, mi esercitavo. Jiraya-sensei ci ha sottoposto ad una prova, ma io
non sono riuscito a superarla, perciò mi alleno, così la prossima volta riuscirò
a prendergli il campanello! – affermò, con aria estremamente seria e convinta.
Kushina
spalancò gli occhi, affascinata. Ignorò il fatto che non le fosse esattamente
chiaro perché il loro sensei si facesse inseguire e incitasse i suoi allievi a
rubargli campanelli – campanelli? -.
-
Jiraya-sama? Il sennin leggendario è il tuo
maestro?! - chiese, colta dall’euforia. Minato
annuì, convinto.
-
Kami-sama, che fortuna! Uno dei sennin leggendari è il tuo maestro! – affermò. Il ninja cominciò
a credere che la ragazza fosse un po’ strana, carina, ma strana. Soprattutto quando la vide sospirare con gli
occhi brillanti di ammirazione e determinazione.
-
Ehm… se vuoi te lo faccio conoscere…
- borbottò, sperando che fosse la cosa migliore da farsi. Se possibile, gli
occhi verde smeraldo di lei si illuminarono ancor di più.
-
Oh, sarebbe magnifico! – commentò estasiata. Ancora una volta, a Minato scappò
da ridere.
Quella
ragazza era troppo buffa. Non sapeva per quale motivo, ma era sicuro che se le
avesse proposto di andare in uno dei negozi d’abbigliamento più alla moda di Konoha, al contrario di
tutte le kunoichi che conosceva, non sarebbe stata così felice. Sicuramente era
una giovane decisamente atipica.
-
Però oggi non è possibile, - constatò ad un certo punto – il maestro è fuori in
missione. Quanto tempo pensate di rimanere? – L’entusiasmo di Kushina scemò in
un istante.
-
Solo un giorno, purtroppo. – borbottò avvilita, imprecando mentalmente contro
il suo maestro. Lui non si perse d’animo, sempre sorridendo, le rispose
raggiante.
-
Beh, non importa! Vorrà dire che così avrai una scusa in più per tornare a
Konoha il prima possibile, no? – commentò entusiasta. Kushina lo guardò
sinceramente sorpresa. Vero, così avrebbe avuto una scusa per tornare. Anche
se, a quel punto, il sennin non era l’unico motivo per rimettere piede a Konoha…
-
Mh, si sta facendo tardi, io direi che è il caso di
tornare al villaggio. – La voce di Minato la distrasse. Gettò un’occhiata
intorno a sé e si rese conto che effettivamente doveva essere quasi sera.
-
Giusto, e poi devo raggiungere il mio gruppo. Immagino che vogliano ripartire
subito. – Fu a quel punto che il suo stomaco decise di dire la sua, emettendo
un rumoroso borbottio deciso.
Arrossì
così tanto che fu sicura di far concorrenza al sole al tramonto.
Minato
rise di nuovo.
-
Beh, non puoi ripartire a stomaco vuoto, non credi? – suggerì condiscendente –
Che ne dici di andare a mangiare qualcosa insieme? - La rossa lo squadrò,
arrossendo ancor di più.
-
Mi stai proponendo un appuntamento, Minato-kun? –
borbottò, tentando di conservare una parvenza di serietà, anche se il rossore evidente
sulle sue guance candide la tradiva clamorosamente.
-
Mh… sì, credo che si possa definire un appuntamento.
La cosa ti crea un qualche disturbo? – rispose ingenuamente. Lei negò con il
capo, seppur il suo cuore stesse martellando così furiosamente nel petto che
quasi temette potesse schizzarle su per la gola.
-
Bene allora, cosa vorresti mangiare, Kushina-chan? – Lei
non ebbe bisogno nemmeno di pensarci.
-
Ramen! – rispose prontamente. Il ragazzo sorrise.
-
Perfetto! – decretò – Andiamo, ti porto nel posto dove fanno il ramen più buono
del mondo! – E prima che lei potesse fare o dire qualsiasi cosa, il biondo le
afferrò una mano e cominciò a trascinarla giù per uno dei sentieri del bosco.
Era
incredibile come i suoi due maggiori desideri – incontrare un ninja leggendario
e mangiare il miglior ramen del mondo - fossero accidentalmente legati fra di loro da un unico filo conduttore dai
capelli biondi ed incredibili occhi azzurri. Ora aveva una terza scusa per
ripresentarsi a Konoha…
Che
fosse destino?
Che Minato fosse
il suo destino?
Note:
Dunque, la
storia e piuttosto breve e semplice; uno scorcio di vita. Una piccola sbirciata
sul passato di Minato e Kushina e sul loro primo incontro. Ovviamente questa è
solamente un’idea vaga, un’ipotesi.
Devo precisare
che sono in dubbio riguardo all’IC dei personaggi, in quanto sono comunque
personalità con cui non ho assolutamente familiarità. Inoltre, non li ho mai
trattati (da singoli solo Minato, brevemente, in una ff
) come coppia. Devo aggiungere che il mio dubbio deriva anche dal fatto che
essendo comunque personaggi di scarsa presenza sia nell’anime che nel manga,
non ho molti parametri di giudizio con cui fare un confronto e su cui basarmi
per modellare i personaggi, i loro comportamenti e le loro azioni.
Ad ogni modo,
spero di non essere sprofondata nell’OOC più completo.
Vi ringrazio per
l’attenzione. Saluti, Izayoi007