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Autore: izayoi007    05/05/2009    3 recensioni
[…] “- Mi stai proponendo un appuntamento, Minato-kun? – borbottò, tentando di conservare una parvenza di serietà, anche se il rossore evidente sulle sue guance candide la tradiva clamorosamente. - Mh, sì, credo che si possa definire un appuntamento. La cosa ti crea un qualche disturbo? – rispose candidamente. Lei negò con il capo, seppur il suo cuore stesse martellando così furiosamente nel petto che quasi temette potesse schizzarle su per la gola. - Bene allora, cosa vorresti mangiare, Kushina-chan? – Lei non ebbe bisogno nemmeno di pensarci. - Ramen! – rispose prontamente. Il ragazzo sorrise.” […]
[Terza classificata al contest al contest "MinatoKushina Genin" indetto da Mela_Mala e Rory_Chan]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yondaime
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Izayoi007.
Titolo: Sennin, gatti e ramen.
Genere: sentimentale, romantico, commedia.
Rating: verde.
Avvertimenti: nessuno
Introduzione: […] “
- Mi stai proponendo un appuntamento, Minato-kun? – borbottò, tentando di conservare una parvenza di serietà, anche se il rossore evidente sulle sue guance candide la tradiva clamorosamente.

- Mh, sì, credo che si possa definire un appuntamento. La cosa ti crea un qualche disturbo? – rispose candidamente. Lei negò con il capo, seppur il suo cuore stesse martellando così furiosamente nel petto che quasi temette potesse schizzarle su per la gola.

- Bene allora, cosa vorresti mangiare, Kushina-chan? – Lei non ebbe bisogno nemmeno di pensarci.

- Ramen! – rispose prontamente. Il ragazzo sorrise.” […]

 

 

 

 

SENNIN, GATTI E RAMEN.

 

 

 

 

 

 

Quella era la prima volta che vedeva Konoha.  Finalmente, dopo anni, lei e il suo team erano giunti nel villaggio della Foglia.

Eccitata come poche volte in vita sua, la notte prima della partenza non era riuscita a chiudere occhio e durante il viaggio aveva rischiato più volte di addormentarsi in piedi.

Voleva visitare l’intero villaggio, ogni suo angolo ed ogni sua peculiarità. Voleva vedere l’accademia ninja e il palazzo dell’Hokage di cui tanto aveva sentito parlare, ma, soprattutto, voleva conoscere qualche forte shinobi di cui Konoha vantava un numero non indifferente.

Non poteva fare nulla di tutto questo, però, stando con il suo team, il quale aveva solamente il compito di portare dei documenti al palazzo dell’Hokage.

La voce petulante del suo sensei gli ronzava ancora in testa mentre le diceva che sarebbero rimasti a Konoha solo un giorno.

Per questo si era allontanata dal gruppo. Non appena ne aveva avuto l’occasione, era sgattaiolata via come una ladra ed ora girovagava indisturbata per i boschi e i campi di allenamento di Konoha.

Passeggiò tranquillamente attraverso la zona, intenta a godersi ogni più piccolo particolare, prendendo la direzione del centro del villaggio.

Era una bella giornata, il sole era alto nel cielo, i suoi raggi scaldavano piacevolmente l’aria e una lieve brezza fresca ne mitigava il calore.

Il silenzio regnava sovrano.

Questo almeno fino a che un fruscio e un leggero tintinnio catturarono la sua attenzione. Il rumore era debole, appena udibile ed irregolare. Proveniva da nord, ne era quasi certa.

E poiché la Curiosità, si sa, è donna, per quanto di ordinario non avesse nulla, neppure lei poteva scampare alla dura leggere della natura. Fu così che, senza ulteriori indugi, si diresse a passo spedito verso la fonte del rumore. In fondo lei non aveva timore di nulla – o quasi -.

Ovviamente, non aveva dimenticato le basilari tecniche ninja di spionaggio. Per questo, quando giunse al limitare di una radura, il ragazzino biondo che stava disperatamente correndo dietro ad un gatto di medie dimensioni dal pelo arancione rossiccio, non si accorse minimamente del suo arrivo. Che fosse per via della sua bravura o dell’assoluta concentrazione del biondo sull’attività che lo teneva impegnato al momento, non avrebbe saputo dirlo – anche se propendeva più per la seconda ipotesi, seppur non lo avrebbe mai ammesso –.

Rimase qualche istante ad osservarlo.

Il ragazzino biondo,  dagli occhi straordinariamente azzurri, doveva avere più o meno la sua età.  A giudicare dal copri fronte, si trattava di ninja di Konoha - un genin - molto probabilmente. Ma la cosa che più la lasciava stranita non era tanto il suo aspetto, per quanto singolare, piuttosto quello che stava facendo.

O meglio, cercava di fare.

Lo shinobi, infatti, era impegnato in un’assurda corsa dietro al gatto, il quale aveva un campanello legato sulla punta della coda che tintinnava allegramente, quasi a farsi beffe del ragazzino .

Inarcò un sopracciglio quando, durante la corsa, il biondo si tuffo in avanti per afferrare il gatto ed atterrò dritto dritto faccia a terra. Soffocò una leggera risata ma evidentemente, l’altro doveva essere ben più attento di quando pensava, perché si voltò nella sua direzione, fulmineo, con sguardo attento.

Non si accorse nemmeno del movimento con il quale aveva afferrato il kunai che ora teneva in mano, davanti a sé, pronto a difendersi, completamente dimentico del gatto.

Incredibile, si disse.

Affascinata, oltre che dal suo sguardo assorto dagli occhi azzurri che scintillavano svegli ed vigili, dalle evidenti capacità del biondo, decise di uscire allo scoperto. Dopo tutto era un ninja di Konoha, sapeva che non l’avrebbe attaccata senza un motivo.

Quando venne fuori dal suo nascondiglio di felci e frutici, l’altro la guardò stranito, gli occhi spalancati, seppur non avesse perso la sua posa difensiva.  

Nel frattempo, il gatto, credendo forse di essere così al sicuro, corse verso di lei e le si lanciò addosso, arrampicandosi sulle sue spalle. La ragazza gli concesse una lieve carezza sul capo; aveva un bel colore, l’arancione era il suo preferito. In seguito, si riconcentrò sul ragazzino.

Lei, allora, si avvicinò lentamente,  mani aperte e palmi rivolti in avanti, per dimostrargli che non aveva assolutamente cattive intenzione. Lui doveva aver capito, perché abbassò l’arma e le rivolse un sorriso davvero… illuminante. 

Rimase incantata ad osservarlo, gli occhi che brillavano e ridevano come animati da una luce particolare e le labbra piegate all’insù, incredibilmente affascinanti.

- Ciao! – la salutò, facendola tornare con i piedi per terra. La sua voce era squillante ed allegra, ma calda e forte – Chi sei? –

- Ciao, il mio nome è Kushina Uzumaki, piacere di conoscerti. Tu chi sei? -  domandò a sua volta. Vide l’improbabile shinobi gonfiare il petto e drizzare la schiena.

- Io sono Minato Namikaze, futuro Hokage di Konoha! – Kushina lo guardò spalancando lievemente gli occhi, poi sollevò un fine sopracciglio rossiccio ed,  infine, scoppiò in una fragorosa risata.

Il gatto, ancora sulle sue spalle, miagolò infastidito e si lanciò giù, atterrando agilmente a terra, poi fuggì all’interno della foresta.

Minato, senza più badare minimamente al felino,  la guardò a sua volta, sorpreso. Non capiva cosa ci fosse di così divertente.

Incuriosito, osservò quella creatura, dai lunghi capelli straordinariamente rossi e gli occhi di un bel verde brillante, ridere cristallina, e non poté fare a meno di farlo a sua volta.

Quando il momento di ilarità si fu esaurito, l’attenzione di Minato cadde sul copri fronte della ragazza.

- Non sei di Konoha, vero, Kushina-chan? -  Lei annuì, seppur il modo con cui lui l’aveva chiamata le avesse fatto uno strano effetto.

- Già, infatti vengo dal villaggio del Vortice.  – scandì fieramente – Sono qui in missione con i miei compagni di squadra ed il mio sensei. –

- Oh… e come mai ora sei sola? – domandò il biondo, incuriosito. Lei arrossi e si mordicchiò il labbro inferiore, in imbarazzo.

- Ero curiosa… - sussurrò pianissimo – volevo vedere Konoha prima di andarmene e mi sono separata da loro, tutto qui. 

- Non trovi che sia pericoloso, per una ragazza, andarsene in giro da sola senza la sua squadra? – domandò lui ingenuamente. Kushina scattò ritta, punta sul vivo, arricciando lievemente il naso fino.

- Ehi, io so badare a me stessa! – sbottò, con un lampo d’orgoglio – Sono una kunoichi! – sibilò, agitando un pugno per aria con aria fiera. Questa volta fu il turno di Minato di ridere. Lei lo guardò di traverso, infastidita.

- Piuttosto tu, - chiese a sua volta, stufa di essere presa in giro da qualcuno che nemmeno conosceva – che stavi facendo? Perché inseguivi un gatto? – Il biondo non perse la sua aria allegra.

- Oh, nulla, mi esercitavo. Jiraya-sensei ci ha sottoposto ad una prova, ma io non sono riuscito a superarla, perciò mi alleno, così la prossima volta riuscirò a prendergli il campanello! – affermò, con aria estremamente seria e convinta.

Kushina spalancò gli occhi, affascinata. Ignorò il fatto che non le fosse esattamente chiaro perché il loro sensei si facesse inseguire e incitasse i suoi allievi a rubargli campanelli – campanelli? -.  

- Jiraya-sama? Il sennin leggendario è il tuo maestro?!  - chiese, colta dall’euforia. Minato annuì, convinto.

- Kami-sama, che fortuna! Uno dei sennin leggendari  è il tuo maestro! – affermò. Il ninja cominciò a credere che la ragazza fosse un po’ strana, carina, ma strana. Soprattutto quando la vide sospirare con gli occhi brillanti di ammirazione e determinazione.   

- Ehm… se vuoi te lo faccio conoscere… - borbottò, sperando che fosse la cosa migliore da farsi. Se possibile, gli occhi verde smeraldo di lei si illuminarono ancor di più.

- Oh, sarebbe magnifico! – commentò estasiata. Ancora una volta, a Minato scappò da ridere.

Quella ragazza era troppo buffa. Non sapeva per quale motivo, ma era sicuro che se le avesse proposto di andare in uno dei negozi d’abbigliamento più alla moda di Konoha, al contrario di tutte le kunoichi che conosceva, non sarebbe stata così felice. Sicuramente era una giovane decisamente atipica.

- Però oggi non è possibile, - constatò ad un certo punto – il maestro è fuori in missione. Quanto tempo pensate di rimanere? – L’entusiasmo di Kushina scemò in un istante.

- Solo un giorno, purtroppo. – borbottò avvilita, imprecando mentalmente contro il suo maestro. Lui non si perse d’animo, sempre sorridendo, le rispose raggiante.

- Beh, non importa! Vorrà dire che così avrai una scusa in più per tornare a Konoha il prima possibile, no? – commentò entusiasta. Kushina lo guardò sinceramente sorpresa. Vero, così avrebbe avuto una scusa per tornare. Anche se, a quel punto, il sennin non era l’unico motivo per rimettere piede a Konoha…

- Mh, si sta facendo tardi, io direi che è il caso di tornare al villaggio. – La voce di Minato la distrasse. Gettò un’occhiata intorno a sé e si rese conto che effettivamente doveva essere quasi sera.

- Giusto, e poi devo raggiungere il mio gruppo. Immagino che vogliano ripartire subito. – Fu a quel punto che il suo stomaco decise di dire la sua, emettendo un rumoroso borbottio deciso.  

Arrossì così tanto che fu sicura di far concorrenza al sole al tramonto.

Minato rise di nuovo.

- Beh, non puoi ripartire a stomaco vuoto, non credi? – suggerì condiscendente – Che ne dici di andare a mangiare qualcosa insieme? - La rossa lo squadrò, arrossendo ancor di più.

- Mi stai proponendo un appuntamento, Minato-kun? – borbottò, tentando di conservare una parvenza di serietà, anche se il rossore evidente sulle sue guance candide la tradiva clamorosamente.

- Mh… sì, credo che si possa definire un appuntamento. La cosa ti crea un qualche disturbo? – rispose ingenuamente. Lei negò con il capo, seppur il suo cuore stesse martellando così furiosamente nel petto che quasi temette potesse schizzarle su per la gola.

- Bene allora, cosa vorresti mangiare, Kushina-chan? – Lei non ebbe bisogno nemmeno di pensarci.

- Ramen! – rispose prontamente. Il ragazzo sorrise.

- Perfetto! – decretò – Andiamo, ti porto nel posto dove fanno il ramen più buono del mondo! – E prima che lei potesse fare o dire qualsiasi cosa, il biondo le afferrò una mano e cominciò a trascinarla giù per uno dei sentieri del bosco.

Era incredibile come i suoi due maggiori desideri – incontrare un ninja leggendario e mangiare il miglior ramen del mondo - fossero accidentalmente legati fra di loro da un unico filo conduttore dai capelli biondi ed incredibili occhi azzurri. Ora aveva una terza scusa per ripresentarsi a Konoha…

Che fosse destino?

Che Minato fosse il suo destino?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Dunque, la storia e piuttosto breve e semplice; uno scorcio di vita. Una piccola sbirciata sul passato di Minato e Kushina e sul loro primo incontro. Ovviamente questa è solamente un’idea vaga, un’ipotesi.  

Devo precisare che sono in dubbio riguardo all’IC dei personaggi, in quanto sono comunque personalità con cui non ho assolutamente familiarità. Inoltre, non li ho mai trattati (da singoli solo Minato, brevemente, in una ff ) come coppia. Devo aggiungere che il mio dubbio deriva anche dal fatto che essendo comunque personaggi di scarsa presenza sia nell’anime che nel manga, non ho molti parametri di giudizio con cui fare un confronto e su cui basarmi per modellare i personaggi, i loro comportamenti e le loro azioni.

Ad ogni modo, spero di non essere sprofondata nell’OOC più completo.

Vi ringrazio per l’attenzione. Saluti, Izayoi007

 

  
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