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Autore: Cioccolasha    21/09/2016    2 recensioni
"Zen non sei lucido! Dimmi che è successo."
"E' tutto finito Mitsuhide."
"Che cosa intendi?"
"Che non c'è più speranza. Lei ha deciso di andarsene."
-
Fanfiction a quattro mani scritta con Hope4thefuture
||Shirazen|| - ||Mitsukiki||
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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capitolo dieci
Udienze, litigi ed intrighi


Non poteva essere vero, quello doveva essere un incubo, sì, decisamente lo era. Senza farsi vedere da nessuno si pizzicò un braccio e il leggero dolore che provò non lo fece stare meglio, anzi lo fece sprofondare in un baratro di confusione e rabbia.
Non poteva assolutamente crederci, suo fratello gliela avrebbe pagata cara, questo era sicuro; serrò la mascella rabbioso e strinse i pugni, mentre vari metodi di tortura gli passavano per la testa: una fustigazione o una decapitazione erano quelli più cruenti e tutti avevano per protagonista il principe Izana che, ignaro dei pensieri del fratello, lo osservava con un sorriso sornione come quello di un gatto, sfidandolo a reagire a quell'inaspettata notizia. Zen sapeva che suo fratello non aspettava altro, quindi decise di non dargliela vinta e, raddrizzando la schiena, gli lanciò uno sguardo di sfida che però non scompose Izana, che rimase immobile a guardarlo.
"E' un piacere fare la vostra conoscenza, principessa" disse Zen inchinandosi lievemente e sorridendo affabile "Il piacere è mio principe Zen. Ho sentito molto parlare di voi, siete molto amato nel vostro regno."
"Io ho un dovere nei confronti della mia famiglia e del mio popolo da assolvere, non posso certamente deluderli, non credete?"
"No, sono sicura che non lo farete. Siete un uomo d'onore, principe Zen, le mie erano semplici constatazioni."
"Ma certo, principessa, vi chiedo scusa" disse Zen volendo mettere fine al più presto a quella conversazione. Non gli piaceva come lo guardava quella donna, come se fosse un pezzo di carne da esporre e sfoggiare davanti a tutti, ma non sarebbe stato al gioco.
"Zen, perché tu e la principessa non fate una passeggiata nel cortile del palazzo? Potreste conoscervi meglio" intervenne Izana ricevendo un'occhiata minacciosa dal giovane principe. "Non mi sembra il caso ora, la principessa ha dovuto affrontare un lungo viaggio per giungere fin qui, sarà sicuramente stanca e vorrà riposare" disse Zen cercando una qualsiasi scusa che lo tenesse lontano da quell'arpia.
"E' molto premuroso da parte vostra principe Zen, ma non vi preoccupate, non sono così stanca e sarei molto contenta di visitare il vostro palazzo, certo sempre se siete disposto ad accompagnarmi" disse lei sbattendo le lunghe ciglia scure e assumendo un 'espressione maliziosa o almeno al principe parve tale. Ora era con le spalle al muro: se non avesse accettato probabilmente suo fratello gli avrebbe fatto una bella lavata di capo e non era proprio dell'umore per sorbirsi la predica fraterna, d'altra parte se avesse accettato avrebbe dovuto fare da guida alla principessa per chissà quanto tempo e poi c'era il rischio che Shirayuki li vedesse e fraintendesse la situazione, allontanandola da lui ancora di più di quanto non fosse già. Doveva fare qualcosa, non poteva perdere la sua donna per una principessina arrogante e viziata come quella Mayu, non lo avrebbe permesso; in quella situazione però non poté far altro che annuire e lasciare il passo alla principessa che squittì deliziata da quella bella prospettiva. "Adoro le passeggiate, stare a contatto con la natura, è davvero meraviglioso" disse contenta mentre avanzava sotto lo sguardo di Zen e le due guardie che finora erano rimaste immobili ad osservare la scena. Mitsuhide si abbassò fino a giungere all'orecchio di Zen sussurrandogli: "Non vi preoccupate Zen Tenka, sarò qui dietro di voi pronto a intervenire a ogni evenienza."
Zen gli lanciò un'occhiata grata da dietro le spalle per poi affrettarsi a raggiungere la principessa poco più avanti.
Il sole era ormai calato quasi del tutto e gli ultimi raggi accendevano il cielo di un tripudio di colori caldi e soffusi, come se delle fiamme fossero giunte fino al cielo per consumare anche l'ultimo briciolo della grande sfera infuocata che ora spariva dietro l'orizzonte, salutando il vecchio giorno e dando il benvenuto al sottile spicchio di luna che cominciava a comparire nella volta celeste.
Zen e Mayu camminavano in silenzio fianco a fianco, lei si guardava intorno estasiata, continuando a complimentarsi per la magnificenza dei giardini reali mentre Zen si limitava ad annuire a ogni parola ma non prestando attenzione ad alcuna di esse, troppo perso nei suoi pensieri nel tentativo di architettare qualsiasi stratagemma che lo allontanasse dalla principessa che non aveva smesso un attimo di parlare. Dietro di loro, a una certa distanza, Kiki e Mitshuide seguivano i movimenti del principe pronti a intervenire al minimo segnale; quando le spalle di Zen cominciarono a irrigidirsi, segno che ormai stava per perdere la pazienza, Mitshuide decise di intervenire prima che fosse troppo tardi: "Perché non fate visitare alla principessa la serra, Zen Tenka? Così la nostra ospite potrà svagarsi un po' e nel frattempo ammirare tutta la bellezza del nostro palazzo" disse la guardia mentre i due si erano avvicinati a un colonnato che sorgeva li nei dintorni. Entrambi si appoggiarono al muro e diressero lo sguardo al vasto giardino di fronte a loro mentre un leggero venticello cominciava leggero a soffiare, scuotendo la candida chioma del principe e quella corvina della principessa. "E' un po' tardi per quello Mitshuide, ormai tutte le piante si saranno chiuse dopo il tramonto, preparandosi per la notte. E poi c'è molta umidità lì dentro, non vorrei che la principessa si ammalasse con un tale balzo di temperatura" spiegò Zen pacatamente mentre dentro di sé incrociava le dita speranzoso.
"Siete molto premuroso a preoccuparvi per la mia salute principe Zen, ma non trattatemi come se fossi di cristallo, perché vi assicuro che non lo sono" intervenne la principessa incrociando lo sguardo con quello del principe. "E' mio dovere preoccuparmi per i miei ospiti, e voi principessa sarete sempre trattata col massimo riguardo, ve lo assicuro" disse Zen, continuando a guardarla negli occhi, non disposto a togliere lo sguardo dal suo.
Mentre i due erano impegnati a conversare non si accorsero delle due persone che in quel momento stavano rientrando a palazzo attraversando il giardino: improvvisamente una delle due figure si fermò, spalancando i grandi occhi gialli e facendo fermare anche l'altra persona che, incuriosita, guardò nella stessa direzione e rimanendo sorpresa nel vedere il principe Zen in compagnia di una bellissima ragazza dal portamento fiero ed elegante; entrambi sostavano nel mezzo di una piccola struttura sorretta da colonne in mezzo al giardino e nessuno dei due sembrava essersi accorto dei due intrusi, troppo occupati a sfidarsi con lo sguardo.
L'attenzione della prima persona saettò immediatamente verso la seconda guardandola timoroso mentre lei non riusciva a staccare lo sguardo dai due che continuavano a fissarsi e sapeva che non avrebbe dovuto, in fondo non erano affari suoi chi il principe frequentasse, eppure non poté fare a meno di sentire una violenta stretta allo stomaco, mentre un grande senso di fastidio cominciava a impossessarsi di lei e ogni cellula del suo corpo la implorava di non stare a guardare quella scena ma di dirigersi verso di loro e far terminare immediatamente quello scambio di sguardi. Ma che le prendeva? Da quanto aveva tali pensieri? Si era ripromessa di allontanarsi dal principe e ora il destino le stava dando un'occasione, ma allora perché non riusciva a muoversi? Perché sentiva quel maledetto senso di oppressione al petto e sentiva quella...gelosia assolutamente inappropriata? Lei non era niente, non aveva alcun diritto di intromettersi in quella faccenda eppure si sentiva in qualche modo tradita dal principe, soprattutto dopo le parole che le aveva rivolto quel giorno
"Tutto bene, Ojou - san?" chiese una voce preoccupata che la fece immediatamente distogliere da quei brutti pensieri. Sollevò lo sguardo verso Obi che la fissava ansioso e si affrettò ad annuire, nonostante sentisse un groppo in gola e avesse una gran voglia di piangere. "Tutto bene, sono solo rimasta sorpresa, non ho mai visto quella ragazza a palazzo, chi è?" chiese tornando a fissare i due che, con suo grande sollievo, non si stavano più fissando ma parlavano tranquillamente con Kiki e Mitshuide lì a fianco. "Lei è la principessa Mayu, è venuta in visita dal suo regno" disse, nascondendole la verità più importante, e cioè che lei era la futura sposa del principe Zen, non sapeva come avrebbe reagito a quella notizia, ma sicuramente non bene visto il modo in cui si era bloccata prima.
Shirayuki fece per parlare ma poi ci ripensò, in fondo perché avrebbe dovuto intromettersi? Quella Mayu era bellissima, perfetta per Zen, lui meritava una vera principessa al suo fianco e nonostante tutte le parole che le aveva rivolto e tutti i suoi disperati tentativi di farle ricordare qualcosa della loro vita passata era tutto inutile: il principe era diventato un estraneo e le loro strade non si sarebbero mai più incrociate, qualsiasi cosa ci fosse stata prima sarebbe svanita completamente, Zen doveva farsene una ragione e anche lei che, nonostante non volesse ammetterlo, sentiva un vuoto enorme dentro di sé, come se qualcosa le fosse stato strappato via dal petto con forza, lasciando null'altro che una grande e cupa desolazione che non le permetteva nemmeno di respirare.
Con un grande sforzo distolse lo sguardo dai due e ricominciò a incamminarsi verso il palazzo seguita a ruota da Obi che non la perdeva di vista, preoccupato dall'ombra scura che era calata sugli occhi della giovane a quella sgradevole vista. Non era mai stato bravo a consolare le persone, le belle parole non facevano per lui, lui preferiva i fatti veri e propri: infatti, senza aggiungere niente, si limitò ad affiancarla e poggiarle una mano sulla spalla in un goffo tentativo di conforto che però Shirayuki sembrò apprezzare rivolgendogli un timido sorriso che lui ricambiò con un amichevole occhiolino senza mai perdere il sorriso furbesco che gli era apparso in volto.
Improvvisamente i due si fermarono vedendo che una guardia si stava dirigendo verso di loro: giunta vicino a Shirayuki accennò un piccolo inchino. "Il principe Izana richiede la vostra presenza nella sala del trono signorina. La prego di seguirmi" disse mentre la ragazza lo guardava confusa così come Obi, stranito da quella richiesta assolutamente inusuale.
"Certamente, arrivo subito" si affrettò a rispondere Shirayuki, apprestandosi a seguire la guardia che si era già voltata e la precedeva in direzione del palazzo mentre Obi, mantenendo una certa distanza, li seguì, deciso a tutti i costi a svolgere il suo ruolo di guardia del corpo fino in fondo.

*

Zen percorreva il lungo corridoio con passi svelti.
Quando una delle guardie gli si era accostata, informandolo che il suo Nobile Fratello richiedeva la sua presenza immediata nella sala del trono, non poteva nascondere di essersi congedato più che volentieri dalla principessa Mayu, lasciandola alle premurose cure dei numerosi valletti e cameriere.
Quella ragazza lo intimidiva ed affascinava allo stesso tempo; per essere una donna sembrava essere parecchio sicura di se, gli ricordava Kiki in un certo senso.
Era sicuramente molto bella, una bellezza diversa da quella di Shirayuki. La bellezza della sua amata era più naturale, più pura, ed era per questo che lui avrebbe continuato a scegliere lei.
La principessa straniera era inoltre molto ricca e la futura sovrana di un regno molto potente.
Akita confinava a nord con Clarines, era il più vasto regno fra quelli conosciuti, famoso per la produzione di gioielli dalla squisita fattura, tessuti e profumi pregiati.
Mai alleanza avrebbe potuto essere più conveniente per il loro tranquillo regno un po' provinciale, e quale modo migliore di stringere un'alleanza se non con un matrimonio ...
Zen scosse convulsamente la testa, non avrebbe accettato di farlo, non avrebbe sposato una perfetta sconosciuta solo perchè delle stupide etichette reali lo imponevano, e poi lui sapeva già chi era l'unica fanciulla che un giorno avrebbe portato all'altare.
Nonostante tutto ciò che ultimamente stava minacciando di spezzare il loro rapporto, lui non smetteva di immaginarsela davanti a lui, fasciata da un meraviglioso abito bianco e con il suo anello di nuovo indossato sull'anulare sottile.
Shirayuki sarebbe stata una grande regina, un giorno. Poco importavano le sue umili origini.
Zen sospirò, era per questo motivo che doveva cogliere l'occasione e dire a suo fratello grazie ma, no grazie. Questa sarebbe stata la prima volta che sarebbe andato contro il suo volere, ed era per quel motivo che in cuor suo era un po' spaventato e temeva la reazione del maggiore.
Ma era deciso a tutti i costi a difendere ciò per cui credeva, se non lo avesse fatto si sarebbe sentito un ipocrita e un vigliacco e non sarebbe più riuscito a guardare in faccia Shirayuki.
Arrivato davanti alla massiccia porta di legno elegantemente intagliata le guardie scattarono sull'attenti e si fecero da parte per farlo passare.
Il giovane sentiva il cuore pompargli a mille nel petto quando bussò con le nocche sulla superficie liscia, mentre nella mente preparava un discorso semplice ma convincente così da non farsi trovare impreparato.
"Entra Zen." La voce del fratello gli arrivò attutita dalla vasto salone aldilà della porta.
Il giovane mise mano sulla maniglia e prese un bel respiro, prima di abbassarla e fare il suo trionfale ingresso.
Tutto in quella stanza gli era familiare: gli arazzi con gli stemmi di famiglia che ornavano le pareti, le enormi finestre che lasciavano entrare i raggi del sole donando all'ambiente una luce quasi eterea, le armature di ferro lucidate e poste ordinatamente lungo le due pareti laterali.
Ed ultimo ma non ultimo, il principe Izana che sedeva sul trono di soffice velluto rosso; aveva le gambe accavallate e la guancia posata su un palmo, e squadrava il fratello più piccolo spavalderia.
Zen mosse qualche passo avanti, i suoi stivali producevano tonfi sordi sul pavimento ben lucidato, rimbalzando sulle pareti e producendo un eco ovattato.
"Nobile Fratello" disse il giovane inginocchiandosi di fronte all'altro, il braccio piegato davanti al petto e la testa china in segno di rispetto.
Chissà perchè ma in quel momento gli tornò in mente di come, da piccoli, quando erano solo due principini monelli e spensierati senza un regno a gravare loro sulle spalle, Izana lo obbligava a giocare a "Imperatore e giullare". A Zen ovviamente toccava sempre la parte del giullare.
Il maggiore sorrise, il suo solito sorriso tirato e strafottente, che si poteva associare a tutto tranne che al suo buon umore.
"Alzati Zen" gli intimò accompagnando la frase con un gesto della mano.
Zen obbedì e si ritrovò a fronteggiare il fratello. Tutta la spavalderia che vi era in lui poco prima persisteva, anche se non sapeva di preciso da che parte cominciare. Il suo bel discorso era andato a farsi benedire.
Tuttavia, Izana lo precedette: "Allora, come trovi la principessa Mayu?" chiese con l'intento di stuzzicarlo.
Ma Zen non ci sarebbe cascato. "Inaspettata" rispose senza smettere di guardarlo negli occhi.
Izana ghignò. "Ahn sì? Speravo in qualcosa di più in tutta sincerità."
"Lei è sicuramente molto bella e raffinata" continuò il più giovane "Ma la conosco a mala pena e parlare di matrimonio mi sembra inopportuno."
Il maggiore si sporse in avanti. "Io non la farei così difficile se fossi in te. E' affascinante, conosce la danza, il bon ton, il violino ed è l'erede di un vastissimo regno. Dovresti ritenerti fortunato, non potevo trovarti partito migliore."
Ci volle tutto l'autocontrollo di cui Zen era capace perchè riuscisse a mantenere un minimo di contegno. "Izana io non la posso sposare" affermò deciso stringendo i pugni.
Per alcuni istanti nella stanza calò il silenzio più totale, entrambi gli eredi della famiglia Winsteria erano intenti a scrutarsi con astio e nessuno dei due dava segno di voler cedere.
Poi, un leggero tremore scosse il corpo statuario di Izana e prima che Zen potesse capacitarsene l'altro aveva gettato la testa indietro per emettere una fragorosa risata.
Zen, non potendo tollerare che si prendesse gioco di lui, pensò che se la sua situazione non fosse stata già abbastanza delicata, gli avrebbe volentieri tirato un pugno.
"Ma davvero?" domandò Izana asciugandosi le lacrime che si erano formati agli angoli degli occhi. "E chi intenderesti sposare? Quella mediocre ragazza di campagna? Quella Shirayuki? Sai, in tanti mesi mi sono sempre chiesto che cosa ci troverai mai in lei. E' per il colore insolito dei suoi capelli?"
"E' pregato di non rivolgersi a Shirayuki con questi termini" ribattè acido Zen, sostenendo il suo sguardo. "Mi sono innamorato di lei non per il colore della sua chioma, ma perchè è una ragazza come se ne vedono poche in circolazione. E' coraggiosa, leale, dolce, ha un cuore grande e sopratutto un grande senso della giustizia. E sì, intendo sposarla" concluse il giovane col cuore in mano, non avrebbe potuto descrivere meglio quello che lei era e che lui provava nei suoi confronti.
"E come pensi di fare, se a mala pena ricorda il tuo nome?" Era veramente un colpo basso.
Zen esitò, il fratello sapeva bene quali erano i suoi punti deboli, e non si faceva nessun problema a colpirli al momento giusto.
"Non lo so, ma in qualche modo faro!" sbottò "La aiuterò pian piano a ricordare, quello che avevamo deve essere ancora lì, da qualche parte dentro di lei. E anche se non fosse non importa, ci volessero altri dieci anni io la farò innamorare di nuovo di me!"
Sperava finalmente di averlo convinto, ma in tutta risposta l'altro lo guardò con aria di superiorità, come a ricordargli chi era il primogenito.
"Non mi sembri in condizioni di dettar legge, ragazzino. Tu sposerai la principessa Mayu, volente o nolente, e questa è la mia ultima parola."
Zen spalancò gli enormi occhi azzurri, che in quel momento fiammeggiavano di rabbia. Non poteva dirgli quello che doveva fare! Non era loro padre e non lo sarebbe mai stato.
E poi lui che ne sapeva dell'amore? Non vedeva altri se non se stesso.
Prese fiato per vomitargli addosso tutto quello che pensava di lui, ma un rumore improvviso lo interruppe.
Qualcuno bussava timidamente alla porta alle sue spalle. Si domandò chi potesse mai essere.
Izana assunse un'espressione annoiata e si accasciò sul trono, come se la discussione appena avvenuta non ci fosse mai stata.
"Che sbadato! Mi stavo dimenticando di un incontro importante" disse sventolando la mano in un gesto pigro.
"Zen fammi un favore, vai dietro quella tenda e aspettami lì, dopo gradirei continuare la nostra piccola discussione ... Ah e mi raccomando, non uscire di lì per nessun motivo."
Zen chinò il capo in segno di assenso e fece come gli era stato detto. Nemmeno lui era deciso a far cadere il discorso.


Shirayuki era tesa come una corda di violino.
Non aveva mai parlato con il principe Izana prima d'ora, lo aveva visto qualche volta di sfuggita attraversare i corridoi del palazzo, il passo svelto e l'atteggiamento di chi è sicuro che otterrà sempre quello che vuole. Il fratello del principe Zen era un giovane affascinante, ma lei ne era intimorita. Non aveva la stessa espressione dolce del giovane dai capelli bianchi, ne i suoi occhi intensi e profondi.
Ed ora lei doveva incontrarlo, ma perchè proprio ora? Anche lui le avrebbe fatto mile domande su quello che ancora non riusciva a ricordare? No, sicuramente c'era sotto qualcosa di più.
Obi le aveva raccomandato di stare il più lontano possibile dal primo principe Clarines, poichè aveva un carattere volubile e capriccioso e nessuno sapeva cosa si sarebbe inventato la volta successiva solo per scacciare la noia.
La ragazza si guardò indietro, senza però smettere di camminare, sperando di trovare una qualche presenza amica e rassicurante alle sue spalle. Quanto avrebbe voluto che Obi (che era stato cacciato malamente solo pochi istanti prima) fosse lì con lei, lui avrebbe saputo sicuramente infonderle coraggio, oppure Kiki e Mitsuhide, loro avrebbero saputo proteggerla. E Zen ... era piuttosto sicura che avrebbe saputo fare entrambe le cose.
Ma in quel momento era sola, avrebbe potuto contare solo su se stessa.
La guardia che la stava scortando si fermò davanti un massiccio portone di legno scuro e si voltò verso di lei. "Bussate e attendete che il principe accetti di ricevervi."
La ragazza fece un timido cenno di assenso e l'uomo sgusciò via, nella direzione opposta dalla quale erano venuti.
Rimasta sola, la ragazza sentiva il cuore palpitare furioso nel petto. Non sapeva cosa ci sarebbe stato ad attenderla aldilà di quella porta. Sentiva delle voci provenire dall'interno, anche se era troppo in ansia per concentrarsi e cercare di capire a chi appartenessero. Per un istante esitò, magari avrebbe disturbato, o interrotto un colloqui molto importante, ma poi si disse che era stato Izana a volerla lì, e poi prima l'avrebbe ricevuta e prima avrebbe potuto andarsene.
Prese un bel respiro e bussò. Le voci tacquero all'istante.
Poi si sentì un lieve frusciare, come di una tenda che veniva sollevata.
"Avanti" le intimò una voce tanto sconosciuta quanto sensuale.
Shirayuki cercò di assumere l'atteggiamento più diplomatico che potè ed entrò.
L'ambiente era sfarzoso, ogni oggetto, ogni drappeggio, ogni dettaglio, perfino la luce che penetrava dalle finestre sembrava essere fatta di una sostanza preziosa e purissima che impregnava ogni centimetro dello spazio disponibile.
Si diede una rapida occhiata in torno, meravigliata, poi la sua attenzione fu catturata dalla figura che sedeva su un raffinato scranno innanzi a lei.
Izana era la perfetta rappresentazione di un principe delle fiabe: alto, avvenente e con una bionda chioma che incorniciava il viso dai lineamenti sottili.
La sua bellezza veniva però macchiata da quello strano ghigno che arricciava le sue labbra in una smorfia.
La rossa rabbrividì.
"Izana - Oji" mormorò la ragazza sollevando appena l'orlo della gonna mentre reclinava il busto in avanti e chinava il capo.
Quando ci si trovava dinnanzi al primo principe bisognava fare una riverenza completa, glielo aveva insegnato Kiki.
Il sorriso di Izana si allargò da un orecchio all'altro. "Ti prego mia cara, chiamami Izana. Noi due ci conosciamo da prima, non ti ricordi?"
La giovane si sentì improvvisamente smarrita. Vivendo entrambi in quel castello doveva per forza averlo già incontrato, solo che lei non riusciva a ricordare per quanto si sforzasse.
"Veramente io ..."
Il biondo emise una flebile risata e si sistemò come meglio potè su quel trono dall'aria scomoda.
"Ah sì, dimenticavo a mia volta che dopo l'incidente la tua memoria a subito, come dire ... qualche perdita."
Shirayuki non rispose, non le veniva in mente niente di vagamente interessante con cui ribattere.
Fu Izana a continuare. "Dev'essere stata davvero una brutta esperienza. Chissà come ti sei sentita."
"Smarrita, Vostra Maestà" disse lei tenendo lo sguardo basso. Il principe Izana incuteva timore e rispetto, questo sì, ma si stava mostrando parecchio gentile con lei. Non riusciva a capire come gli altri potessero dire cose tanto sgarbate su di lui.
"Immagino ti starai chiedendo come mai ti ho mandata a chiamare."
"A dire la verità sì."
Il principe si mise a tamburellare le dita affusolate sul bracciolo intarsiato d'oro. "Sei qui perchè vorrei dirti delle cose riguardo a mio fratello Zen."
Shirayuki sussultò, e non solo perchè quel nome le faceva sempre uno strano effetto, come se risvegliasse in lei qualcosa che stava assopito, ma anche perchè la scena che aveva assistito solo una manciata di minuti prima parlava da se.
"Vedi mia cara" continuò impassibile lui "Mio fratello Zen è un ragazzo vivace, impulsivo, che si fa dominare dall'istinto. Ora, non metto in dubbio che quello che provasse per te fosse qualcosa di reale, ma lui ha dei doveri che deve rispettare per il bene del suo regno e non può permettersi che delle insignificanti scappatelle mettano a repentaglio il suo futuro, non so se riesci a capire."
"Capisco perfettamente" rispose lei guardando altrove, mentre sentiva gli occhi pizzicarle pericolosamente. Sapeva perfettamente dove voleva andare a parare: Zen era un principe ed anche se lui si ostinava ad affermare di amarla, una loro ipotetica relazione non avrebbe potuto reggere, a cause dei loro ceti così diversi.
Non era una sciocca, lo sapeva benissimo e fino a quel momento credeva che non le importasse, di poter vivere la cosa come una terza persona, allora perchè in quel momento tutto quello che voleva fare era scoppiare in lacrime e correre da Zen?
"La principessa Mayu sarà un'ottima moglie per lui" continuò Izana rigirando il coltello nella piaga, gettando ogni tanto occhiate fugaci alla tenda di panno blu che celava ai loro occhi uno dei quattro angoli della sala. "Ecco perchè l'ho invitata qui; non sono completamente senza cuore, volevo che i due futuri sposi si incontrassero prima della proposta e dare loro il tempo di conoscersi come si deve.
In quanto a te ..."
Durante l'ultima mezza frase il giovane uomo si era alzato in piedi e si dirigeva a passi lenti ma decisi verso la fanciulla, che intimorita aveva accennato un passo indietro.
Izana ridacchiò. "Rilassati mia cara, non mordo mica" le disse fermandosi ad un soffio da lei.
Ignorando il suo sguardo ormai terrorizzato, allungò una mano e le prese una ciocca di capelli fra le dita.
"Sai forse in fondo capisco Zen" disse spostando lentamente lo sguardo sulle sottili labbra rosee della giovane. "D'altronde perchè no?"
"Cosa avete intenzione di fare!" strillò lei tentando di schiaffargli via la mano, ma lui fu più rapido e la afferrò per un polso, stringendolo forte e cingendole la vita con il braccio libero.
Shirayuki tentò di divincolarsi ma fu inutile, lui era troppo forte.
"Tu potresti diventare mia" sussurrò il biondo prima di premere con prepotenza le labbra su quelle di lei.
Shirayuki spalancò i grandi occhi verdi e ammutolì, mentre dentro di sentiva fremere di paura e disgusto, ignara che qualcuno stava assistendo a quella scena più scioccato di lei.
Da dietro la tenda, Zen non si era perso nemmeno un gesto o una parola. All'inizio lo scoprire chi fosse la misteriosa persona che il fratello doveva incontrare lo aveva lasciato di stucco.
Che cosa centrava Shirayuki con Izana?
Nonostante la curiosità si era imposto di rimanere nascosto, ascoltando attento tutta la loro conversazione aspettando il momento opportuno per uscire e chiedere spiegazioni.
Ma quando aveva visto Izana fare quella cosa disgustosa alla sua Shirayuki, il sangue aveva iniziato a ribollirgli nelle vene.
Sentiva ogni centimetro di pelle prudere di rabbia, mentre stringeva i pugni e una vena iniziava a pulsare pericolosamente sul collo.
Non se ne sarebbe rimasto lì impotente, no signore!
"Maledetto!" urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, balzando fuori dal nascondiglio e avventandosi su Izana, che a quell'urlo si era voltato verso di lui con un un ghigno soddisfatto stampato in volto.
Un pungo sferzò l'aria e andò a piantarsi sullo zigomo del biondo, che per l'impatto venne scaraventato a terra.
Zen gli si piantò davanti, i capelli gli ricadevano scomposti sugli occhi e gocce di sudore gli colavano dalla fronte mentre spalancava la bocca ad ogni respiro per ridare ai polmoni più ossigeno possibile.
Izana rimaneva sdraiato a terra in modo scomposto, gli occhi puntati sulla figura minacciosa del fratello minore, mentre un livido nero e gonfio iniziava già a formarsi sulla guancia.
Zen avrebbe voluto di nuovo infierire su di lui, avrebbe voluto colpirlo ancora, ancora e ancora.
E lo avrebbe fatto, se una voce dolce come il miele non avesse richiamato la sua attenzione.
"Zen ..."
Il ragazzo si voltò verso di lei, tremava tutta come una foglia e aveva le mani poggiate davanti alla bocca. Al giovane dai capelli candidi si spezzò il cuore, avrebbe voluto veramente che lei lo vedesse così? Violento ed in preda ai suoi impulsi? No, quello non era lui, quando c'era lei Zen Winsteria diventava una persona migliore di quanto non lo fosse già.
Percorse a grandi passi la distanza che li separava e le afferrò un polso, iniziando a camminare verso la porta trascinandola con se.
"Adesso vieni con me" disse secco cercando però di non essere sgarbato.
"E tu non ti azzardare mai più a toccarla" concluse con disprezzo rivolgendosi al fratello, prima di sparire nel corridoio assieme alla ragazza.
Rimasto solo, Izana tentò di alzarsi, ma sembrava che ogni forza lo avesse abbandonato e si accasciò di nuovo sulla fredda pieta.
Non poteva fare nient'altro che non fosse starsene sdraiato a terra a riflettere su quello che aveva fatto.

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Riciao a tutti voi!

Questo capitolo ha ritardato una giornata, ma mi perdonerete perchè a causa del mal tempo il wii fi ieri mi ha abbandonato.
Comunque eccoci di nuovo qui!
Siamo felici di ridare il benvenuto alla nostra cara Hope che è tornata dal suo viaggio e si è rimessa subito all'opera per regalarci tanti altri capitoli stupendi.
Passiamo dunque alla storia: in quanti si aspettavano un risvolto del genere!?
Nessuno dica "io" perchè tanto non ci credo.
Izana sarai anche figo ma non appena apri bocca sarebbe da buttarti giù dal primo ponte. E di quello che pensi tu non gliene frega niente a nessuno, Zen non sposerà la principessa di Melatirolandia, proprio no!
Povera Shirayuki e povero Zen che gli tocca avere sto povero imbecille come fratello.
Ma solo io mi sono immaginata Zen in versione One Punch mentre gli tirava un pugno?
Penso che siate tutti curiosi di sapere come si evolverà la storia.ùQuindi noi vi diamo appuntamento come sempre alla settimana prossima.
Un bacio,
Cioccolasha e Hope

   
 
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